L'accademia del piacere 1° Capitolo
di
AngelicaBella
genere
prime esperienze
Capitolo 1: L'Invito
Il sole di fine pomeriggio filtrava attraverso le tende leggere, gettando ombre dorate sulla pelle nuda di Lara. Sdraiata sul letto, sentiva il calore del sole fondersi con quello del suo corpo, un piacere sottile e languido che scorreva nelle sue vene come un veleno dolce e inesorabile. Si rigirò tra le lenzuola di seta, il tessuto fresco accarezzava le curve del suo corpo, ma anche questo piccolo piacere non bastava. Nulla sembrava mai abbastanza.
Lara aveva sempre saputo di essere diversa. Sin da adolescente, il suo corpo le parlava in modi che nessun altro sembrava comprendere. Aveva imparato presto a nascondere la sua brama dietro un velo di rispettabilità, ma sotto la superficie c'era un'onda irrefrenabile di desiderio che minacciava di travolgerla. Gli uomini e le donne con cui si era concessa avevano tentato di soddisfarla, ma alla fine, tutti si rivelavano inadeguati, incapaci di colmare quel vuoto profondo che si apriva dentro di lei.
Quel pomeriggio, stanca della sua solitudine insaziabile, Lara si era concessa un'uscita insolita. Era entrata in una libreria antiquaria, attratta dal richiamo delle pagine ingiallite e dei volumi dimenticati. Vagando tra gli scaffali polverosi, il suo sguardo era caduto su una brochure che sembrava fuori posto, infilata tra due volumi di poesie erotiche del XVIII secolo. Il foglio era di una carta pesante, quasi vellutata, con caratteri in rilievo che invitavano chiunque lo trovasse a un luogo segreto, un santuario per i sensi: "L'Accademia del Piacere".
Il nome risuonava nella sua mente come un sussurro seducente. Lì, nel silenzio della libreria, Lara aveva sentito qualcosa accendersi dentro di lei, un barlume di speranza e una fiamma di curiosità. Senza pensarci due volte, aveva preso la brochure, la piegò con cura e la infilò nella borsa.
Tornata a casa, sdraiata sul letto, Lara tirò fuori la brochure e iniziò a leggere con attenzione. Le parole danzavano davanti ai suoi occhi, promettendo esperienze mai vissute, piaceri al di là di ogni immaginazione. La descrizione dell'Accademia era vaga, eppure profondamente evocativa. Parlava di stanze decorate con sete e velluti, di luci soffuse e profumi esotici, di corpi che si intrecciavano in una danza infinita di piacere.
Ma era l'ultima frase che la colpì come un colpo al cuore: "Per coloro che sono in grado di risolvere l'enigma, l'Accademia del Piacere aprirà le sue porte. Qui, il desiderio diventa realtà, e la realtà si dissolve nel desiderio."
Lara sentì un brivido correre lungo la spina dorsale. Un enigma. Qualcosa dentro di lei si risvegliò, una forza che non provava da tempo. Si alzò dal letto, accendendo il piccolo lampadario sulla scrivania. Prese carta e penna e iniziò a risolvere il puzzle che le era stato presentato. Le parole si componevano lentamente nella sua mente, formando un indirizzo che non conosceva, in una parte della città che non aveva mai esplorato.
Quando finalmente ebbe completato l'enigma, si ritrovò a fissare l'indirizzo scritto con la sua stessa calligrafia, il cuore che batteva forte nel petto. Non sapeva cosa aspettarsi, ma una cosa era certa: non poteva ignorare quell'invito. Il desiderio, sempre presente e mai placato, sembrava gridare dentro di lei.
La sera, Lara si vestì con cura, scegliendo un abito nero di seta che le scivolava addosso come un secondo strato di pelle. Si osservò allo specchio, i lunghi capelli castani che le cadevano sulle spalle, gli occhi scuri e intensi, il rossetto rosso che brillava come una promessa non detta. Era pronta, o almeno voleva crederci.
Lasciò il suo appartamento, il rumore dei tacchi che echeggiava nel corridoio vuoto, e si avviò verso l'ignoto, guidata da un desiderio che la spingeva oltre ogni limite conosciuto. Le strade della città erano stranamente deserte, come se il mondo stesso sapesse che quella notte apparteneva solo a lei e al mistero che l'aspettava.
Quando finalmente giunse davanti a una grande villa nascosta tra gli alberi, il portone di legno antico si aprì senza che lei avesse bisogno di bussare. Una figura elegante e austera la accolse all'ingresso: Madame Margaux, una donna di mezz'età, avvolta in un abito di velluto viola. I suoi occhi erano freddi e penetranti, ma le sue labbra accennavano a un sorriso enigmatico.
"Benvenuta, Lara," disse Madame Margaux, come se la stesse aspettando da sempre. "L'Accademia del Piacere ti attende. Qui, potrai scoprire la verità che giace nei tuoi desideri più profondi."
Lara avvertì una sensazione di vertigine, come se fosse sull'orlo di un abisso. Eppure, sentiva che non c'era ritorno. Con un ultimo respiro, varcò la soglia, lasciandosi alle spalle la sicurezza del mondo che conosceva per immergersi in un luogo dove il piacere e il pericolo si intrecciavano in una danza seducente e senza fine.
Il sole di fine pomeriggio filtrava attraverso le tende leggere, gettando ombre dorate sulla pelle nuda di Lara. Sdraiata sul letto, sentiva il calore del sole fondersi con quello del suo corpo, un piacere sottile e languido che scorreva nelle sue vene come un veleno dolce e inesorabile. Si rigirò tra le lenzuola di seta, il tessuto fresco accarezzava le curve del suo corpo, ma anche questo piccolo piacere non bastava. Nulla sembrava mai abbastanza.
Lara aveva sempre saputo di essere diversa. Sin da adolescente, il suo corpo le parlava in modi che nessun altro sembrava comprendere. Aveva imparato presto a nascondere la sua brama dietro un velo di rispettabilità, ma sotto la superficie c'era un'onda irrefrenabile di desiderio che minacciava di travolgerla. Gli uomini e le donne con cui si era concessa avevano tentato di soddisfarla, ma alla fine, tutti si rivelavano inadeguati, incapaci di colmare quel vuoto profondo che si apriva dentro di lei.
Quel pomeriggio, stanca della sua solitudine insaziabile, Lara si era concessa un'uscita insolita. Era entrata in una libreria antiquaria, attratta dal richiamo delle pagine ingiallite e dei volumi dimenticati. Vagando tra gli scaffali polverosi, il suo sguardo era caduto su una brochure che sembrava fuori posto, infilata tra due volumi di poesie erotiche del XVIII secolo. Il foglio era di una carta pesante, quasi vellutata, con caratteri in rilievo che invitavano chiunque lo trovasse a un luogo segreto, un santuario per i sensi: "L'Accademia del Piacere".
Il nome risuonava nella sua mente come un sussurro seducente. Lì, nel silenzio della libreria, Lara aveva sentito qualcosa accendersi dentro di lei, un barlume di speranza e una fiamma di curiosità. Senza pensarci due volte, aveva preso la brochure, la piegò con cura e la infilò nella borsa.
Tornata a casa, sdraiata sul letto, Lara tirò fuori la brochure e iniziò a leggere con attenzione. Le parole danzavano davanti ai suoi occhi, promettendo esperienze mai vissute, piaceri al di là di ogni immaginazione. La descrizione dell'Accademia era vaga, eppure profondamente evocativa. Parlava di stanze decorate con sete e velluti, di luci soffuse e profumi esotici, di corpi che si intrecciavano in una danza infinita di piacere.
Ma era l'ultima frase che la colpì come un colpo al cuore: "Per coloro che sono in grado di risolvere l'enigma, l'Accademia del Piacere aprirà le sue porte. Qui, il desiderio diventa realtà, e la realtà si dissolve nel desiderio."
Lara sentì un brivido correre lungo la spina dorsale. Un enigma. Qualcosa dentro di lei si risvegliò, una forza che non provava da tempo. Si alzò dal letto, accendendo il piccolo lampadario sulla scrivania. Prese carta e penna e iniziò a risolvere il puzzle che le era stato presentato. Le parole si componevano lentamente nella sua mente, formando un indirizzo che non conosceva, in una parte della città che non aveva mai esplorato.
Quando finalmente ebbe completato l'enigma, si ritrovò a fissare l'indirizzo scritto con la sua stessa calligrafia, il cuore che batteva forte nel petto. Non sapeva cosa aspettarsi, ma una cosa era certa: non poteva ignorare quell'invito. Il desiderio, sempre presente e mai placato, sembrava gridare dentro di lei.
La sera, Lara si vestì con cura, scegliendo un abito nero di seta che le scivolava addosso come un secondo strato di pelle. Si osservò allo specchio, i lunghi capelli castani che le cadevano sulle spalle, gli occhi scuri e intensi, il rossetto rosso che brillava come una promessa non detta. Era pronta, o almeno voleva crederci.
Lasciò il suo appartamento, il rumore dei tacchi che echeggiava nel corridoio vuoto, e si avviò verso l'ignoto, guidata da un desiderio che la spingeva oltre ogni limite conosciuto. Le strade della città erano stranamente deserte, come se il mondo stesso sapesse che quella notte apparteneva solo a lei e al mistero che l'aspettava.
Quando finalmente giunse davanti a una grande villa nascosta tra gli alberi, il portone di legno antico si aprì senza che lei avesse bisogno di bussare. Una figura elegante e austera la accolse all'ingresso: Madame Margaux, una donna di mezz'età, avvolta in un abito di velluto viola. I suoi occhi erano freddi e penetranti, ma le sue labbra accennavano a un sorriso enigmatico.
"Benvenuta, Lara," disse Madame Margaux, come se la stesse aspettando da sempre. "L'Accademia del Piacere ti attende. Qui, potrai scoprire la verità che giace nei tuoi desideri più profondi."
Lara avvertì una sensazione di vertigine, come se fosse sull'orlo di un abisso. Eppure, sentiva che non c'era ritorno. Con un ultimo respiro, varcò la soglia, lasciandosi alle spalle la sicurezza del mondo che conosceva per immergersi in un luogo dove il piacere e il pericolo si intrecciavano in una danza seducente e senza fine.
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