Dai piedi in su atto XXIV
di
cagnetta rottainculo
genere
dominazione
Ha per voce due sole note: il sibilo che emette nel fendere l'aria e lo s'ciac di quando raggiunge il proprio bersaglio. La sua azione suscita un'eco modulato nei vari toni del grido, ai quali il più delle volte si accompagna una raffica di spasmi. Il regista di questa esecuzione orchestra e scandisce le battute secondo un preciso ordine e un preciso ritmo, ma a tratti esce dallo spartito e all'improvviso, travolto dal vortice della perfomance, cadenza da virtuoso qual è diverse variazioni del tutto fuori programma, che, è proprio il caso di dirlo, gli scappano di mano. Quello che ne risulta è una melodia lenta e lamentosa, in un lugubre stile polifonico da camera, sonato da uno strumento a corda che si chiama “Frusta” e animato, a voce rotta, dalle reazioni o meglio dai vocalizzi disperati della vittima di turno, che a lungo soffre e subisce. Emette singhiozzi e strepiti disarticolati e sordi, soffi, lamenti strozzati, tremuli rantoli, gemiti, strilli e pianti, misti a qualche grugnito, a ululati e a fremiti. Il padrone resta arcigno e insistente e si scatena in una ultima gragnola da fare spavento. Il meschino piagnucola, porta e sopporta i segni della sevizia sui righi del proprio malconcio sedere. Il dom si accinge a sferrare un ultimo fragoroso attacco. Vibra colpi insensati da cui sortiscono rumori sempre più rauchi e gorgheggi senza pausa. Le implorazioni del derelitto restano inascoltate nella più totale indifferenza del suo aguzzino che gli si avventa contro con inusitato impeto e si accanisce a rincarare la dose, verso un crescendo da gran finale, fino a quando si arresta di botto e si schianta e trasecola in preda a una sincope. Caccia un urlo lancinante. Ha il polso slogato! Fra alti lai invoca impacchi freddi e Voltaren. Lo schiavo vede e provvede, ma sotto sotto, tra sé e sé, per sua magra consolazione, pensa: “Chi la fa l'aspetti”. Ovvero, chi di frusta ferisce a volte ne patisce. La cosa più buffa è che il padrone resta mesto e ancora dolente per giorni. Mentre lo schiavo già all'indomani si ripresenta tutto arzillo e in perfetta forma (a culo immacolato), forse grazie alla tanta perizia del dom nel maneggiare la frusta, o forse perché ormai ferrato e più che assuefatto a incassare ogni genere di angherie e di soprusi, e a smaltirne in fretta i segni e i postumi, sia (im)morali che fisici.
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