Tato il metallaro ( capitolo 4)

di
genere
etero

Quando alle sette del mattino ritornammo in città fummo lasciati a qualche isolato da casa mia, soli nel silenzio della città che si stava svegliando ci incamminammo senza dire nulla, io stordita per l’alcol , il fumo e soprattutto per le forti emozioni che avevo provato stavo riordinando le idee , lui invece attendeva con ansia una mia parola ,il fatto che una volta messami a camminare non avessi preso la sua mano lo convinse a torto che fossi arrabbiata con lui , allungò timidamente la mano alla ricerca della mia, il contatto fisico mi riportò alla realtà.
“Tutto bene a…Chiara”
Io mi bloccai e lo guardai .
“ Certo tutto meravigliosamente bene“
Gli presi anche l’altra mano e lo baciai sulle labbra , a quel punto sembrò sollevato e riprendendo a camminare iniziando a parlare tranquillamente , ci fermammo a fare colazione prendendocela con molta calma, di li ad una mezz’ora la mia coinquilina Roberta sarebbe dovuta uscire per andare all’università e visto che quel giorno io non avevo né lezioni ne impegni di lavoro proposi a Tato di venire da me per riposare e pranzare insieme.
Quando entrammo in casa non notammo ne il cappotto ne la borsa della mia coinquilina, eravamo troppo stanchi e andammo a letto cadendo in un sonno profondo.
Intorno alle 11:30 aprii gli occhi , Tato dormiva rannicchiato in una sorta di posizione fetale , gli sistemai la coperta e mi alzai , andai a fare una doccia e ancora in accappatoio preparai la colazione per tutti e due, sentii la caldaia partire
“ che peccato pensai lo avrei voluto svegliare io”
Ad un certo punto sentii un urlo e del trambusto provenire dal bagno, mi fiondai in corridoio e vidi Tato con le mani tra le gambe intento a coprirsi e trovare riparo in camera mia mentre bottiglie e scatolette volavano fuori dal bagno al grido “ vai via di qui pezzo di merda….aiuto!”.
Io entrai in bagno e vidi Roberta in un angolo nuda e nel terrore assoluto.
“Roby ma che cazzo è successo? Ma non dovevi essere in università? “
Le passai un accappatoio e la riportai in camera sua , dal terrore passò alla rabbia, giustamente era incazzata nera con me , non solo avevo trasgredito alla regola di non portare altre persone in casa all’insaputa dell’altro ma questa persona si era infilata pure sotto la doccia quando c’era lei, dopo qualche minuto riuscii a calmarla e a farle accettare le scuse di Tato che era sinceramente morticato, chiarito l’equivoco facemmo colazione tutti insieme e Roberta alla fine ci rise pure su.
Dopo aver fatto colazione lei uscì e noi due rimanemmo finalmente da soli , appena lei ebbe chiuso la porta scoppiammo a ridere.
“Poverina è rimasta traumatizzata, ora per farmi perdonare dovrò fare le pulizie per almeno due mesi “

“Già….E io stavo per avere un infarto…..anche se devo ammettere però che un bel seno e un bel sedere “

Lo bruciai con lo sguardo e allontanai la mano che aveva sulla mia coscia, lui cercò di riprendersi dicendo che stava scherzando e che le mie erano più grandi e più sode, mi tirò a lui e mi bacio infilandomi la lingua in bocca di prepotenza, io cedetti subito se pur avessi pensato di staccargli la lingua con un morso , senza staccarci ci alzammo e imboccammo il corridoio, arrivammo di fronte alla mia stanza e lo tirai ma lui fece resistenza, allora andai verso il bagno che era la stanza di fronte “magari vuole farlo sotto la doccia pensai io”
Lui mi attaccò un attimo al muro per sussurrarmi che aveva un’idea migliore, senza darmi il tempo di replicare mi spinse nella stanza di Roberta gettandomi sul suo letto.
“Tu sei pazzo non credo sia il ca…..”
Lui era già sopra di me e mi stava togliendo tutti i vestiti, mi ritrovai nuda sul letto della mia coinquilina e Tato sopra di me si stava spogliando togliendosi la maglietta, si alzò in piedi per sfilarsi i pantaloni, io mi tirai sui gomiti per dirgli che quello che stavamo per fare era sbagliato, lui si guardò in giro e dalla sedia di fianco a lui prese un paio di mutande e un calzino spaiato che Roberta aveva dimenticato di mettere nei panni sporchi, rigirò quei due pezzi di stoffa tra le mani e li odorò , si avvicinò a me tenendoli tra le dita e mi li strusciò sul viso , non so quanto involontariamente apriii la bocca e lui me li infilò dentro.
“Hanno un buon odore vero? “
Andai per toglierli ma lui me lo impedì bloccandoli con la sua bocca, condividemmo il sapore e l’odore di quel calzino e quella mutandina usata , le sue mani che inizialmente bloccavano le mie braccia iniziarono a palparmi ovunque , quando le sue dita raggiunsero l’apertura della mia patatina fece un ghigno.
“Lo sapevo …. Sei bagnatissima… sei una pervertita lo sai vero “

Pronunciò quelle parole picchiettando le mie labbra fradicie , infilò due dita facendomi gemere , sentire quel sapore, quell’odore e soprattutto il solo pensiero di essere li su quel letto mi avevano eccitato all’inverosimile , per un momento immaginai Roberta rientrare a casa , beccarmi li sul suo letto con le sue mutandine e un suo calzino in bocca , si sarebbe incazzata ? Sicuramente , si sarebbe buttata nella mischia? Improbabile , Oppure non avrebbe detto nulla e nascondendosi dietro la porta si sarebbe toccata fino a venire ? Quell’ultimo pensiero mi provocò una scarica di piacere , immaginare la seria Roberta masturbarsi su di me mi fece bagnare ancora di più.
Tato mordicchio i miei capezzoli , li tiro delicatamente con i denti e li succhio fortissimo , io mi tolsi le mutandine che avevo ancora in bocca e con gli occhi chiusi le odorai inspirando profondamente, me li strofinai sul viso impregnandomi del loro odore , le rigirai tra le dita, Tato ormai era con il viso sprofondato tra le mie cosce e inutilmente di catturare tutti gli umori che cacciavo fuori, strinsi le gambe stringendogli la testa e affondai le mani tra i suoi capelli come a voler spingere la sua lingua fino in pancia , in bocca avevo ancora il calzino, me lo tolsi e dopo averlo odorato lo gettai.
“Dammelo lo voglio amore “
Allentai la presa e Tato non se lo lasciò ripetere due volte, andò per girarsi per fare una sessantanove ma proprio in quel momento mi venne in mente una cosa, aprii uno dei comodini e cominciai a rovistare , tirai fuori il dildo che Roberta aveva comprato insieme a me un po’ di tempo prima , io e Tato lo leccammo e lo ciucciammo insieme quasi contendendocelo come se stessimo facendo una gara a soddisfare un uomo .
Io però ne volevo uno vero e mi gettai tra le sue gambe, iniziammo quindi la sessantanove che stavamo per fare poco prima, lui sotto e io sopra , sembrava ancora più duro del solito , per qualche minuto mi concentrai su quel pezzo di carne duro come il marmo dimenticandomi del dildo ma quanto Tato allargò un po’ le gambe per invitarmi a giocare anche col suo buchetto lo afferrai e senza smettere di lavorare di bocca lo infilai tra le natiche di Tato , con estrema delicatezza iniziai a giocare col suo buchetto fino a quando cedette , quando fu tutto dentro lo accesi , lui si blocco un attimo per poi ricominciare a leccare e giocare di dita facendomi raggiungere il primo orgasmo , lui allungò una mano tenendosi il dildo dentro , si sistemo meglio mettendosi in posizione semi seduta e mi fece salire sopra di lui, in quel modo il dildo gli rimaneva ben piantato dentro e io potevo cavalcare lui.
Iniziai a far scivolare lentamente quell’asta dentro di me fino a quando la mia vagina affamata non lo divorò tutto , in quella posizione lo sentivo divinamente e nonostante Tato non fosse superdotato sembrava di avere dentro un paletto , andavo su facendo forza sia sulla sue spalle che con tutti i miei muscoli disponibili, quando andavo giù invece usavo di proposito tutto il mio peso per farlo impalare sempre di più al dildo che aveva dentro, sentivo la sua cappella picchiare come un martello la mia cervice e lui mugolare ,dopo dieci minuti cosi sia il letto che noi sembravamo sul punto di andare in pezzi, lo strinsi forte a me facendogli affondare il viso nel mio collo , anche lui si avvinghiò stringendomi fortissimo, in quel modo però non potevo andare più su e giù, iniziai allora a fare dei movimenti circolari premendo fortissimo contro il suo pube, sentivo i suoi testicoli grossi e gonfi premere contro l’ingresso della mia patatina come se volessero entrare pure loro , lui piantò le unghie sulla mia schiena e iniziò ad ansimare io urlai cosi forte da essere sentita da tutto il palazzo ma nonostante l’orgasmo mi avesse annebbiato cervello e muscoli continuai a premere e muovermi ,Tato esplose dentro di me come una bottiglia di champagne a capodanno , mi sfilai da lui tappando subito con una mano la mia patatina farcita , gliela avvicinai al suo viso ordinandogli di ripulirmi tutta , lui aprì la bocca e tirata fuori la lingua mi leccò con passione.

Quando Roberta rientrò trovò la sua stanza perfettamente in ordine, ma per qualche giorno non riuscivo a guardarla in faccia perché continuavo ad immaginarla nascosta dietro la porta a masturbarsi mentre ci vedeva trombare sul suo letto .
scritto il
2024-07-27
6 0 9
visite
8
voti
valutazione
4.5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.