La Contessa schiava (parte 9)

di
genere
sadomaso

La schiava era ancora a 4 zampe davanti alle cosce spalancate della Padrona, evidentemente soddisfatta dell’orgasmo.
François si alzò malvolentieri dalla schiena della Contessa utilizzata come sedia.
Sentirla sotto di sé con le membra che le tremavano per lo sforzo gli dava il senso del potere e, questo, aveva effetti erotizzanti.
Aveva goduto nella figa della schiava, un orgasmo esplosivo, quasi liberatorio, potente per la forza dell’esperienza vissuta che gli aveva eccitato il cervello oltre al cazzo.
Si alzò e diede una spinta col piede alla Contessa per farla cadere a terra. Se si fosse soffermato ad interrogarsi su quel gesto, avrebbe scoperto che nascondeva tanta rabbia verso i Padroni. Capiva che non era solo il piacere nell’umiliazione altrui, ma non andò oltre anche se, quell’oltre nel quale non andò, gli lasciò una traccia di amaro che, parimenti, non seppe individuare.
Tirando il guinzaglio che le aveva messo al collare di ferro, la fece spostare strisciando, fino a farle mettere la faccia in corrispondenza dello sperma che era colato dalla figa.
Col piede le schiacciò la faccia sopra tenendo la scarpa sulla guancia.
Voleva anche essere una postura che denunciava la vittoria, come il cacciatore che, uccisa la preda in una lotta impari, pone sopra un piede e si espone ai complimenti degli amici. In quel frangente gli unici spettatori erano la moglie e, soprattutto, sé stesso e le proprie emozioni.
Si sedette sull'altra poltrona osservando quella bella donna, nuda, al guinzaglio, a terra in casa sua.
“Dobbiamo dare da mangiare alla cagna”.
François teneva un piede sul fianco della Contessa.
“Gli avanzi andranno benissimo”.
Annette portò gli avanzi in una ciotola che il marito le fece posare a terra ai suoi piedi, indicandola alla Contessa con il dito indice, senza necessità di alcuna parola accompagnatoria.
François cercò nello sguardo di lei il senso di ribrezzo o di fastidio.
Eloise, però, era provata, stanca.
Nascose ogni sensazione e si chinò a mangiare, avendo i piedi dell’uomo molto vicini.
Nonostante avesse appena goduto, l’umiliazione di quella donna gli dava un piacere mai provato, nuovo, molto bello.
Nel suo immaginario quella serata sarebbe stata solo il primo degli episodi, dando per scontato di essere divenuto la valvola di sfogo erotica di quella ricca nobile. Cominciò a pensare a come avrebbe potuto divertirsi con lei nelle prossime occasioni.
Col piede spostò la ciotola togliendola dalla sua disponibilità. Prese un boccone e lo gettò lontano.
“Vai a prenderlo”.
Quel gioco eccitò lui ma anche Eloise, privata di ogni dignità, umiliata, trattata come una cagna.
Non aveva mai vissuto un’esperienza con questa forza. Ogni atto costretta a compiere era come un vento forte che la sollevava e lanciava in aria, fino al punto più alto della parabola per poi farla cadere a terra, con una velocità sempre più forte, col terreno che si avvicinava sempre più velocemente, un volo pieno di adrenalina ed eccitazione.
Corse a 4 zampe per la stanza vincendo ogni ribrezzo, raccogliendo con la bocca e mangiando quasi con piacere o, meglio, col piacere che lo sforzo per mangiare quella roba raccolta da terra le poteva dare.
“Questa è proprio una cagna. La porto in cuccia per la notte”.
Prese il guinzaglio e si fece seguire, sempre a quattro zampe, incentivando l'andamento reso lento dal dolore alle ginocchia con soventi colpetti col frustino.
Il caldo estivo, maledetto di giorno per la calura durante le ore di lavoro, veniva colto con favore in quella serata carica di erotismo.
Legò la schiava, sempre nuda, appena fuori casa, in cortile. La catena attaccata al collare in ferro fu utile per legarla al palo. Al suo fianco una ciotola, non tanto per poterle dare la possibilità di dissetarsi, quanto per l’umiliazione consistente nell’equiparazione ad una cagna.
I Padroni dormirono un sonno strano, con l’eccitazione ancora in circolo che non dava loro pace. Il pensiero inconscio della Contessa legata a terra in cortile alimentava quella sensazione di piacere e predisponeva per la nuova giornata.
Eloise dormì, o forse no, o forse sognò, o forse no. Non avrebbe saputo dire come trascorse la notte, preda degli eventi e delle emozioni vissute.
Aveva provato cose nuove ed entusiasmanti. La totale perdita di potere su sé stessa, la paura, l’eccitazione per il sesso, anche se a solo beneficio dei Padroni, l’umiliazione. Tutte emozioni nuove, eccitanti per chi, come lei, cercava sempre di andare al massimo, prendersi tutto dalla vita purché fosse emozionante.
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2024-07-09
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