Commodore 64
di
passodalfiume
genere
incesti
Questa storia risale all'inizi degli anni 90, di quando ero una ragazzina con poche esperienza e di come la mia visione del mondo ,del sesso e della sessualità cambiò incontrando uno dei personaggi più influenti della mia vita.
Emma ,o Eve ,come preferiva a farsi chiamare, era mia cugina.
Ci separavano quasi sei anni, lei già faceva l'ultimo anno del liceo artistico io avevo appena cominciato quello scientifico.
Emma o meglio Eve, era una delle ragazze più strane che avessi mai conosciuto, diametralmente opposta nel modo di vestire e di comportarsi da me.
Io piuttosto alta per la mia età quasi un metro e ottanta, bionda acqua e sapone, mi impegnavo negli studi, nella pallavolo, andavo in parrocchia a fare volontariato con gli scout , trucco zero al massimo il lucidalabbra al lampone, vestivo sempre in modo che potessi passare il più possibile inosservata.
Ma Emma o meglio Eve, no, per lei tutto doveva essere eccesso.
All'epoca tra gli adolescenti giravano varie Mode ,lei anche se odiava le definizioni, le etichette e i cliché, sarebbe potuta tranquillamente rientrare nei canoni della cultura dark goth che in quegli anni girava abbastanza.
Eve ,era una ragazza minuta dalla pelle pallida colore della luna, pelle piena di tatuaggi ,un viso dai lineamenti delicati di una bambola di porcellana, capelli neri come le piume di una cornacchia chiusi in un caschetto corto, dozzine di orecchini su entrambi i lobi e due piercing, uno al naso ,un cerchietto nero alla narice destra e uno sulla lingua, una pallina Metallica con cui non smetteva mai di giocare e mostrare a tutti facendo la linguaccia.
Amava il trucco pesante con cui scuriva le orbite degli occhi ,occhi Verdi come Smeraldo, trucco che gettava del rosso scuro come sangue coagulato sulle labbra sottili, unghie lunghe perennemente smaltate di nero.
Come neri erano tutti i suoi abiti , su cui ogni tanto si concedeva un rosso o un viola il più possibile vicino alle tenebre.
Neri erano i suoi pensieri, il suo incomprensibile humor, amava il macabro, la violenza più estrema ed oscena dei film splatter.
Eve si concedeva ogni tipo di svago, fumava, beveva e si vantava di avere avuto tantissimi ragazzi e non solo ragazzi ma uomini adulti nella sua vita.
All'epoca non sapevo quanto fosse vero quello che raccontava ma ero sicura che mia cugina avesse un ossessione per il sesso.
I suoi discorsi erano talmente cupi e pieni di oscenità che non di rado mi tormentavano i sogni di notte trasformandoli in incubi umidi.
Mi raccontava in continuazione di quanto avesse voglia di scopare, di quanto si masturbasse, di quanto le piacesse provocare gli uomini , di tentarli, portarli allo stremo e di concedersi loro solo se ne aveva voglia, come la volta in cui segò il suo prof di disegno artistico durante una lezione mentre tutti i suoi compagni erano intenti a disegnare una natura morta, facendolo venire sul quadro che lei stava dipingendo, mescolando il suo sperma agli acquerelli.
Mi faceva domande sulle cose più assurde ,sugli aspetti più personali della mia vita intima, sulle mie esperienze sessuali che praticamente all'epoca rasentavano lo zero, mi chiedeva se mi ero mai specchiata in uno specchio la passerina, se mi masturbavo se avevo già avuto il ciclo , com'era il mio ciclo, se mi masturbavo quando avevo il ciclo.
Domande a cui mi rifiutavo per lo più di rispondere finendo così per essere derisa e sfottuta.
L' imbarazzo più grande arrivò quando mi chiese se avessi mai visto mio fratello o mio padre nudi ,col cazzo di fuori.
Dormivo in camera con mio fratello condividevo con lui il bagno come lo condividevo con mio padre, quindi era normale che gli avessi visti più di una volta nudi entrambi ma di certo, non le avevo mai guardati con malizia.
Certo non potevo negare di aver avuto curiosità come non potevo negare che mio fratello, che per lineamenti e tratti del viso ricordava tanto Simon le Bon, grazie al nuoto semi agonistico che gli aveva donato un fisico statuario, fosse quello che le mie compagne di classe definivano un gran figo, dovetti ammetterle di essermi ritrovata una mattina quasi in maniera inconsapevole, un dito a scorrazzare nella passerina mentre facevo il bidet accanto a lui che in piedi nudo , in piena erezione mattutina, si lavava i denti e il suo uccello sbatacchiava contro il lavello.
Eve nel sentirmi raccontare quel episodio si entusiasmò, pretese dettagli sulla grossezza e lunghezza del suo membro, se la cappella fosse esposta o meno, ,sullo spessore dei suoi testicoli, se fossero o meno ricoperti di peli, non so perché, ma mi dilunghei forse più del dovuto nel rispondergli soffermandomi su particolari che avevo notato durante la mia osservazione.
Eve mi diede della porcellina , che la mia era stata ben altro che semplice curiosità, ne fui risentita, a mio giudizio non avevo fatto niente di male ,mi stavo solo limitando a rispondere alle sue stupide domande.
Con la sua solita aria arrogante provò a calmarmi, dicendomi che al mio posto, non avrebbe esitato un attimo, lo avrebbe segato e succhiato fino a svuotarlo del tutto, io arrossiì le dissi che era disgustosa, non avrei mai neanche potuto solo immaginare una simile ipotesi.
Eve rise dicendomi che vedeva chiaramente nei miei occhi il desiderio di voler cogliere quel frutto proibito e che non dovevo aver paura della mia natura, dei miei desideri e che infine, non c'era niente di male, probabilmente anche lui aveva fantasie erotiche su di me.
Poi per avvalorare la sua tesi mi mostrò l'articolo su Cioè ,una rivista molto in voga tra le ragazze, che magnificava l'esperienza sessuali tra consanguinei, presentando anche parecchie testimonianze di ragazze che avevano scritto alla redazione.
Lessi con attenzione quell'articolo e molte delle cose che trovai mi fecero arrossire, chiedendomi se quella fosse davvero una rivista per teenager o uno dei giornaletti porno che di solito leggeva mio fratello.
Mi chiese se non mi avesse mai visto nuda, se in quelle occasioni non l'avessi beccato a fissarmi o a guardarmi con aria strana.
Ci pensai un attimo, mi aveva vista nuda tante volte quante io avevo visto nudo lui.
In quelle occasioni non mi era parso mai che avesse avuto particolari attenzioni, però una notte, mi venne in mente, accadde qualcosa di particolare.
Faceva un caldo terribile nonostante ci fossero le finestre spalancate in camera nostra si moriva, ero stesa sul fianco dandogli le spalle nel mio letto accanto al suo, a meno di un comodino di distanza.
Nel sonno tormentato dal caldo, ricoperta di sudore da capo a piedi ,mi ero disfatta del mio pigiama dei RUGRATS ed ero praticamente nuda sopra le lenzuola bagnate di sudore con indosso solo le mutandine anch'esse completamente bagnate, un rumore ritmico alle mie spalle mi aveva svegliato.
Sapevo benissimo che lui si masturbava, in una camera così piccola la privacy era praticamente impossibile, quella era una pratica che mio fratello si concedeva tutte le sere, anche in mia presenza, sperando di non incappare nel mio giudizio severo ma quella sera sembrava farlo con particolare foga e quando mi voltai verso di lui ebbi la netta sensazione che fosse ,la mia parziale nudità ad essere causa della sua eccitazione e non uno dei suoi soliti giornaletti sconci.
Si fermò quando mi vidde voltarmi ,mi finsi ancora addormentata per consentirgli il suo svago, con occhi socchiusi osservai la sua mano correre dall'alto in basso frenetica lungo l'asta, sempre più ossessiva sempre più veloce.
Lo sentivo trattenere i gemiti a stento, poi lo vidi inarcare Il tronco e venire puntando il suo cazzo verso di me.
Non una singola goccia del suo seme mi raggiunse ma in compenso, la mattina , mi ritrovai dopo averli calzato ai piedi ,le infradito inzuppate di sperma.
A sentir quell'episodio mia cugina assunse un'area maligna, sorrise e puntandomi con entrambi le dita mi accusò di aver stuzzicato il mio stesso fratello mettendo a nudo il mio corpo ed esponendolo ai suoi sguardi indecenti.
Non ci fu modo di convincerla che non l'avevo fatto apposta, mi disse che andava bene così, mi disse che non c'era cosa migliore che esplorare la propria sessualità con qualcuno con cui si è in confidenza e che visto il rapporto strettissimo che intercorreva tra noi, mio fratello era la persona più adatta.
Passarono i giorni e ripensai spesso alle cose che mi aveva detto mia cugina, la curiosità mi rodeva dentro.
Lessi e rilessi decine di volte quell' articolo su Cioè, domandandomi quanto di quella roba fosse vera o meno ,o come mi sarei comportata io in una di quelle situazioni raccontate alla redazione.
La fantasia stimolata da quelle righe di inchiostro scioglieva la mia passerina, i pensieri più sconci tormentavano la mia veglia e il mio sonno.
A scuola durante le lezioni, in palestra durante gli allenamenti, sull'autobus che mi riportava a casa, in oratorio, nella sala d'attesa affollata del mio medico di base, per ritirare le ricette di mia nonna, in fila alla cassa del supermercato, ovunque anche nei momenti meno indicati la mia testa si affollava di fantasie morbose che finivano per bagnarmi le mutandine.
Mio fratello di certo non mi rendeva le cose più semplici andando in giro per casa sempre mezzo nudo, da quando avevo parlato con mia cugina e letto quegli articoli, avevo cominciato a guardarlo in maniera diversa, a toccarmi pensando al suo uccello.
Un Pomeriggio in TV c'era un incontro di tennis tra Monica Seles e Arantxa Sanchez, mio fratello era seduto accanto a me sul divano come sempre indossava solo le mutande e la canottiera, l'erezione che celava sotto il tessuto degli slip aveva tirato la mia attenzione.
La vocina malefica di mia cugina Eve mi sussurrava suadente nella testa invitandomi ad approfittarne.
Con la scusa banale delle solite coccole, non riuscendo a resistere alla tentazione posai la mia testa sul suo addome, ottenuto ciò che volevo, il suo cazzo in faccia, cominciai ad annusarlo.
Stesa su un fianco tenevo una mano tra le cosce serrate massaggiandomi con movimenti rotatori la passerina attraverso il nylon dei i miei collant, unica cosa che vestivo oltre alle mutandine e alla canottiera.
L'odore muschiato dell'uccello di mio fratello mi inebriava l'olfatto e mi faceva bagnare la fica.
Lui se ne stava immobile, non credo fosse del tutto ignaro, commentando con mio padre seduto lì accanto l'incontro di tennis.
L'erezione di mio fratello dentro gli slip era evidente mi premeva contro la faccia.
Mi finsi addormentata per non destare alcun sospetto, quando mio padre si allontanò per rispondere al telefono, fu lui questa volta accogliere l'occasione.
Tiró fuori parte del suo uccello dagli slip e me lo premette contro le labbra, pucciando la punta tra di esse che io incapace di resistergli tenevo socchiuse.
Eve aveva ragione anche lui aveva nascosto il suo desiderio per me ma in quel momento si stava palesando.
Quella volta non andammo oltre, mi limitai a stringergli la punta tra le labbra e ha solleticarla timidamente con la lingua, il ritorno di nostro padre ci suggerì di rinviare le cose.
Ma ormai il desiderio era acceso.
Dovevo sapere, dovevo sapere se lui provava qualcosa per me che fosse ben più del normale affetto fraterno.
Eve, venuta a conoscenza di ciò che era successo sul divano mi esortò a proseguire in quello che lei definì esperimento casalingo.
Mi aveva lasciato uno dei suoi completini intimi preferiti, un Babydoll nero con pizzo gothic e un tanga sgambatissimo in tinta, mi invitò ad indossarlo a stuzzicarlo e vedere come lui avrebbe reagito.
Così una sera mentre mio padre era fuori a una cena di lavoro, volli correre il rischio, in bagno davanti allo specchio mi sentivo ridicola.
Avevo seguito il suo consiglio ,avevo usato il rossetto ,mascara e ombretto, essendo la prima volta che io utilizzavo quel genere di trucchi non ero certa che l'effetto fosse quello desiderato, mi paragonai mille volte alla ragazza che avevo visto ritratta nella rivista da cui avevo preso ispirazione.
Il completino era almeno di una taglia più piccola del necessario, sembrava quasi disegnato sulla mia pelle, mi strizzava il seno due misure più grosso di quello di mia cugina, il tanga affondava tra le natiche, a stento mi copriva l'inguine costringendomi per la prima volta depilarlo del tutto lasciandolo glabro.
Mio fratello era in camera al buio perso in uno dei suoi videogiochi sul suo commodore 64, muovendovi flessuosa mi avvicinai a lui e quando gli fui di fianco gli chiesi e a cosa stava giocando.
Senza neanche degnarmi di uno sguardo mi rispose che stava giocando a Die Hard, un videogioco ispirato ad un celebre film d'azione di quei tempi.
Mi chinai di fianco a lui poggiando i gomiti sulla scrivania, lui prima mi guardò un po' seccato poi quando si rese conto di cosa avevo indossato ,l'espressione del suo viso cambiò.
Mi squadrò dalla testa ai piedi, ogni centimetro della mia pelle anche quello sotto al pizzo era esposta al suo sguardo.
Mi chiese cosa indossavo e perché ero vestita così, gli risposi che era un regalo di Emma e che avevo deciso di indossarlo perché quella sera faceva particolarmente caldo.
Mi sollevai, feci una lenta piroetta e maliziosa gli chiesi se gli piaceva, lui fece correre di nuovo il suo sguardo intenso su di me, disse che si vedeva tutto ,che ero praticamente nuda, gli risposi che eravamo pari visto che indossando solo gli slip di cotone bianco per giocare ai videogiochi, anche lui era praticamente nudo.
Era ora di cena e lo invitai a seguirmi in cucina, mentre cucinavo le uova al tegamino e i wurstel sentivo il suo sguardo incollato al mio culo.
Mi avvicinai al tavolo con i due piatti, il tessuto del tanga svelava ogni mistero, quando fui vicina a lui, piegò la testa e disse che quella era la prima volta che mi vedeva la fica depilata.
Gli chiesi come poteva essere certo che fosse la prima volta, rispose che ogni santo giorno, volente o no, finivo per mostrargli in un modo o in un altro la mia passerina, che pertanto certi dettagli si notavano per forza.
Sorrisi, ormai eccitata, gli chiesi se così gli piaceva, lui mi fece passare i piatti sul tavolo poi mi tirò a sé.
Il babydoll era fatto per aprirsi davanti come un sipario, e quando i bordi furono spostati restava solo Il tassello ricamato delle mie mutandine a coprire la piega paffuta della mia passerina.
Disse che gli sembrava molto liscia, mordendomi le labbra annuii lentamente.
Due dita si posarono sul cavallo sopra gli slip, gli bastarono pochi secondi di frizione per farmi bagnare tutta.
Mi disse che ero bellissima e che moriva dalla voglia di assaggiarmi, scherzando gli risposi che si aveva fame c'erano i wurstel e le uova sul tavolo ma lui, spostando di lato lo slip e incollando la sua bocca al mio Monte di Venere ringhiò che aveva voglia di qualcosa di dolce.
Era la prima volta che qualcuno mi leccava la fica, le sensazioni provate sono indescrivibili, dovetti reggermi forte al tavolo, alle sue spalle, afferrargli la testa imprigionandolo tra le mie mani invitandolo più e più volte a non fermarsi, lasciando , raggiunto l'orgasmo, che la mia passerina scaricasse sulla sua lingua un effluvio di miele speziato.
Rossi in viso entrambi mentre decidevamo come sarebbe proseguita quell'esperienza i fari di una macchina illuminarono Il vialetto della nostra casa, nostro padre stava rientrando.
Colta dal panico corsi in camera mia per indossare qualcosa di più presentabile.
Quando nostro padre entrò in casa ci trovò in cucina seduti al tavolo.
Io indossavo una delle magliette di Hulk Hogan di mio fratello sotto il quale celavo un intimo sexy e non di certo i solito reggiseno sportivo e mutandine di cotone con cui era abituato a vedermi girare per casa, mentre il mio corpo ancora fremeva e smaltiva i postumi dell'orgasmo.
Papà subito percepii che qualcosa non andava disse che avevamo un'area strana , di sicuro avevamo combinato qualcosa ma che non ne voleva sapere nulla era troppo stanco ,voleva solo fare la doccia e andare a dormire.
Si raccomandò di pulire la cucina e di lavare i piatti dopo aver mangiato, mi schioccò un bacio sulla fronte, diede una pacca sulla spalla di mio fratello e poi salì al piano di sopra dove era la sua camera da letto, supplicandoci di non fare casino.
Quella notte, tornati nella nostra cameretta nessuno dei due riuscì a chiudere occhio.
Mio fratello non riusciva a trovare il coraggio di venirmi a reclamare ciò che ero già disposta a concedergli, si era rimesso a giocare ai suoi dannati videogiochi.
Toccò a me e prendere l'iniziativa, a luci spente con solo il monitor del PC ad illuminare la stanza cercando di mettere in pratica le cose che avevo sentito da mia cugina, ciò che avevo imparato leggendo gli articoli sulle riviste, mi infilai sotto la sua scrivania, gli ritirai fuori l'uccello dagli slip e con bocca inesperta , seguendo il mio istinto, gli donai lo stesso piacere che lui aveva donato poco prima a me.
Eve mi aveva spiegato con dovizia di particolari cosa sarebbe accaduto, eppure rimasi sorpresa quando una serie di fiotti interminabili di sperma, si scaricarono nel mio palato, sulla mia lingua.
Era la prima volta che praticavo sesso orale e non ebbi la costanza di mandarlo giu eppure vedermi così, a labbra spalancate ,a lingua di fuori imbiancata dal suo seme, mentre questo mi colava dai lati della bocca, con indosso il completino intimo un po' da troia di nostra cugina Eve, mi fece apparire ai suoi occhi bellissima.
Ci addormentammo sul mio letto abbracciati l'uno all'altro domandandoci come sarebbe andato il domani.
Emma ,o Eve ,come preferiva a farsi chiamare, era mia cugina.
Ci separavano quasi sei anni, lei già faceva l'ultimo anno del liceo artistico io avevo appena cominciato quello scientifico.
Emma o meglio Eve, era una delle ragazze più strane che avessi mai conosciuto, diametralmente opposta nel modo di vestire e di comportarsi da me.
Io piuttosto alta per la mia età quasi un metro e ottanta, bionda acqua e sapone, mi impegnavo negli studi, nella pallavolo, andavo in parrocchia a fare volontariato con gli scout , trucco zero al massimo il lucidalabbra al lampone, vestivo sempre in modo che potessi passare il più possibile inosservata.
Ma Emma o meglio Eve, no, per lei tutto doveva essere eccesso.
All'epoca tra gli adolescenti giravano varie Mode ,lei anche se odiava le definizioni, le etichette e i cliché, sarebbe potuta tranquillamente rientrare nei canoni della cultura dark goth che in quegli anni girava abbastanza.
Eve ,era una ragazza minuta dalla pelle pallida colore della luna, pelle piena di tatuaggi ,un viso dai lineamenti delicati di una bambola di porcellana, capelli neri come le piume di una cornacchia chiusi in un caschetto corto, dozzine di orecchini su entrambi i lobi e due piercing, uno al naso ,un cerchietto nero alla narice destra e uno sulla lingua, una pallina Metallica con cui non smetteva mai di giocare e mostrare a tutti facendo la linguaccia.
Amava il trucco pesante con cui scuriva le orbite degli occhi ,occhi Verdi come Smeraldo, trucco che gettava del rosso scuro come sangue coagulato sulle labbra sottili, unghie lunghe perennemente smaltate di nero.
Come neri erano tutti i suoi abiti , su cui ogni tanto si concedeva un rosso o un viola il più possibile vicino alle tenebre.
Neri erano i suoi pensieri, il suo incomprensibile humor, amava il macabro, la violenza più estrema ed oscena dei film splatter.
Eve si concedeva ogni tipo di svago, fumava, beveva e si vantava di avere avuto tantissimi ragazzi e non solo ragazzi ma uomini adulti nella sua vita.
All'epoca non sapevo quanto fosse vero quello che raccontava ma ero sicura che mia cugina avesse un ossessione per il sesso.
I suoi discorsi erano talmente cupi e pieni di oscenità che non di rado mi tormentavano i sogni di notte trasformandoli in incubi umidi.
Mi raccontava in continuazione di quanto avesse voglia di scopare, di quanto si masturbasse, di quanto le piacesse provocare gli uomini , di tentarli, portarli allo stremo e di concedersi loro solo se ne aveva voglia, come la volta in cui segò il suo prof di disegno artistico durante una lezione mentre tutti i suoi compagni erano intenti a disegnare una natura morta, facendolo venire sul quadro che lei stava dipingendo, mescolando il suo sperma agli acquerelli.
Mi faceva domande sulle cose più assurde ,sugli aspetti più personali della mia vita intima, sulle mie esperienze sessuali che praticamente all'epoca rasentavano lo zero, mi chiedeva se mi ero mai specchiata in uno specchio la passerina, se mi masturbavo se avevo già avuto il ciclo , com'era il mio ciclo, se mi masturbavo quando avevo il ciclo.
Domande a cui mi rifiutavo per lo più di rispondere finendo così per essere derisa e sfottuta.
L' imbarazzo più grande arrivò quando mi chiese se avessi mai visto mio fratello o mio padre nudi ,col cazzo di fuori.
Dormivo in camera con mio fratello condividevo con lui il bagno come lo condividevo con mio padre, quindi era normale che gli avessi visti più di una volta nudi entrambi ma di certo, non le avevo mai guardati con malizia.
Certo non potevo negare di aver avuto curiosità come non potevo negare che mio fratello, che per lineamenti e tratti del viso ricordava tanto Simon le Bon, grazie al nuoto semi agonistico che gli aveva donato un fisico statuario, fosse quello che le mie compagne di classe definivano un gran figo, dovetti ammetterle di essermi ritrovata una mattina quasi in maniera inconsapevole, un dito a scorrazzare nella passerina mentre facevo il bidet accanto a lui che in piedi nudo , in piena erezione mattutina, si lavava i denti e il suo uccello sbatacchiava contro il lavello.
Eve nel sentirmi raccontare quel episodio si entusiasmò, pretese dettagli sulla grossezza e lunghezza del suo membro, se la cappella fosse esposta o meno, ,sullo spessore dei suoi testicoli, se fossero o meno ricoperti di peli, non so perché, ma mi dilunghei forse più del dovuto nel rispondergli soffermandomi su particolari che avevo notato durante la mia osservazione.
Eve mi diede della porcellina , che la mia era stata ben altro che semplice curiosità, ne fui risentita, a mio giudizio non avevo fatto niente di male ,mi stavo solo limitando a rispondere alle sue stupide domande.
Con la sua solita aria arrogante provò a calmarmi, dicendomi che al mio posto, non avrebbe esitato un attimo, lo avrebbe segato e succhiato fino a svuotarlo del tutto, io arrossiì le dissi che era disgustosa, non avrei mai neanche potuto solo immaginare una simile ipotesi.
Eve rise dicendomi che vedeva chiaramente nei miei occhi il desiderio di voler cogliere quel frutto proibito e che non dovevo aver paura della mia natura, dei miei desideri e che infine, non c'era niente di male, probabilmente anche lui aveva fantasie erotiche su di me.
Poi per avvalorare la sua tesi mi mostrò l'articolo su Cioè ,una rivista molto in voga tra le ragazze, che magnificava l'esperienza sessuali tra consanguinei, presentando anche parecchie testimonianze di ragazze che avevano scritto alla redazione.
Lessi con attenzione quell'articolo e molte delle cose che trovai mi fecero arrossire, chiedendomi se quella fosse davvero una rivista per teenager o uno dei giornaletti porno che di solito leggeva mio fratello.
Mi chiese se non mi avesse mai visto nuda, se in quelle occasioni non l'avessi beccato a fissarmi o a guardarmi con aria strana.
Ci pensai un attimo, mi aveva vista nuda tante volte quante io avevo visto nudo lui.
In quelle occasioni non mi era parso mai che avesse avuto particolari attenzioni, però una notte, mi venne in mente, accadde qualcosa di particolare.
Faceva un caldo terribile nonostante ci fossero le finestre spalancate in camera nostra si moriva, ero stesa sul fianco dandogli le spalle nel mio letto accanto al suo, a meno di un comodino di distanza.
Nel sonno tormentato dal caldo, ricoperta di sudore da capo a piedi ,mi ero disfatta del mio pigiama dei RUGRATS ed ero praticamente nuda sopra le lenzuola bagnate di sudore con indosso solo le mutandine anch'esse completamente bagnate, un rumore ritmico alle mie spalle mi aveva svegliato.
Sapevo benissimo che lui si masturbava, in una camera così piccola la privacy era praticamente impossibile, quella era una pratica che mio fratello si concedeva tutte le sere, anche in mia presenza, sperando di non incappare nel mio giudizio severo ma quella sera sembrava farlo con particolare foga e quando mi voltai verso di lui ebbi la netta sensazione che fosse ,la mia parziale nudità ad essere causa della sua eccitazione e non uno dei suoi soliti giornaletti sconci.
Si fermò quando mi vidde voltarmi ,mi finsi ancora addormentata per consentirgli il suo svago, con occhi socchiusi osservai la sua mano correre dall'alto in basso frenetica lungo l'asta, sempre più ossessiva sempre più veloce.
Lo sentivo trattenere i gemiti a stento, poi lo vidi inarcare Il tronco e venire puntando il suo cazzo verso di me.
Non una singola goccia del suo seme mi raggiunse ma in compenso, la mattina , mi ritrovai dopo averli calzato ai piedi ,le infradito inzuppate di sperma.
A sentir quell'episodio mia cugina assunse un'area maligna, sorrise e puntandomi con entrambi le dita mi accusò di aver stuzzicato il mio stesso fratello mettendo a nudo il mio corpo ed esponendolo ai suoi sguardi indecenti.
Non ci fu modo di convincerla che non l'avevo fatto apposta, mi disse che andava bene così, mi disse che non c'era cosa migliore che esplorare la propria sessualità con qualcuno con cui si è in confidenza e che visto il rapporto strettissimo che intercorreva tra noi, mio fratello era la persona più adatta.
Passarono i giorni e ripensai spesso alle cose che mi aveva detto mia cugina, la curiosità mi rodeva dentro.
Lessi e rilessi decine di volte quell' articolo su Cioè, domandandomi quanto di quella roba fosse vera o meno ,o come mi sarei comportata io in una di quelle situazioni raccontate alla redazione.
La fantasia stimolata da quelle righe di inchiostro scioglieva la mia passerina, i pensieri più sconci tormentavano la mia veglia e il mio sonno.
A scuola durante le lezioni, in palestra durante gli allenamenti, sull'autobus che mi riportava a casa, in oratorio, nella sala d'attesa affollata del mio medico di base, per ritirare le ricette di mia nonna, in fila alla cassa del supermercato, ovunque anche nei momenti meno indicati la mia testa si affollava di fantasie morbose che finivano per bagnarmi le mutandine.
Mio fratello di certo non mi rendeva le cose più semplici andando in giro per casa sempre mezzo nudo, da quando avevo parlato con mia cugina e letto quegli articoli, avevo cominciato a guardarlo in maniera diversa, a toccarmi pensando al suo uccello.
Un Pomeriggio in TV c'era un incontro di tennis tra Monica Seles e Arantxa Sanchez, mio fratello era seduto accanto a me sul divano come sempre indossava solo le mutande e la canottiera, l'erezione che celava sotto il tessuto degli slip aveva tirato la mia attenzione.
La vocina malefica di mia cugina Eve mi sussurrava suadente nella testa invitandomi ad approfittarne.
Con la scusa banale delle solite coccole, non riuscendo a resistere alla tentazione posai la mia testa sul suo addome, ottenuto ciò che volevo, il suo cazzo in faccia, cominciai ad annusarlo.
Stesa su un fianco tenevo una mano tra le cosce serrate massaggiandomi con movimenti rotatori la passerina attraverso il nylon dei i miei collant, unica cosa che vestivo oltre alle mutandine e alla canottiera.
L'odore muschiato dell'uccello di mio fratello mi inebriava l'olfatto e mi faceva bagnare la fica.
Lui se ne stava immobile, non credo fosse del tutto ignaro, commentando con mio padre seduto lì accanto l'incontro di tennis.
L'erezione di mio fratello dentro gli slip era evidente mi premeva contro la faccia.
Mi finsi addormentata per non destare alcun sospetto, quando mio padre si allontanò per rispondere al telefono, fu lui questa volta accogliere l'occasione.
Tiró fuori parte del suo uccello dagli slip e me lo premette contro le labbra, pucciando la punta tra di esse che io incapace di resistergli tenevo socchiuse.
Eve aveva ragione anche lui aveva nascosto il suo desiderio per me ma in quel momento si stava palesando.
Quella volta non andammo oltre, mi limitai a stringergli la punta tra le labbra e ha solleticarla timidamente con la lingua, il ritorno di nostro padre ci suggerì di rinviare le cose.
Ma ormai il desiderio era acceso.
Dovevo sapere, dovevo sapere se lui provava qualcosa per me che fosse ben più del normale affetto fraterno.
Eve, venuta a conoscenza di ciò che era successo sul divano mi esortò a proseguire in quello che lei definì esperimento casalingo.
Mi aveva lasciato uno dei suoi completini intimi preferiti, un Babydoll nero con pizzo gothic e un tanga sgambatissimo in tinta, mi invitò ad indossarlo a stuzzicarlo e vedere come lui avrebbe reagito.
Così una sera mentre mio padre era fuori a una cena di lavoro, volli correre il rischio, in bagno davanti allo specchio mi sentivo ridicola.
Avevo seguito il suo consiglio ,avevo usato il rossetto ,mascara e ombretto, essendo la prima volta che io utilizzavo quel genere di trucchi non ero certa che l'effetto fosse quello desiderato, mi paragonai mille volte alla ragazza che avevo visto ritratta nella rivista da cui avevo preso ispirazione.
Il completino era almeno di una taglia più piccola del necessario, sembrava quasi disegnato sulla mia pelle, mi strizzava il seno due misure più grosso di quello di mia cugina, il tanga affondava tra le natiche, a stento mi copriva l'inguine costringendomi per la prima volta depilarlo del tutto lasciandolo glabro.
Mio fratello era in camera al buio perso in uno dei suoi videogiochi sul suo commodore 64, muovendovi flessuosa mi avvicinai a lui e quando gli fui di fianco gli chiesi e a cosa stava giocando.
Senza neanche degnarmi di uno sguardo mi rispose che stava giocando a Die Hard, un videogioco ispirato ad un celebre film d'azione di quei tempi.
Mi chinai di fianco a lui poggiando i gomiti sulla scrivania, lui prima mi guardò un po' seccato poi quando si rese conto di cosa avevo indossato ,l'espressione del suo viso cambiò.
Mi squadrò dalla testa ai piedi, ogni centimetro della mia pelle anche quello sotto al pizzo era esposta al suo sguardo.
Mi chiese cosa indossavo e perché ero vestita così, gli risposi che era un regalo di Emma e che avevo deciso di indossarlo perché quella sera faceva particolarmente caldo.
Mi sollevai, feci una lenta piroetta e maliziosa gli chiesi se gli piaceva, lui fece correre di nuovo il suo sguardo intenso su di me, disse che si vedeva tutto ,che ero praticamente nuda, gli risposi che eravamo pari visto che indossando solo gli slip di cotone bianco per giocare ai videogiochi, anche lui era praticamente nudo.
Era ora di cena e lo invitai a seguirmi in cucina, mentre cucinavo le uova al tegamino e i wurstel sentivo il suo sguardo incollato al mio culo.
Mi avvicinai al tavolo con i due piatti, il tessuto del tanga svelava ogni mistero, quando fui vicina a lui, piegò la testa e disse che quella era la prima volta che mi vedeva la fica depilata.
Gli chiesi come poteva essere certo che fosse la prima volta, rispose che ogni santo giorno, volente o no, finivo per mostrargli in un modo o in un altro la mia passerina, che pertanto certi dettagli si notavano per forza.
Sorrisi, ormai eccitata, gli chiesi se così gli piaceva, lui mi fece passare i piatti sul tavolo poi mi tirò a sé.
Il babydoll era fatto per aprirsi davanti come un sipario, e quando i bordi furono spostati restava solo Il tassello ricamato delle mie mutandine a coprire la piega paffuta della mia passerina.
Disse che gli sembrava molto liscia, mordendomi le labbra annuii lentamente.
Due dita si posarono sul cavallo sopra gli slip, gli bastarono pochi secondi di frizione per farmi bagnare tutta.
Mi disse che ero bellissima e che moriva dalla voglia di assaggiarmi, scherzando gli risposi che si aveva fame c'erano i wurstel e le uova sul tavolo ma lui, spostando di lato lo slip e incollando la sua bocca al mio Monte di Venere ringhiò che aveva voglia di qualcosa di dolce.
Era la prima volta che qualcuno mi leccava la fica, le sensazioni provate sono indescrivibili, dovetti reggermi forte al tavolo, alle sue spalle, afferrargli la testa imprigionandolo tra le mie mani invitandolo più e più volte a non fermarsi, lasciando , raggiunto l'orgasmo, che la mia passerina scaricasse sulla sua lingua un effluvio di miele speziato.
Rossi in viso entrambi mentre decidevamo come sarebbe proseguita quell'esperienza i fari di una macchina illuminarono Il vialetto della nostra casa, nostro padre stava rientrando.
Colta dal panico corsi in camera mia per indossare qualcosa di più presentabile.
Quando nostro padre entrò in casa ci trovò in cucina seduti al tavolo.
Io indossavo una delle magliette di Hulk Hogan di mio fratello sotto il quale celavo un intimo sexy e non di certo i solito reggiseno sportivo e mutandine di cotone con cui era abituato a vedermi girare per casa, mentre il mio corpo ancora fremeva e smaltiva i postumi dell'orgasmo.
Papà subito percepii che qualcosa non andava disse che avevamo un'area strana , di sicuro avevamo combinato qualcosa ma che non ne voleva sapere nulla era troppo stanco ,voleva solo fare la doccia e andare a dormire.
Si raccomandò di pulire la cucina e di lavare i piatti dopo aver mangiato, mi schioccò un bacio sulla fronte, diede una pacca sulla spalla di mio fratello e poi salì al piano di sopra dove era la sua camera da letto, supplicandoci di non fare casino.
Quella notte, tornati nella nostra cameretta nessuno dei due riuscì a chiudere occhio.
Mio fratello non riusciva a trovare il coraggio di venirmi a reclamare ciò che ero già disposta a concedergli, si era rimesso a giocare ai suoi dannati videogiochi.
Toccò a me e prendere l'iniziativa, a luci spente con solo il monitor del PC ad illuminare la stanza cercando di mettere in pratica le cose che avevo sentito da mia cugina, ciò che avevo imparato leggendo gli articoli sulle riviste, mi infilai sotto la sua scrivania, gli ritirai fuori l'uccello dagli slip e con bocca inesperta , seguendo il mio istinto, gli donai lo stesso piacere che lui aveva donato poco prima a me.
Eve mi aveva spiegato con dovizia di particolari cosa sarebbe accaduto, eppure rimasi sorpresa quando una serie di fiotti interminabili di sperma, si scaricarono nel mio palato, sulla mia lingua.
Era la prima volta che praticavo sesso orale e non ebbi la costanza di mandarlo giu eppure vedermi così, a labbra spalancate ,a lingua di fuori imbiancata dal suo seme, mentre questo mi colava dai lati della bocca, con indosso il completino intimo un po' da troia di nostra cugina Eve, mi fece apparire ai suoi occhi bellissima.
Ci addormentammo sul mio letto abbracciati l'uno all'altro domandandoci come sarebbe andato il domani.
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