Lei è mia figlia
di
RomanDeVil
genere
incesti
L'entrata dell'edificio era un bel salone molto ampio, con mobili stile classico ma che non stonavano con il moderno della casa; c'era un caminetto acceso e della musica new age soffusa. Di certo, se questo Roberto era il proprietario, era uno che aveva grana.
Ci fece accomodare su un divano verde in alcantara e ci chiese se prendevamo qualcosa; io optai per un caffè, e Marilina prese un ginseng. Quando tornò si sedette su una poltrona di fronte a noi, e cominciò a parlare.
- Bene, Marilina, vedo che tuo padre è un uomo giovanile… sei fortunata!
Mia figlia sorrise prima di rispondergli.
- Guarda, oltre che giovanile è molto aperto; non si fa problemi di alcun genere…
Quindi lui si rivolse a me.
- Marilina le ha parlato del lavoro? Io sono un fotografo, lavoro principalmente per stilisti di fama; ho incontrato Marilina in discoteca, e sono rimasto affascinato da lei per la sua naturale bellezza…
Io cercavo di capire dove andava a parare con il discorso. Che Marilina fosse di una straordinaria bellezza naturale lo sapevo, ma volevo capirci di più.
- E… in che consiste il suo ruolo?
Marilina rispose prontamente, senza lasciar parlare Roberto.
- Poso per lui… -disse con voce preoccupata. L'avevo quasi intuito subito da come era partito il discorso, ma volevo sentirlo da loro.
- E che genere di pose… nudo o abiti? -chiesi.
Questa volta fu lui a rispondermi.
- Ultimamente stiamo lavorando per una nota ditta di indumenti intimi, poi più avanti anche vestiti di stilisti famosi.
Io la guardai, lei mi guardò un po' imbarazzata. Conoscevo quel genere di ambiente, e se non ti fai rispettare cominci con indossare abiti firmati e finisci per toglierteli davanti ad uno che ti vuole scopare se vuoi continuare a lavorare. No! Non era quello che volevo per mia figlia.
Lui mi mostrò delle sue foto grandi, dove c'era Marilina in varie pose con vari indumenti sexy… una foto la ritraeva con un perizoma bianco e un reggiseno a balconcino aperto davanti, in un'altra aveva un body nero scollato davanti fino quasi al pube, poi in un'altra ancora c'era lei con solo un reggicalze nero e calze anch'esse nere con la riga in mezzo, però era girata di spalle… poi arrivò quella che per me fu la goccia che fa traboccare il vaso, e che scatenò in me un'erezione spaventosa: lei aveva adosso un reggiseno mini di quelli che coprono appena i capezzoli, nero trasparente, un perizoma nero attillatissimo e sgambatissimo, e degli stivali neri che arrivavano fino al ginocchio, con zeppa alta ed almeno 15 centimetri di tacco… quella mise mi faceva morire dalla voglia, e mi eccitai, anche se ad indossarla era mia figlia.
- Ti piacciono? Sono un po' osè, ma non c'è niente di male… no? -Marilina mi disse.
- Beh… non farle vedere a tua madre, o magari falle vedere quelle più tranquille… comunque sei stupenda, amore…
Forse fu quella parola, «amore», che non entrava tanto nel discorso; lei forse si sarebbe aspettata una mia reazione più brusca, ma approfittò di quella mia buona predisposizione per dirmi il resto.
Intanto che lei mi parlava, Roberto ci disse di aspettarlo lì e si allontanò.
- Sai, papà, c'è anche altro… vedi, non so come dirtelo… ci sono anche altre foto, ma tu promettimi che non te la prendi…
Io guardai preoccupato mia figlia.
- Marilina, mi dici che sta succedendo? Che hai combinato?
Lei mi strinse le mani e sospirò forte.
- Vedi papà, io non sono proprio quella che credi… insomma, sì, faccio sempre un gran casino, mi piace essere provocante… ma vedi, quelle foto erano provini, perché io poso per tutt'altro genere… insomma… oddio… io faccio la pornostar, ecco…!
In quel momento, se un dottore mi avesse detto che avevo solo tre giorni di vita, non me ne sarebbe fregato un cazzo… Marilina un'attrice porno… la mia bambina mi stava dicendo che faceva la pornodiva… MA CHE CAZZO HO FATTO DI MALE IO AL MONDO?
Mi ci vollero circa 5 minuti per riprendermi; la guardavo fisso negli occhi, lei era una ragazza cosi semplice, non ce la vedevo a ciucciare cazzi o prenderlo in figa… lei per me era quella bambina che correva per casa ridendo, che ne combinava di tutti i colori, che faceva i dispetti e le linguacce… come poteva fare una cosa del genere…? Sì, d'accordo… ribelle, provocante, sexy… ma cazzo, proprio una pornostar?!…
Lei mi chiese se ero arrabbiato, ed io, stranamente, non lo ero… forse ero ancora sotto shock per la rivelazione di mia figlia. Roberto ritornò con dei DVD in mano; intuii subito di cosa poteva trattarsi… non sapevo se prendermela con lui o spararmi. Lei mi chiese di nuovo se ero arrabbiato.
- Arrabbiato? Chi… io? Macché… anzi, ne sono orgoglioso… ho sempre desiderato che mia figlia emulasse Moana Pozzi… ma cazzo, Marilina, lo sai che cazzo stai facendo? Dì… lo sai o no? E tua madre, quando lo verrà a sapere…? A quella minimo le piglia un colpo… figurati, già la sento che urla: "È colpa tua non sei stato un padre di polso…". Dimmi tu adesso, cosa pensi che dovrei fare?
- Papà, ho vent'anni, so quello che faccio…
Mi alzai in piedi di scatto, furioso.
- No! Non lo sai quello che stai facendo, cazzo se non lo sai… ma ti rendi conto?? Pensa a cosa diranno i parenti, gli amici che ti conoscono…
- Ma mi hai sempre detto che bisogna fregarsene di quello che pensano gli altri! E poi a me piace, lo sento mio come lavoro e come… piacere.
Io la guardavo ormai disarmato, anche perché, uno che scopre che sua figlia fa film porno, il minimo è che gli crolli il mondo addosso, come a me.
Roberto prese la parola.
- Massimo, mi scusi… ma voglio assicurarle che sua figlia non è stata costretta in alcun modo, lo ha voluto lei, di sua iniziativa… comunque guardi che è un lavoro come un altro, a sua figlia piace, e oltre l'impegno ci mette molta naturalezza…
- In che senso «ci mette naturalezza»?… Scusi, vuol farmi credere che Marilina lo fa come se per lei fosse la cosa più normale del mondo? -chiesi con stupore.
- Sì, per Marilina è una cosa assolutamente normale! E se vuole e se la sente, posso farle vedere sua figlia all'opera…
Non sapevo più cosa dire o cosa fare; la guardai e vedevo una ragazza con molte speranze, come se mi dicesse: «Guardami papà, guardami mentre faccio godere il prossimo». Mi sedetti di nuovo sul divano, e Roberto capì: mise il DVD nel lettore e poi si sedette affianco a Marilina, cosicché lei si venne a trovare in mezzo tra me e lui.
Il film incominciò: c'era Marilina che entrava in una stanza dove c'erano due uomini nudi con il cazzo in tiro, lei indossava guarda caso il mini reggiseno nero e il tanga nero con gli stivaloni neri. Lei era lì, in piedi davanti al letto dove c'erano i due maschi eccitati; salì sul letto e afferrò in mano quei due cazzi… si sentivano le loro parole: «Ti piacciono eh, porcona? Lo sai che hai una bellissima figa?». Io non sapevo più che fare, stavo guardando mia figlia che stava per fare sesso con due maschi, e per giunta contemporaneamente! Lei cominciò a menarli, e intanto li incitava a darsi da fare con lei; allora la fecero distendere, e uno si piazzò sulla sua bocca con l'arnese, mentre l'altro le aprì le gambe e, scostandole leggermente il tanga, cominciò prima a massaggiarle la figa con le dita, poi la leccò… Marilina cominciava già a godere, ansimava… e io cominciavo a vedere mia figlia sotto un altro aspetto. I maschi alternavano le loro posizioni, a volte lei li prendeva tutti e due in bocca, poi lei invitò uno di loro a metterglielo dentro, e costui non se lo fece ripetere… le inquadrature erano eccellenti; si notava tutto di lei… non l'avevo mai vista così nuda; aveva una figa depilata, con delle labbra grandi e morbide, tra le quali si notava bene il clitoride… il cazzo dell'uomo, un calibro 25 penso, bello grosso, le entrò tutto dentro e lei si spalancò tutta, mentre continuava l'opera del pompino con l'altro.
Cominciavo ad eccitarmi; ogni tanto guardavo mia figlia e lei guardava me. La scena andò avanti cosi per un po': la pompavano in figa e in bocca, e lei era una furia, spingeva e ciucciava con foga… poi si levò il cazzo da dentro e si mise a pecora, e si fece chiavare a 90° da quello che stava ciucciando, mentre l'altro prese il suo posto nella bocca di Marilina; lei gemeva e ansimava come una vacca… e nonostante tutto non potei impedirmi di farmelo venire duro. Ormai quella nel video non era più mia figlia, era un'attrice porno. Non sapevo che cosa mi stava capitando, ma quello che vedevo mi piaceva; avrei voluto esserci io al loro posto… ma no, come cazzo potevo pensare una cosa simile?
Lei mi guardava contenta, forse sapeva leggermi il pensiero… continuai a seguire il video, ora quello che la chiavava si mise sotto di lei e lei vi si impalò, mentre l'altro le andò dietro e cominciò a lavorarle il buco del culo con le dita, insalivandola ogni tanto… e poi, all'improvviso, le mise la cappella sul buco e glielo spinse piano dentro il retto… lei cacciò un urlo animale… si ritrovò due cazzi dentro, uno in figa e l'altro in culo; cominciarono andare dentro e fuori e lei gridava dalla goduria. Io avevo il cazzo ormai di marmo; la pompavano bene, la troia, e lei da troia diceva loro di sfondarla, che le piaceva da morire.
Andarono avanti cosi, scambiandosi alternativamente i buchi… e lei, anche se aveva avuto almeno tre orgasmi, non dava segni di cedimento, anzi riuscì, con dei pompini favolosi, a farli tornare duri e poi si fece sbattere ancora, finché non ebbe un orgasmo più forte che la fece urlare in maniera disumana… poi prese i due cazzi e li ciucciò fino a ché non sborrarono, e lei bevette tutto.
Quella lì era mia figlia, e io ero eccitato come un maiale…!
Dopo circa mezz'ora il video finì, e lei mi chiese cosa ne pensavo.
- Cosa ne penso? Non lo so… Marilina, io non capisco più niente… se mi è piaciuto? Sì… mi sei piaciuta… anche se non dovrei dirtelo, essendo tuo padre.
Roberto intervenne.
- Vede, non c'è niente di male, a sua figlia piace, è brava davvero, farà successo…! Mi dica, le piacerebbe vederla in azione dal vivo?
Io la guardai; lei, dalla contentezza, si era stretta ad un mio braccio, e io non sapevo che dire (ma invece sapevo benissimo cosa stavo pensando: «Sì! La voglio vedere, 'sta porca!»).
- Mah… non saprei… tu ti vergogneresti a sapere che tuo padre è li che ti guarda mentre lo fai? -biascicai con un certo imbarazzo.
Lei saltò dalla gioia e mi guardò con entusiasmo.
- No, non mi farei problemi… anche perché ormai hai visto tutto, non vedo perché non dovresti essere presente quando giro una scena!
- Va bene allora… ma ad una condizione: tua madre non dovrà saperne niente; poi più avanti vedrò di trovare una soluzione.
Non credeva alle mie parole; mi saltò addosso e mi abbracciò stretto, baciandomi più volte la guancia; io sentii il calore delle sue tette sul mio petto… e lei, nel contempo, sentì il mio cazzo inturgidito che le premeva addosso attraverso i pantaloni; mi guardò stupita e divertita.
- Oh oh! Ti ho fatto effetto, sento…
Io ero sempre più imbarazzato.
- Sì! Mi hai fatto effetto… ma adesso vediamo di riportare le cose sul binario della normalità, eh?!
Ci alzammo e guardai Roberto.
- Senta, Roberto, lei è mia figlia… gia mi è difficile approvare quello che mi avete fatto vedere, ma lo vuole lei, e lo devo accettare! Una sola cosa le voglio chiedere… è lei che farà il manager per Marilina?
- Si, lei mi ha chiesto se posso essere io a curare i suoi interessi –rispose.
- Bene. Allora veda di non metterla in giri loschi, e faccia solamente ciò che è meglio per lei. E veda di farlo bene… altrimenti, se scopro che la fa drogare, prostituire o cose del genere, come spesso succede in questi ambienti, io la vengo a cercare, le strappo via le palle e le faccio mangiare al mio pitbull… è chiaro il discorso?
Marilina si mise a ridere; Roberto mi guardò meravigliato.
- Può stare tranquillo, per me Marilina è come una figlia; sono io il primo a risponderne se le succede qualcosa!
Ci stringemmo la mano come impegno; lei era felice, io non sapevo se esserlo per lei o vergognarmi per via di quello che avevo visto, ma allo stesso tempo la vedevo sotto un'altra luce, e mi eccitavo… ma cosa cazzo mi stava succedendo?
Lasciammo la villa per tornare a casa. Strada facendo lei si rivolse a me.
- Lo sai che hai avuto la reazione che mi aspettavo?
Mi girai verso il finestrino.
- Marilina… santo cielo, non farmi pentire di quello che ho visto e fatto oggi! Fossi stato un padre normale avrei dovuto prenderti a calci in culo, cacciarti di casa… e non so perché non l'ho fatto…
Lei mi guardò con uno dei suoi sorrisi disarmanti.
- Papà, lo so che per te è stata dura; ma vedi, io volevo che lo sapessi… non volevo che venissi a saperlo da altri… se anche mi avessi cacciato di casa, io ti avrei capito e non ti avrei portato rancore. Ma per me quello che hai fatto oggi vale molto; a me piace quello che faccio… e stai tranquillo con Roberto, so che lui farà i miei interessi, lo conosco bene.
- Lo hai fatto anche con lui? -le chiesi preoccupato.
- No, certo che no… lui è gay… -mi rispose tranquilla Marilina.
Finimmo lì il discorso, non parlammo più fino a casa; io ripensavo alle scene del video e mi odiavo, perché sentivo che ero eccitato ancora… non ero più un padre, ero una bestia, e dovevo trovare una soluzione a questo.
L'auto si fermò in garage; scendemmo, e lei mi trattenne prima di entrare in casa.
- Tutto okay, papà? Sicuro che non dirai niente alla mamma?
- Non le ho mai detto di quella volta dello spinello che ti trovai a fumare nel garage, o di quella volta che ti beccai a letto con il tuo amichetto, e avevi solo 16 anni… dài, entriamo, che ho fame!
- Grazie papà… -mi disse lei.
A cena, come ogni sera, si parlava di come era andata la giornata: Giada, l'altra mia figlia, mi disse che aveva passato un altro esame all'Università; Elena, mia moglie, mi parlava dei caro prezzi e dei disastri dell'euro… io, per parte mia, rivivevo nella mente le scene del film porno di mia figlia. Ad un tratto mia moglie richiamò la mia attenzione.
- Ooh! Ma ci sei o cosa, stasera? Le ragazze sono andate di sopra e non te ne sei accorto… che c'è, Massimo, hai qualcosa che ti preoccupa?
«No, nessun problema… è che, vedi, oggi ho visto un video porno con protagonista nostra figlia Marilina, si stava facendo due cazzi contemporaneamente, era veramente brava…» pensai tra me. Gliel'avessi detto, sicuramente mi avrebbe dato del pazzo, finché non avesse scoperto la verità; poi ci avrebbe ammazzati tutti e due.
- No amore, nessun problema, è solo il lavoro che mi stressa un po'.
- Ah, meno male… e dimmi, il lavoro di Marilina allora in cosa consiste?
- Fa l'indossatrice di abbigliamento intimo per una casa famosa, ben retribuito mi sembra… penso che con i soldi si pagherà gli studi.
Elena mi guardò con compassione.
- Per il lavoro di indossatrice non c'è problema, perché su quel genere di cose è brava e ha talento; ma che mi vieni ad illudere per via del fatto che voglia intraprendere gli studi vallo raccontare ad un'altra, perché proprio non ci credo.
- No… penso che stavolta lo farà, me lo ha promesso!
- Te lo ha promesso? Come tutte le altre promesse? Ma dai… quanto è che la conosci? Lei non vuole saperne di mettersi a studiare, magari lo facesse…
Guardai mia moglie e mi venne un'idea.
- No no. Vedrai che stavolta lo fa, sul serio!
E lei per tutta risposta mi scrutò con curiosità.
- E tu come fai ad esserne così sicuro? L'hai minacciata con una pistola o le hai promesso una Ferrari?
- Vedrai, questa volta ho ragione io…!
Mi alzai dalla sedia e me ne andai di sopra. Sulle scale incontrai Giada, che stava per uscire.
- Ehi dottoressa, esci? -le chiesi.
- Sì papà. Esco con Luca, andiamo in un pub nuovo fuori città.
- Eh… e questo Luca quando ce lo presenti?
- Penso di convincerlo a venire a cena da noi per Natale… ciao ciao! -mi diede un bacino sulla guancia e schizzò fuori dalla porta.
Già, mancava poco a Natale e non avevo pensato ai regali. Guardai Giada uscire, era anche lei una splendida creatura, un po' più alta della sorella, portava i capelli molto corti tipo maschietta, ma le sue curve, il suo corpo flessuoso, mostravano tutta la sua femminilità… rispetto a Marilina lei era più elegante, composta, ed anche se indossava abiti che mettevano in risalto le sue grazie, non era una che amava provocare, come sua sorella. Mi accorsi che stavo spiando anche Giada. Non bastava quello che avevo visto di Marilina nel pomeriggio… stavo diventando un padre perverso, mi detestavo e ne godevo allo stesso tempo.
Mi avvicinai al bagno, e mi accorsi, prima di entrare, che dietro di me c'era la porta della stanza di Marilina semiaperta; l'aprii leggermente e la vidi che si era appena fatta la doccia perché indossava l'asciugamano chiuso attorno al corpo, che la copriva dal seno fino alle ginocchia. Rimasi lì a spiarla: la vidi prendere un paio di slip rosa e un reggiseno abbinato, poi si slacciò l'asciugamano e lo fece cadere a terra rimanendo nuda come mamma l'aveva fatta… in quel momento sentii il mio membro pulsare, mi stavo eccitando come un ragazzino; lei si infilò gli slip, poi prese il reggiseno e lo indossò, ma non riusciva ad allacciarlo, allora si girò con la schiena di fronte allo specchio per tentare di vedere, alle sue spalle, il gancio del reggiseno. Io, da incosciente, entrai nella sua stanza; lei mi vide.
- Ah papà… per piacere, mi allacci il reggiseno?
Si girò con la schiena di fronte a me e io glielo allacciai; mentre lo facevo le guardai il sedere: era bellissimo, a mandolino, mostrava tutta la sua pienezza la carnagione bianca di lei risaltava bene con il rosa degli slip. Lei si girò e mi ringraziò con un bacio sulla guancia. La guardai dalla testa ai piedi: era bella come una dea, la stavo mangiando con gli occhi; notai i capezzoli attraverso il reggiseno, belli grossi, che tentavano di bucarlo; il seno, una terza abbondante, sodo con un bel solco tra le tette… più giù il ventre piatto e poi gli slip con quei ricami attraverso i quali, in trasparenza, si vedeva il pube rasato; e per finire le sue gambe sode e muscolose.
Lei notò il mio interesse per il suo corpo e non fecce niente per coprirsi… mi sorrise in modo alquanto malizioso.
- Papà, per caso mi hai spiata mentre mi vestivo?
- No… stavo andando in bagno e ho visto la porta aperta… -cercai di rimediare, ma lei aveva capito.
- Sai, è da quando hai visto il video che mi guardi in modo strano… sei arrabbiato con me? -mi chiese accarezzandomi un braccio e prendendomi la mano.
- No, non sono arrabbiato, Marilina… è che, vedi, non è facile per me sapere che fai quello che fai… comunque te l'ho già detto: lo accetto, e non dirò niente alla mamma, almeno fino a ché non lo scoprirà da sola.
Lei mi abbracciò così forte da sentire la mia erezione, che, sebbene nascosta dai bermuda, era molto vistosa. Si staccò un attimo da me, osservandomi stupita.
- Papà… ma… ti stai eccitando?
Io ero letteralmente imbarazzato, non sapevo cosa dire.
- Ahem… vedi, Marilina, ecco… è un po' di tempo che io e tua madre non lo facciamo, e vederti… così… beh, me ne vado che è meglio…!
Stavo per uscire, ma lei mi prese per un braccio, mi tirò indietro e chiuse la porta. Si avvicinò verso me, felina e sensuale; io indietreggiai, ma lei continuava ad avanzare guardandomi con occhi da gatta e un sorriso sornione.
- Marilina… guarda che potrebbe arrivare la mamma da un momento all'altro…
Ma lei non si fermava; lentamente mi confinò contro il suo armadio, e quando ormai ero bloccato lei mi si parò davanti incollandosi a me… ero spaventato ed allo stesso tempo eccitato come un mandrillo.
- Marilina… che intenzioni hai?
- Voglio vedere se sono io la causa di questo…
Così dicendo mi mise una mano sulla patta dei pantaloni, sentendo il mio cazzo duro in piena eccitazione. Io non feci una mossa per evitarla, anzi ne ero quasi contento, anche se non lo davo a vedere. Lei lo palpò.
- Cristo… ma quanto grosso è? -mi chiese lei con una voce più da bambina che da ventenne- Ma come fai ad averlo… cosi grosso? Me lo fai vedereee?
Facendo sempre più la bambina, mi prese una mano e la poggiò sul suo seno; intanto mi aprì la cerniera dei pantaloni e intrufolò una mano dentro, entrando nelle mie mutande. Mi guardò in faccia sbalordita.
- Ma… che razza di manico hai… papà?!!
Io ero perso, non capivo più niente, cominciai a palparle il seno, era bellissimo; le tirai fuori una tetta e la palpai di gusto… gliela mangiavo con la mano. Anche Marilina non restava indifferente al mio lavoro di mano, le piaceva… ma più di tutto era curiosissima di vedere il mio membro in tiro; lo tirò fuori dalla patta dei pantaloni, e quando lo vide ebbe un sussulto e si mise la mano davanti la bocca per lo stupore: il mio pene, in effetti, quando è in tiro è molto grosso.
Lei era estasiata, non credeva ai propri occhi… non immaginava di avere un padre così. Lo toccò leggermente con la mano e lui ebbe un guizzo, poi mi guardò con uno sguardo da troia e lo prese in mano tutto. L'effetto che ebbi nel sentire la mano di mia figlia scorrere lungo il mio cazzo era come avere tre orgasmi di fila… mi lasciai trasportare dal gioco incestuoso con lei, non badando al pericolo che correvamo se fosse entrata sua madre: la mia mano libera la misi in mezzo alle sue cosce, e la palpai tutta per sentire la sua figa morbida e carnosa; poi la spostai dentro le mutandine, e lei aprì un po' di più le gambe in modo che per me fosse più facile arrivare al suo pube. Cominciò a gemere, sia perché mi menava la trave in mezzo alle gambe, sia per il lavoro che le facevo sulla figa con la mano.
- Papà… è incredibile… è stupendo… ommioddìo, come mi piace che mi esplori la figa con le dita… hmmm… sìì… ti voglio sentire dentro…
Ormai mi stava facendo una sega divina con quella mano calda ed esperta… anch'io avevo una voglia bestiale di chiavarla, ma sapevo che era rischioso… a lei però non importava affatto: da vera porca qual'era si calò giù, piegando le ginocchia, arrivando con la bocca all'altezza della cappella; si mise ad ammirarla, sembrava un fungo… poi alzò lo sguardo verso di me.
- Ma la mamma come fa a non voler scopare con te…? Con un manico così dovrebbe volerlo fare ogni sera…
- Tua madre se lo è sempre goduto, il mio affare… ha fatto la stessa faccia anche lei la prima volta, e da quella volta non ci siamo più lasciati.
Marilina mi fece un sorriso, poi cominciò a leccarlo… io buttai la testa all'indietro, pensavo a cosa stavo facendo, ma me ne fregai: ormai volevo solo godermi il favoloso pompino che mia figlia mi stava facendo da gran maestra. Lo leccò, lo ciucciò, se lo fece arrivare in gola, lo lavorò con maestria come una vera pornostar… io resistetti poco, troppa era la libidine che mi sommergeva, e venni con un orgasmo talmente potente che a stento riuscii a soffocare un urlo. Le inondai la bocca col mio sperma, che poi le colò dalle labbra, ma lei golosamente lo leccò tutto. Si alzò e aprendo la bocca mi leccò le labbra; io ero ormai completamente perso, la presi e la baciai come fossimo due amanti, con le nostre lingue che si intrecciavano.
- Hai una sborra così gustosa, papà… e un cazzo da favola; presto sarò tutta tua, te lo prometto! -mi disse quando si staccò dalla mia bocca.
La baciai di nuovo.
- Marilina, siamo stati dei pazzi! Fare sesso tra padre e figlia è immorale, è peccato… ma sappi che ti desidero più di qualunque cosa al mondo…
Lei mi accarezzò e poi ci lasciammo; io corsi in bagno e mi chiusi dentro, finché non la sentii uscire di casa; poi andai giù in salotto dove Elena, distesa sul divano, mi aspettava in vestaglia.
- Era ora che uscissero… sai mi è venuta una certa voglia… che ne dici, eh?
Dicendo questo aprì la vestaglia, e sotto era nuda. La cosa cascava a fagiolo: con Marilina che mi aveva scaricato le palle, e con l'eccitazione che il pensiero di lei mi aveva provocato e che continuava a provocarmi, che ci crediate o no mi scopai mia moglie con foga per almeno un'ora. Dopo l'ultimo dei cinque orgasmi che ebbe, Elena mi guardò con meraviglia.
- Era da tempo che non mi scopavi cosi… cos'è, hai preso il Viagra?
- No… anzi, credo che non avrò mai bisogno di quella roba!
Il sabato mattina seguente mi svegliai alle 8:00. Elena, mia moglie, si stava preparando per uscire a fare la spesa e acquisti vari, visto che mancavano pochi giorni a Natale.
Non avevo voglia di alzarmi, mi girai disteso sulla schiena e rimasi lì immobile a contemplare il soffitto della stanza… mi ritornarono in mente tutti i particolari di qualche giorno prima: il video porno di mia figlia, che avevo visto nel pomeriggio, e poi lei, la sera in camera sua, che mi toccava, che mi cercava, ed io che non volevo, che cercavo di non farlo… no! Non era vero che non volevo, io la volevo eccome, la desideravo immensamente… la mia coscienza cercava di ostacolarmi, di fermarmi, ma il mio desiderio era troppo forte, e oltretutto lo voleva anche lei. Ormai non c'era più niente che potesse fermarmi: l'avrei posseduta, prima o poi.
Elena entrò nella stanza, era vestita per uscire; si guardò un attimo allo specchio e poi mi si avvicinò.
- Mai un sabato che vieni a fare la spesa con me, Massimo… perché non ti alzi, ti vesti e vieni con me?
Io la baciai sulla bocca.
- Se vengo con te, come minimo mi viene un'emicrania, con tutti i negozi che girate voi donne… e poi magari trovi le tue amiche e te ne stai lì a chiaccherare per un'altra mezz'ora… no, guarda, piuttosto resto a casa e ti faccio da mangiare.
Lei mi guardò di traverso, con aria interlocutoria.
- E… cosa prepara di buono lo chef, oggi?
- Lo chef oggi ti fa uno spaghettino allo scoglio e poi una bella grigliata di pesce, e poi per finire un'ottima torta alla frutta… contenta?
Lei, delusa perché sapeva che scherzavo, mi disse che si sarebbe accontentata della pastasciutta, poi aggiunse di non preoccuparmi perché aveva in programma di uscire con Giada, l'altra mia figlia. Io le chiesi subito dov'era Marilina, e lei mi disse che era ancora a letto.
Le sentii uscire con l'auto, sarebbero tornate come al solito verso mezzogiorno; mi alzai e andai in bagno, feci i miei bisogni e poi aprii la doccia e mi spogliai. Intanto che aspettavo che uscisse l'acqua calda mi guardai allo specchio, e, mettendomi in posa da culturista, pensai che a 47 anni il mio fisico era ancora notevole: 186 centimetri per circa 90 chili; piuttosto muscoloso, anche se non frequento più palestre da un bel po': le uniche attività fisiche che mi restano sono cinque chilometri in media di corsa tre volte alla settimana, e nuoto ogni quando capita… mi considero un uomo dall'aspetto normale, non sono un narcisista né uno che vuole fare il figo, è solo che mi piace sentirmi un Mister Muscolo. L'unica cosa di cui vado veramente fiero è che sono molto dotato sessualmente: mia moglie, la prima volta che glielo infilai, mi disse che si sentiva squartare, che non le finiva più di entrare… e da quella volta non mi ha più lasciato, avevamo poco più di 18 anni, e le (non moltissime) ragazze che prima mi avevano provato, da quel giorno erano in lutto.
Lasciai i vecchi ricordi lì sullo specchio ed entrai nella doccia calda, bollente, come piace a me.
Stavo lì rilassato a godermi quella pioggia calda che usciva dalla doccia, quando notai attraverso il vetro opaco la figura di Marilina. Era nuda, aprì lo sportello della doccia ed entrò, sorridendomi.
- Come ha dormito il mio paparone? -mi chiese mentre prese ad accarezzarmi.
- Io bene, e tu?
Lei prese il docciaschiuma e cominciò ad insaponarmi il petto.
- Anch'io ho dormito bene, e… vedo che anche lui ha riposato!
La sua mano scese dal petto lungo l'addome, fino a raggiungere il cazzo, che era andato subito in tiro appena lei era entrata nella doccia. Cominciò ad insaponarlo massaggiandolo, poi, sfruttando l'effetto del docciaschiuma, mi masturbò lentamente per qualche minuto, passando l'altra mano sotto la sacca dei testicoli.
- Ma lo sai che sei dotato come un toro, papà? Sicuramente mamma sarà molto gelosa della tua mazza… mmmm, non vedo l'ora di provarla…
Mi faceva impazzire, per me era una dea del sesso; le lavai la figa accuratamente facendole scivolare un dito dentro, che lei accolse molto volentieri.
Ormai non mi facevo più problemi: eravamo come due amanti… sì, amavo Marilina non più come una figlia, ma come una femmina.
- Non ti preoccupare, Marilina, da ieri non è più solo di tua madre ma è anche tuo…
Lei mi cacciò la lingua in bocca. Limonammo per un bel pezzo, poi si staccò dalla mia bocca.
- Dai… lo voglio adesso… subito! -mi disse con una voce piena di voglia.
Uscì dalla doccia, io chiusi il rubinetto, mi asciugai e poi, nudo, usciì dal bagno e andai in camera mia. La trovai lì distesa su un fianco sul letto matrimoniale, mi fece segno con il dito indice di avvicinarmi: io mi distesi sul fianco in modo che i nostri corpi si guardassero, l'accarezzai sul viso, lei mi prese la mano e la baciò, poi cominciò a leccarmi e succhiarmi le dita, mi accarezzò la testa. Con la mano scesi sul suo seno; le sue tette erano piene e sode, e i capezzoli duri come chiodi. Mentre le massaggiavo il seno lei cominciò ad ansimare, e con una mano andò a prendere quello che ormai riteneva di diritto anche suo: il mio cazzone duro e pulsante.
Marilina cominciò prima ad accarezzarlo, poi, lentamente iniziò un lento su e giù con la mano; io le presi un capezzolo in bocca e cominciai a succhiarlo, lei era tutto un gemere, cominciò ad accelerare il ritmo della sega. Le dissi di stendersi sulla schiena, e lei, intuendo cosa volevo fare, lo fece subito. Le andai sopra… ci baciammo come due innamorati, gustavo la sua lingua, la sua saliva; lei aprì le cosce e i nostri sessi entrarono in contatto per la prima volta; sembrava che anche loro si cercassero, ma io prima volli baciarla tutta: mi soffermai sulle tette e le leccai, ciucciai quei capezzoli duri e lei prese a gemere, a sospirare; scesi con la punta della lingua verso il ventre e a lei venne la pelle d'oca, mi mise le mani sulla testa e mi spinse più giù verso il suo paradiso.
Prima di assaggiarle la figa la contemplai come fosse un oggetto che desideravo da anni: era bellissima, rasata, metteva in risalto il suo clitoride e le labbra vaginali belle come piacciono a me. Emanava il profumo delle secrezioni vaginali, un richiamo forte per me, in lei c'era tutto il sesso del mondo; e allora mi gettai letteralmente con la lingua al centro della vagina. Mia figlia si inarcò con la schiena quasi volendo che la penetrassi con la lingua, premendo le mani sulla mia testa, Cominciò un lamento lungo, sospirando e incitandomi, io le leccavo il clitoride, a volte lo mordicchiavo, cosa che a lei faceva l'effetto della benzina sul fuoco. Marilina aprì le gambe sempre di più; ogni tanto alzavo la testa per guardarla e la vedevo che si mordeva le labbra… era bellissimo, era uno spettacolo inimmaginabile, ormai avevo il cazzo come un missile… non resistevo più, era arrivato il momento di metterglielo dentro.
Mi portai con il cazzo in linea con la sua figa e cominciai a stuzzicarla strofinando la punta sul suo clitoride; lei mi guardava ansimando sempre più e cominciò a incitarmi.
- Dai papà… dammelo, dài che lo voglio… su, che aspetti?
Partii piano piano, per farglielo assaporare un po' alla volta; avevo la cappella tesissima e gonfia, ma entrò con facilità dentro la sua vagina, grazie anche al lavoro di lingua che le avevo fatto e agli umori che ormai le uscivano copiosamente fuori. Lei restò senza fiato: sebbene ne avesse presi molti, penso che per lei fosse come prenderlo la prima volta. Sprofondavo lentamente dentro la sua figa, che era calda come lava incandescente; la guardavo che teneva la bocca aperta e gli occhi chiusi… non avevo ancora finito la mia corsa che lei venne con un orgasmo spaventoso! Emise un grido rauco, animale… la sentii fremere tutta, allora diedi il colpo di grazia e lo infilai tutto in un sol colpo. Spalancò gli occhi, per la sorpresa o per il piacere, o forse per entrambi.
Mi fermai un secondo; volevo farle riprendere fiato, anche perché rischiavo di venirle dentro; lei era come in trance, con la lingua fuori dalla bocca, io mi calai sulla sua bocca e le infilai la mia lingua in gola. Marilina si riprese subito, mi guardò e poi cominciò a premere il bacino verso di me.
- Sììì… papà… è fantastico, non l'ho mai preso così… ummmh… mmm… mi riempie tutta… dai, pompami piano, ti prego… pompami…
Iniziai lentamente a chiavarla, e lei gemeva; poi cominciò a dirmi frasi da vera troia.
- Dai papà… sì, cosììì… fai godere la tua bambina troia… ti piace che tua figlia sia così troia, eh?… Mmmh mmmmh… dai, scopami, stallone…!
Poi mi cinse le gambe dietro la schiena e iniziò a dimenare il bacino violentemente.
- SÌÌ… SBATTIMI… DAI, PORCO… AAAAAH… VENGO… AAAAARGH… SÌÌÌÌ…
Ebbe un altro orgasmo. Continuavo a pomparla, e mia figlia sbatteva la testa sul letto come un'invasata… la stavo facendo impazzire. Poi cominciammo a divertirci: mi mostrò cosa sapeva fare, si sfilò dal mio cazzo e scese giù per una veloce pulizia con la lingua, lecco tutti i suoi umori, si mise subito a pecora e mi invitò a scoparla così mentre lei teneva la gambe bene aperte… la infilzai di colpo e lei guaì, cominciai a spingere violentemente, e lei fece altrettanto; ormai abituata alle dimensioni del mio arnese, godeva come una vacca.
- SÌ… DAI, COSÌ… TROMBAMI… SPACCAMI… AAAAH SÌÌ… AAAAAH… DAI, DAAAIIII…
Mi eccitava da morire quel suo modo di incitarmi, il mio godimento era senza fine ormai, la cappella le colpiva la parete dell'utero più di una volta, facendola gridare dalla goduria e dal dolore… io ormai ero sul punto di venire, facevo sforzi enormi per trattenermi; ma lei era un vortice: vederla in quella posizione, e per di più sapere che era mia figlia, mi faceva bollire il sangue… lei sapeva scopare come una vera attrice porno, ma allo stesso tempo godeva davvero; era naturale per lei… era una macchina del sesso.
Le sfilai il cazzo dalla figa e cominciai a stuzzicarle il buco del culo con la cappella, e lei si voltò con la testa verso me.
- Ah porcellino… vuoi il mio buchino eh? Dai, leccalo bene perché ci sta anche lì…
Mi soffermai a leccarlo per diversi minuti, volevo assaporarlo e ogni tanto la penetravo con la lingua; poi,quando mi sembrò ben unto di saliva, posizionai il cazzo sul buco.
- Sei pronta, tesoro?
Lo spinsi lentamente, e lei rimase immobile, senza riuscire a respirare; entrai un po' alla volta, lei cominciò a sbattersi di qua e di là, e con una mano si apriva una chiappa… avevo raggiunto la metà della lunghezza del mio cazzo che lei urlò disperata; allora lo spinsi tutto dentro e lei restò senza fiato. Pensavo che stesse per svenire, quando invece la sentii gridare rauca.
- SÌÌÌ… SFONDAMI IL CULO… UUOOOOAAAAHH… MAMMA MIA, CHE BEL PALO…!
Marilina era un treno in corsa, io pompavo senza pietà e lei spingeva il culo contro di me… era incredibile, eravamo un padre e una figlia che scopavano come ricci… la pompai nel culo per molto tempo e lei non dava segni di cedimento.
Ad un certo punto lei si sfilò e poi si girò verso me, mi mise la lingua in bocca e poi mi disse che voleva salirmi sopra. Non me lo feci ripetere: mi distesi con la schiena sul letto; lei me lo ripulì con una salviettina inumidita che aveva lì a portata di mano, probabilmente era quanto le avevano raccomandato nell'ambiente del porno. Mentre me lo ripuliva lo ammirava estasiata, sembrava un suo trofeo. Si alzò in ginocchio, si portò sopra con la figa e poi si calò sul mio membro, che non aspettava altro.
Se lo infilò tutto in un colpo solo… e urlò forte tutto il suo godimento. Marilina cominciò a cavalcarmi piano, mentre io le stringevo le tette… non ce la facevo più, volevo sborrare e lei era ormai al quarto orgasmo; gridava, si mordeva le labbra, sbatteva la testa… era uno spettacolo bellissimo vederla dimenarsi così, felina e sinuosa, sopra di me. Si muoveva sul mio cazzo, ed io le dissi senza più fiato che ero al limite… lei non si fermò, anzi cominciò ad ondeggiare il bacino, aumentando la stimolazione della mia verga… non resistetti più: quando partì il primo fiotto di sborra lei urlò, e io altrettanto. La riempii, ero come un idrante, la inondai letteralmente, con il timore di averla messa incinta; Marilina continuava a cavalcarmi come un'indemoniata, non finiva più di godere… infine cacciò un altro urlo e poi si fermò li; era senza fiato, ansimava fortemente come se avesse fatto tre chilometri tutti di corsa, perdeva perfino bava dalla bocca… poi con la mano si portò indietro i capelli che le nascondevano il viso, si distese sopra di me ancora con il cazzo dentro e mi abbracciò.
Ci baciammo teneramente, come due fidanzatini dopo che hanno fatto l'amore.
- Ti adoro, Marilina… non mi importa se sei mia figlia, amo tutto di te!
- Anch'io papà… ma perché non l'abbiamo fatto prima? Io adesso non ti lascio più, anzi lo sai che ti dico? Voglio fare un film con te… vedrai, sarà bellissimo.
Mi venne da ridere pensando a noi due davanti alla telecamera che scopavamo, poi mi venne in mente che le ero venuto dentro… al momento la trovai una cosa normale, ma poi mi resi conto che era mia figlia, e che se l’avessi messa incinta sarebbero stati problemi belli grossi.
- Marilina… cazzo! Ti sono venuto dentro…
E lei, tranquilla, si mise una mano sulla figa e poi se la portò alla bocca, assaggiò e mi osservò.
- Ummmh… buono come l'altra volta…! Non ti preoccupare, paparino, prendo le mie precauzioni… sai, nel mio mestiere è meglio non correre certi rischi…
Dopo aver fatto la doccia ed esserci vestiti, lei mi disse che aveva una fame da lupi… te lo credo io, avevamo scopato per ben oltre un'ora… a quel punto mi ricordai della promessa che avevo fatto a mia moglie prima che uscisse: chiamai per telefono un ristorantino vicino casa che prepara del pesce fresco e ordinai degli spaghetti allo scoglio e una grigliata di pesce, "…e ci aggiunga anche una porzione di fritto misto; è per mia figlia, sa, ne va matta…".
Intanto Marilina mi guardava, e mi sorrise.
-Ti adoro, papà…
Ci fece accomodare su un divano verde in alcantara e ci chiese se prendevamo qualcosa; io optai per un caffè, e Marilina prese un ginseng. Quando tornò si sedette su una poltrona di fronte a noi, e cominciò a parlare.
- Bene, Marilina, vedo che tuo padre è un uomo giovanile… sei fortunata!
Mia figlia sorrise prima di rispondergli.
- Guarda, oltre che giovanile è molto aperto; non si fa problemi di alcun genere…
Quindi lui si rivolse a me.
- Marilina le ha parlato del lavoro? Io sono un fotografo, lavoro principalmente per stilisti di fama; ho incontrato Marilina in discoteca, e sono rimasto affascinato da lei per la sua naturale bellezza…
Io cercavo di capire dove andava a parare con il discorso. Che Marilina fosse di una straordinaria bellezza naturale lo sapevo, ma volevo capirci di più.
- E… in che consiste il suo ruolo?
Marilina rispose prontamente, senza lasciar parlare Roberto.
- Poso per lui… -disse con voce preoccupata. L'avevo quasi intuito subito da come era partito il discorso, ma volevo sentirlo da loro.
- E che genere di pose… nudo o abiti? -chiesi.
Questa volta fu lui a rispondermi.
- Ultimamente stiamo lavorando per una nota ditta di indumenti intimi, poi più avanti anche vestiti di stilisti famosi.
Io la guardai, lei mi guardò un po' imbarazzata. Conoscevo quel genere di ambiente, e se non ti fai rispettare cominci con indossare abiti firmati e finisci per toglierteli davanti ad uno che ti vuole scopare se vuoi continuare a lavorare. No! Non era quello che volevo per mia figlia.
Lui mi mostrò delle sue foto grandi, dove c'era Marilina in varie pose con vari indumenti sexy… una foto la ritraeva con un perizoma bianco e un reggiseno a balconcino aperto davanti, in un'altra aveva un body nero scollato davanti fino quasi al pube, poi in un'altra ancora c'era lei con solo un reggicalze nero e calze anch'esse nere con la riga in mezzo, però era girata di spalle… poi arrivò quella che per me fu la goccia che fa traboccare il vaso, e che scatenò in me un'erezione spaventosa: lei aveva adosso un reggiseno mini di quelli che coprono appena i capezzoli, nero trasparente, un perizoma nero attillatissimo e sgambatissimo, e degli stivali neri che arrivavano fino al ginocchio, con zeppa alta ed almeno 15 centimetri di tacco… quella mise mi faceva morire dalla voglia, e mi eccitai, anche se ad indossarla era mia figlia.
- Ti piacciono? Sono un po' osè, ma non c'è niente di male… no? -Marilina mi disse.
- Beh… non farle vedere a tua madre, o magari falle vedere quelle più tranquille… comunque sei stupenda, amore…
Forse fu quella parola, «amore», che non entrava tanto nel discorso; lei forse si sarebbe aspettata una mia reazione più brusca, ma approfittò di quella mia buona predisposizione per dirmi il resto.
Intanto che lei mi parlava, Roberto ci disse di aspettarlo lì e si allontanò.
- Sai, papà, c'è anche altro… vedi, non so come dirtelo… ci sono anche altre foto, ma tu promettimi che non te la prendi…
Io guardai preoccupato mia figlia.
- Marilina, mi dici che sta succedendo? Che hai combinato?
Lei mi strinse le mani e sospirò forte.
- Vedi papà, io non sono proprio quella che credi… insomma, sì, faccio sempre un gran casino, mi piace essere provocante… ma vedi, quelle foto erano provini, perché io poso per tutt'altro genere… insomma… oddio… io faccio la pornostar, ecco…!
In quel momento, se un dottore mi avesse detto che avevo solo tre giorni di vita, non me ne sarebbe fregato un cazzo… Marilina un'attrice porno… la mia bambina mi stava dicendo che faceva la pornodiva… MA CHE CAZZO HO FATTO DI MALE IO AL MONDO?
Mi ci vollero circa 5 minuti per riprendermi; la guardavo fisso negli occhi, lei era una ragazza cosi semplice, non ce la vedevo a ciucciare cazzi o prenderlo in figa… lei per me era quella bambina che correva per casa ridendo, che ne combinava di tutti i colori, che faceva i dispetti e le linguacce… come poteva fare una cosa del genere…? Sì, d'accordo… ribelle, provocante, sexy… ma cazzo, proprio una pornostar?!…
Lei mi chiese se ero arrabbiato, ed io, stranamente, non lo ero… forse ero ancora sotto shock per la rivelazione di mia figlia. Roberto ritornò con dei DVD in mano; intuii subito di cosa poteva trattarsi… non sapevo se prendermela con lui o spararmi. Lei mi chiese di nuovo se ero arrabbiato.
- Arrabbiato? Chi… io? Macché… anzi, ne sono orgoglioso… ho sempre desiderato che mia figlia emulasse Moana Pozzi… ma cazzo, Marilina, lo sai che cazzo stai facendo? Dì… lo sai o no? E tua madre, quando lo verrà a sapere…? A quella minimo le piglia un colpo… figurati, già la sento che urla: "È colpa tua non sei stato un padre di polso…". Dimmi tu adesso, cosa pensi che dovrei fare?
- Papà, ho vent'anni, so quello che faccio…
Mi alzai in piedi di scatto, furioso.
- No! Non lo sai quello che stai facendo, cazzo se non lo sai… ma ti rendi conto?? Pensa a cosa diranno i parenti, gli amici che ti conoscono…
- Ma mi hai sempre detto che bisogna fregarsene di quello che pensano gli altri! E poi a me piace, lo sento mio come lavoro e come… piacere.
Io la guardavo ormai disarmato, anche perché, uno che scopre che sua figlia fa film porno, il minimo è che gli crolli il mondo addosso, come a me.
Roberto prese la parola.
- Massimo, mi scusi… ma voglio assicurarle che sua figlia non è stata costretta in alcun modo, lo ha voluto lei, di sua iniziativa… comunque guardi che è un lavoro come un altro, a sua figlia piace, e oltre l'impegno ci mette molta naturalezza…
- In che senso «ci mette naturalezza»?… Scusi, vuol farmi credere che Marilina lo fa come se per lei fosse la cosa più normale del mondo? -chiesi con stupore.
- Sì, per Marilina è una cosa assolutamente normale! E se vuole e se la sente, posso farle vedere sua figlia all'opera…
Non sapevo più cosa dire o cosa fare; la guardai e vedevo una ragazza con molte speranze, come se mi dicesse: «Guardami papà, guardami mentre faccio godere il prossimo». Mi sedetti di nuovo sul divano, e Roberto capì: mise il DVD nel lettore e poi si sedette affianco a Marilina, cosicché lei si venne a trovare in mezzo tra me e lui.
Il film incominciò: c'era Marilina che entrava in una stanza dove c'erano due uomini nudi con il cazzo in tiro, lei indossava guarda caso il mini reggiseno nero e il tanga nero con gli stivaloni neri. Lei era lì, in piedi davanti al letto dove c'erano i due maschi eccitati; salì sul letto e afferrò in mano quei due cazzi… si sentivano le loro parole: «Ti piacciono eh, porcona? Lo sai che hai una bellissima figa?». Io non sapevo più che fare, stavo guardando mia figlia che stava per fare sesso con due maschi, e per giunta contemporaneamente! Lei cominciò a menarli, e intanto li incitava a darsi da fare con lei; allora la fecero distendere, e uno si piazzò sulla sua bocca con l'arnese, mentre l'altro le aprì le gambe e, scostandole leggermente il tanga, cominciò prima a massaggiarle la figa con le dita, poi la leccò… Marilina cominciava già a godere, ansimava… e io cominciavo a vedere mia figlia sotto un altro aspetto. I maschi alternavano le loro posizioni, a volte lei li prendeva tutti e due in bocca, poi lei invitò uno di loro a metterglielo dentro, e costui non se lo fece ripetere… le inquadrature erano eccellenti; si notava tutto di lei… non l'avevo mai vista così nuda; aveva una figa depilata, con delle labbra grandi e morbide, tra le quali si notava bene il clitoride… il cazzo dell'uomo, un calibro 25 penso, bello grosso, le entrò tutto dentro e lei si spalancò tutta, mentre continuava l'opera del pompino con l'altro.
Cominciavo ad eccitarmi; ogni tanto guardavo mia figlia e lei guardava me. La scena andò avanti cosi per un po': la pompavano in figa e in bocca, e lei era una furia, spingeva e ciucciava con foga… poi si levò il cazzo da dentro e si mise a pecora, e si fece chiavare a 90° da quello che stava ciucciando, mentre l'altro prese il suo posto nella bocca di Marilina; lei gemeva e ansimava come una vacca… e nonostante tutto non potei impedirmi di farmelo venire duro. Ormai quella nel video non era più mia figlia, era un'attrice porno. Non sapevo che cosa mi stava capitando, ma quello che vedevo mi piaceva; avrei voluto esserci io al loro posto… ma no, come cazzo potevo pensare una cosa simile?
Lei mi guardava contenta, forse sapeva leggermi il pensiero… continuai a seguire il video, ora quello che la chiavava si mise sotto di lei e lei vi si impalò, mentre l'altro le andò dietro e cominciò a lavorarle il buco del culo con le dita, insalivandola ogni tanto… e poi, all'improvviso, le mise la cappella sul buco e glielo spinse piano dentro il retto… lei cacciò un urlo animale… si ritrovò due cazzi dentro, uno in figa e l'altro in culo; cominciarono andare dentro e fuori e lei gridava dalla goduria. Io avevo il cazzo ormai di marmo; la pompavano bene, la troia, e lei da troia diceva loro di sfondarla, che le piaceva da morire.
Andarono avanti cosi, scambiandosi alternativamente i buchi… e lei, anche se aveva avuto almeno tre orgasmi, non dava segni di cedimento, anzi riuscì, con dei pompini favolosi, a farli tornare duri e poi si fece sbattere ancora, finché non ebbe un orgasmo più forte che la fece urlare in maniera disumana… poi prese i due cazzi e li ciucciò fino a ché non sborrarono, e lei bevette tutto.
Quella lì era mia figlia, e io ero eccitato come un maiale…!
Dopo circa mezz'ora il video finì, e lei mi chiese cosa ne pensavo.
- Cosa ne penso? Non lo so… Marilina, io non capisco più niente… se mi è piaciuto? Sì… mi sei piaciuta… anche se non dovrei dirtelo, essendo tuo padre.
Roberto intervenne.
- Vede, non c'è niente di male, a sua figlia piace, è brava davvero, farà successo…! Mi dica, le piacerebbe vederla in azione dal vivo?
Io la guardai; lei, dalla contentezza, si era stretta ad un mio braccio, e io non sapevo che dire (ma invece sapevo benissimo cosa stavo pensando: «Sì! La voglio vedere, 'sta porca!»).
- Mah… non saprei… tu ti vergogneresti a sapere che tuo padre è li che ti guarda mentre lo fai? -biascicai con un certo imbarazzo.
Lei saltò dalla gioia e mi guardò con entusiasmo.
- No, non mi farei problemi… anche perché ormai hai visto tutto, non vedo perché non dovresti essere presente quando giro una scena!
- Va bene allora… ma ad una condizione: tua madre non dovrà saperne niente; poi più avanti vedrò di trovare una soluzione.
Non credeva alle mie parole; mi saltò addosso e mi abbracciò stretto, baciandomi più volte la guancia; io sentii il calore delle sue tette sul mio petto… e lei, nel contempo, sentì il mio cazzo inturgidito che le premeva addosso attraverso i pantaloni; mi guardò stupita e divertita.
- Oh oh! Ti ho fatto effetto, sento…
Io ero sempre più imbarazzato.
- Sì! Mi hai fatto effetto… ma adesso vediamo di riportare le cose sul binario della normalità, eh?!
Ci alzammo e guardai Roberto.
- Senta, Roberto, lei è mia figlia… gia mi è difficile approvare quello che mi avete fatto vedere, ma lo vuole lei, e lo devo accettare! Una sola cosa le voglio chiedere… è lei che farà il manager per Marilina?
- Si, lei mi ha chiesto se posso essere io a curare i suoi interessi –rispose.
- Bene. Allora veda di non metterla in giri loschi, e faccia solamente ciò che è meglio per lei. E veda di farlo bene… altrimenti, se scopro che la fa drogare, prostituire o cose del genere, come spesso succede in questi ambienti, io la vengo a cercare, le strappo via le palle e le faccio mangiare al mio pitbull… è chiaro il discorso?
Marilina si mise a ridere; Roberto mi guardò meravigliato.
- Può stare tranquillo, per me Marilina è come una figlia; sono io il primo a risponderne se le succede qualcosa!
Ci stringemmo la mano come impegno; lei era felice, io non sapevo se esserlo per lei o vergognarmi per via di quello che avevo visto, ma allo stesso tempo la vedevo sotto un'altra luce, e mi eccitavo… ma cosa cazzo mi stava succedendo?
Lasciammo la villa per tornare a casa. Strada facendo lei si rivolse a me.
- Lo sai che hai avuto la reazione che mi aspettavo?
Mi girai verso il finestrino.
- Marilina… santo cielo, non farmi pentire di quello che ho visto e fatto oggi! Fossi stato un padre normale avrei dovuto prenderti a calci in culo, cacciarti di casa… e non so perché non l'ho fatto…
Lei mi guardò con uno dei suoi sorrisi disarmanti.
- Papà, lo so che per te è stata dura; ma vedi, io volevo che lo sapessi… non volevo che venissi a saperlo da altri… se anche mi avessi cacciato di casa, io ti avrei capito e non ti avrei portato rancore. Ma per me quello che hai fatto oggi vale molto; a me piace quello che faccio… e stai tranquillo con Roberto, so che lui farà i miei interessi, lo conosco bene.
- Lo hai fatto anche con lui? -le chiesi preoccupato.
- No, certo che no… lui è gay… -mi rispose tranquilla Marilina.
Finimmo lì il discorso, non parlammo più fino a casa; io ripensavo alle scene del video e mi odiavo, perché sentivo che ero eccitato ancora… non ero più un padre, ero una bestia, e dovevo trovare una soluzione a questo.
L'auto si fermò in garage; scendemmo, e lei mi trattenne prima di entrare in casa.
- Tutto okay, papà? Sicuro che non dirai niente alla mamma?
- Non le ho mai detto di quella volta dello spinello che ti trovai a fumare nel garage, o di quella volta che ti beccai a letto con il tuo amichetto, e avevi solo 16 anni… dài, entriamo, che ho fame!
- Grazie papà… -mi disse lei.
A cena, come ogni sera, si parlava di come era andata la giornata: Giada, l'altra mia figlia, mi disse che aveva passato un altro esame all'Università; Elena, mia moglie, mi parlava dei caro prezzi e dei disastri dell'euro… io, per parte mia, rivivevo nella mente le scene del film porno di mia figlia. Ad un tratto mia moglie richiamò la mia attenzione.
- Ooh! Ma ci sei o cosa, stasera? Le ragazze sono andate di sopra e non te ne sei accorto… che c'è, Massimo, hai qualcosa che ti preoccupa?
«No, nessun problema… è che, vedi, oggi ho visto un video porno con protagonista nostra figlia Marilina, si stava facendo due cazzi contemporaneamente, era veramente brava…» pensai tra me. Gliel'avessi detto, sicuramente mi avrebbe dato del pazzo, finché non avesse scoperto la verità; poi ci avrebbe ammazzati tutti e due.
- No amore, nessun problema, è solo il lavoro che mi stressa un po'.
- Ah, meno male… e dimmi, il lavoro di Marilina allora in cosa consiste?
- Fa l'indossatrice di abbigliamento intimo per una casa famosa, ben retribuito mi sembra… penso che con i soldi si pagherà gli studi.
Elena mi guardò con compassione.
- Per il lavoro di indossatrice non c'è problema, perché su quel genere di cose è brava e ha talento; ma che mi vieni ad illudere per via del fatto che voglia intraprendere gli studi vallo raccontare ad un'altra, perché proprio non ci credo.
- No… penso che stavolta lo farà, me lo ha promesso!
- Te lo ha promesso? Come tutte le altre promesse? Ma dai… quanto è che la conosci? Lei non vuole saperne di mettersi a studiare, magari lo facesse…
Guardai mia moglie e mi venne un'idea.
- No no. Vedrai che stavolta lo fa, sul serio!
E lei per tutta risposta mi scrutò con curiosità.
- E tu come fai ad esserne così sicuro? L'hai minacciata con una pistola o le hai promesso una Ferrari?
- Vedrai, questa volta ho ragione io…!
Mi alzai dalla sedia e me ne andai di sopra. Sulle scale incontrai Giada, che stava per uscire.
- Ehi dottoressa, esci? -le chiesi.
- Sì papà. Esco con Luca, andiamo in un pub nuovo fuori città.
- Eh… e questo Luca quando ce lo presenti?
- Penso di convincerlo a venire a cena da noi per Natale… ciao ciao! -mi diede un bacino sulla guancia e schizzò fuori dalla porta.
Già, mancava poco a Natale e non avevo pensato ai regali. Guardai Giada uscire, era anche lei una splendida creatura, un po' più alta della sorella, portava i capelli molto corti tipo maschietta, ma le sue curve, il suo corpo flessuoso, mostravano tutta la sua femminilità… rispetto a Marilina lei era più elegante, composta, ed anche se indossava abiti che mettevano in risalto le sue grazie, non era una che amava provocare, come sua sorella. Mi accorsi che stavo spiando anche Giada. Non bastava quello che avevo visto di Marilina nel pomeriggio… stavo diventando un padre perverso, mi detestavo e ne godevo allo stesso tempo.
Mi avvicinai al bagno, e mi accorsi, prima di entrare, che dietro di me c'era la porta della stanza di Marilina semiaperta; l'aprii leggermente e la vidi che si era appena fatta la doccia perché indossava l'asciugamano chiuso attorno al corpo, che la copriva dal seno fino alle ginocchia. Rimasi lì a spiarla: la vidi prendere un paio di slip rosa e un reggiseno abbinato, poi si slacciò l'asciugamano e lo fece cadere a terra rimanendo nuda come mamma l'aveva fatta… in quel momento sentii il mio membro pulsare, mi stavo eccitando come un ragazzino; lei si infilò gli slip, poi prese il reggiseno e lo indossò, ma non riusciva ad allacciarlo, allora si girò con la schiena di fronte allo specchio per tentare di vedere, alle sue spalle, il gancio del reggiseno. Io, da incosciente, entrai nella sua stanza; lei mi vide.
- Ah papà… per piacere, mi allacci il reggiseno?
Si girò con la schiena di fronte a me e io glielo allacciai; mentre lo facevo le guardai il sedere: era bellissimo, a mandolino, mostrava tutta la sua pienezza la carnagione bianca di lei risaltava bene con il rosa degli slip. Lei si girò e mi ringraziò con un bacio sulla guancia. La guardai dalla testa ai piedi: era bella come una dea, la stavo mangiando con gli occhi; notai i capezzoli attraverso il reggiseno, belli grossi, che tentavano di bucarlo; il seno, una terza abbondante, sodo con un bel solco tra le tette… più giù il ventre piatto e poi gli slip con quei ricami attraverso i quali, in trasparenza, si vedeva il pube rasato; e per finire le sue gambe sode e muscolose.
Lei notò il mio interesse per il suo corpo e non fecce niente per coprirsi… mi sorrise in modo alquanto malizioso.
- Papà, per caso mi hai spiata mentre mi vestivo?
- No… stavo andando in bagno e ho visto la porta aperta… -cercai di rimediare, ma lei aveva capito.
- Sai, è da quando hai visto il video che mi guardi in modo strano… sei arrabbiato con me? -mi chiese accarezzandomi un braccio e prendendomi la mano.
- No, non sono arrabbiato, Marilina… è che, vedi, non è facile per me sapere che fai quello che fai… comunque te l'ho già detto: lo accetto, e non dirò niente alla mamma, almeno fino a ché non lo scoprirà da sola.
Lei mi abbracciò così forte da sentire la mia erezione, che, sebbene nascosta dai bermuda, era molto vistosa. Si staccò un attimo da me, osservandomi stupita.
- Papà… ma… ti stai eccitando?
Io ero letteralmente imbarazzato, non sapevo cosa dire.
- Ahem… vedi, Marilina, ecco… è un po' di tempo che io e tua madre non lo facciamo, e vederti… così… beh, me ne vado che è meglio…!
Stavo per uscire, ma lei mi prese per un braccio, mi tirò indietro e chiuse la porta. Si avvicinò verso me, felina e sensuale; io indietreggiai, ma lei continuava ad avanzare guardandomi con occhi da gatta e un sorriso sornione.
- Marilina… guarda che potrebbe arrivare la mamma da un momento all'altro…
Ma lei non si fermava; lentamente mi confinò contro il suo armadio, e quando ormai ero bloccato lei mi si parò davanti incollandosi a me… ero spaventato ed allo stesso tempo eccitato come un mandrillo.
- Marilina… che intenzioni hai?
- Voglio vedere se sono io la causa di questo…
Così dicendo mi mise una mano sulla patta dei pantaloni, sentendo il mio cazzo duro in piena eccitazione. Io non feci una mossa per evitarla, anzi ne ero quasi contento, anche se non lo davo a vedere. Lei lo palpò.
- Cristo… ma quanto grosso è? -mi chiese lei con una voce più da bambina che da ventenne- Ma come fai ad averlo… cosi grosso? Me lo fai vedereee?
Facendo sempre più la bambina, mi prese una mano e la poggiò sul suo seno; intanto mi aprì la cerniera dei pantaloni e intrufolò una mano dentro, entrando nelle mie mutande. Mi guardò in faccia sbalordita.
- Ma… che razza di manico hai… papà?!!
Io ero perso, non capivo più niente, cominciai a palparle il seno, era bellissimo; le tirai fuori una tetta e la palpai di gusto… gliela mangiavo con la mano. Anche Marilina non restava indifferente al mio lavoro di mano, le piaceva… ma più di tutto era curiosissima di vedere il mio membro in tiro; lo tirò fuori dalla patta dei pantaloni, e quando lo vide ebbe un sussulto e si mise la mano davanti la bocca per lo stupore: il mio pene, in effetti, quando è in tiro è molto grosso.
Lei era estasiata, non credeva ai propri occhi… non immaginava di avere un padre così. Lo toccò leggermente con la mano e lui ebbe un guizzo, poi mi guardò con uno sguardo da troia e lo prese in mano tutto. L'effetto che ebbi nel sentire la mano di mia figlia scorrere lungo il mio cazzo era come avere tre orgasmi di fila… mi lasciai trasportare dal gioco incestuoso con lei, non badando al pericolo che correvamo se fosse entrata sua madre: la mia mano libera la misi in mezzo alle sue cosce, e la palpai tutta per sentire la sua figa morbida e carnosa; poi la spostai dentro le mutandine, e lei aprì un po' di più le gambe in modo che per me fosse più facile arrivare al suo pube. Cominciò a gemere, sia perché mi menava la trave in mezzo alle gambe, sia per il lavoro che le facevo sulla figa con la mano.
- Papà… è incredibile… è stupendo… ommioddìo, come mi piace che mi esplori la figa con le dita… hmmm… sìì… ti voglio sentire dentro…
Ormai mi stava facendo una sega divina con quella mano calda ed esperta… anch'io avevo una voglia bestiale di chiavarla, ma sapevo che era rischioso… a lei però non importava affatto: da vera porca qual'era si calò giù, piegando le ginocchia, arrivando con la bocca all'altezza della cappella; si mise ad ammirarla, sembrava un fungo… poi alzò lo sguardo verso di me.
- Ma la mamma come fa a non voler scopare con te…? Con un manico così dovrebbe volerlo fare ogni sera…
- Tua madre se lo è sempre goduto, il mio affare… ha fatto la stessa faccia anche lei la prima volta, e da quella volta non ci siamo più lasciati.
Marilina mi fece un sorriso, poi cominciò a leccarlo… io buttai la testa all'indietro, pensavo a cosa stavo facendo, ma me ne fregai: ormai volevo solo godermi il favoloso pompino che mia figlia mi stava facendo da gran maestra. Lo leccò, lo ciucciò, se lo fece arrivare in gola, lo lavorò con maestria come una vera pornostar… io resistetti poco, troppa era la libidine che mi sommergeva, e venni con un orgasmo talmente potente che a stento riuscii a soffocare un urlo. Le inondai la bocca col mio sperma, che poi le colò dalle labbra, ma lei golosamente lo leccò tutto. Si alzò e aprendo la bocca mi leccò le labbra; io ero ormai completamente perso, la presi e la baciai come fossimo due amanti, con le nostre lingue che si intrecciavano.
- Hai una sborra così gustosa, papà… e un cazzo da favola; presto sarò tutta tua, te lo prometto! -mi disse quando si staccò dalla mia bocca.
La baciai di nuovo.
- Marilina, siamo stati dei pazzi! Fare sesso tra padre e figlia è immorale, è peccato… ma sappi che ti desidero più di qualunque cosa al mondo…
Lei mi accarezzò e poi ci lasciammo; io corsi in bagno e mi chiusi dentro, finché non la sentii uscire di casa; poi andai giù in salotto dove Elena, distesa sul divano, mi aspettava in vestaglia.
- Era ora che uscissero… sai mi è venuta una certa voglia… che ne dici, eh?
Dicendo questo aprì la vestaglia, e sotto era nuda. La cosa cascava a fagiolo: con Marilina che mi aveva scaricato le palle, e con l'eccitazione che il pensiero di lei mi aveva provocato e che continuava a provocarmi, che ci crediate o no mi scopai mia moglie con foga per almeno un'ora. Dopo l'ultimo dei cinque orgasmi che ebbe, Elena mi guardò con meraviglia.
- Era da tempo che non mi scopavi cosi… cos'è, hai preso il Viagra?
- No… anzi, credo che non avrò mai bisogno di quella roba!
Il sabato mattina seguente mi svegliai alle 8:00. Elena, mia moglie, si stava preparando per uscire a fare la spesa e acquisti vari, visto che mancavano pochi giorni a Natale.
Non avevo voglia di alzarmi, mi girai disteso sulla schiena e rimasi lì immobile a contemplare il soffitto della stanza… mi ritornarono in mente tutti i particolari di qualche giorno prima: il video porno di mia figlia, che avevo visto nel pomeriggio, e poi lei, la sera in camera sua, che mi toccava, che mi cercava, ed io che non volevo, che cercavo di non farlo… no! Non era vero che non volevo, io la volevo eccome, la desideravo immensamente… la mia coscienza cercava di ostacolarmi, di fermarmi, ma il mio desiderio era troppo forte, e oltretutto lo voleva anche lei. Ormai non c'era più niente che potesse fermarmi: l'avrei posseduta, prima o poi.
Elena entrò nella stanza, era vestita per uscire; si guardò un attimo allo specchio e poi mi si avvicinò.
- Mai un sabato che vieni a fare la spesa con me, Massimo… perché non ti alzi, ti vesti e vieni con me?
Io la baciai sulla bocca.
- Se vengo con te, come minimo mi viene un'emicrania, con tutti i negozi che girate voi donne… e poi magari trovi le tue amiche e te ne stai lì a chiaccherare per un'altra mezz'ora… no, guarda, piuttosto resto a casa e ti faccio da mangiare.
Lei mi guardò di traverso, con aria interlocutoria.
- E… cosa prepara di buono lo chef, oggi?
- Lo chef oggi ti fa uno spaghettino allo scoglio e poi una bella grigliata di pesce, e poi per finire un'ottima torta alla frutta… contenta?
Lei, delusa perché sapeva che scherzavo, mi disse che si sarebbe accontentata della pastasciutta, poi aggiunse di non preoccuparmi perché aveva in programma di uscire con Giada, l'altra mia figlia. Io le chiesi subito dov'era Marilina, e lei mi disse che era ancora a letto.
Le sentii uscire con l'auto, sarebbero tornate come al solito verso mezzogiorno; mi alzai e andai in bagno, feci i miei bisogni e poi aprii la doccia e mi spogliai. Intanto che aspettavo che uscisse l'acqua calda mi guardai allo specchio, e, mettendomi in posa da culturista, pensai che a 47 anni il mio fisico era ancora notevole: 186 centimetri per circa 90 chili; piuttosto muscoloso, anche se non frequento più palestre da un bel po': le uniche attività fisiche che mi restano sono cinque chilometri in media di corsa tre volte alla settimana, e nuoto ogni quando capita… mi considero un uomo dall'aspetto normale, non sono un narcisista né uno che vuole fare il figo, è solo che mi piace sentirmi un Mister Muscolo. L'unica cosa di cui vado veramente fiero è che sono molto dotato sessualmente: mia moglie, la prima volta che glielo infilai, mi disse che si sentiva squartare, che non le finiva più di entrare… e da quella volta non mi ha più lasciato, avevamo poco più di 18 anni, e le (non moltissime) ragazze che prima mi avevano provato, da quel giorno erano in lutto.
Lasciai i vecchi ricordi lì sullo specchio ed entrai nella doccia calda, bollente, come piace a me.
Stavo lì rilassato a godermi quella pioggia calda che usciva dalla doccia, quando notai attraverso il vetro opaco la figura di Marilina. Era nuda, aprì lo sportello della doccia ed entrò, sorridendomi.
- Come ha dormito il mio paparone? -mi chiese mentre prese ad accarezzarmi.
- Io bene, e tu?
Lei prese il docciaschiuma e cominciò ad insaponarmi il petto.
- Anch'io ho dormito bene, e… vedo che anche lui ha riposato!
La sua mano scese dal petto lungo l'addome, fino a raggiungere il cazzo, che era andato subito in tiro appena lei era entrata nella doccia. Cominciò ad insaponarlo massaggiandolo, poi, sfruttando l'effetto del docciaschiuma, mi masturbò lentamente per qualche minuto, passando l'altra mano sotto la sacca dei testicoli.
- Ma lo sai che sei dotato come un toro, papà? Sicuramente mamma sarà molto gelosa della tua mazza… mmmm, non vedo l'ora di provarla…
Mi faceva impazzire, per me era una dea del sesso; le lavai la figa accuratamente facendole scivolare un dito dentro, che lei accolse molto volentieri.
Ormai non mi facevo più problemi: eravamo come due amanti… sì, amavo Marilina non più come una figlia, ma come una femmina.
- Non ti preoccupare, Marilina, da ieri non è più solo di tua madre ma è anche tuo…
Lei mi cacciò la lingua in bocca. Limonammo per un bel pezzo, poi si staccò dalla mia bocca.
- Dai… lo voglio adesso… subito! -mi disse con una voce piena di voglia.
Uscì dalla doccia, io chiusi il rubinetto, mi asciugai e poi, nudo, usciì dal bagno e andai in camera mia. La trovai lì distesa su un fianco sul letto matrimoniale, mi fece segno con il dito indice di avvicinarmi: io mi distesi sul fianco in modo che i nostri corpi si guardassero, l'accarezzai sul viso, lei mi prese la mano e la baciò, poi cominciò a leccarmi e succhiarmi le dita, mi accarezzò la testa. Con la mano scesi sul suo seno; le sue tette erano piene e sode, e i capezzoli duri come chiodi. Mentre le massaggiavo il seno lei cominciò ad ansimare, e con una mano andò a prendere quello che ormai riteneva di diritto anche suo: il mio cazzone duro e pulsante.
Marilina cominciò prima ad accarezzarlo, poi, lentamente iniziò un lento su e giù con la mano; io le presi un capezzolo in bocca e cominciai a succhiarlo, lei era tutto un gemere, cominciò ad accelerare il ritmo della sega. Le dissi di stendersi sulla schiena, e lei, intuendo cosa volevo fare, lo fece subito. Le andai sopra… ci baciammo come due innamorati, gustavo la sua lingua, la sua saliva; lei aprì le cosce e i nostri sessi entrarono in contatto per la prima volta; sembrava che anche loro si cercassero, ma io prima volli baciarla tutta: mi soffermai sulle tette e le leccai, ciucciai quei capezzoli duri e lei prese a gemere, a sospirare; scesi con la punta della lingua verso il ventre e a lei venne la pelle d'oca, mi mise le mani sulla testa e mi spinse più giù verso il suo paradiso.
Prima di assaggiarle la figa la contemplai come fosse un oggetto che desideravo da anni: era bellissima, rasata, metteva in risalto il suo clitoride e le labbra vaginali belle come piacciono a me. Emanava il profumo delle secrezioni vaginali, un richiamo forte per me, in lei c'era tutto il sesso del mondo; e allora mi gettai letteralmente con la lingua al centro della vagina. Mia figlia si inarcò con la schiena quasi volendo che la penetrassi con la lingua, premendo le mani sulla mia testa, Cominciò un lamento lungo, sospirando e incitandomi, io le leccavo il clitoride, a volte lo mordicchiavo, cosa che a lei faceva l'effetto della benzina sul fuoco. Marilina aprì le gambe sempre di più; ogni tanto alzavo la testa per guardarla e la vedevo che si mordeva le labbra… era bellissimo, era uno spettacolo inimmaginabile, ormai avevo il cazzo come un missile… non resistevo più, era arrivato il momento di metterglielo dentro.
Mi portai con il cazzo in linea con la sua figa e cominciai a stuzzicarla strofinando la punta sul suo clitoride; lei mi guardava ansimando sempre più e cominciò a incitarmi.
- Dai papà… dammelo, dài che lo voglio… su, che aspetti?
Partii piano piano, per farglielo assaporare un po' alla volta; avevo la cappella tesissima e gonfia, ma entrò con facilità dentro la sua vagina, grazie anche al lavoro di lingua che le avevo fatto e agli umori che ormai le uscivano copiosamente fuori. Lei restò senza fiato: sebbene ne avesse presi molti, penso che per lei fosse come prenderlo la prima volta. Sprofondavo lentamente dentro la sua figa, che era calda come lava incandescente; la guardavo che teneva la bocca aperta e gli occhi chiusi… non avevo ancora finito la mia corsa che lei venne con un orgasmo spaventoso! Emise un grido rauco, animale… la sentii fremere tutta, allora diedi il colpo di grazia e lo infilai tutto in un sol colpo. Spalancò gli occhi, per la sorpresa o per il piacere, o forse per entrambi.
Mi fermai un secondo; volevo farle riprendere fiato, anche perché rischiavo di venirle dentro; lei era come in trance, con la lingua fuori dalla bocca, io mi calai sulla sua bocca e le infilai la mia lingua in gola. Marilina si riprese subito, mi guardò e poi cominciò a premere il bacino verso di me.
- Sììì… papà… è fantastico, non l'ho mai preso così… ummmh… mmm… mi riempie tutta… dai, pompami piano, ti prego… pompami…
Iniziai lentamente a chiavarla, e lei gemeva; poi cominciò a dirmi frasi da vera troia.
- Dai papà… sì, cosììì… fai godere la tua bambina troia… ti piace che tua figlia sia così troia, eh?… Mmmh mmmmh… dai, scopami, stallone…!
Poi mi cinse le gambe dietro la schiena e iniziò a dimenare il bacino violentemente.
- SÌÌ… SBATTIMI… DAI, PORCO… AAAAAH… VENGO… AAAAARGH… SÌÌÌÌ…
Ebbe un altro orgasmo. Continuavo a pomparla, e mia figlia sbatteva la testa sul letto come un'invasata… la stavo facendo impazzire. Poi cominciammo a divertirci: mi mostrò cosa sapeva fare, si sfilò dal mio cazzo e scese giù per una veloce pulizia con la lingua, lecco tutti i suoi umori, si mise subito a pecora e mi invitò a scoparla così mentre lei teneva la gambe bene aperte… la infilzai di colpo e lei guaì, cominciai a spingere violentemente, e lei fece altrettanto; ormai abituata alle dimensioni del mio arnese, godeva come una vacca.
- SÌ… DAI, COSÌ… TROMBAMI… SPACCAMI… AAAAH SÌÌ… AAAAAH… DAI, DAAAIIII…
Mi eccitava da morire quel suo modo di incitarmi, il mio godimento era senza fine ormai, la cappella le colpiva la parete dell'utero più di una volta, facendola gridare dalla goduria e dal dolore… io ormai ero sul punto di venire, facevo sforzi enormi per trattenermi; ma lei era un vortice: vederla in quella posizione, e per di più sapere che era mia figlia, mi faceva bollire il sangue… lei sapeva scopare come una vera attrice porno, ma allo stesso tempo godeva davvero; era naturale per lei… era una macchina del sesso.
Le sfilai il cazzo dalla figa e cominciai a stuzzicarle il buco del culo con la cappella, e lei si voltò con la testa verso me.
- Ah porcellino… vuoi il mio buchino eh? Dai, leccalo bene perché ci sta anche lì…
Mi soffermai a leccarlo per diversi minuti, volevo assaporarlo e ogni tanto la penetravo con la lingua; poi,quando mi sembrò ben unto di saliva, posizionai il cazzo sul buco.
- Sei pronta, tesoro?
Lo spinsi lentamente, e lei rimase immobile, senza riuscire a respirare; entrai un po' alla volta, lei cominciò a sbattersi di qua e di là, e con una mano si apriva una chiappa… avevo raggiunto la metà della lunghezza del mio cazzo che lei urlò disperata; allora lo spinsi tutto dentro e lei restò senza fiato. Pensavo che stesse per svenire, quando invece la sentii gridare rauca.
- SÌÌÌ… SFONDAMI IL CULO… UUOOOOAAAAHH… MAMMA MIA, CHE BEL PALO…!
Marilina era un treno in corsa, io pompavo senza pietà e lei spingeva il culo contro di me… era incredibile, eravamo un padre e una figlia che scopavano come ricci… la pompai nel culo per molto tempo e lei non dava segni di cedimento.
Ad un certo punto lei si sfilò e poi si girò verso me, mi mise la lingua in bocca e poi mi disse che voleva salirmi sopra. Non me lo feci ripetere: mi distesi con la schiena sul letto; lei me lo ripulì con una salviettina inumidita che aveva lì a portata di mano, probabilmente era quanto le avevano raccomandato nell'ambiente del porno. Mentre me lo ripuliva lo ammirava estasiata, sembrava un suo trofeo. Si alzò in ginocchio, si portò sopra con la figa e poi si calò sul mio membro, che non aspettava altro.
Se lo infilò tutto in un colpo solo… e urlò forte tutto il suo godimento. Marilina cominciò a cavalcarmi piano, mentre io le stringevo le tette… non ce la facevo più, volevo sborrare e lei era ormai al quarto orgasmo; gridava, si mordeva le labbra, sbatteva la testa… era uno spettacolo bellissimo vederla dimenarsi così, felina e sinuosa, sopra di me. Si muoveva sul mio cazzo, ed io le dissi senza più fiato che ero al limite… lei non si fermò, anzi cominciò ad ondeggiare il bacino, aumentando la stimolazione della mia verga… non resistetti più: quando partì il primo fiotto di sborra lei urlò, e io altrettanto. La riempii, ero come un idrante, la inondai letteralmente, con il timore di averla messa incinta; Marilina continuava a cavalcarmi come un'indemoniata, non finiva più di godere… infine cacciò un altro urlo e poi si fermò li; era senza fiato, ansimava fortemente come se avesse fatto tre chilometri tutti di corsa, perdeva perfino bava dalla bocca… poi con la mano si portò indietro i capelli che le nascondevano il viso, si distese sopra di me ancora con il cazzo dentro e mi abbracciò.
Ci baciammo teneramente, come due fidanzatini dopo che hanno fatto l'amore.
- Ti adoro, Marilina… non mi importa se sei mia figlia, amo tutto di te!
- Anch'io papà… ma perché non l'abbiamo fatto prima? Io adesso non ti lascio più, anzi lo sai che ti dico? Voglio fare un film con te… vedrai, sarà bellissimo.
Mi venne da ridere pensando a noi due davanti alla telecamera che scopavamo, poi mi venne in mente che le ero venuto dentro… al momento la trovai una cosa normale, ma poi mi resi conto che era mia figlia, e che se l’avessi messa incinta sarebbero stati problemi belli grossi.
- Marilina… cazzo! Ti sono venuto dentro…
E lei, tranquilla, si mise una mano sulla figa e poi se la portò alla bocca, assaggiò e mi osservò.
- Ummmh… buono come l'altra volta…! Non ti preoccupare, paparino, prendo le mie precauzioni… sai, nel mio mestiere è meglio non correre certi rischi…
Dopo aver fatto la doccia ed esserci vestiti, lei mi disse che aveva una fame da lupi… te lo credo io, avevamo scopato per ben oltre un'ora… a quel punto mi ricordai della promessa che avevo fatto a mia moglie prima che uscisse: chiamai per telefono un ristorantino vicino casa che prepara del pesce fresco e ordinai degli spaghetti allo scoglio e una grigliata di pesce, "…e ci aggiunga anche una porzione di fritto misto; è per mia figlia, sa, ne va matta…".
Intanto Marilina mi guardava, e mi sorrise.
-Ti adoro, papà…
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