Dai piedi in su atto VI
di
cagnetta rottainculo
genere
dominazione
Ricevo sms dal padrone “Stasera ore 21 da me”. “Confermo”. “Presentati con il forno pulito che cuociamo la torta”. Sono nelle nebbie. Non ci capisco un'acca. Pensa e ripensa. Mi dico: forse il padrone mi voleva solo prendere per il culo. Ed è a quel punto che mi si è accesa una lampadina. Cazzo, mi vuole inculare! Tolgo il forse e passo dall'imperfetto all'indicativo e il messaggio in codice mi risulta finalmente ma anche penosamente più chiaro. Mi vuole inculare! Mi vuole inculare! Continuo a ripetermelo per tutto il pomeriggio. Mi sposto inconcludente da una stanza all'altra. Sono troppo agitato. Tuttavia, a scanso di equivoci (e di punizioni) mi piazzo sul wc e spingo. Per fortuna che lo ho fatto perché ho evacuato due stronzi grossi come banane. E come se non bastasse prima di uscire ho svitato il soffione e mi sono fatto pulizia con il flessibile della doccia inserito nel buco del culo a mo' di ripetuti e abbondanti clisteri che trattenevo e poi pisciavo come una equino sul piatto del box. Ma ero anche deciso a rifiutarmi. A dire che non mi sentivo pronto. Che avevo dei timori. Mentre ero ben fermo in questi propositi arrivo alla casa del padrone, suono, mi da il tiro. Mi spoglio e mi presento a lui tremante come una foglia. Mi sono sentito nella tana del lupo. Il padrone mi fa venire davanti a lui, mi palpa il culo e mi dice: Saltiamo tutti i preliminari e veniamo subito al dunque. RO (= Ricevo Ordine) a ginocchioni sulla poltrona. Eseguo senza fiatare. Con una manata mi riversa sullo schienale. Sono in trappola. Con calma decanta la bellezza del mio posteriore e soggiunge: stasera ti cucino. Su questa torta ci mancano le guarnizioni e la candela di compleanno e anche la farcia. Poi in modo quasi tenero mi sussurra vicino all'orecchio: Non sei allo sbando. Momento per momento ti dirò tutto quello che sto facendo. Tiro un mezzo sospiro di sollievo e ringrazio. Grazie mio supremo PM (= padrone e maestro). Ho tanta fiducia ma anche tanta paura. E lui di rimando: Ti tolgo di mezzo la paura. Lo so che sei vergine e che è la tua prima volta. Non ti succede niente di male. Semplicemente stai diventando vero frocio. Al tuo culo voglio tanto bene. È mio. Ora e sempre sarà solo mio. E continua: Ne ho inculati tanti, schiavi o non schiavi. Molti schiavi sono stati ceduti in giro senza riguardo e dopo un po' il loro culo sfondato e slabbrato in malo modo non interessava più a nessuno. Sono finiti in appostamento nelle latrine e nelle saune per maschi, ma anche lì cominciavano a fare schifo al cazzo. A te non succederà. Forse ti userò in compagnia di qualche amico dom che dovrà rispettare il tuo culo, che è mio e solo mio e farne a meno. Fra me e me pensavo: ben magra consolazione. Ma tutto sommato la pazienza del padrone mi ha rinfrancato. Subito dopo non ho più pensato a niente. Il padrone mi ha pinzato due mollette ai capezzoli. Con lo scudiscio ha decorato la torta di tante belle rigature e mi ha sculacciato al calor rosso. Ora te lo lavoro a dita. E ho sentito prima una e poi due dita nel buco. Si apre bene sai. È stretto ma anche elastico. RO prova a stringere l'ano e a rilassarlo. Sì mio supremo. Ti piace? Sì mio supremo. Poi è cominciata la festa. Si fionda su di me e mi dice: ti punto la clava. Sì mio supremo. Entro piano. Sì mio supremo. Entro tutto. Sì mio supremo. Mi ingroppa. Fu in quel momento che ho desiderato di sentirlo a spinta. Mi dice: comincio a fotterti. Mugolo: si mio supremo. Ti fotto. Mi cavalca e mena fendenti, senza risparmio. Sibilo come un mantice e gorgheggio degli oh, oh, oh. Ora ti fotto senza pietà. Balbetto: si mio supremo. Mi dice: devo battere il ferro finché è caldo. Sì mio supremo. Da lì in poi mi ha inculato a martello. L'andirivieni della sua mazza mi bruciava dentro Soccombevo, gridavo e lui ansimava. Fino al diapason. La torta era farcita. Mi tiene ancora impalato. Sento nel retto fino al colon tutto il suo cazzo ad incastro. Mi piaceva. Mi piaceva tanto. Lo esce e mi dice: Hai un culo da urlo. Una vagina meglio di quella di una femmina. Un utero strepitoso. Sì mio supremo. Mi dice: come ti senti schiavo? Rispondo con un fil di voce: bene padrone. Molto molto bene. Ha sturato una bottiglia di spumante e abbiamo brindato alla mia deflorazione. Giuro che mi è piaciuto molto di più del previsto. Avevamo rotto il ghiaccio e avevo il culo rotto, ma ne ero felice e il mio supremo PM più di me.
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