Guerra e pace

di
genere
saffico

È domenica pomeriggio , fuori diluvia e fa freddo , sono reduce da una litigata allucinante con la mia fidanzata Greta , non credo di averla mai vista così incazzata e nonostante sia dura ammetterlo ha ragione lei ,non solo per il motivo ma anche per le parole che le ho detto, mi sento in colpa e la sua rabbia trasformatasi in indifferenza è peggio dello schiaffo che stava per tirarmi , quando pur di non ammettere di avere torto le ho detto “ sei una cazzo di ritardata …stai zitta cretina “
lei non ha detto nulla e dopo aver stretto i pugni guardandomi con rabbia si è voltata uscendo di casa ,è ritornata verso le 14 e dopo aver fatto la doccia si è messa a letto, a giudicare dall’odore dei suoi vestiti nella cesta ha lavorato nelle stalle dei maialini .
Entro in camera , lei è sdraiata , sta guardando una cosa sul telefono, non mi degna di uno sguardo .
“ ti ho aspettato per mangiare “
Lei scrolla le spalle, mi avvicino al letto ma lei mi brucia con lo sguardo inchiodandomi sulla porta , le chiedo scusa per il mio comportamento ma lei gettando il telefono sul comodino e mi liquida con un gesto della mano, sospiro ed esco senza dire nulla con la coda tra le gambe , scendo di sotto lasciandola in pace , ci riprovo ancora dopo un paio d’ore, questa volta mi lascia parlare e dopo avermi ascoltata sembra rabbonita quel tanto che basta da potermi avvicinare senza rischiare di essere strozzata con le lenzuola , mi siedo vicino a lei e le do un bacio sulle labbra , quelle labbra sottili quasi invisibili , lei non reagisce , mi guarda con un misto di rabbia e delusione, leggo chiaramente nei suoi occhi che mi staccherebbe la testa con un morso , mi tolgo gli occhiali e li poso sul comodino, prendo le sue mani e le bacio …. Il suo sguardo cambia , ha inarcato un sopracciglio , un brivido percorre la mia schiena, l’ultima volta che è successo i lividi sul sedere sono andati via dopo una settimana, ma in compenso è riuscita a darmi uno di quegli orgasmi che ti tagliano le gambe .
Mi avvicino per baciarla ancora ma lei sì ritrae , mi spinge la testa sul suo petto tenendomi per il collo , è irruenta ma non vuole farmi male , sembra stia rilasciando in modo controllato la rabbia che ha nei miei confronti ,mi inchioda al letto mettendo un ginocchio sul mio pube e una mano sul mio viso.
“Chiara io ti amo ma non permetterti più a trattarmi in quel modo .”
Io mi libero il viso e guardandola dritta negli occhi ripeto la frase che l’aveva fatta incazzate , ma questa volta con un tono diverso ,scherzando.
“Sei una ritardata e devi…”
Urlo nel sentire il ginocchio premere ancora ,più per far scena che per dolore , provo a togliermela di dosso ma la stronza è troppo forte per me, lei avvicina il viso al mio , le nostre fronti si toccarono e fissandomi con i suoi occhi chiari e mi dice.
“ guarda che non sto scherzando Chiara , se ti permetti di nuovo prima ti gonfio e poi ti mando a cagare…..hai capito?”
Faccio segno di si ,capisco che non sta giocando, lei molla la presa e alzatasi dal letto si dirige verso la porta.
“Ora andiamo di sotto che ho fame “
Lei scende mentre io ritardo un po’, aspetto che lei imbocchi le scale e apro il cassetto dei giochi , prendo uno dei primi regali che mi ha fatto, forse il più bello, è un collare borchiato con il mio nome inciso su una medaglietta, lo rigiro tra le dita pensando a quante avventure potrebbe raccontare quella striscia di cuoio , lo indosso e lo copro tirando su il colletto della mia camicia xxl , scendo di sotto e trovo Greta intenta prendere qualcosa da stuzzicare dal frigo , le dico di mollare tutto e di andare in soggiorno che avrei pensato a tutto io , voglio stuzzicarla un po’, voglio che scarichi su di me la rabbia che ha ancora dentro , lo trovo molto eccitante e poi glielo devo….merito una punizione… anzi la voglio.
Lei va a sedersi sul divano col sorriso di chi ha capito tutto , apparecchio la tavola e mi spoglio, indosso solo il collare.
“ la tavola è pronta “
Lei entra in cucina , la faccio sedere spostandole la sedia, si accomoda e io la servo, verso del vino nel bicchiere e rimango in attesa dietro di lei …. È bellissima… mentre mangia mi torna in mente un ricordo dei tempi del liceo , una frase della poetessa saffo .
“Fortunato quanto gli dei a me pare colui che siede di fronte a te e da vicino ode la tua voce e il riso melodioso.”
Greta alza una mano, vado subito da lei , il piatto è vuoto, lo tolgo e le chiedo se desidera altro.
“Voglio una sigaretta e….un massaggio “
La invito a seguirmi e dopo averla fatta sedere nella poltrona le porgo il pacchetto e metto il posacenere sul bracciolo, le tolgo i calzini e dopo averle fatto appoggiare i piedi sullo sgabellino inizio a massaggiarglieli , penso a tutte quelle volte che lei lo ha fatto a me quando dopo una giornata sui tacchi torno a casa distrutta, finisce la sigaretta e si alza dirigendosi verso il bagno, io prendo il posacenere lo poso e mi rimetto in ginocchio vicino la poltrona , torna dopo dieci interminabili minuti , è vestita esattamente come la prima volta che l’ho vista , minigonna ,top e stivali neri, capelli sciolti , ho quasi un mancamento, rimango immobile fino a quando non mi si para davanti, prende il guinzaglio e lo aggancia al collare, mi porta in bagno e mi fa mettere in ginocchio facendomi appoggiare il petto sul bordo della vasca con la testa verso l’interno e il sedere verso il bidet, lei ci si siede prende un asciugamano lo bagna e me lo mette sul sedere, prende il bastone di ciliegio che usiamo per battere i tappeti .
“Cosa sono io ?”
Non rispondo, di proposito e la prima vergata arriva sul mio sedere, non è forte ma la sento fin troppo bene.
“Sono una ritardata?”
Non rispondo e la seconda vergata arriva, è più forte della precedente e la natica destra inizia a bruciare.
“ devo stare zitta?”
La terza vergata mi fa davvero male ,la natica sinistra brucia da morire ,urlo …. Ma lo merito , anzi lo voglio…è troppo bello.
Sento Greta aprire l’armadio di fianco a lei e armeggiare, riconosco il rumore sta preparando un clistere, dopo qualche minuto sento la cannula sul mio buco seguito dalla piacevole sensazione del liquido dentro di me , il piacere diventa fastidio e il fastidio dolore, i crampi sono fortissimi e mi lamento , mi arriva una vergata sul sedere nudo.
“Shhhh zitta ritardata “
Io non ce la faccio più mi sento un palloncino pronto ad esplodere, stringo i denti, Greta mi fa stendere di schiena dentro la vasca e sedutasi sul bordo poggia i piedi sulla mia pancia , preme sul mio stomaco che brontola come una caffettiera.
“Se ne fai uscire solo una goccia dal tuo buco rotto te lo tappo con una bottiglia… ora apri la bocca ritardata…. Fai ahhhhh .”
Io eseguo e una pioggia dorata investe il mio viso, è calda ma i crampi sempre più forti non mi fanno godere a pieno quel nettare , Greta mi solleva le gambe chiudendomi.
“Ti prego amore cosi non resisto “

Lei chiude le mie guance tra le sue dita.
“No tu resisterai o….. “
la mano libera si intrufola tra le mie gambe e afferra un labbro, stringe sempre più fino a quando cedo , la stanza si riempie dell’odore forte , mi sento sporca , umiliata e sconfitta, ma allo stesso tempo eccitata .
“Che schifo guarda cosa hai fatto…. Sei proprio una donna inutile “
Mi sputa in faccia e esce dal bagno lasciandomi li , io mi rialzo e sistemo tutto quello schifo e a quattro zampe torno da lei in soggiorno , so cosa mi attende e non sono per nulla contenta, se avessi resistito mi avrebbe fatto svuotare lei e mi avrebbe premiato con un orgasmo da oscar e invece mi toccherà il supplizio del non godere, Greta mi fa mettere in ginocchio e mi lega le mani dietro la schiena, si siede sul divano e tiratasi su la minigonna inizia a masturbarsi , vedo le sue dita agili farsi strada tra la sua folta peluria, mi guarda mentre si da piacere da sola , sono cosi vicina da sentire il suo odore ma allo stesso tempo mi sembra così distante da sembrare irraggiungibile , come il paradiso terrestre , Greta ansima eccitata nel vedermi cosi frustrata , sa bene quanto la sto desiderando e quella mia sofferenza la fa godere più di quanto la farebbe godere la mia lingua o le mie mani.
“La vuoi ehhhh …. Senti come sono bagnata… mhmmm “
Avvicina le sue dita zuppe dei suoi umori al mio naso , mi sta facendo impazzire, sono tentata di buttarmi tra le sue gambe ma cerco di trattenermi, la punizione sarebbe ancora più dura, ne ho già fatto l’esperienza, nella migliore delle ipotesi mi farebbe il sedere viola , nella peggiore mi lascerebbe a digiuno per un mese , entrambe sappiamo essere spietate nei nostri giochini .
Una volta a situazioni invertite non mi feci toccare da lei per venti giorni , la tenni sempre sotto costante eccitazione e gelosia , eravamo in vacanza al mare con Miki che quando si tratta di tormentare qualcuno è una figlia di puttana quasi quanto noi, il suo supplizio fu senza pausa , quando tornammo a casa e mi concessi ebbe un orgasmo talmente forte che le venne la febbre.

“Allora la vuoi o no?”
Lei allarga le dita che ha usato per sollazzare la sua patatina, un filamento vischioso rimane attaccato, lei lo lecca .

“Mhmmm…Bene allora…. Vediamo…cosa sei disposta a fare?”

Porta le dita appena leccate sulle mie labbra.



Io mi volto e vado al tavolo dove sono ben disposti una serie di attrezzi, i nostri attrezzi… prendo il suo preferito,una racchetta da ping pong e gliela porto , lei mi fa sdraiare sulle sue ginocchia e come una bambina d’altri tempi che ha combinato una marachella vengo sculacciata, ad un certo punto sento il sedere in fiamme ma lei continua senza badare ai miei gemiti di dolore .
Greta smette e mi fa alzare , mi sento come se avessi pucciato il sedere in una pentola d’acqua bollente, mi metto in ginocchio di fronte a lei .
“ cosa sono io?”
Io con sguardo basso le dico che è la mia ragione di vita , che mi pento di tutto quello che le ho detto e che non lo farò più, lei prende la mia mano e mi fa alzare in piedi, mi cede il suo posto facendomi sedere, si inginocchia davanti a me ed inizia massaggiarmi i piedi , il suo sguardo è dolcissimo ,mi accarezza fino alle cosce, le apre dolcemente e si immerge con il viso nella mia intimità,sento la sua lingua insinuarsi dentro di me , dopo avermi fatto raggiungere il piacere estremo mi porta di sopra per coccolarmi come se fossi la sua principessa…. Questa è la mia Greta ,l’essere perfetto , la perfetta espressione di severità e dolcezza, amore e odio , sensibilità e crudezza d’animo…. La mia dea , amorevole e vendicativa come Era , sensuale come Afrodite , inebriante come Dioniso e luminosa come Apollo.

scritto il
2024-08-04
2 . 4 K
visite
1 1
voti
valutazione
5.2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

È tornata mia sorella

racconto sucessivo

Andrea
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.