L’araba felice

di
genere
fisting

L’araba
La prima volta l’ho vista al supermercato. Era con il marito e i figli.
Aveva attirato la mia attenzione il suo abbigliamento. Pur essendole imposto dalla sua religione, indossava il velo e l’abito tradizionale con molta eleganza. La parte del viso scoperta mostrava una giovane donna dalla pelle ambrata e liscia. Non era truccata e, nonostante ciò, appariva bella e provocante. Le sue labbra rosse e carnose inducevano a pensieri peccaminosi. Il marito doveva essere un ingegnere o qualcosa del genere. Era vestito elegante con un abito di lino grigio chiaro, una camicia e scarpe nere di lusso. Anche i due figli erano vestiti in maniera adeguata al loro tenore di vita.
Alla cassa erano davanti a me e sentivo lei litigare con il marito. Parlavano la loro lingua ma dal tono aspro della voce si intuiva che lei lo stesse rimproverando di qualcosa. Lui cercava di scusarsi e dopo un paio di frasi secche e con voce aspra della moglie tacque. Della coppia era lei che comandava, pensai. Quando il padre si rivolse in italiano ai figli capii il motivo del litigio. Il marito, nonostante avesse promesso alla famiglia una vacanza, doveva allontanarsi per lavoro, lasciando sola moglie e figli. Dopo che ebbero pagato la spesa, li osservai allontanarsi. Lui carico di borse come un asino da soma lei con la sola borsetta al braccio. Questo cosa mi confermò che era lei che comandava.
La rividi il giorno successivo al centro commerciale. Questa volta era sola e stava entrando in un negozio di intimo. Era vestita con un abito diverso da quello del giorno precedente ed era altrettanto elegante. Non potei fare a meno di notare che si soffermava davanti all’abbigliamento intimo più provocante e sensuale e la immaginai nuda con indosso solo il perizoma ed il reggiseno a balconcino. L’abito le fasciava il corpo e non si poteva intuirne la forma, ma a giudicare dalla misura dell’intimo doveva avere un bel culo ed un bel seno. Lei si accorse che la stavo osservando e, nonostante ciò, continuò a prendere dallo scaffale diversi completi sexy e a portarseli davanti per guardarsi allo specchio. Ne prese tre e si diresse verso i camerini di prova. Quando entrò, prima di chiudere la tenda mi lanciò uno sguardo così sensuale e pieno di promesse che non ebbi alcun dubbio. Potevo scoparmela. Mi diressi subito nell’area destinata all’intimo maschile e tirai su a caso tre o quattro costumi. Dopodiché mi diressi sicuro verso i camerini. Non avevo però fatto i conti con la commessa che appena mi vide mi indirizzò immediatamente verso quelli destinati al pubblico maschile. Per non destare sospetti entrai in uno dei camerini liberi e feci finta di provare uno dei costumi e uscii senza acquistare nulla. Aspettai che lei uscisse dal camerino. Ero intenzionato ad abbordarla con una scusa e dovetti attendere un bel po’ prima di vederla comparire. Si recò immediatamente alla cassa e dopo aver pagato uscì. Io ero davanti all’ingresso del negozio e quando mi vide mi sorrise. I suoi denti bianchi e le labbra rosse e carnose mi fecero eccitare. Lei sembrò accorgersene e mi parve vederla arrossire. Mi rivolsi a lei scusandomi per l’impertinenza ma avendo visto che aveva acquistato un completo di pizzo rosso volevo sapere cosa ne pensava, volendo io acquistare per la mia fidanzata un capo identico. Lei mi guardò con l’aria di una che aveva capito tutto e mi chiese il mio numero di cellulare. Glielo dettai e pochi secondi dopo ricevetti una serie di notifiche. Aprii whatsapp e comparvero in chat una serie di foto di lei in mutandine e reggiseno. Si era scattata dei selfie mentre provava in camerino. Con immenso piacere potei constatare che aveva un corpo fantastico. Un seno prorompente, dei fianchi burrosi ma non grassi e soprattutto un culo da esposizione. Lei mi sorrise chiedendomi se fossero sufficienti. Io ricambiai il sorriso e la ringraziai. Iniziammo così una fitta conversazione fatta di messaggi e foto. Dopo le foto in costume ricevetti quelle del suo corpo nudo. Il suo seno era sodo e le aureole dei capezzoli larghe. Il suo pube era ben rasato con il solo vezzo di una piccola striscia di pelo nel mezzo. Io ricambiai mandandole le foto del mio uccello in tiro e lei mi rispose con un video dove le sue dita entravano dentro la figa bagnata. A mia volta le inviai un video dove mi masturbavo e quando godevo spruzzavo la sborra su una delle sue foto in costume da bagno.
Dopo un paio di giorni cominciò a farmi domande sulla mia situazione sentimentale. Le dissi che ero single e che avevo la casa a mia completa disposizione se avesse voluto passare qualche ora con me. Lei sembrò opporre resistenza ma il giorno successivo mi scrisse che, se fossi stato libero, sarebbe venuta a trovarmi non appena lasciati i bambini a scuola. Io lavoro da casa e non ho problemi ad organizzare le mie giornate e pertanto le risposi che l’aspettavo a braccia aperte. Lei mi rispose che l’importante era che avessi il cazzo duro.
Alle otto e mezza era a casa mia. Appena entrata la baciai sulle labbra e lei mi infilò la lingua in bocca fino quasi a toccarmi l’ugola. Mi staccai da lei e le chiesi di mostrarmi la lingua. Era lunga e sottile e guizzava come un serpente. Ci spogliammo in pochi secondi e per prima cosa lei si inginocchiò e prese in bocca il cazzo. Lo prese fino in gola e il suo naso toccava il mio pube. Rimase per qualche secondo immobile poi lo tirò fuori ed iniziò a leccarlo come un gelato.
Le chiesi di alzarsi e la presi per mano e la condussi in camera da letto. Lei si sdraiò a pancia in su e spalancò le gambe. La sua figa era grande e grondava degli umori dell’eccitazione. Mi accostai a lei e mentre io le leccavo la figa dolce e profumata lei riprese a succhiare il cazzo. Ebbe un primo orgasmo e il suo miele mi riempì la bocca. Anche io stavo per venire e per non farlo mi sollevai ed allontanai il cazzo dalla sua splendida bocca. Le chiesi di mettersi a pecora e finalmente entrai dentro di lei. La figa era larga e slabbrata segno che il marito o chiunque altro la scopava aveva un uccello più grosso del mio. Lei si accorse di questo e mi chiese di incularla. Io obbedii e pochi secondi dopo stavo già entrando nel secondo canale per fortuna più stretto del primo. Mi chiese di non avere pietà e di entrare fino in fondo e sbatterla con forza. Obbedii ancora e sentii il suo ano allargarsi e lubrificarsi. Stava avendo degli orgasmi anali. Sembrava impazzita e diceva frasi in arabo che non capivo.
Compresi quando mise la mano fino al polso dentro la figa così in fondo che potevo sentire le sue dita accarezzare il mio uccello dall’altra parte. Urlò come una scrofa e infine ebbe un orgasmo stratosferico in cui con lo sfintere stringeva il mio cazzo quasi a volerlo mungere e un getto di umori uscì dalla figa bagnando le lenzuola. Anche io sentii di essere arrivato al capolinea e, dopo aver dato alcuni colpi ancora più violenti, scaricai il mio carico di sborra. Ero esausto e mi appoggiai al suo corpo costringendola a restare immobile sotto il mio peso. Restammo così per qualche tempo poi andammo a farci la doccia. Uscì da casa mia alle undici. Nel salutarmi mi diede un bacio sulla bocca e promise che sarebbe ritornata presto.
scritto il
2024-07-29
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