Serata country

di
genere
etero

Preambolo

"Sai, è da quando ti ho visto che ho voglia di succhiarti il cazzo…".
Senza mezzi termini, diretta come un colpo di alabarda. Io che quasi mi strozzo con la birra che sto trangugiando. Lei che mi guarda seria, con quel suo completo simil-dark, il chiodo, i guanti di pelle senza dita, gli stivali neri in cuoio simil-rancheros e i suoi capelli tinto blu a caschetto. Anche lei sta bevendo birra dal collo di una bottiglia. Beve e succhia, mimando quello che vorrebbe fare, con la lingua che scivola nell'apertura della bottiglia.
Siamo al «Country Bar», un sabato sera piuttosto affollato, corpi danzanti gli uni pigiati agli altri, odore di fumo, birra, sudore e sesso. Lei è Barbara, ha 20 anni e fa la barista al Country. Non quella sera però. Le piace vestirsi come una pin up degli anni '80, legge gli hentai, coltiva marijuana e adora la pizza alle zucchine.

Serata al country

L'ho conosciuta così, con lei che è arrivata al mio tavolo con la comanda, sporgendosi verso di me in maniera spudorata, mostrando che, in fondo alla scollatura, c'erano tette vere. Ho calcolato che avesse almeno una quarta.
Io, trentacinque anni buttati nel cesso, aria mesta e sconsolata, che ripenso all'ennesimo fiasco sessuale e all'infilata di sfighe che ho vissuto in un arco di dieci anni. Miriam mi aveva appena lasciato con la giustificazione di «nulla di personale, ma mi sono stancata di usare il solito uccello» e se n'era andata così, lasciandomi come un pirla nel mezzo del corridoio numero cinque dell'MD, davanti al bancone dell'ortofrutta. Quella sera stessa si è messa con un camionista di Bergamo con il fisico di un orso marsicano, il cui nome al radiomobile è «Anatra di gomma». E non avevo potuto fare a meno di andare al Country, ordinare una birra e annegare i miei dispiaceri con le orecchie che sventolavano sotto la musica assordante dei Thunderstruck.
Poi è apparsa lei, Barbara, con quel look fuori dal tempo, un frammento alla deriva degli anni '80, coi vestiti attillati e la vista sulle sue tette da urlo.
"Quando ti sarai tolto quella faccia da suicidio, che ne diresti di farti un giro?".
"A che ora stacchi?".
"Tra mezz'ora".
"Okay…" esclamo.
Forse, forse, la serata non sarebbe andata a ramengo.

Barbara

Sono uscito e lei era già fuori, coi gomiti appoggiati al cassone di un pick up rosso. Stile cowboy, camicetta annodata sotto le tette, ombelico scoperto, pantaloni jeans attillati, stivaletti da cowgirl, guanti senza dita, cappello da mandriana. I capelli blu non li ha stinti.
"Avanti, cowboy…", dice, masticando un chewingum, "…cavalchiamo nell'aria della notte?".

Con il pick up in riva al mare a guardare le luci delle navi che passano all'orizzonte. Un po' di romanticheria, con le stelle che si riflettono sull'acqua scura e la luna che… cazzo! Lei mi appoggia una mano sul pacco e si torce verso di me. La lingua mi entra fino in gola cogliendomi di sorpresa, le mie braccia rattrappite come quelle di un T-Rex. Fortuna che si è tolta la gomma da masticare; in bocca mi è rimasto il sapore di una Big Babol.
"Come, non mi strizzi le tette? Non mi tocchi il culo?".
"Mi hai preso in contropiede…".
"Oddio, non è che ti aspettavi qualcosa di romantico, tipo siamo qui a rimirare le stelle che si tuffano nel mare…?".
"Eh, ma un po' di preliminari…".
"Diavolo, mica dobbiamo scopare per forza alla prima uscita. Ti ho cacciato la lingua fino al buco del culo. Non ti basta come preliminare?".
Accidenti. Raffinata e gentile come uno spalatore di carbone.
"Sai, è che sono appena stato mollato dalla mia ex…".
"Fanculo la tua ex", sbotta. "Se parli di Miriam, allora, meglio che la lasci perdere. Quella si è frullata tutto il paese!". Mi guarda e annuisce. "Anche quando eravate «fidanzati»", lo dice mimando il gesto delle virgolette con indici e medi. "Sveglia, cocco! Nella sua voliera non entravi mica solo tu".
Cazzo. Mi pietrifico manco fosse passata Medusa e mi avesse fatto l'occhiolino.
"Cos…?".
"Svegliaaa!", ride, poi estrae il chewingum e lo getta fuori dal finestrino. "Hai una faccia…".
"Beh, mi hai appena detto che la mia ex era una gran zoccola".
"Ma questo lo sapevi già, dal momento che ti ha mollata per quel camionista. Un camionista, accidenti…". Si sporge verso di me e slaccia la sua camicetta fino a mostrare che sotto non aveva niente. Tette grandi e morbide, e lei che mi afferra la mano e l'appoggia su una di esse. "Su, uomo, datti da fare!".
E, come risvegliandomi da un torpore fatto di tedio e ruggine, incomincio a muovere la mano, strizzandole la tetta e avvicinandomi alla sua bocca.
Abbiamo limonato così, senza fare sesso ma toccandoci vicendevolmente.
"Okay" mi dice alla fine. "Sabato sera sono libera. Una birra al Country, e poi vediamo di fare qualcosa di serio".

Yyyeeeehaaa!

E siamo al sabato sera. Solita folla agitata, musica a palla. Un altro pezzo degli AC/DC, non propriamente country. Non sarebbe male se una volta ogni tanto proponessero un Willie Nelson, giusto per stare in tema.
E lei che se ne viene fuori con quella frase: "Sai, è da quando ti ho visto che ho voglia di succhiarti il cazzo".
"Potevamo farlo l'altro ieri".
"Scemo…!" sorseggia la sua birra. "Ho casa libera stasera. Mia sorella è a caccia di uccelli, e non rientrerà che tardi".
"Okay".
Non diciamo più altro. Non siamo una coppia da mano nella mano, passeggiate per le vie del centro, film del sabato sera. Lei mi ha preso al lazo come un manzo pronto per essere domato. A me non importa.
L'astinenza mi porta a pensare che, se hai l'occasione, approfitta della situazione e cavalca l'onda.

"Regola numero uno…" dice entrando in casa e cominciando a spogliarsi, "…non sei tu a scoparmi ma io a farmi te!".
"Okay…". Non capisco, ma mi adeguo.
Lei comincia a spogliarsi e io faccio altrettanto. Siamo in camera da letto, e lei si libera dei vestiti in un lampo. Cazzo se è gnocca. Una struttura del corpo notevole, atletica e muscolosa, tette grandi e morbide, un culo da farci all'amore ogni volta che lo si vede e una fica con pochi peli selvaggi che avvolgono le sue labbra.
Io nudo davanti a lei, mi accingo a prendere l'iniziativa, ma lei mi stoppa subito.
"Alt! Sul letto, uomo", mi dice.
Obbedisco docilmente. Mi sdraio e mi appoggio alla tastiera del letto con due cuscini. Lei si mette cavalcioni a me, sembra provare la posizione. Si è messa il cappello da mandriana in testa. Bizzarro ma, che importa?! Ciò che conta è che la sua fica mi solletica i testicoli.
A vedere tutto quel movimento di carne erotica che mi balla addosso, non resisto a poggiare le mani sui fianchi di lei.
"Te lo concedo…" dice lei. E prende a dimenarsi sull'asta del mio uccello come se stesse cavalcando un mustang nelle vaste praterie dell'Arizona. "Mi sembra buono…" dice, afferrandomi l'uccello come se fosse il pomello di una sella. Me lo smanetta un po' continuando a muovere i fianchi. "Allora, uomo, si va?!".
Lo afferra più saldamente e se lo guida dentro le sue labbra.
"Yyyeeeeehhaaaaa!" urla. Prende il cappello da mandriana e lo fa roteare in aria, mentre si sbatte sul mio pube come se fosse davvero impegnata in un rodeo su un cavallo imbizzarrito.
Diavolo, è determinatissima e bollentissima… il cazzo mi brucia, sento la pelle che si arriccia come il manicotto di un idrante da pompiere.

Ci sta dando dentro da un quarto d'ora ormai, e io sono stupito di avere così tanta resistenza. Con Miriam, curiosamente, cinque minuti e l'avevo già riempita.
"Sto per venire…" ansimo, sentendo ormai le palle in ebollizione.
"Resisti, uomo…!" geme. Si sfila dal mio arnese, si accuccia tra le mie gambe e le sue labbra circondano la mia mazza, mentre sento che mi infila nel culo il dito medio.
"AAAUUUUUUHHH!…" ululo, stile coyote nel deserto.
"Ora, fermo…" e me lo ingoia di brutto, dandoci dentro di lingua. Esplodo nella sua bocca e sento il cervello che mi frulla come su un toro da rodeo. Tutto lo ingoia, nemmeno una goccia finisce sul letto. Mi sembra quasi di sentire succhiare una pompa per il vuoto, come quando ti bevi l'Estathè e con la cannuccia risucchi il fondo quasi vuoto.

Alla fine lei si alza, ripulendosi l'angolo della bocca con un dito, l'espressione soddisfatta di una gatta che ha appena divorato il topo. Si lascia cadere al mio fianco, il cappello poggiato a coprire il mio uccello.
"Bel lavoro, uomo" dice, e mi si accoccola addosso, una inaspettata tenerezza da parte sua. "Bella cavalcata!".
"Esperienza gratificante…!" commento accarezzandole i capelli. "L'uccello mi brucia ancora".
Solleva il cappello e sbircia sotto.
"Non è in fiamme…!" sorride. "Quanto ti ci vuole per ricaricare?".
"Ho tempi lunghi. Almeno mezz'ora".
"Allora vuol dire che rimarrò qui abbracciata a te".
"Calamity Jane dalla furia selvaggia".
"E tu saresti Billy Hickock?".
"Beh, sì… a parte il finale che lo ha coinvolto".
"Dicono che Calamity Jane fosse un cesso colossale. Mi reputi così brutta?".
"Ma no, tu sei splendida. E' che non mi viene in mente nessun'altra pistolera donna nel far west per fare il paragone. A parte quelle dei film, tipo Sharon Stone in «Pronti a morire»…".
"Che figata di film".
"O Drew Barrymore in «Bad Girl»?" aggiungo. "Penelope Cruz in «Bandidas»?".
"Il selvaggio west…" sorride lei accarezzandomi il petto, "…dio se mi sento bene".
"Anche io…".
Sento un formicolìo sotto il cappello. Lo alzo e vedo che lui si sta risvegliando.
"Yeehaa!" faccio. Lei ride.
"Ora tocca a te, uomo…" mi dice.

La giro su un fianco, le allargo delicatamente le gambe, la guardo a lungo negli occhi, mi puntello con il braccio sinistro mentre, con il destro, controllo che il mio pomello di sella sia ben sveglio. Poi affondo in lei, senza forzare ma in modo lento e rilassato. E la monto così, con dolcezza, non voglio scoparla ma fare l'amore con lei, gli sguardi intrecciati e colmi di desiderio.
Riesco a farla venire e appago ogni momento di quello svuotamento dentro di lei.
"Sei stato molto dolce, stallone…" mi sussurra.
"Sì, come un pony…" sorrido.
"Credo che cavalcheremo verso il tramonto per un bel po'".
"Mi piace l'idea…!", la bacio.
Ci addormentiamo. Felici e soddisfatti.
scritto il
2024-07-27
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