Madre e figlia:due storie complicate

di
genere
tradimenti


Mia madre è stata, fin da bambina, una creatura bellissima e dolcissima. Viveva immersa in una dimensione parallela rispetto alle sue coetanee, quando non sapeva ancora leggere e scrivere la sua mente viaggiava cercando risposte che spesso alla sua acerba età risuonavano come echi tra i monti nella sua testolina. Perché muore un uccellino? Perché quel cavallo deve faticare per trasportare quel carro? Perché quel signore chiede l'elemosina? Insomma per farla breve, come tutti i bambini ad una certa età i suoi 'perché' erano infiniti ma più profondi. Poi ha cominciato a leggere e si era accorta che veniva trasportata in altri mondi vivendo tra le pagine altre vite, altre esperienze.
I miei nonni erano commercianti e Ada, mia madre appunto, ha avuto la fortuna di poter studiare. Si era laureata in Lettere Moderne senza alcuna fatica con il massimo dei voti. Era una ragazza bellissima, era alta slanciata, i seni e i glutei sembravano scolpiti sull'argilla. Quando c'era un po' di venticello tanti si perdevano in pensieri subdoli nel notare quei capezzolini sotto la maglietta. Non usava mai il reggiseno e quando si accorgeva di quegli sguardi un po' arrossiva come una fanciulla e un po' ne rimaneva eccitata. Il suo viso, i suoi occhi neri e i capelli lunghi, scuri e ricci coronavano la sua bellezza.

Si era sposata a 20 anni con Filippo, mio padre, che ancora stava studiando. Filippo era figlio di una famiglia agiata che possedeva due fabbriche di tessuti. Lui, che al momento delle nozze era già 40enne, non offriva di certo quell'amore passionale, quel trasporto di 'anima e corpo' che Ada si era immaginata in tanti giovanili pensieri maliziosi; ma donava una certa stabilità economica che a mia madre serviva per poter vivere nell'ozio tra le pagine dei suoi amati libri ed i fogli bianchi di un suo romanzo mai iniziato. Di voglia di lavorare Ada non ne aveva mai avuta e avendo una domestica era esentata dai lavori di casa.

Poco dopo la morte del vecchio parroco si era presentato, come sostituto, don Carlos un bel trentenne che veniva da Milano, dalla grande città. I suoi lucenti occhi blu, il suo fisico slanciato e quei modi eleganti nel comportarsi stonavano, non poco, con quel collarino bianco al suo collo.
Le voci in paese si sa come sono e molti dicevano che la sua famiglia molto ricca aveva messo a tacere con gli abiti religiosi qualche grossa colpa di gioventù. C'era chi parlava di una relazione scoperta con la moglie di un onorevole, chi addirittura di un possibile omicidio passionale. Insomma tutto sembrava ruotare sul suo basso ventre e sulle sue relazioni intime. In effetti era un bellissimo uomo e non disprezzava, anche se di nascosto, di lanciare qualche sguardo 'demoniaco' di passione anche alle paesane sposate oltre che alle belle giovani, chiaro!

Il fatto che annessa alla canonica don Carlos curasse anche una piccola biblioteca aperta al pubblico ha portato di certo all'incontro tra lui e mia mamma. Il don era un lettore appassionato e questo di certo ha unito i due. Spesso, in segreto, gli passava dei libri da leggere: 'Tropico del cancro' di Henry Miller, 'Il monte di Venere' di Anais Nin o 'Lolita' di Vladimir Nobokov solo per esempio, insomma libri con un chiaro riferimento a quello che senza l'abito talare avrebbe voluto da mia madre. Certo lei con le sue voglie ancora tutte 'confezionate', mio padre non era un gran amatore né in fisicità né in passionalità, ogni tanto, leggendo di quelle torbide relazioni, faceva scivolare la sua mano tra il caldo delle sue cosce 'buttando' la mente a quel bel prete. Questo è quanto ho trovato molto tempo dopo scritto da mia madre in una lettera per una sua amica con cui si confidavano proprio tutto:

┅ Cara Ester è stato magnifico. Ti ho descritto già che il sesso con Filippo è davvero poca cosa, mi mette a pancia in su, se lo tocca un po' per farselo tirare e mi penetra, praticamente mi lubrifica con il suo sperma dentro perché io devo ancora cominciare a sentire qualcosa. Insomma è questione di pochi minuti. Io fingo passione, fingo che mi stia piacendo, fingo di godere: in realtà fingo e basta.
L'altra sera ero in biblioteca all'ora della chiusura sola con Carlos stavamo commentando un libro di Grandes 'L'età di Lulù' (che mi aveva prestato lui) altamente erotico e mi ha detto:
― Ti è piaciuto?, fa venire pensieri strani, vero? Io non dovrei ma la carne... Sai cosa ho sognato l'altra notte? ―
Lui si è avvicinato e ho sentito il suo profumo, un odore dolciastro che sapeva vagamente di agrumi. Ti giuro che il mio cuore è partito al 'galoppo' sentivo sotto tra le gambe inumidirsi le mutandine e gli ho risposto:
― Il libro di certo fa venire strane idee, poi ogni corpo ha bisogni che devono essere colmati, giusto? E' fisiologico? C'ero anch'io nel tuo sogno? Dai raccontamelo.. ―
Ester ho detto 'fisiologico' (neanche all'università) ti rendi conto, avrei voluto fare qualsiasi porcata con lui, lo so che sono stata un po' 'puttanella' ma avevo troppa voglia. quando mi ha appoggiato la mano sulla schiena bruciavo dal desiderio.
― Ho sognato che cercavo di baciarti. In realtà non eravamo troppo vestiti ed io cercavo le tue labbra per baciarle. ―
― E come è proseguito? Ci sei riuscito? ―
Sono state le ultime parole che abbiamo detto. Mi ha presa tra le braccia, la sua bocca ha incontrato la mia, io già sospiravo, sentivo ardere talmente tanto il mio corpo che la mia mente ha smesso di pensare. L'ho spogliato, aveva un torace tonico, senza peli e mentre lui mi accarezzava il fondo schiena io gli baciavo i capezzoli. Ester sarò pure un po' volgare ma voglio condividere con te, e solo con te, quelle paradisiache emozioni che ho provato. Avevo voglia di vedere il suo cazzo, gli ho aperto i pantaloni, li ho abbassati insieme ai boxer ed ho visto una cosa bellissima, era lungo, duro con la pelle che ricopriva la sua cappella rosa (morfologicamente perfetto - visto il 'fisiologico' di prima questo mancava). A parte gli scherzi, aspetta che vado avanti che sennò perdo il filo, pensa che mi sto eccitando al solo ricordare! Insomma non era piccolo grosso e peloso come quello del (spero che non legga mai questa lettera) povero Filippo. In qualche momento ho anche pensato a lui a quello che stavo facendo ma ti assicuro che di fronte a tanta 'maestosità' non avresti resistito neanche tu. Mi sono inginocchiata tra le sue gambe e toccavo con le mani quel pezzo di carne e lo sentivo crescere ancora di più ed ho iniziato a leccarlo. Quando, le due o tre volte che era capitato con mio marito (a parte che a lui sembrava una cosa sporca, una cosa ― da puttane ― diceva) non ho provato nessun trasporto. A Carlos lo avrei mangiato. Mi sono lasciata andare e me lo sono preso tra le mie calde labbra, mentre lui ansimava di piacere, ho succhiato, ciucciato come fosse il più buon gelato al mondo. E sicuramente lo era. Sarei andata avanti all'infinito, quel gioco mi dava un senso di potere, il potere di farlo godere e di farlo vibrare:il potere e la voglia di vivere 'un'altra' sessualità. Mi ha fatto alzare quando ormai tra le mie mutandine (avevo messo un perizoma nero in pizzo. Mi chiederai tu, premeditato? Certo che si Ester io lo volevo come Eva il frutto proibito ) aspetta che continuo altrimenti mi perdo...dicevo: tra le mie mutandine c'era una piccola calda palude. Poi nuda mi ha fatto stendere a pancia in su, mi ha aperto le gambe e con la bocca ha cominciato a giocare lui.
Prima ha appoggiato il suo naso nei miei morbidi peli, poi con la lingua ha iniziato a leccarmi le grandi labbra esternamente. Sempre delicatamente con le mani mi ha aperto un po' ed ha baciato le piccole labbra e quando è arrivato alla mia clitoride, che era come un bottone duro e pulsante, sono venuta. Ti sembrerà un esempio stupido ma mi è sembrato di sentire il coro della 'Nona' del Ludovico Van come chiamano Beethoven in 'Arancia meccanica'. Lui faceva roteare la punta della lingua lì ed io cercavo di non gridare e dentro esplodevo di piacere. Tirava indietro la testa, soffiava aria fresca sulla mia fica calda ed il godimento aumentava, avevo i brividi che correvano nel corpo come formiche impazzite. Neppure nei miei pensieri più perversi, quando 'giocavo' da sola avevo né pensato né provato tutto ciò. Quando si è alzato in piedi si è messo tra le mie gambe, sorrideva e con quegli occhi blu sembrava voler carpire le mie emozioni. Mi ha sorriso poi è entrato dentro di me. Non ho sentito alcun dolore, ero completamente lubrificata dai suoi baci ma ho sentito il suo cazzo arrivare in parti inesplorate della mia 'patatina'. D'altronde le mie esperienze sessuali si basavano con Filippo e quindi Carlos esplorava un mondo nuovo. Andava avanti e indietro prima piano poi, quando le nostre membrane avevano perfettamente aderito, spingeva più forte e mi sentivo riempire, colma del suo cazzo dentro. Sono venuta ancora e ancora. Si è sfilato da me, mi ha fatto girare, ho appoggiato la mia pancia alla scrivania e con il culetto un po' indietro quasi ad invitarlo e lui mi è tornato dentro con forza, con vigore. Oramai il mio corpo rispondeva alle sue sollecitazioni senza sosta, godevo in continuo. Poi ho sentito che anche lui è esploso, una sensazione di calore dentro me, il suo sperma era caldo, mi è venuto dentro. Ci siamo rivestiti riprendendo, quasi, le normali funzionalità dei nostri corpi ancora leggermente sconvolti dalla passione.
― Ada è stato bellissimo ―
Io sono arrossita e sono andata via. Non ti dico Ester è stato sconvolgente. Lungo la strada i sensi di colpa mi hanno assalito, ma in quel momento la mia paura era un'altra. Sei mesi fa Filippo ha avuto dei problemi urologici e gli hanno fatto anche la spermatogenesi ed è praticamente sterile. Carlos mi è venuto dentro, capisci? Se succedesse sarebbe un vero disastro. Ero talmente presa che non gli o detto niente. Scusa se sono stata prosaica, ma ci tenevo che percepissi le vibrazioni che ho provato. Anzi di questa lettera ti invierò una fotocopia così quando sarò vecchia mi ricorderò anche se per qualche ora di aver vissuto. Fammi sapere tue novità ┅

Questa lettera mi ha annichilita. Di mio padre nell'infanzia non ho ricordi, è andato via per sempre quando avevo due mesi, si è separato da mia madre, ha venduto tutto andando a vivere in Germania. Ha mia madre ha lasciato solo la casa, ovviamente senza la domestica. Quindi è don Carlos il mio vero padre? E adesso dov'è? Se quello che aveva vissuto mia madre fino a quella sera in biblioteca poteva considerarlo 'il paradiso' poi la sua vita è repentinamente scesa verso 'l'inferno'.
La spinta verso gli inferi era stata la notizia che mia madre era in cinta di me.
Mio padre senza neppure voler sapere nulla, 'di chi o di come', ha chiesto il divorzio. Ada ha cercato in tutti i modi di scusarsi, forse per alleviare i suoi sensi di colpa, piangendo e disperandosi per essere perdonata di quel vile tradimento. Invano, Filippo non la ascoltava neanche. In casa sua era sempre stata servita e riverita, mai uno screzio, mai una litigata con lui, ma Ada aveva immoralmente peccato per lussuria e meritava la pena. Dopo l'abbandono della casa Carlos era passato spesso da mia madre e credo si siano amati molte altre volte.
Quindi Carlos è il mio vero padre.
La gravidanza di mia madre, l'abbandono del tetto coniugale di Filippo, per il paese valeva come il rogo pronto per la strega, per la traditrice Ada. Tutti, e devo dire giustamente, prendevano le difese dell'ormai ex marito, ma l'unico dubbio era di chi fosse quella creatura che stava per nascere. Di sicuro era il frutto del peccato, e molti, non lontani dalla verità, dicevano che: ― è figlio del confessore, così quando torna per confessare anche quel peccato gli da un altro colpetto ― Ada non usciva più tranne per fare la spesa, i paesani come un tribunale della Santa Inquisizione ne aveva oramai decretato la colpa.
Poi sono venuta al mondo, mi ha chiamato Beatrice ―colei che rende felici, che porta beatitudine ― mi aveva detto mia madre quando ero grandicella. Quando avevo sei mesi il mondo della casa era cambiato radicalmente. Era venuta Ester per vedermi e stare una settimana con mia madre. Intanto fregandosene delle dicerie don Carlos era una presenza abbastanza costante da noi e credo anche in camera di Ada mentre io piccolina dormivo.
Una sera vedendo che Ester non era ancora rientrata con me sul passeggino passeggino era andata in piazza, era passata per la biblioteca e aveva visto la sua amica con le gambe aperte con Carlos in mezzo alle sue cosce. Aveva aperto con la copia delle chiavi che le aveva dato Carlos, ed era rimasta disorientata, spiazzata talmente tanto da non sapere cosa fare. Poi d'istinto era uscita allo scoperto. Loro si sono fermati, Ester si era messa a piangere ma quando aveva compreso tutto l'odio che provava Ada per quella scoperta ha gridato ― Cazzo è colpa tua Ada, quella lettera.. non dovevi mandarmela, sai come sono fatta quello che voglio me lo prendo ― A quel punto mia madre le si è avvicinata e le ha sputato addosso, sempre con Carlos zitto in parte che si stava rivestendo. Si è girata verso di lui e gli ha mollato uno schiaffo in viso con tutta la forza che aveva, poi è tornata a casa. Il primo scalino verso l'abisso. Ester la sera stessa aveva fatto le valige e uscendo dalla porta aveva detto ― Mi dispiace tanto Ada, ma volevo provare quelle sensazioni che mi avevi descritto almeno per una volta. Lo so che non mi perdonerai mai. ma magari un giorno.. ―Nei mesi successivi mia madre aveva cercato di perdonare Carlos ma l'umiliazione subita era ancora forte, voleva vendicarsi pur sapendo che Carlos sebbene fosse mio padre non avrebbe abbandonato quella fede che non aveva in realtà mai avuto. Ada aveva finito i suoi risparmi e non poteva trovarsi un lavoro, oltre a me piccola, era discriminata da tutti i paesani.
Il comportamento di Carlos, dopo l'incontro con Ester era cambiato. Spesso stava via dei giorni e in Ada era nato il sospetto che la storia tra loro continuasse. Ester era una bella donna, bionda, occhi azzurri più rotonda di Ada ma ben fatta, aveva avuto molti amori, si era sposata, aveva divorziato e le piaceva molto scopare. Una sera a casa era arrivato Carlos con un suo amico, Sandro, uomo di bell'aspetto bruno, con i capelli neri e lunghi. Si era presentato come un ingegnere di Milano. Carlos prese Ester in parte:
― Lui è molto ricco, tu gli piaci molto.. hai capito cosa voglio dire? ―
― Cazzo, vuoi vendermi? Sto allattando tua figlia, Beatrice ha solo dieci mesi, come puoi farmi una proposta del genere. ―
Mia madre si era indignata, offesa. aveva solo voglia di vendetta.
― I soldi ti servono, tra le spese per la bambina e tutto il resto devi trovare una soluzione, e al più presto. Lo dico per te, guarda la perdita dal tetto, pensi che Beatrice possa vivere bene con tutta questa umidità? ―
― Però tu devi guardare, come io ti ho visto con Ester e voglio 300 euro. ―
― Lascia fuori Ester lei non c'entra. ―
― Brutto bastardo, scopi con me quando vuoi e ti fai anche quella cagna? ― Dal viso di Carlos mia madre aveva capito che il prete vedeva regolarmente la sua amica
― Me lo faccio adesso, ma tu guardi e 200 euro li metti anche tu per lo spettacolo. Tanto i tuoi sguazzano nell'oro, giusto? Però per tua figlia mi fai vendere, sei proprio una merda? ―
Ada è uscita dalla stanza, e senza proferir parola è andata verso Sandro, gli ha tirato fuori l'uccello e se l'è messo in bocca. Se l'è tolto per un attimo e ha detto verso Carlos - E' più grosso del tuo prete di merda ― ed ha ripreso a succhiare. Carlos si era seduto sulla poltrona di fronte ai due. Si è fatta scopare in tutti i modi, e Ada forse più presa dal fatto che potesse sembrare la rivincita verso il padre di sua figlia, mentre era a pecorina si è girata verso Sandro ― Mettimelo dietro, ti prego Sandro sono troppo eccitata sei troppo bravo.. scopami tutta.. fai piano però che è la prima volta. ― Così l'amico del prete gli aveva divaricato le chiappe, belle e rotonde, aveva lubrificato il culetto e piano era entrato dentro lei facendola gridare di dolore e le lacrime le correvano via dalle guance. Con movimenti delicati gli era entrato tutto e il dolore si era trasformato in piacere e le lacrime in mugolii di estasi. Ada ha goduto tanto, con le gambe che le tremavano, anche Sandro stava per raggiungere l'orgasmo, appena prima Ada si era inginocchiata e guardando Carlos si era presa tutto quel caldo liquido color avorio dentro la bocca. Carlos ha tirato fuori i 200 euro ed è uscito dalla porta. Un altro scalino verso gli inferi. La vendetta però non era del tutto compiuta, Ada offrendo il suo corpo ha convinto un ragazzo 18 enne Oscar che ogni tanto gli faceva da tuttofare ha seguire don Carlos nei suoi viaggetti e fotografarlo se lo vedeva in atteggiamenti lascivi con qualche donna. Oscar che adorava il corpo di Ada ancora bellissima anche dopo il parto in una settimana ha portato le prove. Ada ha preso una busta, ha scritto della storia del prete con Ester allegandoci le foto spedendole alla curia del capoluogo. Don Carlos non si era più visto in paese, ma la carriera di puttana di mia madre era appena cominciata, di sicuro i soldi servivano ma a mia madre scopare e farsi scopare piaceva quanto leggere. E così Sandro procurava clienti ricchi, che pagavano 400 euro al giorno. Potevano vivere l'esperienza come una vacanza, scopare con Ada quando volevano, prendere il sole in giardino senza nessun rischio di essere scoperti da mogli o paparazzi, visto che la casa era lontana dal paese, ed in più c'ero io una bambinella con cui giocare ed io ero sempre sorridente mi bastava avere qualcuno vicino. Si ricreava, assurdamente, un cosa tipo 'famiglia felice'. E devo credere che mia madre nel suo nuovo impiego sia stata davvero brava perché gli ospiti tornavano di buon grado anche per una settimana intera. In più aveva riassunto la domestica al doppio dello stipendio precedente, e quando non lavorava dispensava consigli e si faceva scopare davanti e anche dietro solo da Oscar che era molto ben dotato e si impegnava d nei giochi sempre vari che mia madre proponeva.

(NELLA SECONDA E ULTIMA PARTE: Ada toccherà il fondo ed io inizierò la 'mia carriera')
Spero vi sia piaciuta la prima....
scritto il
2024-10-31
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