La ragazza di mio figlio

di
genere
etero

Bevo un sorso del mio whisky e cola, mentre il presentatore del programma di stasera si congeda amabilmente con il cast in piedi intorno a fare la festicciola di prammatica. Rimetto giù il mio drink e guardo Gianna, la donna che ho sposato circa vent'anni fa, che giace raggomitolata e addormentata sul divano accanto a me.
"Gianna. Svegliati, dai…" le dico. Lei non si muove. Allungo la mano e la scuoto per una gamba.
"Uh… Giacomino è già a casa?" borbotta lei, con gli occhi ancora chiusi e le mani infilate sotto la testa.
"No, ma tu vai a letto. Lo aspetto io".
"No, resto sveglia anch'io…" borbotta e sembra riaddormentarsi.
Sospiro e mi riempio il bicchiere. Il whisky che scende nella mia gola e nel mio stomaco mi fa sentire bene. A quest'ora della notte non ci metto più molta cola nel mio drink. Guardo Gianna addormentata sul divano, nella sua lunga vestaglia morbida e le sue gambe che sporgono. Ricordo un tempo in cui vederla con indosso solo quella vestaglia mi avrebbe fatto impazzire. Mi piaceva guardare le sue gambe. Ora sono quasi contento che le copra. La mia donna si è lasciata andare, e non poco. Le sue gambe, una volta dannatamente sexy, ora sono paffute, e il suo culetto sodo è gonfio e inflaccidito, con la pelle a buccia d'arancia. Si è arresa ormai diversi anni fa.
Mi alzo e mi chino su di lei. Le do un bacio sulla fronte mentre la scuoto di nuovo.
"Andiamo, Gianna. Vai a nanna, ne hai bisogno. Basto io sveglio!" le dico.
Si stiracchia, con gli occhi aperti a malapena per guardarmi.
"Aiutami ad alzarmi… " dice, e allunga il braccio.
Le prendo la mano e l'aiuto a mettersi seduta. Lei geme e lascia cadere le gambe dal divano.
"Va bene. Io vado a letto…" dice e poi sbadiglia, "…ma tu fai una lavata di capo a quel ragazzo quando torna a casa. Io gliene farò un'altra domani mattina".
Si alza in piedi e cammina davanti a me, verso le scale. La guardo salire, cercando in lei qualcosa che mi ricordi la bella donna di cui mi sono innamorato più di vent'anni fa, ma non vedo nulla. Non solo non ha lo stesso aspetto, ma non si comporta nemmeno più allo stesso modo. Non le interessa nulla. Si lascia scorrere la vita addosso, senza alcuna reazione.
"Buonanotte…", borbotta dalla cima delle scale, seguito dall'obbligatorio: "…ti amo".
"Ti amo anch'io…!" rispondo automaticamente. Sono solo parole ora, non significano più nulla già da un po'!

Mi lascio cadere sul divano e inizio a fare zapping tra i canali con il telecomando. Non c'è un accidenti. Non che immaginassi che ci fosse qualcosa d'interessante, a quest'ora. Solo un mucchio di televendite, con persone che cercano di venderti anelli e quadri, e repliche di vecchie serie TV. Tutto diventa confuso mentre salto tra i canali, e intanto la mia mente vaga…
Mi chiedo dove possa essere Giacomino a quest'ora di notte. Quel ragazzo resta fuori fino a tardi sempre più spesso. Solo perché ora ha diciotto anni compiuti, pensa di poter uscire quando vuole e stare fuori di casa quanto gli pare. Questa cosa non è ammissibile, perlomeno finché vive sotto questo tetto, ed è bene che lo impari. Si è diplomato alle superiori solo il mese scorso, e non ha ancora progetti per la sua vita. Sembra che voglia lasciarsela sfuggire sotto il naso anche lui, senza rendersi conto delle possibilità che ha, delle cose che potrebbe fare, delle opportunità che lo aspettano e che lui sta rifiutando. Pare proprio sua madre, sotto questo aspetto.
Sospiro e finisco il drink che mi è rimasto nel bicchiere. Mi alzo per prepararne un altro, poi ci ripenso e vado in bagno.
Ripenso alla mia Gianna… era una donna stupenda quando ci siamo conosciuti: bella, vivace, intelligente… poi però ha permesso a sé stessa di diventare mediocre, passando il suo tempo cercando di vivere in un modo che non c'entra niente con lei, che non le appartiene, pur di soddisfare l'idea che gli altri hanno di lei. Ora non sa più cosa vuole, a meno ché non lo vogliano anche gli altri.
Esco dal bagno e torno sul divano. Bevo l'ultima goccia del mio drink e mi stiracchio, e intanto comincio a pensare a come potrei uscirne… dal mio matrimonio, da una vita così. Non è questo ciò che volevo. Non voglio essere bloccato nell'inferno della periferia, andando alle festicciole di quartiere, alle serate coi colleghi miei o suoi, alle serate sul divano a guardare la TV, tutta quella roba lì… eppure è quello che faccio. Non l'ho mai voluto. Non l'abbiamo mai voluto… almeno fino a che…!
Poi abbiamo avuto Giacomino. Non che fosse un caso: ci avevamo provato per anni ad avere un figlio, ma non era successo nulla, e così avevamo lasciato perdere. Ma proprio quando ci eravamo ormai arresi, lei è rimasta incinta, e nove mesi dopo è arrivato lui. Eravamo così orgogliosi, e felici. Ma anche lì non era quello che ci aspettavamo: Giacomino era una peste. Non andava bene a scuola, non ci ascoltava, non aveva ambizioni. Siamo stati felici che si sia diplomato alle superiori, e in regola, ma non vuole andare all'Università, e non sa ancora cosa vuole fare della sua vita.

Ormai è fuori da troppo tempo, e sono di nuovo preoccupato per lui. Sembra essere un'abitudine. Soprattutto da quando ha iniziato a frequentare questa nuova ragazza, Valeria. Lei ha un anno più di lui, e anche lei ha lasciato la scuola, un anno fa. È una scapestrata. Stanno fuori fino a tardi, facendo chissà cosa. Valeria è estremamente sexy e lo sa, e fa tutto quello che può per metterlo in mostra.
Gianna non approva che lui esca con lei, e io cerco di appoggiarla su questo, ma posso capire perché lui stia con Valeria. Non lo direi mai a Gianna, ma voglio che Giacomo stia con Valeria il più a lungo possibile. Voglio che si goda com'è, stare con una donna sensuale e disinibita come lei, prima di doversi sistemare con un'altra che non riconoscerebbe un momento felice o propizio neanche se ci inciampasse sopra.

Frustrato, mi alzo per cercare tra i nostri DVD un qualcosa da guardare… poi, ad un tratto, sento una chiave che scivola nella serratura della porta d'ingresso. Mi avvicino alla porta, e a quel punto sento un tonfo, come se qualcuno avesse dato un calcio alla porta, e poi questa si apre, sbattendo contro il muro.
"Dannazione, Giacomo…" dico a voce alta, camminando attraverso l'atrio, ma mi fermo quando vedo Valeria attraversare la porta con le chiavi di Giacomo in mano, e mio figlio accasciato addosso a lei, con il braccio sulla sua spalla. "Ma che diavolo…?" dico, sentendo il terrore diffondersi nel mio corpo come acqua ghiacciata sulla pelle.
Lo afferro mentre Valeria lo trascina attraverso la porta.
"Lui sta bene, non c'è da preoccuparsi…" dice Valeria mentre me lo porge, "…si è solo sbronzato…!".
Avvolgo il mio braccio intorno a lui e lo lascio appoggiarsi a me. Giacomo è di costituzione abbastanza robusta, e devo serrare il mio braccio intorno alla sua schiena per tenerlo su.
"Ehi, Valy…!" borbotta, sollevando la testa, gli occhi a malapena aperti. "Perché non andiamo a casa tua e scop…" farfuglia, poi si interrompe mentre la sua testa gli cade di lato.
"Giacomo!" gli urlo nell'orecchio.
"Cosa vuoi?" borbotta. "Lasciami in pace…" e crolla di nuovo.
«Bamboccio del cavolo…» penso, mentre lo porto di peso verso la sua stanza. Ora che so che sta bene e che è solo ubriaco, inizio a sfogarmi con lui.
"Non regge l'alcool…" Valeria dice, e chiude la porta dietro di sé con una pedata.
"Non dovrebbe neanche bere così tanto!" dico, girando la testa a guardarla con uno sguardo incazzato, ma la rabbia mi si attenua quando la osservo meglio: noto la sua gonnellina di pelle nera, molto corta, che lascia in mostra le sue lunghe gambe ricoperte da calze a rete nere che non arrivano fino all'orlo della stessa, rivelando una striscia di pelle nuda della coscia tra le calze e la gonna, molto sexy. Il top azzurro che indossa sotto il giubbottino di pelle nera non è molto più di un reggiseno, e lascia in bella mostra il suo seno sodo attraverso la scollatura e il suo addome magro e teso, con un anello infilato nell'ombelico. I suoi capelli tinti di blu, rasati su un lato, le cadono sulla spalla, con le radici scure sfacciatamente visibili.
"Sì, ho provato a dirglielo anch'io!" dice, ridacchiando tra sé. "Ma i ragazzini, sai come sono…". Scrolla le spalle, facendo scricchiolare la pelle del giubbotto, e mi sorride.
"Sì, certo…" dico. Vorrei dirle di tenere a freno quella sua bocca da saccentona, ma non riesco a farlo mentre osservo il suo bel viso quasi da bambina, con quelle labbra piene ricoperte da un rossetto nero e quegli occhi celesti chiari, penetranti.
Giacomo inizia a scivolarmi dalla presa, e lo tiro di nuovo su.
"Sveglia, Giacomino!" gli dico. Lui borbotta incoerentemente. Devo portarlo a letto prima che mi cada. "Lo porto in camera sua…" dico a Valeria, cercando di farle capire che ora può andarsene.
"Fai pure…" dice lei, restando lì a fissarmi, con le braccia incrociate sotto i seni, appoggiata alla porta.

Brontolo tra me, mentre tengo mio figlio stretto a me percorrendo il tragitto verso camera sua. Giacomino è abbastanza vigile da muovere i piedi per conto suo, ma non è di grande aiuto. Sudo solo a trascinarlo per le scale. Sono in buona forma, al contrario di mia moglie ho sempre pensato che sia importante rimanere in buone condizioni fisiche… ma Giacomo è davvero pesante, e fatico a portarlo a spalla così. Cerco di muovermi il più rapidamente possibile, perché sento che sta scivolando via dalla mia presa, e il mio braccio si sta stancando. Lo porto a malapena al suo letto e lo lascio cadere prima che finisca a terra. Sono stupito di come Valeria sia riuscita a portarlo fino alla porta. È alta, circa un metro e settanta con gli stivaletti a tacco alto che indossa, ma non sembra così ben piazzata, anzi è decisamente snella. Deve essere più forte di quanto pensassi.
Faccio un respiro profondo e poi mi chino per togliergli le scarpe. Gli spingo le gambe sul letto. È una lotta per togliergli i vestiti e portarlo al centro del letto per coprirlo. Alla fine gli rimbocco le lenzuola. Esco dalla sua stanza sentendolo respirare profondamente, col fiato che gli odora pesantemente di alcool.
Chiudo la porta della sua camera da letto dietro di me, mentre esco dalla sua stanza.

Mentre scendo le scale, sento lo stereo nel soggiorno animarsi con un riff di chitarra iniziale. Mi fermo, scioccato nel sentire lo stereo suonare, e poi mi ricordo che ho lasciato Valeria al piano di sotto vicino alla porta. Davo per scontato che se ne sarebbe andata via. L'avrà acceso lei, lo stereo. Per fortuna ha avuto la decenza di tenere basso il volume.
Scendo le scale e mi dirigo verso il soggiorno, riconoscendo la canzone come «Spanish Castle Magic» di Jimi Hendrix, mentre la schitarrata d'apertura sfuma sul ritmo costante della batteria e sul cantato iniziale. Mi fermo sulla porta, e vedo Valeria in piedi davanti al mobile dello stereo, girata di spalle, che ondeggia i fianchi e canta insieme al testo della canzone. Fisso il suo culo sodo e compatto che si muove con grazia, fasciato strettamente dalla gonna, e le sue gambe nervose che si flettono mentre si muove con grazia, ondeggiando da una parte all'altra.
Poi la chitarra irrompe nuovamente mentre la canzone diventa più intensa e lei inizia a dimenare il suo corpo, i suoi fianchi che si agitano, le gambe allargate e la testa che ondeggia con i suoi lunghi capelli che fluttuano nell'aria. Le mani le scivolano lungo i lati e sui fianchi mentre la canzone sfocia nel ritornello.
Sono ammaliato da quel giovane corpo da ragazzina che si dimena eroticamente nel mio salotto, mentre lei non sa, o non le importa, che io sono lì a guardarla.
La canzone rallenta di nuovo, e lei si scrolla la giacca dalle spalle e la lascia scivolare lungo le braccia fino al pavimento. Posso notare un tatuaggio sul suo fondoschiena: un'aquila con le ali spiegate lungo la schiena fino ai fianchi. Il suo culetto ondeggia al ritmo della musica, dondolando e oscillando. La canzone si ravviva, e lei solleva le braccia in aria mentre scuote la testa avanti e indietro a tempo con i fianchi e i suoi capelli le ricadono dietro le spalle.
Mi immagino camminare dietro di lei, raggiungendola alle spalle, metterle le mani sui fianchi e premermi contro di lei per sentire quel giovane corpo muoversi contro il mio. Mi agito in modo nervoso e mi schiarisco la gola per cercare di attirare la sua attenzione. Non mi sente, oppure mi ignora, e continua a scuotersi al ritmo della musica. Si volta un po' di lato, e posso notare il suo ventre piatto e ben definito che si tende mentre i suoi fianchi si muovono, e i suoi seni deliziosi, forse una terza misura, che spiccano all'interno del suo top stretto senza quasi alcun cenno di rimbalzo.

Improvvisamente mi rendo conto che sto indossando solo dei boxer e una maglietta, e che il cazzo comincia a diventarmi duro, cercando spazio negli indumenti intimi. Tiro giù la maglia per coprirlo e mi volto di lato per nasconderlo dietro la porta. Lei fa scivolare le mani sul petto e sul ventre, poi si piega a smuovere il culo in un movimento di twerking che potrebbe suggerire solo pensieri sconci. Mi costringo a distogliere lo sguardo, prima che il mio cazzo mi diventi talmente duro da non poterlo più nascondere.
Per fortuna la canzone finisce proprio allora, e lei smette di ballare. Si getta indietro i capelli in modo che ricadano sulla parte superiore della schiena e si avvicina allo stereo.
"Amo questa canzone. Tu no?" mi dice, ancora voltata spalle a me.
"Ahem…" balbetto imbarazzato, anche per il suo uso spregiudicato del «tu» nei miei confronti, "…certo, è bella…".
"Io amo questo CD. Amo tutto quello che ha fatto. La sua musica è così sexy. Non credi?".
Non ci avevo mai pensato prima, ma ora sono sicuro che lo farò sempre. Mi muovo nervosamente, cercando di far calare la mia erezione. Lei volta la testa per guardarmi, con i capelli che le coprono parzialmente il viso, un piede appoggiato sulle punte ed il ginocchio leggermente piegato. Non credo che la mia erezione se ne andrà mai.
"Già…" balbetto, sentendomi improvvisamente di nuovo un liceale.
"Avrei voluto incontrarlo…!" gira la testa per guardare la custodia del CD. "Me lo sarei scopato. Uno che sa suonare così, chissà come scopa!". Non so cosa dirle su questo. Sono troppo scioccato per dire qualsiasi cosa. "È tuo il CD?" mi chiede, voltandosi verso di me.
"Sì…" dico, "…ho il disco in vinile, il CD l'ho comprato qualche tempo fa". Azzardo qualche passo nel salotto, sentendo che il mio cazzo si è per fortuna ammorbidito e non preme più nei boxer.
"Qual è la tua canzone preferita di quest'album?".
"Uhmm, non saprei… non credo di averne una".
Si gira e inclina la testa di lato.
"Andiamo. Devi avercene una preferita…".
Faccio spallucce, cercando di apparire freddo mentre mi dico che non ne avrei bisogno con questa ragazza; in fondo è la ragazza di mio figlio.
"Credo che sia «If 6 Was 9»…" le dico, camminando verso il mio bicchiere ancora sul tavolino.
Si gira e preme alcuni tasti del lettore CD, fino a quando parte «If 6 Was 9».
"Oh, questa…!" dice lei. "Sì, è bella. Mi piacciono le parole, ma è un po' troppo lenta, e tripposa". Si china per raccogliere la giacca e io le guardo la gonna che si solleva in alto sul suo sedere, e posso vedere la parte posteriore più alta delle sue cosce nude. Vorrei avere ancora il mio drink, solo per distrarmi. "Ci vorrebbe una canna per godersela davvero…" dice mentre si raddrizza in piedi.
Ora sono davvero sbalordito. Questa ragazza mi ha appena mandato completamente di fuori, ballando nel mio salotto, vestendosi in modo molto sexy, parlando di scopare e ora anche di spinelli.

Si avvicina a me e poi si siede sul divano. Infila le mani in una tasca interna della giacca e tira fuori un pacchetto di sigarette e un accendino. Tira fuori qualcosa dal pacchetto.
"Quella è…" dico, pensando che stia tirando fuori uno spinello.
"Erba?" dice lei, alzando lo sguardo verso di me. "No, è solo tabacco". Me la mostra e poi se la mette tra le labbra. "Perché, hai dell'erba?". Accende la sigaretta, continuando a guardarmi.
"Io? No…" dico, sorpreso anche che me lo chieda.
"Peccato!" dice e sbuffa fuori un po' di fumo. "Ne avevo proprio voglia". Si appoggia al divano e incrocia una gamba sull'altra, spingendo la gonna in alto lungo la coscia. La pelle tra la calza e la gonna è tonica, di un bel colore ambrato.
"Tu… ahem… fumi erba?" dico, cercando di riprendermi e di comportarmi come un genitore, invece che come un ragazzino arrapato.
"Certo!", dice lei. "È un paese libero, no?!…". Tira un'altra boccata dalla sigaretta e soffia il fumo verso di me.
"Ma è illegale…".
Mi sorride e non dice niente per diversi secondi, poi dice un verso all'unisono con la canzone che suona nello stereo: "I'm the one who's going to have to die when it's time for me to die. So I'll live my life the way I want to… (Sono io che dovrò morire quando sarà il mio momento. Quindi vivrò la mia vita come voglio…)". Il sorriso rimane sulle sue labbra mentre aspira di nuovo dalla sigaretta. "È curioso che sia andata proprio così, eh?", ride, e suona così infantile detto da una ragazza che cerca di comportarsi così da grande.
"Sì, direi…". Mi verso un altro whisky e ne bevo un po'.
"Allora, è questa la vita che volevi?", mi chiede e fa un cenno con la testa di lato gesticolando verso la casa e presumo mia moglie, mio figlio e tutto il resto. Comincia a battere il piede, facendo flettere la coscia.
"Non è una domanda appropriata da fare al padre del tuo fidanzato…" dico, cercando di evitare del tutto la domanda. Rimetto giù il bicchiere e mi siedo sulla sedia di fronte al divano.
"Non è mica il mio fidanzato", dice.
"Davvero. Allora cos'è per te mio figlio?".
"È il mio tipo… è divertente da frequentare…" tira un'altra boccata dalla sigaretta e mi fissa attraverso il fumo, "…è stupidotto, facile da comandare…".
"Non è stupido!" dico, tentando di difenderlo.
"Ora sei tu che ti comporti da stupido", mi dice sorridendo.
"Non lo è!" esclamo. "È solo un po'… pigro…".
Lei mi fa un cenno con la testa e si china in avanti. Posso quasi vedere sotto il suo top, e notare un generoso scorcio dei suoi seni.
"Te lo concedo…!". Lei allunga la mano, prende il mio bicchiere e beve un buon sorso del mio whisky. "Wow!", dice con una smorfia in viso, dopo aver deglutito. Mi guarda e ride. Non posso fare a meno di sorridere anch'io.

"Allora?…" dice. "…Non hai ancora risposto alla mia domanda…". Si appoggia di nuovo al divano. Disincrocia le gambe e le tiene divaricate per un po', prima di incrociarle nell'altro senso. Riesco a dare una rapida occhiata all'interno delle sue cosce, e sono abbastanza sicuro che non stia indossando biancheria intima. O, se ce l'ha, sarà un perizoma molto ridotto.
"Quale domanda?" chiedo, cercando di evitarla, e domandandomi perché sto qui a chiacchierare di questo con questa ragazza.
"Lo sai quale domanda", mi dice sorridendo. Fa un altro tiro dalla sigaretta ed espelle di nuovo il fumo dal naso. "È questa la vita che volevi? Stai vivendo come vorresti tu?".
Sono stupito dalla sfacciataggine. Dice o fa tutto quello che le frulla per la testa, senza filtri. Non posso fare a meno di ammirarla per questo.
"No, non lo è", ammetto.
"E allora che fai?… Te ne stai qui seduto ad ascoltare Jimi Hendrix, a parlarne, e poi non fai nulla?". Lei mi fissa di sbieco. Abbasso gli occhi per evitare il suo sguardo e finisco per rimirare il suo ventre piatto con l'anello che luccica nel suo ombelico.
"Non lo fa mai nessuno. È impossibile…" dico, guardando di nuovo verso di lei.
"No, non lo è", dice lei. "Lo pensi solo perché ti fa sentire meglio".
"No. Si chiama «vita», sai…?!" le dico, cominciando ad arrabbiarmi un po' con lei per le sue domande troppo personali. "E non sempre ti dà quello che vorresti".
"No. È la TUA vita! È ciò che TU ne fai…" dice, la sua voce diventa un po' più forte.
"Sei troppo giovane per capire…".
"Forse sei tu troppo vecchio, i tempi cambiano…".
Siamo entrambi sbilanciati in avanti, e ci guardiamo come se stessimo per litigare. Prendo il mio whisky e bevo un altro sorso, vedendo un'impronta del suo rossetto scuro sul bicchiere.
"Non capiresti, comunque…!" dico e rimetto giù il bicchiere, calmandomi.
"Capisco invece. E anche tu. Fai solo finta di non capire…". Si gira di lato e infila il mozzicone di sigaretta nella terra della pianta in vaso sul tavolo accanto a lei.
Mi chiedo cosa diavolo stia succedendo… come mai sto avendo questa discussione, su un argomento simile, con questa ragazzina? Devo aver bevuto troppo. Devo farla uscire di casa e andarmene a letto.

"Devo andare a letto…" dico e mi alzo.
"Che c'è, hai tua moglie che ti aspetta?" dice, e prende il mio bicchiere.
"Cosa?" le chiedo.
Beve un sorso veloce e poi chiede di nuovo.
"Ho detto: tua moglie ti sta aspettando?".
"Non sono affari tuoi!".
"Chiedevo solo… mi domandavo perché volessi scappare via così presto!". Mette giù il bicchiere e mi sorride. "Magari speravi di averne un po' dalla vecchia mogliettina?".
"Non credo che sia una cosa appropriata da dire…" incrocio le braccia sul petto, cercando di sembrare l'adulto maturo che dovrei essere.
Alza le spalle.
"Appropriato o no, dubito che tu stia correndo lì per una sgroppata a tarda notte. Dubito che tu abbia tutta questa gran fretta di portarti a letto quel bidone. La fiamma non arde più come una volta, non è così?".
"Che… cosa?!?" dico, pensando che dovrei proteggere l'onore di mia moglie, ma dato che sono d'accordo con lei è dura riuscirci.
"È un peccato, sai…" dice, e i suoi occhi per la prima volta da quando abbiamo iniziato a parlare scivolano via dal mio viso mentre comincia a guardare giù per il mio corpo e poi di nuovo su, "…tu ti tieni in buona forma. Immagino che lei non abbia più quella voglia…".
"Non credo che siano cose che ti riguardano!" le dico.
"Come vuoi. Va bene così. È solo che, sai, capita quando le persone sono sposate da molto tempo. Ecco perché non credo che mi sposerò…".
"Senti…" le dico, un po' agitato nei suoi confronti, "…credo che sia ora che tu vada".

Si alza in piedi, con gli occhi fissi su di me, e si dirige verso di me. Mi si ferma proprio davanti, e sento il suo odore di sigarette e profumo.
"Sei sicuro che è quello che vuoi?" mi chiede, continuando a fissarmi. Sento su di me i suoi occhi color del ghiaccio, quel bel visino, e penso che non ne sono poi così sicuro.
Comincio ad annuire con la testa, sapendo che dovrei farla andare via e poi andare a letto, dimenticare tutto questo e dimenticare lei… ma finisco per scuotere la testa da un lato all'altro. Lei mi sorride, ghignando da un solo lato della bocca.
"Lo immaginavo…" dice lei.
Mi è così vicina che i nostri corpi quasi si toccano, e se io appena muovessi in avanti le mani potrei toccarle la pelle nuda dei fianchi e dell'addome. Continua a fissarmi, con quel sorrisetto sbruffone sulla faccia, quasi a sfidarmi, e io vorrei toccarla solo per dimostrarle che potrei, ma non lo faccio. Invece faccio un passo indietro e mi chino a prendere il mio drink. Lei non si muove, e mentre afferro il bicchiere giro la testa per guardare direttamente le sue gambe, affascinato dalla pelle liscia e nuda tra la gonna e le calze, ed esito mentre porto il whisky alle mie labbra, desideroso di passarle invece su quella pelle. Sollevo il bicchiere e bevo un sorso, evitando il suo sguardo.
Mentre abbasso il bicchiere dalla mia bocca, lei me lo prende e beve anche lei, continuando a fissarmi come se mi stesse ancora sfidando. Poi fa scivolare la lingua lungo il bordo dello stesso. Il mio stomaco si contrae mentre immagino quelle labbra sul mio corpo, quella lingua che scivola lungo il mio addome fino al mio…
Giro la testa lontano da lei.

"Ti piace ballare?" dice, e si avvicina allo stereo. Mi giro a guardarla mentre preme alcuni tasti dello stereo, dandomi la schiena "Mmmm…! Questa mi piace…" dice, e dallo stereo parte il ritmo incalzante di «Little Miss Lover».
Ritorna verso di me e ricomincia a ballare, come prima, il suo corpo che si muove con la musica coinvolgente. Guardarla ballare questa volta è ancora più erotico, perché ora è rivolta verso di me, i suoi occhi puntati sui miei, il suo corpo che si muove con la musica che ora sembra quasi sporca, oscena. I miei boxer ampi ricominciano a sembrarmi scomodi e stretti, mentre il cazzo mi sta ridiventando duro.
Lei è sempre più vicina a me, mentre ondeggia i suoi fianchi, finché il suo corpo preme contro il mio. Rimango totalmente immobile, non sapendo cosa fare, incapace di smuovermi o reagire, preso tra quello che vorrei fare e quello che dovrei fare.
Valeria mi fissa il viso, le sue labbra si muovono al ritmo, il suo corpo si dimena contro il mio, la sua bocca si curva in un ghigno, così vicina… e io trasalgo mentre lei finge di azzannarmi con i denti. Ride da sola.
La sua testa si inclina, vicinissima alla mia, le nostre labbra quasi si toccano.
"Non preoccuparti. Non mordo mica…" dice, poi fa scorrere la sua lingua sulle mie labbra, facendomi trasalire di nuovo.
Preme le sue mani sulle mie guance e mi fissa, mormorando il testo; i suoi seni sodi sono ora schiacciati contro il mio petto… quindi le sue mani scivolano lungo il mio viso fino al collo, e più giù sul mio petto, mentre lei comincia ad accovacciarsi, le gambe aperte, facendo scivolare tutto il suo corpo verso il basso. Io la fisso, e anche lei mi fissa verso l'alto mentre scende ancora più giù, e sento le sue mani scivolare verso il basso sul mio corpo, sul mio addome, più giù fino ai miei fianchi, le sue dita arrivano a sfiorare il mio cazzo eretto, e poi lungo le mie cosce nude… le sue gambe piegate e allargate intorno a me, la sua gonna spinta in alto sulle sue gambe, le punte dei suoi seni chiaramente visibili. Si solleva di nuovo, le sue mani scivolano nuovamente sulle mie gambe, sopra i miei boxer, una mano si muove lungo il mio cazzo duro, e io gemo mentre diventa ancora più duro… e poi le sue mani scivolano sul mio stomaco e sul petto, finché non è di nuovo in piedi davanti a me.

Avvolge le sue mani intorno alla mia vita e preme i suoi fianchi contro di me, spingendomi a muovermi con lei mentre comincia ad ondeggiare, strofinandomisi addosso. Comincio a muovermi con lei, sentendo il mio cazzo strusciare sul suo pube, e lei sorride e appoggia la testa più vicino, premendo la sua guancia alla mia.
"Va bene…" sussurra nel mio orecchio, "…se è quello che vuoi". Poi sento la sua lingua scivolare sul mio orecchio, ed è come se un'ondata di desiderio si liberasse, fluendo attraverso il mio corpo. Rabbrividisco leggermente, e poi le mie mani sono sui suoi fianchi, la sua pelle fresca e morbida contro i miei palmi… sento quel corpo acerbo, da ragazzina, muoversi contro il mio. Mi sussurra le parole della canzone nell'orecchio, il suo respiro è caldo e umido sul mio lobo.
Avvolge una gamba attorno ai miei fianchi e comincia a scuotere il bacino contro di me, mentre nella canzone irrompe l'assolo erratico della chitarra, e le mie mani le afferrano il culetto, che si flette sodo attraverso la minigonna stretta. Spingo il mio addome verso di lei, mentre ci muoviamo insieme in un movimento di tipo decisamente sessuale. Lei allontana il busto da me mentre inarca la schiena, la testa inclinata all'indietro, i capelli che penzolano verso terra, le sue mani che si aggrappano alle mie spalle, e continua a scuotere i suoi fianchi contro i miei. Guardo il suo corpo fremere contro il mio… le mie mani si muovono per afferrare la sua vita palpitante, spingendo i miei fianchi contro di lei, perdendomi davvero nella sensazione di questa ragazzina così vibrante e viva, dimenticando mia moglie, mio figlio, tutto.
Scuote di nuovo la testa in avanti, e i suoi capelli mi finiscono sul viso come una frustata. Poi la scuote, ruotandola a sinistra e a destra, e i suoi capelli le tornano sulle spalle… e poi preme le sue labbra sulla mia bocca, forzando la sua lingua tra le mie labbra; le nostre bocche sono aperte, si baciano profondamente, il suo addome struscia contro il mio, le sue mani mi afferrano le natiche; mi tira a sé con la sua gamba avvolta attorno alla mia vita. Valeria è arpionata a me, e il suo bacino sfrega contro il mio cazzo… e io mi sento così arrapato che vorrei tirarlo fuori e infilarglielo dentro, proprio lì, in piedi nel soggiorno. Il suo respiro è pesante e agitato mentre ci baciamo, le nostre lingue si sondano, e io faccio scorrere le mie mani sul suo corpo, sopra la sua schiena nuda e poi indietro lungo i fianchi fino alla vita.

La canzone sfuma verso la fine, e lei allontana la sua bocca da me. Mi fissa di nuovo, con quegli occhi celesti, larghi e luccicanti di lussuria, le sue labbra alzate in quel grazioso ghigno malizioso, e mi fa scorrere le sue mani su e giù per il petto e gli addominali. Mi accorgo a malapena dell'inizio della canzone successiva, mentre lei mi afferra la maglietta e io alzo le braccia e lei me la sfila e la lascia cadere a terra. Mi fissa il petto e l'addome mentre strofina le mani sulla mia pelle nuda. Preme le sue labbra sul mio petto, e poi fa scivolare la sua lingua giù fino al mio addome mentre si accovaccia davanti a me. La guardo chinarsi, osservando i suoi seni sodi sotto il suo top, e sento le sue mani scivolare sul mio addome e poi sui miei boxer. Solleva l'orlo e cerca sotto il tessuto, e io gemo quando sento la sua mano afferrare il mio cazzo e tirarlo fuori.
"Hmmmm…" dice lei, fissandolo, mentre ci strofina le dita sopra. "Sei bello duro, paparino, vero?" dice, guardando di nuovo verso di me. Non riesco a rispondere nulla, mentre aspetto che lei faccia qualcosa per alleviare la mia tensione. Lei mi sorride, afferra il mio cazzo e fa scorrere la sua mano su e giù, i suoi polpastrelli giocano con la mia cappella.
"Ti piace, paparino?" mi dice, ovviamente godendo nel farmi impazzire.
"Mm-hmm…" mormoro e annuisco con la testa, quasi implorandola di continuare.
"È passato molto tempo, vero?" dice e apre la bocca, e fa scorrere la lingua lungo la cappella, continuando a guardarmi.
"Troppo…" dico, senza fiato per quello che mi aspetto che faccia.
"Peccato. Un cazzo così bello merita attenzione…" dice e poi mi succhia la cappella, i suoi occhi sempre piantati nei miei.
So che sta giocando con me, che mi stuzzica per aumentare la mia frustrazione, e che si sta godendo ogni singolo momento… ma io sono completamente alla sua mercé; tutto quello che riesco a fare è osservarla e aspettare che lei faccia ciò che vuole, troppo timoroso per forzarla, ma desideroso che lo faccia da sola.

Geme mentre mi prende il cazzo in bocca e fa scorrere le sue labbra lungo l'asta, le sue mani scorrono attorno ai miei fianchi fino al mio sedere. La fisso mentre lei solleva lo sguardo verso di me, con il mio cazzo in bocca. Lei interrompe il nostro guardarci mentre la sua bocca scorre lungo il mio arnese, preda quasi integrale delle sue fauci. Allunga le sue mani sul mio addome e sul petto mentre comincia a muovere la testa avanti e indietro lungo la mia asta, con la sua lingua che scorre sotto di essa, gemendo dolcemente. Fa scorrere le sue mani di nuovo fino al mio petto, le sue unghie che graffiano la mia pelle, poi mi afferra il cazzo e inizia a muovere la sua mano su e giù per l'asta mentre succhia la parte anteriore. Comincio a muovere i miei fianchi, scopandole la bocca, mentre lei accelera un po' il ritmo, e io chiudo gli occhi e inclino la testa all'indietro, gemendo mentre sento le sue labbra avvinghiate alla mia circonferenza, la sua mano che scorre su e giù sulla mia mazza. Le mie palle si contraggono contro il mio corpo, e sento che sto per venire… le afferro le braccia e mi allontano da lei.
Lei mi guarda con quei grandi occhi chiari, cerulei. "È troppo?" dice, col suo ghigno a mezza bocca, lucente di umori.
Guardo il suo giovane viso fissarmi con arroganza, perché sa che mi sta facendo impazzire e io sono troppo stordito per fare qualcosa… e vedo questa giovanissima donna, questa ragazzina che si giostra un uomo più anziano che dovrebbe essere molto più maturo ed esperto, e invece si sente un adolescente che riceve il suo primo pompino. Sono imbarazzato da me stesso, sto lasciando che questa ragazza sia così dominante. Lei è così bella, così sexy, così sicura di sé che probabilmente è abituata a questo tipo di reazioni: uomini, anche più grandi di lei, che le sbavano dietro, che la implorano di avere di più da lei, e che lei tiene in pugno, ai suoi piedi. Decido allora che non succederà, questa volta. Dovrò mostrarle qualcosa a cui non è abituata.

La tiro su per le braccia, e lei si alza davanti a me.
"Ne hai già abbastanza?" chiede, strizzando gli occhi compiaciuti verso di me.
"No. Voglio solo che tu non ti perda il meglio!", dico, e la conduco verso il divano.
Lei mi fissa incuriosita mentre la metto a sedere sul divano. La guardo e sorrido, facendole capire che questo matusa non è un ragazzino con cui giocare.
"Beh, io…" inizia a dire, ma io mi chino in avanti e la bacio appassionatamente, con la lingua che si spinge nella sua bocca.
Le sue mani premono contro il mio torace, come se cercasse di spingermi via, ma poi scivolano lungo il mio petto nudo mentre lei inizia a gemere. Interrompo il bacio e mi allontano da lei lentamente; le mie mani si appoggiano sulle sue ginocchia, divaricandole, mentre mi accovaccio tra le sue gambe. Lei scivola più giù sul divano, guardandomi, respirando pesantemente. Faccio scivolare le mani sulle sue calze fino alle cosce nude e le spingo la gonna in su, fino alla vita, la sua pelle liscia e morbida è fresca sotto le mie mani. Muovo le mani su e giù lungo il suo interno coscia, e lei allarga ancora di più le gambe. Distolgo il nostro gioco di sguardi per osservare tra le sue gambe, e ho la conferma che non indossa biancheria intima, e che i suoi peli pubici sono tagliati e modellati in una striscetta nera ben curata.
Mi chino e le bacio l'interno delle cosce appena sopra la calza. Le mordicchio la pelle, prendendomi il mio tempo, godendomi la sensazione della sua carne soda contro le mie labbra e la mia lingua, mentre faccio scorrere la mia mano su e giù per l'altra coscia. Le mie dita si avvicinano alla sua figa, ma senza mai toccarla; lei comincia a gemere e mi passa le dita tra i capelli per afferrarmi la testa e tirarla tra le sue gambe. Le resisto un po', e intanto faccio scorrere la mia lingua sul suo interno coscia e succhio la pelle del suo inguine. Sono io che adesso godo nel farla impazzire. Il profumo della sua figa è troppo allettante.

Sposto la mia bocca e faccio scivolare la mia lingua tra le pieghe della sua vagina, e le lecco il clitoride. Lei geme forte, e le sue dita si insinuano ancora di più tra i miei capelli. Faccio scorrere le mie mani sotto le sue cosce e le sollevo le gambe sulle mie spalle. Lei incrocia i suoi piedi dietro la mia schiena, col tacco dei suoi stivali che affonda nella mia carne, e preme le sue cosce contro le mie guance mentre comincio a leccarle la figa, premendo la mia lingua contro di essa e facendola scivolare all'insù per sfiorarle il clitoride ogni volta. Poi le circondo il clitoride tra le labbra, e comincio a succhiarlo e a stuzzicarlo con la lingua, facendo sussultare il suo corpo e serrare le sue gambe ancora più strette attorno alla mia testa. Lei ansima ad ogni colpo e poi tutto il suo corpo si contrae, mentre un orgasmo la investe. Spingo la mia testa in avanti e affondo la mia lingua nella sua figa fremente, facendola tremare in tutto il corpo.
Infine le sollevo le gambe dalle mie spalle e mi siedo.

"Wow…" sospira Valeria, sdraiata sul divano, il suo petto che si alza e si abbassa per i suoi respiri profondi, il suo corpo rilassato a gambe allargate davanti a me. La guardo dall'alto… il petto ansante con i seni quasi esposti, i capelli sparpagliati attorno al viso, l'anello che brilla sul suo ombelico, la gonna di pelle nera tirata su fino alla vita che espone la sua figa bagnata… e il mio cazzo così dolorosamente duro. Faccio scorrere le mie mani lungo le sue cosce, sentendo il tessuto forato delle sue calze e la pelle fresca e tesa delle sue cosce, guardando il mio cazzo in bilico sopra la sua figa in attesa… e penso che è giunto il momento di scoparla.

Spingo i miei boxer giù lungo le gambe e li tolgo, guardandola mentre si tira via il top da sopra la testa e lo lascia cadere sul divano. Mi inginocchio di nuovo tra le sue gambe e guardo il suo bel seno ambrato, più piccolo di quello di Gianna, ma così dannatamente sodo e rotondo. Mi chino e succhio un capezzolo tra le labbra. Lei geme e inarca la schiena, offrendomi i suoi seni. Faccio scorrere le mani lungo i suoi fianchi e la vita, sentendo il suo corpo muoversi sotto di me, tirando il suo seno nella mia bocca, la mia lingua che le sfrega il capezzolo.
"Oddio…" geme, poi afferra il mio cazzo e lo tira a sé delicatamente. Scivola più giù sul divano ed io mi muovo sopra di lei per tenere il suo seno nella mia bocca, la mia mano si sposta all'insù per massaggiare l'altro. Poi sento la sua figa strofinarsi contro la cappella del mio arnese mentre lo tira verso di lei.
Faccio scorrere le mie mani sui suoi seni mentre mi avvicino a lei. Guardo la sua mano che tiene il mio cazzo a contatto con la sua figa, le sue gambe spalancate, e spingo in avanti, guardandomi scivolare dentro di lei. Gemiamo insieme mentre lo vedo penetrare, sentendolo muoversi nella sua fica bagnata e strettissima. La sua mano scivola giù alla radice del mio membro, le sue dita giocano sotto di esso, mentre mi tira più dentro di sè, ed io mi spingo in lei completamente. Lei appoggia le sue mani intorno ai miei fianchi e mi tiene stretto a sé mentre comincia a pompare contro di me, facendo contrarre la sua figa intorno al mio cazzo inguainato dentro di lei.
Afferro i suoi fianchi per sentire il suo corpicino contorcersi e agitarsi. Lei mi guarda, nei suoi occhi un misto di lussuria e determinazione, mentre si gode la sensazione di avermi dentro di sé, ma sfidandomi a resistere, a farla venire ancora. Le sorrido di rimando e mi spingo dentro di lei, inarcandomi e inclinando il mio cazzo verso l'alto. Lei ansima, e le sue mani si aggrappano ai miei fianchi. Allora comincio a scuotermi, lasciando il mio cazzo infilato profondamente in lei, seguendo i suoi movimenti flessuosi, strusciandomi sul suo inguine. Faccio scorrere le mie mani sulla sua vita fino alle sue cosce e mi sporgo all'indietro per vedere la radice del mio cazzo appena visibile tra le sue gambe mentre ci spingiamo l'uno contro l'altra.

I nostri gemiti mi fanno capire che la stanza adesso è molto silenziosa. Non so quando il CD sia finito, ma ora l'unico rumore sono i nostri ansimi e il fruscìo e lo scricchiolìo del divano sotto i nostri corpi che si muovono. Valeria si strofina le mani sui seni e geme, guardandomi con gli occhi socchiusi, conscia dell'effetto che questo avrà su di me. Comincio a muovermi dentro e fuori da lei più velocemente, mentre lei ora resta ferma, lasciandosi scopare, limitandosi a carezzarsi i seni e a godere; il suo corpo viene sospinto in avanti a ogni spinta del mio bacino che martella contro di lei. La sento gemere ogni volta che affondo, con lei che allunga la testa all'indietro, passandosi le dita attraverso i lunghi capelli blu tinti. Guardo il mio membro uscire da lei quasi per intero, prima di spingerglielo di nuovo dentro, facendo sobbalzare i suoi seni, irrigidire il suo ventre tonico e piatto, e facendola guaìre forte, impazzendo a mia volta di piacere.
Pianto il mio cazzo dentro di lei, pronto ad esplodere dentro la sua figa, ma sento che è ancora presto. Non voglio ancora arrendermi a lei.

Mi fermo, dandomi il tempo di rilassarmi, e infilo le braccia sotto le sue gambe, sollevandole sopra e contro le mie spalle, e mi rilasso sul suo corpo, il mio membro sempre dentro di lei. Valeria mi guarda con sulle labbra il ghigno di chi ha capito. Sorrido a me stesso mentre ricomincio a scivolare piano dentro e fuori, penetrando ancora più a fondo di prima e osservando il ghigno scomparire dal suo viso mentre torna ad ansimare e scuotersi di piacere. Sento le sue gambe premere sulle mie spalle, il tessuto retato delle sue calze che strofina contro la mia pelle. Il divano comincia a scricchiolare furiosamente sotto di lei mentre accelero il ritmo, gli scricchiolii sono ora mescolati con lo schiaffeggìo della mia pelle contro la sua pelle, e con i nostri ansimi e gemiti. Mi sostengo poggiando le mani sul divano ai lati del suo corpo, a braccia tese, mentre la inforco, sentendola avvilupparsi attorno a me sempre più bagnata e stretta. Lei mi fissa, la sua bocca aperta mentre geme, i suoi occhi che fluttuano, e pianta le sue unghie sul mio petto e sul mio addome, facendomi sobbalzare. Poi si afferra alla mia nuca e mi tira giù verso di sé mentre solleva la testa, premendo le nostre labbra insieme in un bacio profondo, gemendo nella mia bocca, le nostre lingue intrecciate.
A malincuore rallento il ritmo, non voglio venire prima di lei. Mi stacco dalle sue labbra per guardare il suo viso, arrossato dalla lussuria e imperlato di sudore. Mi fermo sopra e dentro di lei ora, godendomi la sensazione delle calde pareti della sua figa che continuano a mungere il mio sesso.

Improvvisamente lei fa scivolare le sue gambe via dalle mie spalle e mi spinge su un lato, il mio cazzo che le scivola fuori. Mi ritrovo a sedere sul divano, di fianco a lei.
"È il mio turno ora!…" dice mentre la vedo proiettare una gamba sopra il mio corpo, la sua figa gonfia e bagnata direttamente davanti alla mia faccia per un istante, mentre si solleva di fianco a me. Mi guarda con il suo solito sorrisetto smorfioso, mentre striscio sul divano e mi sdraio su di esso.
Valeria sta di fronte a me per qualche secondo, lasciandomi ammirare il suo giovane corpo, tonico e sodo, lucido per la traspirazione, i suoi seni nudi e pieni, il suo ventre teso, la sua gonna arrotolata intorno alla vita, i suoi fianchi stretti che sfociano in quelle sue lunghe gambe coperte dalle calze a rete e dai suoi stivaletti da carrista di pelle nera. Scuote la testa di lato, spostando i capelli dietro di sé, e poi mi si mette sopra, portando le sue ginocchia ai lati del mio addome, e si abbassa su di me. Allungando una mano tra i nostri corpi, afferra il mio cazzo e lo dirige sulle labbra della sua figa mentre si sistema sul mio grembo, scivolando lungo la mia asta. Ruotando i fianchi intorno al mio arnese, Valeria scende sempre più in basso, inglobandomi fino a quando non sono immerso in lei completamente, fino in fondo.
La afferro per i fianchi e distendo le mie gambe in modo ampio e comodo, mentre lei si siede eretta sopra di me. Fa scivolare le sue mani sul suo corpo, sopra i suoi seni, il suo petto, il suo collo, e attraverso i suoi capelli, poi comincia a muoversi, scuotendo il suo inguine avanti e indietro sopra di me, assaporando l'intera lunghezza del mio cazzo dentro di lei. Guardo tra le sue gambe toniche e flessuose, e vedo come l'asta del mio membro rimanga immersa nella sua vagina fino alla radice, senza uscire se non per una piccolissima parte come risultato del movimento fluido e oscillante della sua fica calda e bagnata sul mio pube. Faccio scorrere le mie mani lungo le sue cosce e sul suo stomaco, fino a raggiungere i suoi seni duri come quelli di una statua di marmo, sentendo i suoi muscoli flessuosi contrarsi sotto il mio tocco mentre lei muove il suo pube sulla mia zona pelvica in colpi lunghi e intensi.

Valeria geme forte mentre, ben assestata sulla sua sella, si dimena con il mio cazzo profondamente infisso in lei. Guardo la sua testa inclinarsi all'indietro e poi in avanti, con gli occhi chiusi; i suoi lunghi capelli accarezzano il mio petto mentre lei comincia a dondolare i suoi fianchi più velocemente, premendo il suo culetto più forte sulle mie cosce, inchiodandosi sul mio cazzo il più a fondo possibile, trattenendolo completamente dentro di lei.
"Oooddiiiioooo…" grida e abbassa la testa, il suo viso proprio di fronte a me, i suoi occhi che mi fissano. Si afferra al mio petto mentre inizia a sbattersi più velocemente, strusciando i suoi fianchi in modo selvaggio contro il mio pube. La prendo per la cintola e la trattengo, incrociando il suo sguardo, i nostri occhi puntati gli uni negli altri, i nostri corpi uniti insieme. Mi spingo verso l'alto dentro di lei, mentre lei si spinge verso il basso… ora sono conficcato nel suo sesso che più non si potrebbe, le sue dita che mi affondano nella carne. I suoi occhi brillanti mi scrutano a loro volta, persi nella lussuria e nel piacere, senza più scherzi o giochi, desiderosi di perdere il controllo, di lasciarsi travolgere dal godimento.

Ripenso per un attimo a quando, prima, lei mi ha chiesto se era quella la vita che volevo, se era quello il posto nel quale avrei voluto essere… e in questo momento non riesco a pensare a nessun altro posto in cui preferirei essere, con la ragazza di mio figlio sopra di me, che mi scopa come quella notte avevo desiderato che facesse. E sento che lei lo desidera quanto lo desidero io.
Il sesso proibito che stiamo vivendo è il migliore di qualsiasi altro abbia mai avuto.
Tuttavia, ahimé, sono consapevole che niente di così bello può durare a lungo. Sento che Valeria è sull'orlo di un orgasmo… ma lo sono anch'io, e non so quanto sarò in grado ancora di trattenermi.
"Ci… ci sono quasi…!" dico con un rantolo.
"Vieni, paparino… vieni insieme a me…" sussurra lei senza fiato mentre continua a cavalcarmi senza fermarsi, senza rallentare, ed è come un segnale per me di abbandonarmi, di godere dentro di lei… alla fine entrambi ci lasciamo andare simultaneamente; la sua fica si contrae intorno al mio membro, mentre mi sento esplodere, e sollevo i miei fianchi, spingendola in alto mentre spasmo dentro di lei, preparandomi ad eruttare il mio sperma nel suo ventre fremente.
I nostri corpi si irrigidiscono… sento i muscoli della ragazzina tendersi allo spasimo, mentre mi spingo in profondità nel suo sesso, inarcando la schiena e liberandomi dentro di lei. Per diversi, lunghi secondi non c'è alcun rumore, nemmeno un respiro, mentre la tengo sollevata in aria, i nostri sessi come se fossero saldati insieme, l'uno nell'altra… sento la sua fica mungere avidamente il mio cazzo, e diversi potenti getti di sperma schizzare fuori dall'estremità della cappella nelle sue profondità più intime.
Il suo corpo da adolescente trema contro il mio in modo incontrollabile; le pareti del suo sesso fremono, sopra e attorno al mio. Entrambi annaspiamo per prendere aria, mentre i nostri orgasmi percorrono i nostri corpi in contemporanea… fino a ché la mia tensione non si placa, e lascio ricadere i miei fianchi giù sul divano. Lei mi crolla addosso, il suo corpo si adagia mollemente sul mio, la sua testa riposa nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla. Il suo respiro è caldo e fresco allo stesso tempo sulla mia pelle, solleticandomi e facendomi rabbrividire, mentre lei sospira pesantemente. Mi contraggo in lei ancora una volta, sentendo il mio cazzo rilasciare qualche ultima goccia, e poi mi rilasso del tutto, riprendendo fiato, lasciando che l'orgasmo si dissipi lentamente, beandomi della sensazione del suo corpo disteso sopra il mio, avvolto intorno al mio, appiccicato al mio dai nostri sudori mescolati insieme.

Ci vogliono diversi minuti prima che lei recuperi le forze. Dopo il suo sconvolgente orgasmo, Valeria è crollata sul mio corpo, con il mio cazzo ancora in profondità dentro di lei. Le mie braccia la circondano teneramente, tenendola stretta a me.
"Mmmmhh… è stato incredibile, ho goduto tantissimo…" sussurra, le sue labbra che sfiorano il mio orecchio. Poi solleva il viso e mi bacia sulle labbra.
Non posso fare a meno di sorridere; mi sento bene, appagato, felice.
Lei si solleva fino a sedersi dritta su di me, guardandomi imperiosamente dall'alto in basso. Io la osservo, il suo corpo giovane e sodo piantato sopra il mio, con il mio cazzo che si rilassa piano dentro di lei. Mi stiracchio con un gemito, apprezzando il modo in cui il mio corpo si sente mentre i miei muscoli si distendono.
"Sei felice?" mi chiede, mentre un ghigno compiaciuto le attraversa le labbra.
"Sì…" dico e sospiro.
"Lo capisco da quel sorrisetto da stronzo che hai in faccia…" dice lei, leggera e scherzosa, e mi fa scivolare un dito sulle labbra.
"Non posso farci niente. Sei così bella seduta così…" dico, e le afferro i fianchi.
"Davvero?" chiede, e scuote leggermente i fianchi. "Non immaginavo che ti piacesse così tanto avermi sopra di te".
"Se mi piace? Lo adoro!", dico e spingo di nuovo all'insù, non volendo che il mio membro fuoriesca da lei; la sensazione di stare dentro la sua figa calda e stretta è troppo deliziosa… e già mi sembra di sentirlo indurirsi di nuovo, tra le pareti bollenti della sua deliziosa vagina.

Lei gira la testa quando entrambi sentiamo uno struscichìo, come se qualcuno stesse camminando nel corridoio. Poi mi guarda di nuovo e mi sorride con quel suo sorriso malizioso, impertinente, curiosa di vedere cosa farò, cosa succederà dopo. Io la guardo e le sorrido, quindi sollevo le spalle, nel gesto di chi non si preoccupa troppo.
Mi fa una linguaccia… poi il suo ghigno si trasforma in un sorriso rilassato, e si sporge in avanti per baciarmi… e io cado preda del suo bacio, stringendola a me, non pensando più a nulla, solo felice di essere lì con lei, dentro di lei… col solo intimo desiderio che quel momento duri per sempre.
scritto il
2024-07-28
5 . 8 K
visite
5 1
voti
valutazione
7.6
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.