Il mio primo Toyboy

di
genere
tradimenti

Certo le dimensioni non fanno la differenza. Neppure la solidità dell’attrezzo o il vigore nell’uso. Ma quando tutte queste benedette caratteristiche si concentrano attorno ad uno stesso membro, stravolgono completamente gli orizzonti sessuali di una donna!
All’inizio del nostro rapporto, la durata non era il suo forte. Bastavano poche carezze per sentire il fiotto di sperma inondarmi la mano. Pian piano capii cosa aspettarmi e come comportarmi: ogni nostro rapporto sessuale è come un’opera in tre atti: il primo rapido e veloce, il secondo intenso e sensuale ma è il terzo ed interminabile atto che mi cattura il cuore e lo spreme fino alle lacrime.
A quasi cinquant’anni, grazie a lui, ho riprovato le emozioni che il sesso può donare. Ciò non ha incrinato i rapporti con mio marito anzi: aver riscoperto i veri piaceri della carne, ha contribuito notevolmente alla mia autostima ed alla nostra serenità coniugale. Certo capita che, sotto ai colpi monotoni del consorte, fantastichi di essere posseduta in posizioni ben più fantasiose dal mio giovane amante.
Sembra una mattina come tutte le altre in una famiglia come tante altre. Ma non lo è. Oggi i suoi genitori sono fuori città e lui è da solo in casa. Carico i figli in auto e li porto a scuola, loro sono allegri come al solito, scherzo anche se sono un po’ nervosa. Al solo pensiero, mi eccito come una ragazzina. Parcheggio dove riesco, tanta confusione di mamme bimbi auto e qualche raro papà. Saluto i bimbi, attendo che varchino il cancello della scuola e mi avvio.
Suono alla sua porta. Quasi non mi considera, svaccato sul divano intento a giocare con quella stupida consolle. Questi maschi sono proprio esseri semplici, guidati più dal pezzo di carne che hanno tra le gambe che dal loro cervello. Alzo la gonna e la mia fica nuda gli si para di fronte, incorniciata da un paio di calze autoreggenti.
Leggo nel suo sguardo che il videogioco sta diventando un lontano ricordo. Il suo viso di insinua tra le mie gambe. Me la bacia cercando di sollevarmi la gonna stretta. Amo il suo ardore ma è un abito di marca e mi è costato un occhio della testa.
Sebbene la confidenza fisica, la differenza d’età lo mette ancora a disagio. Capita che mi dia del lei quando mi parla e difficilmente prende l’iniziativa. È un piccolo problema con molti lati positivi: l’ascendente psicologico che ho su di lui mi dona sicurezza. Mi diverte imbarazzarlo con comportamenti provocanti ed essere molto diretta nel fargli capire cosa voglio.
E' con questa naturalezza che mi stacco da lui, lo prendo per le mani e lo conduco nella sua cameretta. La sua giovinezza mi fa sentire deliziosamente depravata. Si sfila le scarpe mentre gli sbottono la camicia. Tolgo l’abito con accortezza e mi sdraio sul suo letto ad una piazza.
La penombra della stanza ci avvolge come in un sogno. Sento il desiderio violento di essere sua: con le cosce già aperte e pronte ad accoglierlo attendo che si sfili i pantaloni. Quando finalmente si sdraia nudo a fianco a me gli sussurro che è un ragazzino pervertito e che non si circuiscono le donne sposate. Con il dorso delle dita, segue il profilo di una mammella, ne descrive i contorni con un dito, poi appoggia la mano aperta e la stringe delicatamente: “A che ora devi riprendere i bimbi a scuola?” Con un filo di voce rispondo: “Alle 5”. Lui mi guarda sornione e ribatte: “Sono quasi le 10, diamoci da fare allora”. Entra in me con naturalezza e poco dopo eiacula. Fine primo atto.
scritto il
2024-07-12
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