Esame di Anatomia: la mungitura

di
genere
incesti

Domani ho l'esame di "Anatomia morfologia e fisiologia degli animali domestici." E' un esame tosto, in pratica dovrò sapere la forma, le dimensioni strutturali e il funzionamento di tutti gli organi, i muscoli e l'apparato scheletrico di un bovino. E anche tutto quello che varia in un equino o in un ovino. Sto studiando meticolosamente da tempo, e domani spero di prendere un buon voto. Per questa settimana, l'uomo che di solito mi da fiducia e conforto, mio padre, è fuori per lavoro, quindi sono a casa con la mia matrigna, Ester. Quando studio in salotto lei continua con i lavori di casa o più spesso, per non darmi fastidio, legge un libro sul divano. Ester ha 30 anni, ed un vero piacere averla intorno, è una donna veramente attraente, dinamica, simpatica. Una ragazza proprio alla mano. Quando mio padre non c'è ceno sempre a casa con lei perché ci divertiamo a preparare insieme varie ricette 'stravaganti' e intanto 'sbevucchiamo' qualche bicchiere di vino ridendo e giocando come vecchi amici. Mio padre Carlo ha 50 anni è un bel uomo elegante, raffinato ma il suo problema è che ha difficoltà ad imbrigliare il suo membro dentro le mutande. E' anche ricco, a dirla tutta, certo era molto più facoltoso prima che mia madre gli succhiasse, come in un salasso con le sanguisughe, buona parte del patrimonio. Essendo un uomo politico, è Presidente della Regione, per evitare quello che mia madre 'parlasse' ha dovuto chiuderle la bocca e aprire il portafoglio. I pantaloni, il buon Carlo, li aveva già aperti e abbassati quando mia madre l'ha trovato con una giovanissima russa intenta a constatare con la bocca le funzioni fisiologiche del suo pene, quelle morfologiche le aveva già viste. Mi madre, Vanessa, donna scaltra, che non si è mai fatta prendere dal panico, aveva tirato fuori il suo cellulare, e senza essere vista, aveva immortalato da varie angolature cogliendolo in flagranza di reato. L'ultima di quelle foto, che io avevo trovato per caso sbirciando il cellulare di mia madre, immortalava la dolce e delicata signorina russa con un piccolo rigagnolo di 'yogurt' che le scendeva lento dal labbro. Non serve dire che lo yogurt in casa dei miei non si era mai comprato. Insomma 'Occhio non vede cuore non duole' ma mia madre, pur certa di essere stata tradita in passato, una cosa così davanti alla sua vista 'doleva' e non poteva sopportarla ed il divorzio era, per lei, già scritto. Con quelle foto si potevano fare tante cose: i giornali o l'opposizione avrebbero fatto carte false per uno scoop come quello, ma mia madre si era presentata davanti al fedifrago con: le carte di divorzio, un documento in cui c'erano scritte le sue volontà patrimoniali e quelle foto, che Bill ( così lo chiamava mia madre riferendosi a Clinton) non aveva ancora ma visto, ne sapeva della loro esistenza. Insomma come nelle favole 'e vissero tutti separati e contenti'. No, perché quelle benedette immagini ricomparivano ogni qual volta mia madre voleva qualche regalino extra, qualche viaggetto in America, a Tokyo o qualche piccolo gioiello giusto per scavare nel peccato commesso da mio padre e per tenerlo sempre sulle spine.

Torniamo a quel pomeriggio di ansioso studio pre esame. Era un martedì di giugno e le temperature erano già quelle di piena estate. Mio padre aveva catechizzato Ester ha mantenere un abbigliamento consono e parco in mia presenza, ma la sua assenza e il caldo, avevano avuto una componente importante e in quella settimana ed era stato difficile, per me, tenere calmi i pensieri e le tentazioni: vestitini 'cosce al vento', leggins chiari dal quale traspariva, morbido e rotondo, quel meraviglioso culo o canotte bianche con quelle tette che sfidavano, vincendo, la gravità. Mi girava intorno con la sua terza 'baldanzosa', senza reggiseno, comportandosi come se non ci fossi oppure in accappatoio lasciando il profumo del suo balsamo al cocco. Quel martedì era in salotto e lei leggeva un libro seduta sul divano, di fronte a me, con indosso un vestitino blu e le gambe leggermente aperte, e io beato vedevo il bianco delle sue mutandine di pizzo. Cercavo di non pensarci, di concentrarmi sugli stomaci e prestomaci delle mucche sul mio libro di Anatomia ma il mio 'lui' pensava solo a quei quaranta grammi di cotone sotto a quel vestito. Indossavo i boxer da spiaggia e ho cominciato ad avere una forte erezione. Cercando di calmarmi sono andato in cucina a prendere un bicchiere de tè freddo, ma il suo sguardo si è posato sul gonfiore dei miei boxer. Lei sapeva bene di essere affascinante ed eroticamente strepitosa e spesso si mostrava a me in posizioni provocanti, ma non sapevo mai come interpretare quei momenti, e poi era la donna di Carlo. Tornando in salotto lei si era distesa a pancia in giù per leggere più comoda ― Mi dai un sorso di tè, per favore?. ― mi sono avvicinato per passargli il bicchiere mentre guardavo il suo culo da 'colombiana': rotondo, morbido. L'erezione è ricomparsa violenta e non poteva essere celata. ― Cosa succede lì?. Sei in ansia?.― mi ha detto. ― Effetto vacche?. ― sono rimasto un po' stranito da quella risposta e ho replicato stupidamente: ― Effetto Ester... cioè scusa.. non intendevo.. che tu fossi.. una .. vac .. ― insomma mi sono incasinato da solo ma lei proprio quando le ho passato il tè con la mano mi ha toccato il rigonfiamento sopra i boxer. ― Ho capito, tranquillo. Dai, lo vedo che sei teso per l'esame vieni che ti faccio rilassare un po' ― dopo aver detto 'teso' si era messa a sorridere, poi mi ha tirato giù i boxer e mi ha tirato verso lei prendendomi per il cazzo. 'Cosa minchia sta facendo?.', quel pensiero è durato un attimo, quando ha iniziato a menarmelo il 'mio amico' è esploso in tutta la sua grandezza. Lei lo ha avvicinato alla sua bocca ancora distesa a pancia in giù mentre io in piedi le fissavo il suo culo. ― Mi fai un favore?. ― ho chiesto ― ti tiri su il vestitino?. ― Si è sollevata il vestito, il suo perizoma bianco in mezzo a quel culo abbronzato era una visione paradisiaca. Ha iniziato a leccarmi in tutta la lunghezza del mio cazzo e poi se l'è fagocitato dentro la bocca. La sensazione di calore, la trasgressione del vietato e l'immensa voglia di lei ha fatto sì che dopo circa cinque minuti, che lei me lo succhiava, le sono venuto in bocca. Non mi è sembrata troppo dispiaciuta di questa mia veloce conclusione, e mi a solo detto: ― Ti senti più rilassato? L'orale con me l'hai passato a pieni voti, domani lo scritto, ok?. Dai torna a studiare. ―.

Io dormivo in una piccola dependance, che una volta era una casettina per gli attrezzi, adiacente alla casa di mio padre e lì avevo la mia camera ed un bagnetto. Quella sera sarebbe passata Veronica, mia madre, come sempre il giorno prima di un mio esame. Lei è un chirurgo (chirurga non mi piace) ed è una persona estremamente intelligente e ci tiene a farmi fare l'ultimo ripasso. Quando alle 20.00 è arrivata la aspettavo nella dependance, ovviamente i rapporti tra Ester e lei sono molto 'ruvidi'. Al momento che ha aperto la porta, la mia mente viaggiava con Ester in tutte le posizioni del Kamasutra,, ed il mio pisello era visibilmente 'inalberato'. Veronica, era da due anni divorziata con Carlo, e pareva che la lontananza da lui l'avesse fin resa più giovane. Donna splendida, rossa di capelli, occhi verdi mare, un corpo che avrebbe vinto di certo quelle struggenti elezioni tipo: miss 35 o miss 40. Due tette, non grandissime che stavano bene con il suo corpo slanciato ed esile ed un culetto piccolo e tondo. Mi chiedevo spesso perché non avesse già trovato il sostituto al vile e traditore Bill. Era arrivata con una bottiglia di vino dicendomi che il giorno dopo non avrebbe lavorato, e quella bottiglia era per festeggiare un'operazione difficile andata a buon fine eseguita nel pomeriggio. Ovviamente per me solo un bicchiere visto l'esame prossimo. Avevo chiamato Giulia, la mia ragazza, dicendo che avrei ripassato con mia madre e che ci saremmo visti dopo Anatomia. Veronica era al terzo bicchiere di vino quando si è alzata per andare in bagno. Con gli ormoni in subbuglio del post Ester ho squadrato quel leggero culetto vestito di una leggera tuta grigia. Una delle cose che mi eccitare tantissimo sono le tute grigie, fin da bambino, e allora i miei boxer hanno, come nel pomeriggio, avuto un nuovo grosso rigonfiamento. Tornata mia madre, ovviamente l'aveva notato, anche se era un po' su di giri, mi aveva guardato e sorriso. A quel punto io sono andato a letto e lei è rimasta lì sul computer e credo a bersi un altro bicchiere. Tornare in quella casa dove aveva vissuto 10 anni, nel bene e nel male, la toccava sempre e l'amore per mio padre era stato davvero importante, soprattutto prima che dubbi su possibili amanti incrinasse i loro rapporti. Non riuscivo a dormire, quando ho sentito il lenzuolo del letto matrimoniale sollevarsi e una voce: ― Sono un po' troppo brilla per guidare, ti scoccia se dormo con te?. ―. Girandomi mi sono accorto, alla luce della abasciur accesa, che si stava spogliando. Si è infilata sotto il lenzuolo solo con il perizoma nero. Io a pancia in su sentivo la sua presenza calda e quando con il suo corpo mi si è appoggiata al mio fianco sinistro sentivo il dolce tepore della suo pancino e delle sue tettine. Continuavo a fissare il soffitto immobile, respirando piano. Credo che distendendosi l'effetto etilico su di lei sia aumentato, ed ha appoggiato la sua mano sul mio petto nudo perché avevo solo i boxer su. Avrei dovuto gridare "mamma che cazzo fai, non ti sembra di esagerare, dove vuoi arrivare" invece la 'Cavalleria Rusticana' ha iniziato a farmi ripartire gli ormoni ed il mio cazzo inesorabile era dritto, stretto tra i boxer. Ad un certo punto è schizzata in piedi, ho pensato che avesse avuto un ripensamento invece è andata a prendersi un altro bicchiere di bianco. L'ha bevuto ed è tornata nella posizione dei prima solo che la sua mano scendeva verso la parte bassa del mio corpo. ― So che sei in ansia per l'esame, ti faccio un po' di coccoline cosi ti addormenti, ok?. ―. mi ha toccato la pancia, è scivolata sotto l'ombelico e ha messo la mano dentro i boxer: ― Guarda che ho visto prima che ti tirava, non sono scema. E' due anni che non tocco un uomo.. posso giocare un po' con te?. ― detto quello il mio cazzo era stretto fra le sue dita e la sua mano andava su e giù. ― Zitto e rilassati. ― è andata sotto le lenzuola e mi ha preso il cazzo in bocca. Volevo morire, era strabiliante. Muoveva la bocca ingoiandomi la cappella e con la mano mi menava quello che rimaneva fuori. Era spaventosamente bello, lei era strepitosamente brava con quelle labbra e quella lingua. Quando mi ha detto: ― Vieni quando vuoi, ti piace, ti stai rilassando?. ―. Ero eccitato come un cavallo, e quando mi sono lasciato andare lo scoppio dell'orgasmo mi ha colpito forte, intenso e lungo lasciandomi senza fiato. ― Leo io voglio fare l'amore con te, tu lo vuoi?. Domani se ti va dopo l'esame, ok?.―. Non ho risposto e ci siamo addormentati abbracciati stretti.

Fatto l'esame 30 e lode. Esco dall'aula e vedo Giulia che mi corre in contro e mi abbraccia. Un oceano di sensi di colpa dentro me e l'adrenalina del dopo Anatomia mi paralizza un po'. Lei è alle stelle, eccitatissima per me, mi prende per mano e con foga mi trascina nel bagno delle donne. Mi sbatte dentro un gabinetto, chiude la porta dietro se, mi slaccia la cintura, mi sbottona i jeans, mi abbassa con violenza pantaloni e boxer, si inginocchia e me lo prende in bocca. Fa tutto con una tecnica nota, di quella che mi conosce nell'intimità, lei sa come mi piace. Vedo i suoi capelli biondi andare avanti e indietro e vengo, vengo come se non ci fosse un domani. Usciti dall'ateneo mi arriva un SMS di Ester:"Allora hai passato Anatomia?, Se sì, io ti aspetto a casa nel pomeriggio per lo scritto". Mente parlo con Giulia penso stupidamente 'Mi sono fatto la Germania:la nera Ester, la rossa Veronica, la gialla: Giulia' e ordino un altro giro di vino. Pomeriggio: lo scritto con Ester. Stanotte: mia mamma dorme con me. Ordino anche due toast... E con l'ultimo pensiero lucido torna all'Anatomia e penso 'in meno di 24 ore mi hanno munto come una vacca..' .
scritto il
2024-11-08
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