Non hai nulla da temere, amore
di
Claire1980
genere
tradimenti
La nostra vita sessuale era prossima allo zero. Certo, mio marito ogni tanto ci provava, ma, come si suol dire, quelle poche volte che lo facevamo, “timbravamo il cartellino”. Energia e desiderio energia erano latenti, le nostre scopate si limitavano al solito copione: una faticaccia con la bocca per farglielo rizzare, appena sufficiente a saltargli sopra, per poi fingere piacere. Pochi minuti in cui aspettavo il suo ridicolo schizzetto, per poi girarmi dall’altra parte e poter finalmente dormire.
“Non hai nulla da temere, amore. Sei tu la persona con cui sono sposata”, ho detto a Massimo che mi guardava dallo specchio mentre mi passavo un po’ di matita sugli occhi. Ero stata invitata alla festa di pensionamento di un collega della casa editrice per cui lavoro.
“E ci devi per forza andare con un vestitino così corto?”
“Siamo in piena estate, tesoro! Mica posso mettermi i jeans!”
L’open bar, per una festa, è già sinonimo di successo: mi sono divertita, ho ballato e bevuto un sacco di drink. Mi sono seduta al tavolo con alcuni colleghi, tra cui Boris, che ormai da mesi non perdeva l’occasione di riempirmi di complimenti. Continuava a portarmi da bere, e quando l'orologio ha battuto la mezzanotte, ero sufficientemente sbronza. Mio mio marito mi aspettava, volevo tornare a casa e avrei chiamato un taxi.
“Il taxi? Ma se abiti qui a due passi!”, mi ha detto Boris, “Ti accompagno a casa a piedi io, se vuoi, così puoi smaltire la sbornia”.
Ho mandato un messaggio a Massimo dicendogli che stavo uscendo, e mi sono incamminata con Boris a fianco.
Ho vacillato un po', mentre tornavo a casa, ma il mio collega mi sorreggeva, mi appoggiavo a lui assicurandomi di non cadere. Per accorciare la strada, attraversammo un parco illuminato. Ho detto a Boris che dovevo assolutamente fare pipì.
“Faccio la guardia io”, ha detto.
Sono andata dietro un cespuglio, ho abbassato le mutandine e ho urinato. Il tempo di tirarmi su e accanto a me è comparso Boris.
“Anche io devo fare pipì”, e come se niente fosse ha estratto l’uccello dai pantaloni e si è voltato verso l’albero. Mi sono girata dall’altra parte e ho aspettato, ma non ho sentito nessun zampillo, nessun rumore di liquido.
“Tutto bene?”. ho detto.
“In realtà non riesco, ho un piccolo problema”, mi ha risposto. Mi sono rigirata verso di lui e l’ho visto con il cazzo eretto in mano.
“E’ troppo duro, così non riesco a farla”.
Sarà stato l’alcol, sarà stata la sera d’estate, sarà stato che da quando stavo con mio marito un cazzo del genere non lo avevo più visto, ho sentito un brivido partire dallo stomaco e per arrivare in mezzo alle gambe.
“Vuoi toccarlo?”, mi ha detto Boris indicando con gli occhi il suo attrezzo eretto, stretto attorno al suo pugno.
“Sei proprio sciocco”, mi sono messa a ridere.
Ma l’ho fatto comunque: continuando a ridere mi sono avvicinata, e di fronte a lui ho allungato la mano. Lui ha tolto la sua e ho cominciato a masturbare quel bel pezzo di carne cruda, calda e pulsante nella mia mano.
Boris mi ha baciato il collo, io continuavo a ridere: “Smettila, mi fai il solletico”. Non si è fermato, fino a quando non mi ha appoggiato la mano sulla spalla e mi ha fatto inginocchiare. Il suo cazzo ora era proprio davanti ai miei occhi. Ho continuato a segarlo, da quella posizione avevo il primo piano della sua cappella che appariva e scompariva nel mio pugno. Era buffa.
Boris ha portato la sua mano alla mia bocca e mi ha chiesto di leccargli il dito. Ho riso e mi sono messa il suo pollicione in bocca. Succhiavo il dito e guardavo il cazzo, succhiavo il dito e guardavo il cazzo, con la mano libera mi sono tolta il suo dito dalla bocca e ho cominciato a succhiargli il cazzo.
Sentire il suo membro che mi riempiva la bocca arrapava, sentivo tre le gambe le mutandine umide.
Dalla borsetta, il mio telefono squillò all'improvviso. Era mio marito.
Ho preso la chiamata e gli ho detto che ero a metà strada da casa, mentre Boris si masturbava davanti alla mia bocca.
“Ti aspetto a letto, coniglietta”, ha detto Massimo. Ho chiuso la conversazione e ho ripreso a succhiare il cazzo di Boris.
Ero maledettamente bagnata, volevo quel cazzo nella mia figa. Mi sono alzata e mi sono appoggiata all'albero con il sedere spinto indietro. Senza nemmeno preoccuparsi di mettere un preservativo, Boris ha alzato il vestito, spostato di lato le mutandine e mi ha penetrata. È scivolato direttamente nella mia figa allagata e ha cominciato a scoparmi.
"Adesso non c'è più tanto da ridere, eh?", ha detto Boris.
Mi teneva per i fianchi. Inarcavo la schiena e gli andavo incontro ad ogni spinta, per sentire il suo uccello sempre più in profondità.
“Sei una piccola puttana quando non sei con tuo marito”, ha detto Boris.
“Stai zitto e scopami”, e lui ha accelerato il ritmo scopandomi ancora più forte.
Mentre pompava con un dito ha cominciato a lavorarmi il buco del culo, Sputava sul dito, lo infilava nell’ano, lo muoveva su e giù un paio di volte e lo toglieva. Così per diverse volte.
“Scommetto che a tuo marito non è permesso farlo, sei molto severa con lui”, ha detto. E senza dire altro mi ha inculata.
Lo sentivo tutto. Cazzo se lo sentivo. Tutto in profondità dentro di me. Il piacere ha preso subito il posto del dolore del primo affondo. È stato così bello. Quelli sono i momenti della vita in cui ogni descrizione perderebbe di significato, di fronte all’estasi del momento. Ditemelo voi, ragazze: un maschio arrapato che ti scopa da dietro mentre sei appoggiata a un albero, fino a portarti all’orgasmo. Cosa c’è di più bello?
Mi ha scopato forte e a lungo ed è venuto dentro di me.
Quando sono tornata a casa e mi sono sdraiata accanto a mio marito, ho potuto sentire lo sperma di Boris che colava fuori dal mio culo. Mio marito non si è accorto di nulla.
“Non hai nulla da temere, amore. Sei tu la persona con cui sono sposata”, ho detto a Massimo che mi guardava dallo specchio mentre mi passavo un po’ di matita sugli occhi. Ero stata invitata alla festa di pensionamento di un collega della casa editrice per cui lavoro.
“E ci devi per forza andare con un vestitino così corto?”
“Siamo in piena estate, tesoro! Mica posso mettermi i jeans!”
L’open bar, per una festa, è già sinonimo di successo: mi sono divertita, ho ballato e bevuto un sacco di drink. Mi sono seduta al tavolo con alcuni colleghi, tra cui Boris, che ormai da mesi non perdeva l’occasione di riempirmi di complimenti. Continuava a portarmi da bere, e quando l'orologio ha battuto la mezzanotte, ero sufficientemente sbronza. Mio mio marito mi aspettava, volevo tornare a casa e avrei chiamato un taxi.
“Il taxi? Ma se abiti qui a due passi!”, mi ha detto Boris, “Ti accompagno a casa a piedi io, se vuoi, così puoi smaltire la sbornia”.
Ho mandato un messaggio a Massimo dicendogli che stavo uscendo, e mi sono incamminata con Boris a fianco.
Ho vacillato un po', mentre tornavo a casa, ma il mio collega mi sorreggeva, mi appoggiavo a lui assicurandomi di non cadere. Per accorciare la strada, attraversammo un parco illuminato. Ho detto a Boris che dovevo assolutamente fare pipì.
“Faccio la guardia io”, ha detto.
Sono andata dietro un cespuglio, ho abbassato le mutandine e ho urinato. Il tempo di tirarmi su e accanto a me è comparso Boris.
“Anche io devo fare pipì”, e come se niente fosse ha estratto l’uccello dai pantaloni e si è voltato verso l’albero. Mi sono girata dall’altra parte e ho aspettato, ma non ho sentito nessun zampillo, nessun rumore di liquido.
“Tutto bene?”. ho detto.
“In realtà non riesco, ho un piccolo problema”, mi ha risposto. Mi sono rigirata verso di lui e l’ho visto con il cazzo eretto in mano.
“E’ troppo duro, così non riesco a farla”.
Sarà stato l’alcol, sarà stata la sera d’estate, sarà stato che da quando stavo con mio marito un cazzo del genere non lo avevo più visto, ho sentito un brivido partire dallo stomaco e per arrivare in mezzo alle gambe.
“Vuoi toccarlo?”, mi ha detto Boris indicando con gli occhi il suo attrezzo eretto, stretto attorno al suo pugno.
“Sei proprio sciocco”, mi sono messa a ridere.
Ma l’ho fatto comunque: continuando a ridere mi sono avvicinata, e di fronte a lui ho allungato la mano. Lui ha tolto la sua e ho cominciato a masturbare quel bel pezzo di carne cruda, calda e pulsante nella mia mano.
Boris mi ha baciato il collo, io continuavo a ridere: “Smettila, mi fai il solletico”. Non si è fermato, fino a quando non mi ha appoggiato la mano sulla spalla e mi ha fatto inginocchiare. Il suo cazzo ora era proprio davanti ai miei occhi. Ho continuato a segarlo, da quella posizione avevo il primo piano della sua cappella che appariva e scompariva nel mio pugno. Era buffa.
Boris ha portato la sua mano alla mia bocca e mi ha chiesto di leccargli il dito. Ho riso e mi sono messa il suo pollicione in bocca. Succhiavo il dito e guardavo il cazzo, succhiavo il dito e guardavo il cazzo, con la mano libera mi sono tolta il suo dito dalla bocca e ho cominciato a succhiargli il cazzo.
Sentire il suo membro che mi riempiva la bocca arrapava, sentivo tre le gambe le mutandine umide.
Dalla borsetta, il mio telefono squillò all'improvviso. Era mio marito.
Ho preso la chiamata e gli ho detto che ero a metà strada da casa, mentre Boris si masturbava davanti alla mia bocca.
“Ti aspetto a letto, coniglietta”, ha detto Massimo. Ho chiuso la conversazione e ho ripreso a succhiare il cazzo di Boris.
Ero maledettamente bagnata, volevo quel cazzo nella mia figa. Mi sono alzata e mi sono appoggiata all'albero con il sedere spinto indietro. Senza nemmeno preoccuparsi di mettere un preservativo, Boris ha alzato il vestito, spostato di lato le mutandine e mi ha penetrata. È scivolato direttamente nella mia figa allagata e ha cominciato a scoparmi.
"Adesso non c'è più tanto da ridere, eh?", ha detto Boris.
Mi teneva per i fianchi. Inarcavo la schiena e gli andavo incontro ad ogni spinta, per sentire il suo uccello sempre più in profondità.
“Sei una piccola puttana quando non sei con tuo marito”, ha detto Boris.
“Stai zitto e scopami”, e lui ha accelerato il ritmo scopandomi ancora più forte.
Mentre pompava con un dito ha cominciato a lavorarmi il buco del culo, Sputava sul dito, lo infilava nell’ano, lo muoveva su e giù un paio di volte e lo toglieva. Così per diverse volte.
“Scommetto che a tuo marito non è permesso farlo, sei molto severa con lui”, ha detto. E senza dire altro mi ha inculata.
Lo sentivo tutto. Cazzo se lo sentivo. Tutto in profondità dentro di me. Il piacere ha preso subito il posto del dolore del primo affondo. È stato così bello. Quelli sono i momenti della vita in cui ogni descrizione perderebbe di significato, di fronte all’estasi del momento. Ditemelo voi, ragazze: un maschio arrapato che ti scopa da dietro mentre sei appoggiata a un albero, fino a portarti all’orgasmo. Cosa c’è di più bello?
Mi ha scopato forte e a lungo ed è venuto dentro di me.
Quando sono tornata a casa e mi sono sdraiata accanto a mio marito, ho potuto sentire lo sperma di Boris che colava fuori dal mio culo. Mio marito non si è accorto di nulla.
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