Andrea

di
genere
etero

Estate di qualche anno fa, quando ancora andavo dai miei genitori in Calabria a passare le vacanze , stare in casa con mia madre era fuori discussione pertanto ogni occasione era buona per stare fuori casa, che fosse stato in spiaggia o semplicemente in giro con gli amici l’importante era evitare mia madre .
L’estate in Calabria è una stagione molto particolare, ritornano a casa gli “emigrati” o gli studenti fuori sede come lo ero io ai tempi , tra i primi c’è Luigi , un uomo che trasferitosi in Piemonte da ragazzo ha tirato su famiglia , il suo unico figlio Andrea è un ragazzone di origini Ivoriane che è stato adottato quando aveva 5 anni o giù di lì, ricordo ancora quando lo vidi la prima volta, io potevo avere 7 o 8 anni e lui forse 6 , di sicuro era arrivato da poco in Italia perché non parlava molto bene la nostra lingua , sin da subito abbiamo avuto una buona sintonia e quando veniva in vacanza giocavamo sempre insieme .
Durante l’adolescenza ci siamo un po’ allontanati, anche perché per qualche anno non venne più in Calabria a fare le vacanze e quando qualche anno dopo una sera me lo ritrovai dietro la porta quasi non lo riconobbi , era completamente cambiato e il bel ragazzo era diventato un figo della madonna , una specie di Wesley Snipes da giovane per intenderci .
Già dal giorno dopo iniziammo ad andare in giro e visto che sia lui che la sua famiglia erano ben visti da mia madre si può dire che per quasi tutto il tempo quella psicopatica mi lasciò in pace, anzi quando le dicevo che ero con Andrea non mi tempestava di telefonate per le sue solite cazzate inutili , insomma fu l’unica vacanza dai miei veramente rilassante.
I primi giorni non successe nulla, le nostre giornate passavano tra la spiaggia di giorno e il lungomare la sera , arrivò la settimana di ferragosto e decidemmo di passarla da soli in montagna usando come punto d’appoggio la vecchia casetta di mio nonno , chiamarla casetta è un parolone….visto che non ha neppure il pavimento…. Diciamo che è più un capanno degli attrezzi ma che fu la sua casa durante la guerra.
Arrivammo nel primo pomeriggio e sistemate le nostre cose andammo a fare un escursione , rientrammo al tramonto e acceso il fuoco ci preparammo da mangiare, sdraiati vicino al fuoco sotto un cielo stellato ci raccontammo le nostre esperienze ( anche sessuali)dopo anni senza vedersi , il posto e la compagnia di quel ragazzo grande e grosso ma buono come il pane mi facevano stare bene ,mi sentivo rilassata e protetta, quando ormai a notte fonda iniziai ad avere freddo andammo a dormire, lui senza malizia si avvicinò per scaldarmi col suo corpo, dico senza malizia perché ad un certo punto cercò di mascherare la sua palese eccitazione cercando di allontanare dalla mia schiena il bozzo che aveva tra le gambe , mi voltai per un attimo sorridendo , presi la sua mano che mi cingeva la pancia e me la portai al seno , lui si irrigidì per qualche secondo prima di ritrarre la mano rimettendola sulla pancia, mi diede un bacio sulla testa dicendomi di dormire.
Non provai ad insistere , anche perché era tardi e di li a qualche ora ci saremmo dovuti mettere in cammino per una lunga escursione, la voglia comunque era rimasta ad entrambi ed era chiaro che prima del rientro a casa qualcosa sarebbe successo.
La mattina mi svegliò porgendomi una tazza di caffè solubile , ci incamminammo subito raggiungendo la vetta dopo due ore buone , da li si potevano vedere sia la costa ionica che quella tirrenica , la giornata stupenda senza foschia dava l’impressione di poter accarezzare il mare, mentre mangiavamo un boccone iniziammo una sorta dì corteggiamento reciproco, le battutine e gli sguardi divennero sempre meno innocenti , quando ci incamminammo per rientrare alla casetta eravamo talmente eccitati che facemmo la stessa strada in molto meno tempo senza dire nulla,tanta era la voglia reciproca, durante il tragitto fantasticavo su ciò che sarebbe successo o che io avrei voluto succedesse .
Arrivati alla casetta entrammo dentro chiudendoci la porta alle nostre spalle, gettammo a terra gli zaini e senza dire nulla ci togliemmo i vestiti di dosso, una volta nudi mi tirò a se e iniziammo a baciarci come forsennati, l’odore forte dei nostri corpi sudati ci eccitava ancora di più, dava un che di animalesco , mi accovacciai tenendomi per le sue gambe ,avanti a me avevo il suo membro quasi del tutto in tiro , avvicinai la bocca sfiorandolo con la punta della lingua dai testicoli di alla cappella, lo senti mugolare di piacere, lo leccai con più decisione inumidendolo tutto con la mia saliva , quando fu duro al punto giusto lo presi in mano, sembrava di marmo , un pezzo di marmo
nero, lungo e grosso come una banana ,lo presi in bocca succhiandolo e menandolo rumorosamente, provai inutilmente a mettermelo tutto ma viste le dimensioni fu impossibile.
Andrea ormai eccitato come un toro mi fece alzare e mi spinse verso il tavolo facendomi sedere sopra, quel pezzo di legno vecchio e tarlato scricchiolò sotto il mio peso , mi sdraiai e spalancai le gambe, allargai le mie labbra ormai fradicie con le dita invitandolo , quando dopo essersi messo in ginocchio affondò la sua lingua mi arrivò una scarica di piacere che mi fece ansimare, i muscoli del mio collo si rilassarono e mi lasciai andare , mi ritrovai con le braccia e la testa a penzoloni , quel tavolo troppo piccolo e troppo vecchio per contenermi tutta faceva un rumore inquietante, sembrava sul punto di schiantarsi da un momento all’altro , ma era troppo bello, la sua lingua e la sua barba pennellavano instancabilmente la mia intimità, fui sul punto di arrivare e come sempre a quel punto il collegamento tra il mio cervello e il resto del mio corpo va a farsi benedire.
“ togli la lingua e scopami “
Lui non se lo lascio ripetere due volte e tiratosi su me lo sbattè energicamente sul pube , me lo infilò delicatamente fino in fondo , quando le nostre cosce si incontrarono sentii un po di dolore,era davvero grosso.
Iniziò a pompare piano piano tenendomi per le caviglie, ad ogni affondo un misto di dolore e piacere mi facevano mugolare , io mi strizzavo il seno e ovattavo i miei mugolii serrando le labbra.
I colpi che via via diventavano sempre più decisi fecero scricchiolare il tavolo ancora di più, ci fu un breve scambio di sguardi e come se ci fossimo letti nel pensiero decidemmo di cambiare posizione, Andrea si chinò su di me facendomi aggrappare al suo collo , mi sollevò rimanendo sempre dentro di me , grande e grosso com’è non fece fatica a tenermi in quella posizione e continuammo a darci dentro con ancora più decisione,lo sentivo in modo allucinante ogni volta che affondava tutto dentro di me sentivo la mia figa andare in pezzi , ora a scricchiolare erano le mie ovaie , il suo corpo solido come la roccia mi davano la sensazione di essere posseduta da un dio greco , mi attaccò al muro e aggrappatami a delle staffe di ferro che sporgevano mi montò come un rullo compressore, le mie urla di piacere riecheggiarono in tutta la stanza per l’orgasmo che stava per esplodermi dentro e lui ormai quasi al limite iniziò a respirare affannosamente come se fosse un mantice , attendeva il mio piacere massimo per liberarsi dentro di me.
Quando arrivai persi la mia presa e se non mi avesse presa al volo avrei tirato sicuramente una zuccata sul muro, mi ritrovai di nuovo avvinghiata a lui completamente infilzata dal suo palo nodoso e con le sue manone sulle mie natiche , sentii il suo sperma caldo dentro di me e le sua lingua dentro la mia bocca.
Quando mi fece scendere ci sdraiammo sul materassino da campeggio e per qualche minuto non preferimmo parola , troppo stanchi e più che soddisfatti ci addormentammo…
scritto il
2024-09-15
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