10 minuti con Luca

di
genere
corna

Era un secolo che cercavo di instaurare un buon rapporto con Luca il figlio del mio compagno Amedeo.
Dopo tre anni di convivenza con suo padre il massimo che ero riuscita ad ottenere era un buongiorno la mattina e un buonanotte alla sera.
Anche se avevo insistito continuava a darmi del lei, io avevo quasi metà degli anni del padre ero appena a metà dei trenta e tra di noi non ce n'erano nemmeno 15 eppure, sembrava che Luca avesse posto un muro invalicabile, di formalità e scarsa fiducia, che mi impediva di avere anche solo un minimo di confidenza.
Luca sembrava essere un ragazzino estremamente riservato e taciturno, a volte mi era difficile capire persino se fosse in casa oppure no.
Se ne stava rinchiuso nella sua camera al buio perennemente incollato davanti al computer.
Passava tutto il tempo a guardare serie TV, giocare ai videogiochi e come tanti adolescenti a navigare su siti su cui un adolescente non dovrebbe navigare.
Entrare in camera sua era vietatissimo, riuscivo a metterci piede soltanto quando gli portavo i vestiti puliti e anche in quei momenti, dovevo sperare che lui non fosse in camera ,perché altrimenti mi avrebbe riservato delle occhiatacce orribili.
Fu proprio in una di quelle occasioni che venni a scoprire un piccolo segreto del ragazzo.
Ero appena entrata nella sua camera, la procedura era semplice , bussare per assicurarmi che lui non ci fosse o aspettare che mi desse il permesso per entrare, lasciare i vestiti puliti sul suo letto andarmene e poi lui a suo modo li avrebbe sistemati, anche se in realtà la sua camera era un perenne disastro.
Luca era in bagno, sentivo l'acqua del lavandino scorrere, stavo per uscire quando qualcosa sullo schermo del pc attrasse la mia attenzione.
Spinta dalla curiosità soffermai lo sguardo e ciò che vidi mi inquietò abbastanza.
Anche se si trattava solo di un disegno ,a pieno schermo su 32 pollici full HD, c'era l'immagine di una ragazzina , poco più di una bambina, mezza nuda vestita da maghetta, intenta in atteggiamenti che si dovrebbero vedere soltanto praticati da adulti, o quantomeno da un tipo di adulto molto disinibito visto che nell'immagine, era intenta a praticare autoerotismo e contemporaneamente sesso orale a due piccoli ma ben dotati mostriciattoli Verdi dalle orecchie a punta.
A giudicare dal numero di fazzolettini umidi e rattrappiti disseminati sotto la sedia davanti alla scrivania, era chiaro che Luca trovava piacevole quel tipo di immagini.
Per quanto fosse normale che un adolescente praticasse autoerotismo e di certo Luca, visto l'odore che permeava la sua stanza, le tracce "biologiche" che rinvenivo sulle sue lenzuola o sulla sua biancheria, ne praticava parecchio ma speravo che i suoi gusti fossero più normali e non qualcosa che avrebbe potuto creargli persino dei problemi con la legge.
Uscendo dalla sua camera ero piena di ansia ,ci mancava solo che il figlio di Amedeo stesse maturando una predizione sessuale per le preadolescenti.
Luca era un ragazzo complicato, Amedeo mi aveva messo in guardia nei confronti del figlio, non era sempre stato così ma da quando la madre li aveva abbandonati il ragazzo si era rinchiuso in una prigione emotiva fatta di silenzi e comportamenti al limite del borderline.
Non volevo far pesare questa nuova informazione sul cuore già appesantito del mio compagno.
Tra una separazione difficile ,gli avvocati ,il tribunale, i costanti impegni di lavoro, i soldi che non bastavano mai, Amedeo già era enormemente stressato, così decisi di tenere la cosa per me e chi avrei cercato una soluzione da sola a quella situazione.
In fondo prima di abbandonarla ,avevo fatto due anni di psicologia all'università ed ero convinta che quello, insieme alle mie grandissime capacità empatiche, mi dava il titolo e gli strumenti per risolvere il problema con quel povero ragazzo.
Ci pensai per giorni, la prima cosa da fare era cercare un punto di incontro, qualcosa che mi permettesse di entrare in confidenza con lui.
Una sera dopo cena nel tentativo di aprire una breccia nelle sue difese le cose mi sfuggirono un po' di mano, un bel po'.
Feci una fatica terribile ma alla fine convinsi Luca a fermarsi con me in salotto per fare due chiacchiere e guardare un film insieme.
Amedeo non c'era ,quella sera non sarebbe rientrato visto che era in trasferta per lavoro a Milano.
In TV c'era il trono di spade, una delle sue serie preferite, a me quel genere non è mai piaciuto ma dovevo assecondarlo così decidemmo di guardare qualche puntata.
Non avevo idea di quante scene di nudo e di sesso erano presenti nella serie.
Gli disse che forse non era proprio un prodotto adatto a un ragazzo della sua età, senza guardarmi con tono un po' seccato mi ricordò che quell'anno aveva compiuto 18 anni.
Non che io fossi una bacchettona sia ben inteso, il sesso mi piace e mi piace molto.
E' con il sesso che ho sedotto Amedeo e l'ho portato via alla moglie, e' grazie al sesso se ho ottenuto molte cose da essa.
Per me il sesso è importante lo vivo senza tabù ma, quello avrebbe dovuto essere un prodotto adatto a tutta la famiglia e invece in certi punti sembrava qualcosa destinato esclusivamente un pubblico adulto.
In una scena ,una giovane donna dai capelli bianchi veniva presa con rudezza da quello che non saprei come definire se non un Barbaro dall'aspetto mediorientale, da come Luca osservava con attenzione lo schermo e dal fatto che si massaggiava il cavallo del suo pigiama sotto il quale nascondeva una chiara erezione, dei pantaloni chiaramente, quella roba lo entusiasmava.
Quello era il mio spunto per poter parlare con lui di sesso e sessualità.
Luca divenne paonazzo quando cominciai a parlare di masturbazione, provai a calmarlo dicendogli che era assolutamente naturale provare piacere nel guardare quelle cose ,sentirsi eccitati e dare sfogo alla propria eccitazione.
Nel tentativo di empatizzare con lui mi spinsi a dirgli che anche io praticavo autoerotismo qualche volta ,in un eccesso di confidenza aggiunsi che a dire il vero, in quel periodo visto quanto suo padre era stressato e impegnato, il nostro letto restava senza azione e che avendo anch'io le mie necessità quella anche per me, era diventata una pratica piuttosto assidua, quasi quotidiana.
Luca sembrava incredulo e mi chiese se fossi seria, gli risposi che ero serissima , che da quella mattina mi ero data piacere da sola almeno due volte.
Per rispondere alla sua domanda sul quando, una volta nel letto appena sveglia poco prima di andargli a preparare la colazione, l'altra il pomeriggio in salotto mentre lui era a scuola, proprio sul nostro divano di pelle e sul posto su cui lui era seduto in quel momento, ci tenni a precisare.
Luca rimurginò un po' ripensando le mie parole sullo schermo della TV intanto c'era l'ennesima scena di sesso ambientata in un bordello pieno di ragazze nude intente ad allietare i loro clienti.
Trovato il coraggio mi chiese se trovavo eccitante quella cosa.
Ridacchiando, cercando di risultare sicura ed ironica, gli risposi che ero eccitatissima e che probabilmente mi sarei data di nuovo piacere da sola una volta tornata in camera da letto.
Un campanello d'allarme mi squillò nella testa quando Luca mi disse che avrei potuto tranquillamente farlo lì, che non dovevo sentirmi imbarazzata e che se a me stava bene lui avrebbe fatto lo stesso.
A quelle sue parole toccò a me diventare paonazza in viso.
Provai a dirgli che l'autoerotismo era una pratica personale ,intima.
Lui rivoltando le mie esatte parole mi rispose che come avevo poco prima affermato ,masturbarsi era del tutto naturale, come mangiare, bere o dormire, che aiutava a vivere meglio la propria sessualità, a ridurre lo stress e infine a migliorare l'umore e che pertanto non bisognava avere inibizioni nel farlo.
Quel piccolo stronzetto, riuscì a farmi sentire un ipocrita, finii per prendere le sue parole come una sfida e visto che lui ignorando il mio invito ad una maggiore moderazione, si era tirato fuori l'uccello dai pantaloni e aveva cominciato a menarselo davanti ai miei occhi, non trovai altra soluzione che seguire il suo esempio.
Sfilati i pantaloncini rosa del pigiama estivo, vestita solo del top azzurro e delle mutandine che per dimensioni, disegno e tessuto poco lasciavano all'immaginazione, posi i piedi nudi sul cuscino su cui ero seduta ,aprii le gambe e mettendo da parte la vergogna che provavo misi entrambe le mani sulla mia vagina.
Fui sorpresa, al primo tocco, di trovarmi completamente bagnata forse quelle parole, quella situazione e le fantasie che stavano provocando un mix di sentimenti confusi e inattesi, avevano finito per eccitarmi sul serio.
Luca mi divorava con gli occhi, ormai la tv non pareva essere più di alcun interesse e questo non valeva solo per lui, i nostri sguardi si incrociavano e si perdevano gli uni negli altri, mentre le mani correvano sui nostri genitali.
Mi chiese se poteva avvicinarsi, non feci in tempo a rispondergli che me lo ritrovai incollato addosso.
Il mio seno , anche se un po' troppo piccolo rispetto a quello che avrei sempre desiderato, è sempre stato molto sensibile e i capezzoli, sono l'apice della sensibilità, a volte basta sfiorarli per farmi correre lungo la schiena dei brividi violenti.
Così mentre Luca mi osservava senza perdersi alcun dettaglio della mia pratica, con una mano strofinavo la mia patatina e l'altra sollecitavo il seno strizzando i capezzoli irti e gonfi sotto al tessuto del top.
Mi disse che ero bellissima e mi chiese se poteva guardarmi più da vicino, eravamo spalla a spalla e non capivo cosa intendesse.
Quando scese dal divano e si accucciò tra le mie gambe fu chiaro.
Non riuscivo a fermarmi mentre la faccia del figlio del mio compagno era a pochi centimetri dalla mia passera.
Luca osservò che ero completamente bagnata, talmente tanto che ormai le mutandine bianche erano diventate trasparenti, aggiunse annusando l'aria tra le mie cosce e il suo naso, che avevo sempre un buon odore.
Quel "sempre" mi incuriosì, continuando anche lui a masturbarsi ,confessò che spesso rubava la mia biancheria intima per annusarla.
Non ne fui completamente sorpresa, trovavo spesso il cavallo delle mie mutandine nel cesto della biancheria sporca ,umido, imbiancato ma avevo per quieto vivere, preferito ignorare l'evidenza di quei fatti.
Luca sembrò intuire qualcosa nel mio sguardo, un sorriso sadico si allargò sul suo viso, era chiaro cosa pensava, pensava che ricevere quel tipo di attenzioni da lui per me fosse piacevole.
Abbassò lo sguardo di nuovo tra le mie gambe, senza chiedermi il permesso, spalancò la bocca e pose la sua lingua sul tassello fradicio del mio tanga.
Un gemito profondo mi uscì dalla gola mentre mi leccava e succhiava la fica attraverso gli slip.
Vinta dalle emozioni fu io, qualche attimo dopo, a spostare di lato il tessuto e a mostrarmi completamente nuda e glabra al suo sguardo.
Dopo una breve esitazione e meraviglia la lingua di Luca tornò a prendersi cura della mia vagina ma questa volta spingendosi fino all'interno.
Sembrava un'eternità dall'ultima volta che Amedeo suo padre mi aveva concesso il piacere del sesso orale.
Luca sembrava avere molta più pratica di quella che mi sarei aspettato da un ragazzo della sua età e soprattutto da un ragazzo che apparentemente non sembrava avere relazioni esterne, mentre si ingozzava con la mia figa e l'effluvio di umori che da essa grondavano, donandomi un piacere che raramente avevo provato nella mia vita.
Fu impossibile resistergli oltre quando, la lingua dentro di me accompagnò due dita della mano destra e di lì a poco ottenni il mio orgasmo.
Mentre gli venivo in bocca, mi chiesi dove avesse fatto pratica o se la sua forse un autentica dote naturale.
Ma non ebbi il tempo di fare alcuna domanda, Luca mi colse di sorpresa, si sollevò puntò il suo uccello contro l'ingresso della mia passera bagnata, dilatata e gonfia e senza esitare lo spinse dentro.
Provai a fermarlo ma fu inutile, Luca era un ragazzone molto più alto dei suoi coetanei mi sovrastava di stazza e peso, mi teneva prigioniera sotto di sé, schiacciata tra i cuscini del divano, mentre con frustrazione rabbia mi scopava la figa.
Provai a respingerlo più e più volte ma la mia resistenza sembrava dargli ancora più entusiasmo e determinazione.
Temetti per la mia vita quando strinse forte entrambe le mani intorno alla mia gola.
Ero spaventata ma al contempo eccitatissima, Luca mi scopava famelico e arrabbiato, senza riguardo, senza esitazione ,senza tregua.
La mia passera era un fiume in piena, sentivo le pareti della mia vagina stringersi intorno al suo uccello, il calore generato dai nostri corpi sembrava poter mandare a fuoco la casa, presto i gemiti si sostituirono alle suppliche.
Avevo il cuore in gola, le lacrime agli occhi ,il fiato mi mancava nel petto, sarei svenuta se fossimo andati troppo oltre, poi lo sentii guaire come un animale ferito e un istante dopo il suo sperma mi riempiva la figa.
Le sue mani lasciarono il mio collo, finalmente potevo respirare, si alzò mi guardò per un lunghissimo minuto , ero stesa davanti a lui a cosce e spalancate con il suo seme che mi grondava fuori dalla passera.
Ammutolita restituii lo sguardo, non sapevo cosa dire, lui senza dire una parola lasciò la stanza per andarsi a rinchiudere nella sua camera.
Seguì il suo esempio qualche minuto dopo, stesa sul letto ripensai a quello che era appena successo.
Mi ero lasciata scopare dal figlio del mio compagno, tutto era avvenuto rapidamente al massimo nell'arco di 10 minuti, da quando avevamo cominciato a parlare di sesso.
Certo, le cose erano andate ben oltre i miei intenti, ero stata forzata a farlo, o mi ero resa complice di tutto quello?
Avevo dato io inizio a quella situazione, lo aveva provocato con le mie parole il risultato era stato inevitabile.
In cuor mio non potevo negare la verità ,una mano corse tra le mie gambe sulla mia passera ancora bagnata e fremente desiderosa di attenzioni che non potevo negarle.
Mentre mi masturbavo senza ritegno, senza badare troppo al tono della mia voce, fissavo la porta della mia camera sperando che Luca attirato dal mio lamento, fosse entrato e mi avesse colta di nuovo indifesa.
scritto il
2024-11-04
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