Dai piedi in su atto XXXIII

di
genere
dominazione

Aggiungo un altra e ultima serie di ponderate riflessioni sul mio essere e diventare schiavo del padrone.
I RUOLI
Il padrone è un capo di stato maggiore e lo stratega di un piccolo esercito formato da un solo soldato, una pedina che fa muovere sulla scacchiera del BDSM.
Il padrone comanda e lo schiavo ubbidisce?
Non è così semplice perché il comando del padrone risulta pur sempre condizionato, e in buona sostanza subordinato, dal tipo di schiavo che si trova di fronte e dal modo in cui reagisce e interagisce.
È pacifico che, nell'esercizio del suo potere, il padrone diventa la coscienza dello schiavo e si carica sulle spalle ogni genere di responsabilità di cura in ordine alla sua salute e incolumità, alla sua educazione e alla sua gestione e in qualche modo anche al suo benessere.
A tal proposito è lecito chiedersi se impiegano più tempo e fatica gli studenti a svolgere i temi in classe o i loro docente ad assegnarli e poi a correggerli e valutarli?
Superato un periodo in cui lo schiavo è in prova e in addestramento (Tirocinio) con reciproca facoltà di tirarsi indietro, lo schiavo può ancora richiedere di essere posto in libertà, e in genere un padrone accorto motivatamente glielo accorda. Il padrone dal canto suo può magari decidere in ogni momento e per varie ragioni di cedere il suo schiavo a un altro dom ma non può assolutamente abbandonarlo da solo al suo destino.
Il padrone sta in relax e lo schiavo sgobba?
È poco vero. Lo schiavo è per definizione un incosciente e un irresponsabile, ha solo il dovere di eseguire bene gli ordini. Se sbaglia paga sottoponendosi a castighi e punizioni, per redimersi ed ottenere il perdono del padrone.
Lo schiavo che sbaglia deve per forza venire punito?
Sì, più o meno duramente. Il padrone è vincolato al dovere di criticare e di castigare lo schiavo e di offrirgli una via di scampo, in maniera tale che lo schiavo dopo essere stato ripreso, attraverso la punizione si riscatti e abbia il piacere e la soddisfazione di sentirsi purificato. La punizione è insomma una legge per entrambi ma anche una grande opportunità di perfezionamento per lo schiavo.
Il padrone non deve mai trascurare il suo ruolo di educatore e di addestratore. È alle prese con i i tratti di un soggetto ancora selvaggio e tutto da sgrezzare e ha il compito di addomesticarlo, di ridurlo a mansuetudine, di plasmarlo e di innalzarlo in chiave BDSM a fare quel che deve e come deve.
È importante che per durata e intensità le correzioni siano ben calibrate e risultino proporzionate agli errori commessi, nel cui novero rientrano le disattenzioni, le imprecisioni, la svogliatezza e la pigrizia, la mancanza di buon gusto e di buon senso, le imprudenze, le esuberanze non richieste e indebite, gli sbagli di ogni genere e soprattutto ogni violazione delle regole stabilite.
Lo schiavo ha il dovere di prestare al padrone la massima attenzione e se viene colto in fallo deve pagare e riscattarsi e subire da parte del padrone, secondo il suo sempre perfetto giudizio, dei semplici richiami verbali (strapazzate e lavate di capo), o l'imposizione di pene posturali o di limitazioni, o un castigo morale (umiliazioni e degradi), o vere e proprie sofferenze fisiche (sculacciate e frustate).
Il padrone può rinunciare ad applicare i dovuti castighi solo nelle primissime fasi, quando lo schiavo deve ancora orientarsi, oppure quando questi rischiano di diventare controproducenti perché lo ingrippano e lo mandano in palla.
Alcune volte il padrone potrà prendersi il lusso di castigare lo schiavo per delle mancanze anche minime utilizzando castighi enfatici ed esemplari. Questo servirà a tenerlo sulla corda e ad avviarlo a comprendere quanto sia importante essere preciso e puntuale nello svolgimento dei compiti assegnatigli.
Altre volte lo schiavo verrà punito in modo gratuito e pretestuoso allo scopo di abituarlo a non mettere in discussione l'autorità del padrone e per fargli ingoiare di buon grado qualche boccone amaro, senza che per questo debba sentirsi ingiustamente oppresso e vittima di un torto.
È così che lo schiavo impara sulla sua pelle ad essere un referente schietto e genuino ovvero autentico, rispettoso, puntuale, magari anche un po' astuto ma non furbetto o malizioso e per niente simulatore. Impara ad essere disciplinato e attento e si fa solerte, fedele e sincero. Se il padrone lo raddrizza con rimproveri e castighi lo fa solo per il suo bene e per la sua crescita.
Lo schiavo si arricchisce continuamente della esperienza del padrone, sotto la cui guida sarà condotto, per mano o al guinzaglio, alla scoperta di aspetti sempre nuovi della sua sottomissione.
Il padrone è attivo e lo schiavo è passivo? Certamente sì.
I ruoli sono impari, praticamente speculari e non solo nel sex. Su questo non si discute.
Il padrone gode e lo schiavo soffre e basta?
Nel BDSM il godimento deriva sia dalla sofferenza impartita che dalla disponibilità a patirla, anche nel sex. Uno dei paradossi del BSM è che tutto quanto avviene nel rapporto privato e privilegiato fra padrone e schiavo fa parte di un mondo alla rovescia, nel quale ogni cosa succede all'incontrario e assume significati diversi rispetto alla normalità. Uno schiaffo e uno sputo non rappresentano una semplice offesa ma sono un'attenzione e quasi una carezza.
Questo di sicuro è un paradosso come è un paradosso che allo schiavo venga tolta la libertà eppure provi un vivo senso di liberazione. Forse perché si sente esonerato dai condizionamenti e dalla piatta oppressione della vita quotidiana. Egli rinasce a nuova vita e si incammina su una strada fatta di schiettezza e di chiarezza, e viene coinvolto, spesso per la prima volta dalla sua adolescenza in poi, in una maniera di fare sesso senza imbarazzi e senza limitazioni particolari.
Ma il dominio e la sottomissione sono reali o sono solo finzione e gioco?
La risposta è assai complicata perché il BDSM è un teatro dell'assurdo nel quale tutto resta resta ambiguamente in bilico. Nella vita reale siamo chiamati spesso a recitare ruoli che non ci appartengono. Invece gli attori del BDSM, vincolati come sono dall'obbligo assoluto alla sincerità, incarnano ruoli che sono veri e profondi e che affondano nella sfera più genuina della nostra animalità. Padrone e schiavo si muovono nell'ambito di alcuni istinti primordiali, che tornano a galla fra loro due senza alcuna forma di ipocrisia o di censura.
Il BDSM può diventare una stancante routine? Sì.
Bisogna valutare come si intrecciano le situazioni fisiche e le situazioni mentali. Quando la conoscenza e la confidenza reciproca arrivano ad un livello altissimo di bassezza e quando si completa lo stato di fusione psicofisica fra padrone e schiavo, l'esperienza può andare avanti a braccio e in crescita, senza un copione prefissato. I pezzi fissi ad effetto formeranno solo un repertorio di cavalli di battaglia (o di Troia), che si incastonerà in un contesto di consonanze sempre in movimento e in un divenire declinato allo stesso modo di quanto lo è una buona esecuzione di jazz, mai due volte tale e quale.
UN FUOCO CHE ARDE E SPEGNE FAME E SETE
Le Basi certe e i Fondamenti, ovvero tutto ciò che in Gergo serve a sviluppare Sesso o Sex fra dom e sub, sono: gli Strumenti principali del dom (il suo Pene o Palo o Torcia, le sue Palle o Noci, il suo Pube) e gli specifici Strumenti del sub (le sue Tane o Imbuchi o Pattumiere), cioè il Culo o Ass (Ano e e Glutei), detto Vagina Bassa o Forno, che serve alla Monta, al Coito e alla Copula, e l'insieme della sua Bocca (Labbra, Lingua e Gola) chiamato Vagina Alta, o Mouth o Becco, che servono alla Pompa. Alla Percezione del Core (Hard-core) del padrone, sono destinate le Degustazioni dei suoi Secreti (Brodi, Succhi, Umori ed Elixir), che diventeranno per lo schiavo ottimi e squisiti Nutrimenti e Bevande e pietanze. Ovvero Cibo e Poto o Drink, per saziare Fame e Sete. Si chiamano Piscio, Seme, Sputo, Muchi e Sudore. Tutti suscettibili di grandiose e ingorde Bevute o Annusi o Sniffate a Pelo e a Pelle, su Ascelle (dette Postacci), su Capezzoli (detti Bottoni) e su estremità (chiamati piedi). In ogni dove, Qua e là.




scritto il
2024-10-05
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