La sirena

di
genere
voyeur

La cicatrice sulla gamba destra era lunga, si trovava là dove la coscia incontra il tronco.
Immaginai si trattasse del lascito di un intervento: precisa come una rasoiata.
La notai mentre cambiava di corsia, nella piscina semivuota.
Ero a bordo vasca, in attesa di fare il mio ingresso in acqua.
Non era molto alta, ma ben proporzionata, fisico longilineo e tonico, si capiva che il nuoto era da sempre il suo sport.
Mentre nuotavo accanto alla sua corsia, di tanto in tanto, incrociavo lo sguardo grigio dei suoi occhi, sotto i quali, delle leggere occhiaie, le donavano un’espressione seria.
Le bracciate dello stile libero erano sicure e fluide, come quelle plastiche del dorso.
Gli esercizi con la tavoletta, a gambe rane a completare il programma stilato dalla sua testa.
Nuotava per stremarsi, eppure la fatica scivolava sul pelo dell’acqua, senza lasciare traccia.
I glutei danzavano sotto il confine visivo, che aggiravo attardandomi nelle bracciate quando l’affiancavo.
Emanava fascino discreto, eppure erotico.
Non potei fare a meno d’immaginare il suo corpo nudo sotto la doccia bollente degli spogliatoi.
Il pube, probabilmente depilato o con un pelo curato e corto.
La fessura del sesso liscia. Le unghie dei piedi laccate di smalto scuro, come quelle delle mani, lunghe, che carezzano il corpo insaponato, fino a levigarlo, a togliere l’odore del cloro, che non se ne va mai.
Poi si asciugherà i capelli e senza trucco, indosserà una felpa e se ne andrà. [ottobre 2021]

amanuense@blu.it
scritto il
2024-07-23
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