Piu' rifletto e piu' mi fletto

di
genere
dominazione

PIÚ RIFLETTO E PIÚ MI FLETTO
Più che stordito mi attardo in un solitario meriggio domenicale in cui il padrone è andato a caccia di selvatici, a riflettere se è giusta o non è giusta la mia attuale condizione di SCHIAVO.
Ho pronunciato questa parola insieme a quella che gli fa pendant di PADRONE, fino a svuotarla di significato o a riempirla di tutto il significato che possiede.
Non ho più alcuna stima alcuna di me stesso. Sono diventato un oggetto, un complemento di arredo fra i tanti nell'appartamento del padrone. Una mensola sulla quale ripone una delle sue frusta, un utile idiota che gli regge il posacene mentre lui fuma di gusto i suoi sigari cubani. Un servo che gli porge il vassoio del caffè. Uno sgabello sul quale distende le gambe. Un pezzettino di moquette sul quale poggia e imprime il calco dei suoi piedi.
Mi faccio schifo! Ma cosa sono mai?
Ho voltato le spalle a ogni forma di dignità?
Come e perché? Mi ha ridotto alla metà della metà di quello che ero. Sono solo una nota acustica che risponde al suo bisogno di sadismo. Un piangente che strilla. Un misero che implora pietà e non riceve mai nemmeno un briciolo, uno scampolo, un coriandolo di compassione.
Sono una scintilla della sua sfavillante baldanza. Una bocca spalancata, un culo sempre aperto. Uno scemo. La sua troia, il suo diletto. Un soffio del suo respiro. La sola appendice che tollera intorno a sé. Il suo gioioso e pronto servitore, che egli acquisisce per ridurlo fino ai minimi termini.
L'esemplificazione del suo dominio e il testimone dell'anarchia dei suoi sensi. Il trombolo e il fruttolo di ogni pensabile manipolazione.
Davvero voglio essere questo? Si davvero!
Nella scura profondità del mio intimo, nella completa realizzazione di me, che egli mi offre e mi dispensa.
Nella tessitura del suo dominio e nel timbro della sua straripante personalità. Con la quale mi finisce e mi sfinisce. Sono fritto! Finito! Sfatto! E soddifatto.
scritto il
2024-10-13
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