Show al parco

di
genere
confessioni


Sono al parco, è una bella giornata di primavera e ho deciso di prendere Luca il mio piccolo ometto metterlo nel passeggino indossare per me qualcosa di frivolo e per Luca una tutina Celeste e andarci a fare una bella passeggiata.
Cammino tranquilla sulle mie scarpe aperte dal tacco vertiginoso lungo il viale che mi porta all'ingresso del parco, dopo un pò mi accorgo che un tizio ci sta seguendo, un quattrocchi stempiato un po cicciottello, sulla quarantina, indossa delle sneakers, degli shorts di cotone chiari e una t-shirt di capitan America.
Sono spietata lo so, lo trovo ridicolo, sono in imbarazzo per lui.
Ho sempre trovato deprecabile un uomo che non si cura di sé e che soprattutto non ha gusto nel vestirsi.
Mi fermo su una panchina e lui si siede proprio su quella di fronte, lo osservo guardinga cercando di essere discreta fingendomi indaffarata con mio figlio, non smette di guardare il suo smartphone, sembra innocuo anche se dotato di pessimo gusto nel vestire metto da parte la mia indole classista e decido di ignorarlo ,infondo si sta facendo i fatti suoi.
Ci metto un po' a capire che i fatti suoi, riguardano l'autoerotismo.
È osceno, senza alcun riguardo per il fatto di essere in un luogo pubblico continua a tastarsi il cavallo dei suoi pantaloncini sotto al quale si intuisce una notevole erezione, sta guardando un porno o qualche foto sconcia, senza minimamente badare a chi ha intorno.
Mi sento disgustata e turbata eppure qualcosa mi tiene lì sulla panchina di fronte a lui.
Piena di imbarazzo smetto di invadere la sua privacy e rivolgo le mie attenzioni a mio figlio, dopo un pò torno a notare qualcosa nel suo comportamento che mi allarma un pochino, tiene sempre l'obiettivo del suo smartphone verso di me.
Intenta a sistemare Luca nel passeggino, non mi ero accorta che accucciata l’orlo della mia minigonna già molto corta di suo si alza ancora di più mostrando fin troppo.
Ho quasi 40 anni e da meno di 8 mesi ho avuto il mio secondo figlio e grazie a sacrifici e impegno ,tra dieta, palestra e piscina, ho quello che si definisce il fisico di una gran figa, un metro e sessantasette scalza, per meno di 53 kg, vita stretta, culetto rotondo alto e sodo, tette piccole ma piene sormontati da due capezzoli carnosi che si inturgidiscono per un soffio di vento ,resi ancora più sensibili dalla pratica assidua dell’allattamento.
Sono soddisfatta e fiera del mio aspetto, del mio corpo e non mi dispiace metterlo in mostra anche se Antonio mio marito fin troppo geloso non è molto d'accordo.
Fin da quando avevo 14 anni ho scoperto che gli uomini avevano un debole per me, pronti a fare qualunque cosa per entrare nelle mie grazie e che con un pò di malizia potevo ottenere vantaggi inattesi o cose belle e preziose semplicemente mettendo in mostra un po di pelle e facendo la svenevole.
Così ho preso l’abitudine di vestire sempre in maniera molto essenziale, provocante e quella mattina di primavera tutto ciò che indosso è fatto per esibire più che per celare agli sguardi.
Sotto l’orlo della mini risalito benoltre la decenza fa sfoggio di se un perizoma bianco con un cuoricino intagliato nella stoffa all’altezza del sacro e la cosa più imbarazzante è il plug anale che fa capolino dal mio ano sotto la stoffa , plug anale d’orato con il quale riempio il buchetto del mio culo ogni volta che mio marito mi costringe a lunghissime sedute di sesso anale come era avvenuto la sera precedente.
La vergogna, l'imbarazzo per quella violazione della mia intimità, ma anche l'emozione e l'eccitazione per essermi scoperta così tanto con un estraneo, si mescola in un mix emotivo di puro piacere.
Tutto quello fa parte di un gioco personale con me stessa che porto avanti da più di vent'anni.
Il gioco dell'esibizionismo.
Per ogni guardone ci vuole un esibizionista e manco a dirlo mi sento tagliata per quella parte, è sempre stata la mia propensione, essere l’oggetto del desiderio di un uomo. Così, come quando da ragazzina stuzzicavo mio zio ,gli amici di mio fratello e i miei compagni di scuola e poi del lavoro, faccio di tutto per offrirgli la migliore versione di me.
Resto in quella posizione più del dovuto e quando mi stanco mi alzo per piegarmi di nuovo a 90° evitando di sistemare troppo l’orlo sopra le natiche per far sì che si possa godere la visione del mio fantastico sodo e tornito culo.
Lui gradisce lo spettacolo, vista la mia complicità mette da parte la timidezza e senza fare più mistero allunga la mano con lo smartphone verso di me , per riprendermi più da vicino, molto più da vicino, il vialetto tra gli alberi e stretto e ci sono meno di due metri tra una panchina e l’altra e ho la sensazione che se allungasse una mano potrebbe afferrarmi senza problemi, questa cosa mi fa tremare e mi eccita ,ma resta al suo posto da bravo ragazzo qual’è.
Ammetto che non è certo il mio tipo ma una vera esibizionista non ha un tipo particolare ha solo bisogno di una grande attenzione, di un pubblico e lui si presta benissimo ad essere il mio pubblico. Lo osservo mentre l’altra mano infilata nei suoi short si comincia a manipolare il cazzo.
Mi fingo ignara mi rimetto a sedere sulla panchina accavallando le cosce, mi fingo distratta da Luca che ride felice nel suo passeggino, ho gli occhiali da sole e sono certa che non possa vedere dove si posano i miei occhi, non riesco a staccare lo sguardo dal ragguardevole gonfiore che gli deforma il cavallo e dal movimento incessante della sua mano, di certo non è un gran figo ma a quel punto non conta più l'aspetto fisico ,sono eccitatissima e ogni fibra del mio corpo testimonia la mia disponibilità.
Mi mordo incessantemente il labbro inferiore ,la mia fichetta sembra reagire favorevolmente a quella sconcezza fatta in pubblico, il mio ventre si scalda, il mio ano palpita giocherellando con il plug inserito al suo interno, i capezzoli graffiano sotto il tessuto del mio Top Scollato , il respiro si affanna ,mentre altri passano apparentemente inconsapevoli del nostro gioco.
Sono fradicia, bagnata come altre poche volte nella mia vita recente, devo tenere le gambe serrate ma, invece di essere un rimedio l'effluvio che fuoriesce diventa incessante è come spremere una spugna pregna di acqua, ho le mutandine zuppe e la secrezione ormai sta trapassando il tessuto che essendo bianco finisce per diventare quasi trasparente, il tizio sembra intuire qualcosa e con un cenno mi chiede di aprire le gambe e mostrargli la mia vergogna.
Non so resistergli, rossa in viso mi guardo intorno sperando che nessuno passi, la strada è sgombra e così cedo alla sua richiesta e lentamente spalanco le gambe, ma lui è insaziabile, vuole vedere ancora di più.
Esito un attimo ma poi comincio a giocare con il bordo delle mie mutandine, prendo il coraggio letteralmente a due mani e lo sposto di lato mostrandogli la mia fichetta.
Non amo molto il rasoio, non seguo la moda, preferisco che li sotto abbia un aspetto più naturale e il tipo sembra apprezzare la mia scelta estetica, la peluria non troppo rada e castana che mi decora la fica e di lato le grandi labbra, mentre al centro quelle piccole un pò più scure, umide palpitano aprendosi e chiudendosi come un invito sussurrato.
Il calore del mio corpo partito dal basso ventre divampa come un violento incendio risale ai seni poi al collo e infine mi avvampa il viso, ormai ho perso ogni controllo sono alla sua mercè.
Con un altro segno mi ordina di mettere al nudo le mie tette ,una terza riempita dalla maternità, le mie dita scivolano agili sui tre bottoni che tengono insieme il top ,il mio seno nudo e sudato, gonfio di latte è divorato dal suo sguardo ,i capezzoli sono gonfi turgidi e dalle areole comincia a trasudare qualche goccia del mio latte, la mattina è volata ed è quasi ora della poppata del mio cucciolo, che ignaro si gode il sole li affianco mentre la sua mamma si diletta a fare un po la troia.
L’uomo si alza sposta il passeggino di Luca, io non riesco a fermarlo non sono più padrona di me stessa, viene a sedersi con me sulla panchina, continua a riprendermi con il suo smartphone mentre la sua mano si posa sulla mia coscia e risale lentamente fino a trovare sotto il bordo inutile delle mutandine la mia fica, ci gioca un po ne saggia resistenza elasticità ,ci introduce un dito che non trova particolare ostacolo, poi si dedica al mio seno, lo soppesa, lo strizza ,mi torce i capezzoli tanto che ormai il latte da essi esce copioso e ne approfitta per rubarlo a mio figlio che appisolato nel suo passeggino si gode i raggi del sole.
L’estraneo succhia vorace dal mio seno, io ansimo vinta dal suo impeto e quando da esso non esce più nulla decide che vuole dell’altro da me.
Così mi ritrovo sulla panchina del parco a meno di 200 metri dal portone di casa mia con mio figlio nel passeggino lì accanto, mentre poco distante altre persone passano e forse si sono già accorti di noi, con il suo cazzo ormai fuori dal pantaloncino stretto nella mia mano sinistra.
La situazione degenera, come due vecchi amici su una panchina che si godono una delle prime giornate di sole mentre complici l'uno dell'altra ,compiono atti osceni in un luogo pubblico.
Mento mentre mi chiede se ce l’ha grosso , non è uno dei piu grossi che ho mai stretto tra le dite ma di certo tra i primi 20 ,completamente glabro, tozzo , appena sopra alla media, con una cappella arrotondata e gonfia.
Dal meato appaiono le prime gocce del suo sperma, continuo a menargli il cazzo per quella che sembra essere una eternità ,una coppia di anziani accortisi solo all’ultimo di noi passa in tutta fretta ,ma ormai ogni freno morale è perduto, lui sembra indignato mentre lei quasi si sofferma a guardare la scena con un nostalgico sorriso sul viso, memore di chi sa quali avventure.
In un attimo di pudore ritrovato per essere stata scoperta in quel frangente, abbasso lo sguardo sperando che i due non mi conoscano e in quel momento il mio guardone, il mio carnefice al limite della sua resistenza si stringe a me venendo sulla mia gonna, sulle mie cosce, sulle mie mutandine messe di lato e sulla mia fica esposta.
L’uomo si alza, si da una sistemata veloce, poi senza neanche una parola, corre via mentre resto li stordita e mezza nuda sulla panchina.
Tra le mie dita cola denso lo sperma ,curiosa me lo porto le labbra e lo assaggio ha una nota amara intensa e una consistenza molto particolare.
Riprendo fiato e mi do una sistemata veloce, mi alzo riprendo il mio piccolo Luca e ripercorro la strada che mi riporta a casa.
Nessuno sembra notarmi almeno non più del solito ,mentre cammino adoro la sensazione della sborra calda spruzzata sulla mia fica bagnata sotto le mutandine ormai luride.
Ho deciso che lascerò Luca a casa dei nonni, passerò il pomeriggio a masturbarmi ripensando al mio amico del parco...e sperando in un nuovo incontro...
scritto il
2024-08-25
2 . 8 K
visite
4 1
voti
valutazione
7.3
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.