La perla nera
di
Adam82ne
genere
saffico
Settembre 2019
Fino a qualche anno fa per andare a lavorare arrivavo in macchina fino alla stazione del paese e da lì prendevo il treno per arrivare in centro a Milano , una sera però al mio ritorno mi ritrovai la macchina aperta, autoradio andata ,vetro rotto e una serie di bestemmie in sequenza mixata , andai alla stazione dei carabinieri a fare la denuncia, non tanto per la speranza di avere giustizia ma per poter fare tutto l’iter con la mia assicurazione.
Nella sala d’attesa della stazione dei carabinieri eravamo in due, insieme a me c’era una ragazza sui vent’anni che era stata scippata , dire che era bella è riduttivo, nera e con un fisico da modella, i tratti somatici delicati suggerivano che fosse eritrea o giù di li, comunque andai a sedermi e nell’attesa di essere chiamata iniziai a sfogliare una rivista lasciata li da chi sa chi , non nascondo che tra una pagina e l’altra alzavo lo sguardo verso di lei che accortasi dei miei sguardi indiscreti mi sorrise , aveva dei denti bianchissimi oltre che un sorriso stupendo , un carabiniere entrò nella stanza “Ruth ……. “
La ragazza si alzò in piedi
“ prego signorina mi segua”
Passando di fianco a me mi salutò e mi sorrise lasciando dietro di sé un profumo dolce e delicato, mi voltai seguendola con lo sguardo fino a quando non voltò l’angolo , dopo neanche cinque minuti un altro carabiniere chiamò anche me e così potei depositare la mia denuncia.
Trenta minuti dopo avevo finito e uscita dalla stanza non potei fare a meno di sentire la ragazza salutare l’agente e uscire anche lei dalla stanza vicina, ci fu un fugace sguardo con un sorriso reciproco.
Ci incamminammo verso l’uscita e fuori dal cancello io svoltai a destra e lei a sinistra, arrivata in macchina feci una telefonata e dopo una decina di minuti mi avviai verso casa, arrivata vicino all’incrocio vidi la ragazza seduta alla fermata del pullman circondata da alcuni ragazzi che facevano gli scemi, mi fermai e le chiesi se volesse un passaggio , lei contenta di togliersi dai piedi quei ragazzini fastidiosi salì in macchina .
Durante il tragitto parlammo delle nostre rispettive disavventure e di noi, mi disse che era nata in Eritrea ma che era stata adottata quando aveva tre anni insieme a sua sorella Huda di due anni più grande , che studiava a Pisa e che era ritornata a Milano per stare un po’ con la sua famiglia, comunque la riaccompagnai fin sotto casa , ci scambiammo il numero di telefono e nei giorni successivi ci messaggiammo , ma per quanto fossi davvero attratta da lei non ci provai ne toccai minimamente l’argomento sesso.
Dopo una settimana decidemmo di andare a bere qualcosa, anche perché di li a due giorni sarebbe ripartita per Pisa e per i mesi successivi non ci sarebbe stata altra occasione per vedersi , andammo in un pub vicino casa frequentando per lo più da motociclisti , mentre bevevamo una birra passò di fianco al nostro tavolo una ragazza molto avvenente che attirò la nostra attenzione .
Ruth mi sorrise.
“È incredibilmente sexy vero?”
Io annuii , il modo in cui lo disse però mi fece capire chiaramente che esattamente come me anche lei avrebbe affondato il viso tra le tette di quella ragazza vestita di pelle , decisi quindi di provocarla un po’, volevo capire se fosse mi stessi sbagliando oppure no.
“ tu però lo sei molto di più “
La guardai attentamente per vedere la sua reazione, lei sorrise inclinó la testa e si arricciò una ciocca di capelli , aprì la bocca per dire qualcosa ma proprio in quel momento il cameriere posò altri due boccali di birra sul tavolo.
Bevve un sorso e mi guardò per qualche secondo.
“Posso farti una domanda?”
Feci segno di si
“A che età lo hai capito? “
Sospirai come a cercare di ricordarlo.
“Mha verso i tredici quattordici anni, ma ci è voluto molto più tempo per accettarlo ….tu invece?”
Lei guardò la schiuma della sua birra , bevve un sorso e si asciugò le labbra col dorso della mano.
“Anche io …. Ma solo quando ho iniziato ad andare all’università ho iniziato ad accettarlo ….e a farlo …. La cosa buffa è che sia mia sorella che i miei genitori sembravano saperlo prima di me… e quando ho fatto coming out sembravano più sollevati di me… FINALMENTE LO HAI AMMESSO… “
Provai una certa invidia lo devo ammettere, avrei voluto che anche i miei genitori mi avessero dato quel sostegno, io l’ho fatto meno di un anno fa a quasi trent’anni e praticamente mi hanno disconosciuto.
Finimmo di bere e approfittando della bella serata andammo a fare una passeggiata lungo il naviglio, una cosa che ho sempre trovato rilassante e per certi versi romantica , dopo un po’ ci ritrovammo mano nella mano ma ce ne accorgemmo solo quando un nonno armato di sandali e berretto ci scampanellò in sella alla sua bici per poter passare , le ripresi la mano e guardatami intorno le diedi un bacio a stampo sulla bocca, ricominciammo a camminare, entrambe avevano quella piacevole sensazione che si prova quando stai bene con una persona,l’aria fresca della sera e la birra completarono il quadretto.
Ad un certo punto ci fermammo, ci e guardammo negli occhi, voltammo lo sguardo a destra , l’acqua del naviglio scorreva placida , poi lo voltammo a sinistra,dove si stendeva un campo di granturco che ormai era quasi del tutto secco , come se avessimo avuto la stessa idea nello stesso momento ci addentrammo per una cinquantina di metri, arrivammo in un punto dove la luce del sole era riuscita ad entrare facendo crescere dell’erba, iniziammo a baciarci cercando di spogliarci a vicenda, ci abbassammo fino a stenderci per terra usando i nostri vestiti come giaciglio , era bellissima, il suo corpo perfetto sembrava brillare sotto la luna , il suo odore era inebriante , le sue mani accarezzandomi mi donavano scariche di piacere , ci baciammo a lungo rotolandoci su quel talamo improvvisato , quella dolce lotta fu interrotta dalle sua dita sottili che abbandonate le mie spalle si insinuarono tra le mie natiche iniziando ad esplorarmi, mi solleticò il buchetto e passò oltre, ero bagnatissima , lei mi accarezzò le grandi labbra e sentendo il desiderio che avevo per lei mugolò .
“È bello sapere che ti faccio questo effetto “
Io le baciai il seno mordicchiando i sui capezzoli duri come sassolini, nel frattempo la mia mano le accarezzò la pancia con la punta delle dita , arrivai sul suo pube liscio e scesi ancora più giù, anche lei come me era bagnata come il naviglio alle nostre spalle.
“Ed è altrettanto bello sapere che sei eccitata quanto me “
Mi portai le dita zuppe dei suoi umori in bocca.
“Mhmm hai un sapore sublime “
Mi misi a cavalcioni sopra di lei e scivolai delicatamente sul suo corpo , arrivata sul suo seno spalancai le cosce mettendole a pochissimi centimetri dalla sua bocca la mia patatina pulsante , lei tirò fuori la lingua con estrema lentezza e quando sfiorò le mie labbra fu come prendere la scossa , ansimai rumorosamente, mi sistemai una ciocca di capelli cadutami d’avanti al viso e mi morsi un labbro, lei mi fissava mentre la sua bocca carnosa e sensuale mi divorava l’intimità , mi allargai le grandi labbra come ad invitarla a id infilarmi la lingua fino in fondo , la incitai a continuare a scoparmi con la sua lingua magnifica, stavo per venire e i mugolii diventarono più forti, le gambe mi cedettero e mi ritrovai seduta sulla sua faccia con la sua lingua dentro di me , il mio cuore batteva fortissimo e gli spasmi dell’orgasmo erano al loro zenit , mi tirai su lentamente lasciando dietro di me un filamento vischioso di saliva e umori vaginali, Ruth spezzò quel legame con le dita ripulendo con cura con la lingua.
Mentre lei era intenta a leccarsi le dita andai tra le sue cosce e allargai delicatamente le sue labbra gonfie e umide, il rosso vivo della sua succosa intimità risaltava come un faro tra la sua pelle color ebano , rimasi a fissarla esterrefatta, la bellezza di quella visione mi lasciò a bocca aperta, avvicinai la mia bocca come a volerla baciare con passione, il contatto la face ululare e bagnare ancora di più, infilai il dito medio constatando con piacere che era strettissima, iniziai a fare delicati movimenti circolari mentre con l’indice dell’altra mano massaggiavo il suo clitoride, Ruth ansimava e gemeva con gli occhi chiusi tenendosi le cosce spalancate con le mani , i miei giochi di dita e lingua la stavano facendo impazzire di piacere ,quando sentii i muscoli delle sue cosce contrarsi capì che stava per arrivare, aumentai leggermente il ritmo affondando ancora di più la lingua, nel momento preciso in cui arrivò iniziai a succhiare il suo clitoride con la forza di un idrovora , lei presa alla sprovvista cacciò un urlo e un getto caldo e breve mi colpì , ripulii tutto con passione certosina e mi stesi di fianco a lei , era la prima volta che facevo sesso in un campo sotto la luna ed era la prima volta che lo facevo con una donna di tale spropositata bellezza.
Le zanzare ruppero quel momento magico, ci rivestimmo e ritornammo verso la macchina, sporche di terra e con l’odore di dolce sesso addosso ,non le proposi neanche di venire da me , ci andai direttamente e lei non disse nulla anzi quando vide che non andavo verso casa sua mi prese la mano sul cambio e non la mollo fino a quando non arrivammo sotto casa mia.
Adam82ne@libero.it
Fino a qualche anno fa per andare a lavorare arrivavo in macchina fino alla stazione del paese e da lì prendevo il treno per arrivare in centro a Milano , una sera però al mio ritorno mi ritrovai la macchina aperta, autoradio andata ,vetro rotto e una serie di bestemmie in sequenza mixata , andai alla stazione dei carabinieri a fare la denuncia, non tanto per la speranza di avere giustizia ma per poter fare tutto l’iter con la mia assicurazione.
Nella sala d’attesa della stazione dei carabinieri eravamo in due, insieme a me c’era una ragazza sui vent’anni che era stata scippata , dire che era bella è riduttivo, nera e con un fisico da modella, i tratti somatici delicati suggerivano che fosse eritrea o giù di li, comunque andai a sedermi e nell’attesa di essere chiamata iniziai a sfogliare una rivista lasciata li da chi sa chi , non nascondo che tra una pagina e l’altra alzavo lo sguardo verso di lei che accortasi dei miei sguardi indiscreti mi sorrise , aveva dei denti bianchissimi oltre che un sorriso stupendo , un carabiniere entrò nella stanza “Ruth ……. “
La ragazza si alzò in piedi
“ prego signorina mi segua”
Passando di fianco a me mi salutò e mi sorrise lasciando dietro di sé un profumo dolce e delicato, mi voltai seguendola con lo sguardo fino a quando non voltò l’angolo , dopo neanche cinque minuti un altro carabiniere chiamò anche me e così potei depositare la mia denuncia.
Trenta minuti dopo avevo finito e uscita dalla stanza non potei fare a meno di sentire la ragazza salutare l’agente e uscire anche lei dalla stanza vicina, ci fu un fugace sguardo con un sorriso reciproco.
Ci incamminammo verso l’uscita e fuori dal cancello io svoltai a destra e lei a sinistra, arrivata in macchina feci una telefonata e dopo una decina di minuti mi avviai verso casa, arrivata vicino all’incrocio vidi la ragazza seduta alla fermata del pullman circondata da alcuni ragazzi che facevano gli scemi, mi fermai e le chiesi se volesse un passaggio , lei contenta di togliersi dai piedi quei ragazzini fastidiosi salì in macchina .
Durante il tragitto parlammo delle nostre rispettive disavventure e di noi, mi disse che era nata in Eritrea ma che era stata adottata quando aveva tre anni insieme a sua sorella Huda di due anni più grande , che studiava a Pisa e che era ritornata a Milano per stare un po’ con la sua famiglia, comunque la riaccompagnai fin sotto casa , ci scambiammo il numero di telefono e nei giorni successivi ci messaggiammo , ma per quanto fossi davvero attratta da lei non ci provai ne toccai minimamente l’argomento sesso.
Dopo una settimana decidemmo di andare a bere qualcosa, anche perché di li a due giorni sarebbe ripartita per Pisa e per i mesi successivi non ci sarebbe stata altra occasione per vedersi , andammo in un pub vicino casa frequentando per lo più da motociclisti , mentre bevevamo una birra passò di fianco al nostro tavolo una ragazza molto avvenente che attirò la nostra attenzione .
Ruth mi sorrise.
“È incredibilmente sexy vero?”
Io annuii , il modo in cui lo disse però mi fece capire chiaramente che esattamente come me anche lei avrebbe affondato il viso tra le tette di quella ragazza vestita di pelle , decisi quindi di provocarla un po’, volevo capire se fosse mi stessi sbagliando oppure no.
“ tu però lo sei molto di più “
La guardai attentamente per vedere la sua reazione, lei sorrise inclinó la testa e si arricciò una ciocca di capelli , aprì la bocca per dire qualcosa ma proprio in quel momento il cameriere posò altri due boccali di birra sul tavolo.
Bevve un sorso e mi guardò per qualche secondo.
“Posso farti una domanda?”
Feci segno di si
“A che età lo hai capito? “
Sospirai come a cercare di ricordarlo.
“Mha verso i tredici quattordici anni, ma ci è voluto molto più tempo per accettarlo ….tu invece?”
Lei guardò la schiuma della sua birra , bevve un sorso e si asciugò le labbra col dorso della mano.
“Anche io …. Ma solo quando ho iniziato ad andare all’università ho iniziato ad accettarlo ….e a farlo …. La cosa buffa è che sia mia sorella che i miei genitori sembravano saperlo prima di me… e quando ho fatto coming out sembravano più sollevati di me… FINALMENTE LO HAI AMMESSO… “
Provai una certa invidia lo devo ammettere, avrei voluto che anche i miei genitori mi avessero dato quel sostegno, io l’ho fatto meno di un anno fa a quasi trent’anni e praticamente mi hanno disconosciuto.
Finimmo di bere e approfittando della bella serata andammo a fare una passeggiata lungo il naviglio, una cosa che ho sempre trovato rilassante e per certi versi romantica , dopo un po’ ci ritrovammo mano nella mano ma ce ne accorgemmo solo quando un nonno armato di sandali e berretto ci scampanellò in sella alla sua bici per poter passare , le ripresi la mano e guardatami intorno le diedi un bacio a stampo sulla bocca, ricominciammo a camminare, entrambe avevano quella piacevole sensazione che si prova quando stai bene con una persona,l’aria fresca della sera e la birra completarono il quadretto.
Ad un certo punto ci fermammo, ci e guardammo negli occhi, voltammo lo sguardo a destra , l’acqua del naviglio scorreva placida , poi lo voltammo a sinistra,dove si stendeva un campo di granturco che ormai era quasi del tutto secco , come se avessimo avuto la stessa idea nello stesso momento ci addentrammo per una cinquantina di metri, arrivammo in un punto dove la luce del sole era riuscita ad entrare facendo crescere dell’erba, iniziammo a baciarci cercando di spogliarci a vicenda, ci abbassammo fino a stenderci per terra usando i nostri vestiti come giaciglio , era bellissima, il suo corpo perfetto sembrava brillare sotto la luna , il suo odore era inebriante , le sue mani accarezzandomi mi donavano scariche di piacere , ci baciammo a lungo rotolandoci su quel talamo improvvisato , quella dolce lotta fu interrotta dalle sua dita sottili che abbandonate le mie spalle si insinuarono tra le mie natiche iniziando ad esplorarmi, mi solleticò il buchetto e passò oltre, ero bagnatissima , lei mi accarezzò le grandi labbra e sentendo il desiderio che avevo per lei mugolò .
“È bello sapere che ti faccio questo effetto “
Io le baciai il seno mordicchiando i sui capezzoli duri come sassolini, nel frattempo la mia mano le accarezzò la pancia con la punta delle dita , arrivai sul suo pube liscio e scesi ancora più giù, anche lei come me era bagnata come il naviglio alle nostre spalle.
“Ed è altrettanto bello sapere che sei eccitata quanto me “
Mi portai le dita zuppe dei suoi umori in bocca.
“Mhmm hai un sapore sublime “
Mi misi a cavalcioni sopra di lei e scivolai delicatamente sul suo corpo , arrivata sul suo seno spalancai le cosce mettendole a pochissimi centimetri dalla sua bocca la mia patatina pulsante , lei tirò fuori la lingua con estrema lentezza e quando sfiorò le mie labbra fu come prendere la scossa , ansimai rumorosamente, mi sistemai una ciocca di capelli cadutami d’avanti al viso e mi morsi un labbro, lei mi fissava mentre la sua bocca carnosa e sensuale mi divorava l’intimità , mi allargai le grandi labbra come ad invitarla a id infilarmi la lingua fino in fondo , la incitai a continuare a scoparmi con la sua lingua magnifica, stavo per venire e i mugolii diventarono più forti, le gambe mi cedettero e mi ritrovai seduta sulla sua faccia con la sua lingua dentro di me , il mio cuore batteva fortissimo e gli spasmi dell’orgasmo erano al loro zenit , mi tirai su lentamente lasciando dietro di me un filamento vischioso di saliva e umori vaginali, Ruth spezzò quel legame con le dita ripulendo con cura con la lingua.
Mentre lei era intenta a leccarsi le dita andai tra le sue cosce e allargai delicatamente le sue labbra gonfie e umide, il rosso vivo della sua succosa intimità risaltava come un faro tra la sua pelle color ebano , rimasi a fissarla esterrefatta, la bellezza di quella visione mi lasciò a bocca aperta, avvicinai la mia bocca come a volerla baciare con passione, il contatto la face ululare e bagnare ancora di più, infilai il dito medio constatando con piacere che era strettissima, iniziai a fare delicati movimenti circolari mentre con l’indice dell’altra mano massaggiavo il suo clitoride, Ruth ansimava e gemeva con gli occhi chiusi tenendosi le cosce spalancate con le mani , i miei giochi di dita e lingua la stavano facendo impazzire di piacere ,quando sentii i muscoli delle sue cosce contrarsi capì che stava per arrivare, aumentai leggermente il ritmo affondando ancora di più la lingua, nel momento preciso in cui arrivò iniziai a succhiare il suo clitoride con la forza di un idrovora , lei presa alla sprovvista cacciò un urlo e un getto caldo e breve mi colpì , ripulii tutto con passione certosina e mi stesi di fianco a lei , era la prima volta che facevo sesso in un campo sotto la luna ed era la prima volta che lo facevo con una donna di tale spropositata bellezza.
Le zanzare ruppero quel momento magico, ci rivestimmo e ritornammo verso la macchina, sporche di terra e con l’odore di dolce sesso addosso ,non le proposi neanche di venire da me , ci andai direttamente e lei non disse nulla anzi quando vide che non andavo verso casa sua mi prese la mano sul cambio e non la mollo fino a quando non arrivammo sotto casa mia.
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