Cacciato di casa

di
genere
etero

Quella sera il caldo era soffocante, l’estate era ormai esplosa. Gianni se ne stava lì, di fronte al computer, apatico come recentemente gli capitava spesso. Si sentiva solo e disperato; sua moglie lo aveva cacciato da casa, dopo aver conosciuto un tizio più giovane e benestante, e ora si preparava a distruggerlo con il divorzio, avendo assoldato un avvocato divorzista noto nell’ambiente come «lo squalo tigre».
Ormai passava le giornate diviso fra il lavoro, svolto sempre più controvoglia, e le chat. Aveva perso tutto, o perlomeno stava per perdere tutto: la sua casa, la sua vitalità, forse anche la sua dignità. Stava in chat cercando chissà cosa, aspettando e sperando di trovare chissà chi…!! «La normalità mi sta uccidendo…», pensava. Solo le sue fantasie non erano sopite, trasgredire era più forte di lui. Adesso che aveva superato i quaranta si sentiva attirato dalle ragazzine… quando era giovane cercava le mamme, ora le figlie. «Certo che l’uomo è proprio strano…» gli venne da pensare!!!

Stava per abbandonare la chat, quando un "Ciao" comparso all’improvviso in una finestra di chat privata attirò la sua attenzione! Il nickname era allettante per i suoi gusti: «yng4old»… pensò di rispondere a quel messaggio, ma poi meditò: la cosa gli pareva sospetta, quel nickname forse troppo invitante… pensò che poteva trattarsi di un messaggio «civetta», uno di quelli inviati in maniera casuale tra i contatti delle chatlists a cui, se avesse scritto qualcosa in risposta, un bot gli avrebbe replicato in maniera immediata ed automatica, invitandolo a collegarsi a qualche link a pagamento oppure a chiamare qualche numero di cellulare medante il quale fare sesso telefonico o prendere un appuntamento, anche in questo caso, con qualche signorina «a gettone».
Convinto quindi che avrebbe potuto scrivere qualsiasi cosa nel suo messaggio, tanto alla fine nessuno dall'altra parte lo avrebbe letto, digitò: "Me lo faresti un pompino?". Gianni sapeva che era un’idiozia, ma tanto…
"Non mi sembra un buon modo di presentarsi", fu la risposta.
L'uomo cascò dalle nuvole! Allora dall'altra parte c'era qualcuno. Che figura del cavolo!
"Scusa, non immaginavo, pensavo che fosse un link per acchiappare clienti" scrisse, cercando di giustificarsi.
"Facciamo finta di crederci, ma stai peggiorando la situazione. Se pensavi fosse il nick di una prostituta, perché mi hai scritto? Cercavi quello?".
"No, cioè io speravo, ma…". Stava balbettando pure su internet, era il colmo.
"Adesso è tardi, devo andare a nanna. Sono una brava ragazza, IO!".
"Buona notte, e scusami ancora, di solito non mi comporto così".
"Va bene, voglio darti una possibilità. Scrivimi e cerca di convincermi che sei diverso da così. Il mio indirizzo e-mail è [***]".
La conversazione finì lì.

Gianni passo l’intera notte a scrivere, cancellare e riscrivere quella mail. Voleva essere originale, evitando le solite banalità, voleva sembrare interessato ma non disperato, voleva… alla fine però scelse di raccontare la pura verità; in fondo la sua vita era un romanzo, perché mai cercare di inventarne uno? E poi gli avevano detto che la sincerità premia sempre…
A quella mail ne seguirono altre, in risposta le une alle altre. Passarono diversi giorni a scambiarsi corrispondenza elettronica, e scoprirono che avevano molte cose in comune, soprattutto il fatto di essere entrambi delusi da ciò che la vita reale aveva offerto loro fino ad allora.
Poi la svolta… Gianni leggeva e rileggeva l’ultima frase di quell’ultima mail ricevuta: "Perché non ci incontriamo? In fondo abitiamo vicini, e questo fine settimana i miei genitori andranno al mare, quindi sarò sola".
Che fare? Che dire? Avrebbe voluto urlare «Sì, cazzo!», ma la paura che fosse uno scherzo, che lei potesse prenderlo in giro, lo bloccava. Poi, però, capì che se avesse rifiutato non avrebbe mai potuto saperlo.
Così accettò. Si diedero appuntamento al McDonald’s alle 20:30 di quel sabato, e si scambiarono delle foto per riconoscersi.

"Ciao… tu sei "young for…"?" chiese timidamente Gianni, avvicinandosi alla ragazza.
"Tu sei Gianni, vero? Un nick molto fantasioso", fu la sua risposta.
"Centrato in pieno, e tu come…".
"Maria, questo è il mio nome!".
"Allora piacere di conoscerti, Maria…".
"Il piacere è mio!".
Cominciarono a parlare delle cose più assurde… e se per e-mail i pensieri e le frasi andavano via spigliate come non mai, dal vivo si stavano comportando come due imbecilli… sembrava di assistere ad uno di quegli assurdi discorsi da sala d’attesa, o da coda alle Poste. Ci mancava solo che attaccassero a parlare del tempo.
Si fermarono a mangiare in quello stesso fast food. Poi, dato che il centro commerciale chiudeva alle 22:00, decisero di farci un giro, ed intanto parlavano, parlavano… Gianni si sentiva rinfrancato dalla compagnia di quella ragazzina molto più giovane di lui, e questo gli permise di aprirsi completamente a lei. Il ghiaccio era ormai rotto, e i due si raccontarono le rispettive vite e relative aspettative e delusioni.
"Gianni, potresti accompagnarmi alla fermata del pullman? Ho paura ad andare da sola…".
"Senti, se vuoi io ti accompagnerei anche fino a casa, ma poi tu cosa penseresti?"
"Che vuoi sedurmi?" gli rispose Maria, ridendo. "In ogni caso accetto la tua offerta, sei davvero gentile!"

Giunsero sotto casa della ragazza, e Gianni era in evidente imbarazzo; voleva rivederla, ma non sapeva cosa fare… e soprattutto come dirglielo.
"Adesso, come da copione, dovrei dirti se vuoi salire a bere qualcosa?" fu lei a rompere quell’imbarazzante silenzio.
"Sembro proprio ridicolo, vero? E secondo il copione, dovrei rispondere di sì?!".
Salirono a casa di lei; era un loft non molto grande, ma spazioso. Maria fece accomodare il suo ospite sul divano, mentre preparava da bere.
"Adesso dovresti dire: Aspettami, vado di là a mettermi qualcosa di più comodo, torno subito…" la provocò Gianni.
"Hai ragione, vado e torno…!" gli rispose lei.
Andò via in un’altra stanza e ritornò dopo due minuti… in tutina da ginnastica! Gianni rise con tutta la forza che aveva, e poi anche Maria, e quelle risate riempirono la stanza.
"Sai, mi sono divertito tanto, mi hai fatto dimenticare 20 anni di tristezze…" fu Gianni il primo a parlare.
"Anch’io sono stata bene… è stato tutto così assurdo che mi ha fatto tornare il sorriso. E di questo devo ringraziare te…".
Gianni finalmente trovò il coraggio di osservare bene quella ragazza. Era splendida, sembrava una dea, gli pareva la Venere del Botticelli. Quegli occhi poi lo facevano impazzire, erano magnetici.
Poi, all’improvviso, il visino di lei assunse un aspetto leggermente imbronciato.
"Qualcosa non va?".
"No, nulla. Ho solo l’impressione di non piacerti…".
"Ma stai scherzando? Sono solo imbarazzato perché… ecco… tu mi sembri troppo bella, troppo perfetta… e io ho paura di deluderti, di non essere quello che tu ti aspetti da me… e poi…" si interruppe, chinò il capo, la voce quasi si rifiutava di uscire dalla gola.
"Ti prego, continua…" lo incitò la ragazza.
"…E poi ho paura di innamorarmi di te… e anche in questo caso, non so cosa potrei offrirti! Non ho praticamente più nulla, come ti ho raccontato…".
Maria si allontanò da lui, aprì un cassetto e prese una banconota da 20 euro.
"Se è solo questo il problema…" gli disse "…allora prendi queste!"
Gianni sì sentì punto nell’orgoglio. Lui, un «maschio», pagato da una donna? Come avrebbe potuto mai permetterlo…? E poi… 20 euro? Un vero affronto!
Afferrò la ragazza e la strinse a sé, come in preda alla pazzia. Strinse le sue mani sulle natiche di lei, appoggiò le labbra su quelle di Maria e si produsse in un bacio focoso.

Il dado era ormai tratto, ora non poteva più fermarsi. Le sue mani si infilarono all’interno della tuta, sentendo il contatto della pelle nuda. La ragazza non portava biancheria intima! Questo lo accese ancora di più.
Sollevò in braccio la ragazza e la portò sul divano, e lì, in preda all’eccitazione, iniziò a baciarla ovunque. Infilò la lingua nell’ombelico e la fece roteare tutto intorno, poi scese leggermente più in basso e ritornò all’ombelico… ogni volta scendeva un po’ di più, finché non decise di affondare il colpo.
Sfilò la tuta e ripartì dai piedini di lei… li baciò, li accarezzò, poi le percorse le gambe, sempre e solo usando le labbra e la lingua. Ci vollero dieci minuti prima che si decidesse ad arrivare alla passerina, dieci minuti nei quali Maria sospirava per l’attesa e per il piacere.
La sua lingua percorreva la fichetta di Maria in su e giù. Aveva un buon sapore, un sapore che Gianni non ricordava quasi più. Ruotò attorno al clito, poi ridiscese… entrava in profondità ed usciva. Tutto molto lentamente, era quasi esasperante.
Solo quando sentì lei che vibrava tutta accelerò il ritmo… le succhiò il clito con vigore inaspettato, e tanto bastò perché Maria esplodesse in un orgasmo tremendo.
"SIIIIIIII… OHHHHHH, MIOOOOOODDDIOOOOO…".
Gli umori di lei sembravano non finire mai, e Gianni ne fu particolarmente soddisfatto.

Adesso erano completamente nudi, e Gianni non potè fare a meno di ammirare il corpo di Maria; lei era bellissima, e non solo per la sua giovane età; era così sensuale, così dolce, così femminile…
Con un piede lei lo sospinse, mandandolo letteralmente al tappeto, quindi si pose sopra di lui… con le gambe scavalcò le spalle di Gianni, offrendogli la panoramica del suo sesso e del suo culetto armonioso mentre lei si strusciava contro il suo petto e le sue mani gli accarezzavano le gambe.
Gianni era in paradiso. Quelle natiche, giovani e sode, che si aprivano davanti ai suoi occhi lo facevano impazzire. Affondò la sua faccia in quel «bendiddìo» e continuò l’opera con la lingua. Maliziosamente la introdusse nel culetto, avanti e indietro, poi tutto intorno, poi dentro… sentì le labbra di lei che gli baciavano il glande, poi la sentì calarsi giù con la bocca fino ai testicoli… la sentì inghiottire la sua virilità, la sua lingua che gli frullava il glande. Sentì i denti di lei rigargli dolcemente la cappella, l’asta… morsettini delicati e piacevoli che lo spinsero ad impegnarsi ancora di più.
Tirò i fianchi di Maria a sé, la sua fichetta ora gli premeva sulla bocca, togliendogli il respiro. Riprese a succhiare il clito come se non ci fosse un domani, e le introdusse prima un dito, poi due, nel culetto. Maria sembrò gradire quel trattamento, almeno a giudicare da come si impegnava a contraccambiare.
Raggiunsero insieme un nuovo orgasmo; Gianni scaricò tutta la sua calda crema riempiendole la bocca, cosi come lei, con i suoi umori, stava facendo con lui.

Le loro labbra si cercarono, si baciarono… sapori di sesso e saliva che si mescolavano insieme. Lui e lei, uniti in tutto e per tutto. Un bacio appassionato, umido e selvaggio, che fece impennare nuovamente le azioni di Gianni.
Maria tentò di rimandarlo a terra, ma stavolta Gianni fu più lesto, più abile, e riuscì a portarla nella posizione che lui preferiva: lei in ginocchio e lui dietro. Appoggiò il suo membro alla fichetta di lei, e lentamente le affondò dentro. Maria stava provando sensazioni di dolcezza che non conosceva, che mai aveva provato prima. Voleva sentirlo tutto, fino in fondo, voleva che fosse suo. Incitava Gianni con parole che mai aveva pensato di poter dire.
Gianni si muoveva lento dentro di lei, per farla gridare ancora di più… gli piacque sentirsi incitato in quel modo, e pensò che anche a Maria potesse piacere.
"Ti piace, eh, puttanella? Vuoi che ti sfondi, vero?".
"Sììì, porco, scopami tutta… lo voglio sentire tutto, anche le palle…".
"Sei la mia troia, solo mia! Voglio scoparti selvaggiamente… anzi, voglio sentirti mentre mi implori di romperti il culetto…".
Spaccami il culo, Gianni. Sei un dannato porco…! Mettimelo nel culo, che mi piace!".
"Quanto ti piace, eh? Quanto ti piace, troietta??".
"Aaaahh… tanto, tanto… sì, sono la tua troietta, la tua puttanella, ma ora fammi il culo, ti prego, infila il tuo bel cazzone nel mio buchetto…".
Gianni, con mossa rapida, appoggiò la cappella al buchetto e spinse con vigore. La sua verga era ben lubrificata dagli umori della passerina, e questi, uniti al suo lavoro di lingua, fecero sì che Maria non sentisse praticamente alcun dolore.
Il ritmo di Gianni prese ad aumentare, il suo respiro si faceva via via più affannoso. Anche Maria respirava a fatica.
"Siiii… dai, spingi, porco, non ti fermare… più forte, più forte… oooohhh… ooooooohhh… spingi, sì, ancora, sì, sì… SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII…".
"Vengo…ooo…oooaaaaaaaaarrrggghhhhhhhhh…".
Distrutti, si abbandonarono sul tappeto, abbracciati come due teneri amanti.

Si risvegliarono solo quando il sole penetrò nella stanza la mattina dopo, invadendola con la sua luce.
"Maria, è stato bellissimo… non avevo mai provato sensazioni così intense…".
"Sssshh… no, Gianni, non parlare…" rispose lei portandosi l’indice alle labbra. "Non dire nulla, ti prego…".
Gianni le diede un bacio leggero sulla bocca.
"Andiamo a farci la doccia, dai…" disse Maria.
"Andiamo…" replicò lui, alzandosi e sollevandola fra le sue braccia.
Si lavarono, si vestirono, fecero colazione insieme, si salutarono.
"Ci rivedremo?" le chiese lui.
"Chi lo sa, Gianni, tutto può essere… nella vita non si è mai sicuri di niente…".
Gianni, a quel punto, si accorse di avere ancora in tasca i 20 euro che la ragazza gli aveva dato la sera prima.
"Ah… a proposito, questi sono tuoi…" le disse, porgendole la banconota.
"Tienili, ti prego…" protestò lei, respingendo la mano tesa dell'uomo.
"Ma dai… non sono mica uno di quelli!!! Non mi faccio pagare… ma scherzi?!".
"Tienili come mio ricordo, allora…".
"Va bene… se è questo che vuoi…", Gianni abbozzò.



Era passata più di una settimana da quell’incontro, e Gianni continuava a pensare a Maria, non riusciva a dimenticarla. Il suo nickname non gli era più comparso nella chatlist, e alla sua ultima e-mail non aveva ricevuto più alcuna risposta. Aveva anche pensato per un attimo di passare sotto casa della ragazza, appostarsi lì e aspettare che uscisse o rientrasse per rivederla, ma accantonò quasi subito quell'idea, per evitare di passare per un maniaco.
Quella sera, rientrando a casa dopo il lavoro, trovò nella buca delle lettere una strana busta… era un plico, e anche di un certo spessore. «Sarà un libro…» pensò aprendolo, «…avrò vinto il solito concorso del…», guardò all'interno del plico e «…cazzo!», l’esclamazione gli partì spontanea.
Un mazzo di foto. Non artistiche, non di eccelsa qualità, ma dal soggetto inequivocabile. Era il suo incontro con Maria.
Entrò in casa e depositò quella busta di foto sulla sua scrivania, quasi lanciandola con rabbia. Era frastornato… ma che accidenti stava succedendo?!

I suoi pensieri furono interrotti, non molto tempo dopo, dallo squillo del telefono sulla sua scrivania. Un numero non in rubrica.
"Pronto?" rispose.
"Ciao… immagino che avrai già trovato il plico nella cassetta della posta…".
Riconobbe la voce: era quella, inconfondibile per lui, di Maria.
"Sei… sei stata tu? Ma… che cazzo…?!?" Gianni rispose, in preda al panico. "Ma chi sei? Che cosa vuoi da me? Vuoi ricattarmi? Te l'ho detto, non ho più nulla!".
"Calmati, per favore. Vuoi la verità?".
"Se voglio la verità? Certo che la voglio… e sarà meglio per te che sia convincente!".
"Prometti di non interrompermi?".
"Va bene!".
"Sono stata assoldata dall'avvocato di tua moglie… mi ha offerto 5.000 euro per avere delle foto che gli permettessero di addebitare a te il divorzio…".
Gianni sbiancò in volto.
"Mia… mia moglie?!? Ma che bastarda…! E quindi tu sei sua compl…".
"Ti avevo chiesto di non interrompermi, per favore! Io avevo accettato, ma poi…".
"Ma poi cosa?".
"…Poi ti ho conosciuto… sei stato così buono con me, così carino… così diverso da come i miei clienti mi trattano di solito. Non me la sono più sentita di farti questo! Così ho deciso di mandare quelle foto a te, anziché a lei. Ho perso 5.000 euro, ma spero di aver trovato te!".
"Aspetta un attimo… hai detto «clienti»? Maria… io non capisco… ma allora tu sei…".
"Sì, Gianni, sono una di quelle che mandano il numero di cellulare… sono una…".
"No! Non dirlo!" la interruppe lui. "Sei una donna, per me sei semplicemente una donna… anzi di più, per me sei un tesoro di donna. Non devi svalutarti così, non con me…".
"Che dolce che sei…!" Maria rispose, non tentando di mascherare un sorriso compiaciuto, poi continuò. "Senti, te lo posso chiedere un favore?".
"Come posso dirti di no, dopo quello che hai fatto…? Dai, chiedimi pure…".
"Ci sarebbe una mia amica che ha bisogno di compagnia… per una sera, diciamo…".
"Cioè, in pratica dovrei fare l'escort per la tua amica?!" lui disse, sorridendo, per alleviare la tensione.
"Esattamente!" gli rispose lei, sorridendo molto meno. "È quello che le ho detto che sei. Ho anche aggiunto che sei il migliore!".
"E… oh santo cielo… ma io non sono pratico di certe cose… cosa dovrei fare?".
"Semplicemente quello che hai fatto con me, tutto qui. Poi, se lei vorrà andare oltre, dipenderà solo da te. Che dici, allora, posso darle il tuo numero?".
"Ma non so… cosa… quanto…? Cioè, quando…?".
"Per il «quando» vi metterete d’accordo tra voi. Quanto? Io le ho detto che prendi 500 euro…".
"500 euro?? Ma… sono tanti… ma ti rendi conto…?".
"Tanti? Per come mi hai fatta stare bene, forse è persino poco…".
"Allora pensi che dovrei accettare?".
"Sì… però a me farai sempre 20 euro, vero?" lo stuzzicò lei.
Gianni pensò un attimo, poi, dopo una breve pausa, rispose.
"Non so… forse potrei anche farti uno sconto…".
Sentì delle risate dall’altra parte del telefono.

Per Gianni stava per iniziare una nuova vita…!
scritto il
2024-07-26
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