La verifica di chimica

di
genere
dominazione

Eravamo venute a sapere da uno di quei viscidi dei bidelli che ci sarebbe stata una verifica di chimica a sorpresa a cui nessuna si era preparata.
Era l'ultimo anno ed avere un brutto voto della sua materia avrebbe rovinato la media di tutte.
Sapevamo anche che il professor Donatelli , un bastardo epocale, teneva le risposte al test in un cassetto della sua scrivania così Io, la Borrelli e la Costantino decidemmo di intrufolarsi nell'aula durante l'ora di ginnastica.
Il professor Donatelli a quell'ora non c'era, probabilmente era giù a guardare con i suoi sudici occhi da pesce lesso le ragazze della pallavolo allenarsi ,quindi avevamo campo libero per almeno tre quarti d'ora.
Il piano era semplice, Alessia e Martina sarebbero rimaste fuori in corridoio a fare da palo, io mi sarei introdotta nell'aula e avrei rovistato un po' in giro.
Ero nervosa ,avevo il cuore in gola mentre mi avvicinavo alla scrivania.
Non era ancora primavera ma fuori le temperature si erano già alzate, io forse per l'ansia sentivo un caldo terribile.
Sudo molto quando sono agitata.
Le cosce mi sembravano roventi dentro i collant sotto la gonna plissé nera.
Potevo sentire il perizoma aderire umido alla mia passerina.
La camicetta bianca mi si era appiccicata addosso per il sudore, le mie tettine ardevano dentro il reggiseno sportivo bianco.
Il sudore mi colava sulla fronte mentre aprivo il cassetto del professor Donatelli e quello che trovai dentro non mi sorprese più di tanto.
In classe sapevamo tutte che quell'uomo era un viscido porco, ci divorava con gli occhi e non si faceva alcun problema nel gettare lo sguardo dentro la camicetta aperta delle sue alunne.
A dire il vero noi ci divertivamo a stuzzicarlo, vestendo e atteggiandosi sempre a scolarette sexy.
Durante la lezione si aggirava tra i banchi mentre spiegava o interrogava, selezionava la sua vittima di turno si piazzava dietro di lei e in maniera del tutto inappropriata cominciava a massaggiargli le spalle ,non di rado capitava di sentirsi appoggiato contro il suo membro attraverso i pantaloni.
La povera Sara Antonelli una tra le più carine ma anche tra le più timide e con le tette più grosse della classe si ritrovò la schiena bagnata di sperma dopo uno di questi massaggi.
Anche a me che ero tra le sue preferite, un giorno mentre ero piegata a raccogliere una matita da terra, con la scusa di dover passare e del poco spazio mi ritrovai il suo uccello duro imposto tra il solco delle Chiappe.
Pertanto non fui sorpresa nel rovistare tra le sue cose di trovare prove così evidenti a le sue perversioni.
Aveva obbligato le ragazze più carine a sedersi nella prima fila dei banchi.
Essendo la sua classe nell'area di scienza della tecnologia dell'Istituto avevamo come arredo scolastico tecnigrafi e sgabelli alti su cui doversi arrampicare.
Tutte le ragazze più carine compresa la sottoscritta avevano modificato la gonna della divisa scolastica perché risultasse decisamente corta e quel maniaco aveva approfittato della nostra voglia di libertà di espressione per violare la nostra privacy.
Sapevamo che lo faceva per poter sbirciare sotto le nostre gonne e la sequela di foto di cosce e scampoli di mutandine che trovai su tablet lasciato acceso e sbloccato ne erano la prova.
Mentre ragionavo su come avrei potuto usare quegli elementi cercando di decidere se sarebbe stato più vantaggioso denunciarlo alla direzione o ricattarlo ,qualcosa nel cassetto attrasse la mia attenzione.
In un primo istante mi parve un fazzoletto di stoffa Rosa, le dita mi rimasero appiccicate quando lo presi.
Erano un paio di microscopiche mutandine da donna completamente lordate di sperma.
Sapevo anche di chi erano gli slip.
Erano di quella quattrocchi della D'Amico la secchiona della classe anche lei una delle più carine.
Ne ero certa, gliele avevo viste addosso il giorno prima durante una pausa pipì in bagno.
Quel giorno insieme ad altre due ragazze tutte a mutandine calate e l'una di fronte all'altra, c'eravamo confrontate sul taglio del pelo sulla nostra passerina e su quale fosse il più carino.
La D'Amico aveva un cespuglio perfetto che rasava regolarmente, quotidianamente usava una lozione per capelli del padre per tenere il pelo lucido e setoso.
Tutte rimanemmo ammirate e un po' gelose, io personalmente preferisco uno stile più naturale ,per fortuna non avendo tanti peli lì sotto non era difficile prendersene cura.
Mi persi nelle mie fantasie ripensando al ditalino collettivo che era seguito alla discussione prima di lasciare il bagno e tornare a lezione.
Tenere in mano le sue mutandine grondanti di sperma ancora caldo e cominciare a fantasticare su come fossero arrivate nel cassetto del professor Donatelli non aiutò di certo a mantenere la concentrazione sull'obiettivo della mia missione.

Quando il professor Donatelli entrò in aula trovandomi seduta sulla sua sedia con la camicetta aperta alle tettine al vento, a cosce spalancate con i collant calati ,poggiando i tacchi delle mie scarpe sulla scrivania intenta ad annusare, leccare e succhiare le mutandine della D'Amico e a masturbarmi non mi diede né tempo di spiegare né scampo.
Quelle due vigliacche della Borrelli e della Costantino invece di avvisarmi del suo arrivo se ne erano fuggite via.
Chiuse la porta alle sue spalle e cominciò a rimproverarmi, mi costrinse a confessargli che ero entrata in aula nel tentativo di sottrarre le risposte della verifica.
Mi urlò contro mentre presa dal panico mi rimisi in piedi, con la fica ancora grondante e i capezzoli irti in un attimo di decenza cercai di risistemarmi la divisa scolastica ma lui me lo impedì dicendomi che provare vergogna a quel punto era ipocrita e tardivo.
Sentivo i suoi occhi su di me bruciare come tizzoni ardenti sulle parti più esposte del mio corpo.
Con la camicetta aperta , la gonna legata in vita e collant e il perizoma abbassati fino al ginocchio nulla era celato il suo sguardo.
Piena di vergogna rimasi in silenzio , sentivo il suo respiro farsi affannoso mentre si godeva lo spettacolo del mio corpo ancora acerbo nonostante la maggiore età.
Quando realizzò che avevo rovistato tra le sue cose divenne furioso.
Disse che avevo superato ogni limite e che andavo punita, guardò l'orologio appeso alla parete, mancavano venti minuti alla prossima ora e c'era ancora tutto il tempo per darmi una lezione.
Mi ritrovai in ginocchio davanti a lui con il suo grosso, sporco e sudicio cazzo sbattuto in gola.
Mi scopò la faccia per cinque minuti, quando poi decise che erano abbastanza mi sollevò di forza spingendomi contro la scrivania.
Mi fece piegare a 90 gradi su di essa , mi sculacciò poi mi costrinse ad afferrarmi le chiappe in maniera che la mia fighetta e il mio piccolo e roseo ano fossero completamente esposti per poter così divorarli entrambi più agevolmente.
Presi a gemere mentre la sua lingua e le sue dita mi violavano alternandosi in entrambi gli orifizi.
Per evitare che i miei guaiti attirassero l'attenzione di qualcuno di tappò la bocca ficcandoci dentro le mutandine della D'Amico.
A lungo mi divorò la figa il buchetto plissettato del culo, quando decise che ero lubrificata e dilatata a sufficienza si l'alzò e senza nemmeno avvisarvi mi piantò con un colpo deciso di reni il cazzo nella figa.
I minuti passarono interminabili mentre il suo uccello mi scopava frenetico, un po' rude forse ma non potevo negare l'intenso piacere che provavo nel sentirmi vittima e complice del suo desiderio.
Era chiaro che compiendo quell'atto intenso sfogava su di me tutta la frustrazione e la rabbia accumulata.
Cominciò a sbraitare tra i denti mentre sbatteva il suo cazzo nella mia fica fradicia sostenendo che io ero una stronzetta viziata come le mie compagne di classe.
Troiette snob che si permettevano di guardarlo dall'alto in basso ,chi provocarlo andando in giro vestite come delle attizza cazzi ,di deriderlo mentre lui cercava di insegnarci qualcosa.
Nel dirmi quelle cose il ritmo delle sue spinte era sempre più veloce mentre il suo uccello si spingeva sempre più a fondo dentro di me.
Continuò a scoparmi tenendomi forte per i fianchi i nostri corpi erano fusi l'uno dall'altro.
Dandomi nella puttanella mi chiese se mi piaceva farmi sbattere così o se forse avessi preferito un altro paio di cazzi ,uno per il culo e l'altro per la bocca.
Disse che c'erano almeno un altro paio di professori che avrebbero partecipato volentieri, aggiunse che se avessi voluto avrebbe potuto far richiamare le mie compagne di classe così che avessero potuto assistere mentre godevo come la cagna che ero.
Fu li che ebbi la certezza che quel sudicio pervertito ci spiava costantemente e che aveva una spia tra di noi.
Nell'intimità del autoerotismo avevo espresso una mia personale fantasia molto simile alla situazione descritta da lui in presenza della D'Amico e alle altre due ragazze mentre il giorno prima in bagno ci massaggiavamo la fica.
Non conoscevo bene le altre due ragazze nemmeno ne ricordavo il nome ma conoscevo bene quella stronza, lecchina ,arrivista della D'Amico.
Di sicuro era lei la talpa zoccola e che se pensava di passarla liscia aveva fatto male i conti.
Mentre pensavo come vendicarmi della mia compagna di classe il professor Donatelli mi avvisò che stava per venire e che forse meritavo di essere farcita con il suo sperma rovente.
Lo supplicai di non farlo, lui ridacchiò rassicurandomi che di certo non avrebbe impregnato una sua studentessa.
Mi ritrovai a terra col suo cazzo puntato sulla faccia.
Mi ordinò di spalancare la bocca e di tirar fuori la lingua mentre si menava l'uccello.
Rimasi mansueta mentre sul mio viso , sulle mie labbra , nella mia gola pioveva abbondante il suo sperma.
In quelle esatto istante si aprì la porta della classe, l'ora di ginnastica era terminata e le mie compagne di classe stavano rientrando.
Il professor Donatelli non parve per nulla preoccupato mentre davanti alle altre ragazze mi picchiettava l'uccello sul viso , né le mie compagne sembravano sorprese o scandalizzate anzi qualcuno di loro ridacchiava.
Disse loro di andarsi a sedere mentre la loro compagna di classe gli avrebbe con la lingua ripulito il cazzo.
Compiuto il mio dovere mezza nuda e con il sapore del suo sperma sulla lingua, mi mandò al mio banco negandomi la possibilità di darmi una ripulita. Vedermi con la sua sborra sul viso sarebbe stato da monito per le altre compagne affinché fosse chiaro che nessuno nella sua classe poteva permettersi di barare.
Quando ripresi il mio posto il prof si andò a sedere, ci annunciò che quel giorno con un giorno di anticipo ci sarebbe stata la verifica di chimica da cui sarebbe venuto fuori un terzo del voto finale mandandoci tutte in panico.
Fece venire alla cattedra la sua amichetta del cuore ,la D'Amico.
Aveva ancora la patta dei pantaloni aperti e l'uccello di fuori le ordinò di rimetterlo dentro e lei devota e obbediente lo fece.
Senza nemmeno ringraziarla le disse di prendere i test dalla sua scrivania di distribuirli alla classe e poi tornare da lui.
La verifica iniziò e per i 40 minuti successivi ci tenne tutte concentrate su di essa mentre il professor Donatelli evidentemente insaziabile si scopava la D'Amico davanti a tutta la classe.
scritto il
2024-08-28
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