Sono venuto nella pancia della mia mamma 16°- Sodoma 2000
di
Andrea inc
genere
incesti
Al termine della cena, una breve sosta in soggiorno per un ultimo drink, li aveva accompagnati sino al momento di tornare a letto nelle medesime composizioni di prima: La mamma col figlio e Sandra col suo papà sempre più infoiato.
Il ragazzo aveva fatto sesso con la mamma per tutta la notte alternando leccate di fica, pompini e penetrazioni sodomitiche con l'unica regola che al momento dell'orgasmo doveva spostarsi dentro la fica per spararle sull'utero il suo carico di spermatozoi che l'avrebbero dovuta impregnare ingravidandola.
Il padre al contrario, come posseduto dal demone della lussuria, aveva sodomizzato la figlia per tutta la notte alternando momenti di riposo per abbandonarsi ancora a momenti di sesso sodomita incurante del fatto che la figlia ne traesse o meno piacere.
Naturalmente la figlia godeva come se quella fosse stata l'unica missione della sua vita.
Godeva col culo, godeva con la fica masturbandosi e strizzandosi in modo anche doloroso la clitoride; Gridava, si contorceva, ansimava, ne chiedeva di più al padre che con la mente obnubilata dalla lussuria, si preoccupava solo del proprio piacere.
Era una coppia incestuosa in preda ad un delirio che li faceva comportare come se l'altro non esistesse.
Quando si erano addormentati, giacevano in un mare di sudore, umori di ogni pertugio ed un fiume di sborra che continuava a colare dall'orifizio anale della figlia.
La settimana che ne era seguita aveva riservato un mare di sorprese per Sandra la quale, pareva aver dimenticato il fatto che per godere usava ogni lembo di pelle, ogni anfratto ed ogni buco tranne la fica riservata solo alla bocca della mamma che la leccava facendola godere senza però cedere minimamente, ad ogni tentazione di penetrazione di quel frutto destinato a recuperare la verginità perduta.
Il fatto che oramai sia la mamma che la figlia avessero reso disponibile ai loro maschi i fiori celati tra le natiche, aveva permesso alla mamma, col coinvolgimento del marito, di mostrare ai loro figli, quante variabili sessuali ci si potevano realizzare.
La prima timida prova, aveva visto la mamma montata dal marito mentre nel culo aveva un grosso dildo vibrante che le strappava grida di piacere e di lussuria.
A quel gioco poi, avevano chiamato a partecipare il figlio con la mamma che mentre veniva montata a pecora, succhiava il cazzo del marito in ginocchio davanti a lei.
Quelle prime volte a Sandra era rilasciato solo il compito di ripulire le verghe sborrate dei due maschi e il buco del culo della mamma prima di congiungersi a lei in un bacio lascivo e scandaloso con le lingue impazzite ed uno scambio di saliva, sborra e umori rettali.
L'ultima prova alla quale sarebbero poi seguite numerose varianti, prevedeva che il fratello stesse disteso supino sul tappeto in soggiorno con la mamma calata a prenderlo a candela sopra di lui.
Nello stesso momento, mentre il ragazzo la chiavava da sotto, il padre da dietro la sodomizzava mentre la figlia seduta sul viso del fratello si faceva leccare la fica e il buco del culo.
Un'ultima incredibile composizione prevedeva che la ragazza stesse distesa supina con la mamma che a cosce spalancate le spingeva la fica sulle labbra mentre da dietro il marito ed il figlio le infilavano entrambi i cazzi nel buco del culo.
Dio che maiali!
Dio che libidine!
Dio che porca era diventata Sandra nel ripercorrere tutte le combinazioni che aveva visto e ben fissate nella mente.
Quando in casa vi erano i maschi, si sperimentavano insieme a loro quei giuochi cercandone anche di nuovi.
Quando invece in casa erano sole Sandra e la sua mamma, quei giochi venivano fatti lo stesso sostituendo ai maschi i numerosi vibratori ed altri giocattoli di cui disponevano in casa.
Nascosto in un doppio fondo dell'armadio avevano anche un manichino maschio in silicone rosato dalle fattezze umane che avevano comperato in un negozio di Torino.
La riproduzione era perfetta; Un pene intercambiabile di diverse misure. L'ano circondato da una rada peluria era perfettamente penetrabile da un vero cazzo che l'avrebbe potuto riempire di sborra. L'altra importante caratteristica che lo rendeva davvero reale, erano i testicoli che potevano essere riempiti di sperma e attraverso una pompetta, eiacularla nel momento desiderato.
L'altra sorpresa che aveva definitivamente sconvolto Sandra era la riserva di sperma che conservavano congelato in un piccolo frigo nascosto sempre nel doppio fondo dell'armadio.
-Ma mamma, da dove viene quello sperma?-
Aveva chiesto sempre più stupita la figlia.
-Una parte è di tuo padre mentre nelle altre ampolle, vi sono sborrate nei preservativi che io e tuo padre riportiamo a casa in occasione di alcune orge.-
-Che meraviglia mamma.. che godimento.. che troia che sono diventata!-
Aveva detto alla mamma Sandra la prima volta che si era fatta inculare dal manichino che le aveva persino riempito il retto di sperma caldo.
Erano passati dieci giorni circa da quei giuochi pazzi e incestuosi e finalmente, con la fichetta tornata illibata come quella di un'adolescente, potevano mettere in atto il programma studiato per il ragazzo di Sandra che avrebbe dovuto sverginarla.
segue
Il ragazzo aveva fatto sesso con la mamma per tutta la notte alternando leccate di fica, pompini e penetrazioni sodomitiche con l'unica regola che al momento dell'orgasmo doveva spostarsi dentro la fica per spararle sull'utero il suo carico di spermatozoi che l'avrebbero dovuta impregnare ingravidandola.
Il padre al contrario, come posseduto dal demone della lussuria, aveva sodomizzato la figlia per tutta la notte alternando momenti di riposo per abbandonarsi ancora a momenti di sesso sodomita incurante del fatto che la figlia ne traesse o meno piacere.
Naturalmente la figlia godeva come se quella fosse stata l'unica missione della sua vita.
Godeva col culo, godeva con la fica masturbandosi e strizzandosi in modo anche doloroso la clitoride; Gridava, si contorceva, ansimava, ne chiedeva di più al padre che con la mente obnubilata dalla lussuria, si preoccupava solo del proprio piacere.
Era una coppia incestuosa in preda ad un delirio che li faceva comportare come se l'altro non esistesse.
Quando si erano addormentati, giacevano in un mare di sudore, umori di ogni pertugio ed un fiume di sborra che continuava a colare dall'orifizio anale della figlia.
La settimana che ne era seguita aveva riservato un mare di sorprese per Sandra la quale, pareva aver dimenticato il fatto che per godere usava ogni lembo di pelle, ogni anfratto ed ogni buco tranne la fica riservata solo alla bocca della mamma che la leccava facendola godere senza però cedere minimamente, ad ogni tentazione di penetrazione di quel frutto destinato a recuperare la verginità perduta.
Il fatto che oramai sia la mamma che la figlia avessero reso disponibile ai loro maschi i fiori celati tra le natiche, aveva permesso alla mamma, col coinvolgimento del marito, di mostrare ai loro figli, quante variabili sessuali ci si potevano realizzare.
La prima timida prova, aveva visto la mamma montata dal marito mentre nel culo aveva un grosso dildo vibrante che le strappava grida di piacere e di lussuria.
A quel gioco poi, avevano chiamato a partecipare il figlio con la mamma che mentre veniva montata a pecora, succhiava il cazzo del marito in ginocchio davanti a lei.
Quelle prime volte a Sandra era rilasciato solo il compito di ripulire le verghe sborrate dei due maschi e il buco del culo della mamma prima di congiungersi a lei in un bacio lascivo e scandaloso con le lingue impazzite ed uno scambio di saliva, sborra e umori rettali.
L'ultima prova alla quale sarebbero poi seguite numerose varianti, prevedeva che il fratello stesse disteso supino sul tappeto in soggiorno con la mamma calata a prenderlo a candela sopra di lui.
Nello stesso momento, mentre il ragazzo la chiavava da sotto, il padre da dietro la sodomizzava mentre la figlia seduta sul viso del fratello si faceva leccare la fica e il buco del culo.
Un'ultima incredibile composizione prevedeva che la ragazza stesse distesa supina con la mamma che a cosce spalancate le spingeva la fica sulle labbra mentre da dietro il marito ed il figlio le infilavano entrambi i cazzi nel buco del culo.
Dio che maiali!
Dio che libidine!
Dio che porca era diventata Sandra nel ripercorrere tutte le combinazioni che aveva visto e ben fissate nella mente.
Quando in casa vi erano i maschi, si sperimentavano insieme a loro quei giuochi cercandone anche di nuovi.
Quando invece in casa erano sole Sandra e la sua mamma, quei giochi venivano fatti lo stesso sostituendo ai maschi i numerosi vibratori ed altri giocattoli di cui disponevano in casa.
Nascosto in un doppio fondo dell'armadio avevano anche un manichino maschio in silicone rosato dalle fattezze umane che avevano comperato in un negozio di Torino.
La riproduzione era perfetta; Un pene intercambiabile di diverse misure. L'ano circondato da una rada peluria era perfettamente penetrabile da un vero cazzo che l'avrebbe potuto riempire di sborra. L'altra importante caratteristica che lo rendeva davvero reale, erano i testicoli che potevano essere riempiti di sperma e attraverso una pompetta, eiacularla nel momento desiderato.
L'altra sorpresa che aveva definitivamente sconvolto Sandra era la riserva di sperma che conservavano congelato in un piccolo frigo nascosto sempre nel doppio fondo dell'armadio.
-Ma mamma, da dove viene quello sperma?-
Aveva chiesto sempre più stupita la figlia.
-Una parte è di tuo padre mentre nelle altre ampolle, vi sono sborrate nei preservativi che io e tuo padre riportiamo a casa in occasione di alcune orge.-
-Che meraviglia mamma.. che godimento.. che troia che sono diventata!-
Aveva detto alla mamma Sandra la prima volta che si era fatta inculare dal manichino che le aveva persino riempito il retto di sperma caldo.
Erano passati dieci giorni circa da quei giuochi pazzi e incestuosi e finalmente, con la fichetta tornata illibata come quella di un'adolescente, potevano mettere in atto il programma studiato per il ragazzo di Sandra che avrebbe dovuto sverginarla.
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