Staffetta a due

di
genere
incesti

Io e mio figliastro, Stefano, siamo partiti per la nostra casa al mare prima di mio marito, Luca, suo padre, che ci avrebbe raggiunto la settimana dopo perché impegnato ancora dal lavoro. Stefano aveva cinque anni quando ho cominciato a vivere con suo padre, quindi lo sento come un figlio. Abbiamo un rapporto veramente stretto quasi a voler colmare il fatto che non sia la sua madre biologica. Avevo tutto il mese di agosto per concludere il libro che stavo scrivendo e la tranquillità del mare mi sembrava l'idea migliore per ossigenare le mie idee intrappolate tra nebbie e smog di una Milano che corre sempre al massimo. Stefano faceva Lettere all'università e unito al fatto che adorava leggere ci faceva davvero stare bene insieme trovando sempre mille dialoghi e mille modi per divertirci, con lui non mi annoiavo mai.

Durante l'anno, da quando aveva cominciato l'università, ci vedevamo sempre poco, perché abitava in un piccolo monolocale in centro e i fine settimana di un ventenne non prevedevano di passare serate sul divano con i genitori. Mi avrebbe spaventato il contrario, poi essendo veramente un bel ragazzo la sua vita sentimentale, sempre molto ingarbugliata, lo portava più spesso a passare il tempo sul letto, in compagnia di qualche amichetta di turno, che sulla scrivania tra le pagine di un libro di studio. Era come Dylan Dog che in ogni albo mensile del fumetto si innamorava di una donna diversa e prima delle 98 pagine, prima della scritta "fine dell'episodio" era già pronto per l'albo successivo. Qualcuna di queste ragazze, quelle rare che mi erano state presentate, erano tutte molto belle, molto appariscenti, molto attraenti, però, per un ragazzo come lui che cercava qualcosa di più profondo, che cercava una storia nella quale credere, erano uno o due mesi di sport sessuali estremi, quattro o cinque lavatrici di quelle lenzuola usate nel loro letto e poi tutto ricominciava. In questo la sua bellezza lo aiutava, altri ragazzi più 'normali' si sarebbero disperati a lasciare o ad essere lasciati da 'fighe' così. Ma per lui era 'altro giro, altra corsa'.

La prima sera stavamo mangiando un'insalata in giardino quando il mio cellulare ha iniziato a squillare era una videochiamata di Luca. Dopo i soliti discorsi anche Stefano è venuto dietro di me per salutare suo padre, quando con la coda dell'occhio ho notato che sul divano di pelle di casa nostra c'era appoggiato una specie di pareo nero che sicuramente non era mio, poi in un attimo è comparso un braccio che l'ha preso e tolto dall'inquadratura. Oltre al braccio, in pochi istanti, ho visto il seno sinistro nudo e la faccia di Ester, la nostra vicina di casa, inconfondibile per il suo caschetto nero 'alla Cleopatra'. Credo che anche Stefano avesse colto quel rapidissimo fotogramma, infatti ha abbassato lo sguardo e mi ha guardato. Ho avuto un'idea istintiva, ho preso il cellulare che usavo per il lavoro e ho fatto il numero di Ester e da quel salotto di Milano una melodia ha cominciato a suonare, e rapidamente ho chiuso.
A telefonata terminata non ero certa né di quello che avevo visto né se ci avesse fatto caso anche Stefano. Ad essere del tutto sincera ero molto sicura di quello che avevo visto ma non volevo crederci, la mia migliore amica, che abitava nell'appartamento davanti a noi da 6 anni, praticamente una sorella per me: cosa ci faceva, senza reggiseno, a casa mia e di Luca?, Ester?. Se c'era una spiegazione semplice e lineare perché non ci aveva salutato al telefono?. Ho cercato di mantenere un comportamento normale, facendo in modo di girare il discorso sul libro che stavo leggendo in quei giorni, ma dentro un cratere enorme si scavava lento e profondo, da togliermi il fiato. Più ci pensavo e più non riuscivo a trovare nessuna spiegazione plausibile se non quella che Luca mi stava tradendo con Ester. Perché?, da quanto?, era per questo che negli ultimi mesi Luca era così distante?, Quando lo desideravo, o volevo farlo venire, anche solo con la bocca, spesso si scusava dicendo ― sai sono stressato dal lavoro, ho troppe responsabilità, lasciami un po' di respiro.. ― forse il vero motivo era un altro?. Ester?. Di certo era facile per loro vedersi, cinque metri esattamente davanti a noi c'era la sua porta, lei era divorziata, ogni tanto si portava qualcuno a casa la sera, cose che poi mi raccontava, ma mio marito.. cazzo mio marito! Milioni di supposizioni, di riflessioni cercando un filo logico a quella aberrante serie di immagini che mi ripassavano costantemente davanti agli occhi, e rimanevo sgomenta, senza la forza di trovare alcun modo di reagire. Rimanendo immersa in un vuoto ed una tristezza infinita.

Durante la cena con Stefano ho bevuto, forse, per cercare di dimenticare, di credere che quello che avevo visto non fosse reale, tre o quattro bicchieri di vino e la testa sembrava apprezzare quell'ebrezza etilica. Quando Stefano è andato a dormire sono rimasta sola ed ho cominciato a piangere. Dieci anni della mia vita da cancellare, da formattare e dover ritrovare, a 30 anni fatti, quel qualcosa che mi sembrava meritare, l'amore di Luca. Luca, aveva 46 anni, era stato il mio professore di Filosofia all'università, io ero una ragazzina di 20 anni ed ero follemente innamorata di lui, che con quei 16 anni in più di me, quel suo modo di essere così stravagante, intelligente mi faceva sentire l'eletta tra le dee dell'Olimpo. Ho avuto solo lui, anche sessualmente ed ho adottato tutti i suoi voleri come fossero miei. L'istinto di protezione e di possederlo aveva spesso spesso messo in discussione la mia autostima, ma lo veneravo come si può solo con un dio. Ho fin cambiato università quando nell'ateneo iniziavano a circolare voci sulla nostra possibile relazione. E adesso, che lui ha 46 anni, scopro che si scopa Ester, che di anni ne ha 55, nell'intimità di casa nostra, sul nostro letto?, sul nostro divano?. Non sarei mai riuscita a superare un tradimento, non sarei più riuscita a toccare il corpo di Luca, il solo pensarci mi faceva rabbrividire. Solo l'idea di lui sopra Ester mentre la penetra mi ha fatto mettere in discussione tutto il nostro amore, i nostri sette anni di vita insieme, i sogni per il futuro, i bambini a cui avevamo già pensato al nome. Tutto spezzato via dallo tsunami Ester. Non avrei mai perdonato.

La mattina dopo le occhiaie, date dal non aver dormito, erano marcate e i miei occhi azzurri parevano velati, come febbricitanti dal troppo piangere. Stefano appena uscito in giardino per fare colazione mi ha stretta forte tra le braccia facendomi capire che anche lui aveva visto e capito tutto. Quell'abbraccio cosi sentito e il suo corpo caldo mi ha fatto sentire bene, così abbiamo deciso che mi sarei trascinata la mia infinita tristezza in spiaggia per cercare almeno per qualche ora di stemperare quello che vivevo come un grandissimo fallimento. Non sapevo come affrontare la situazione, e per darmi un po' di brio, per ricercare un po' della mia femminilità stracciata e deturpata, sono andata in camera a mettermi il costume. Nella spiaggetta dove andavamo, gli ombrelloni sono molto distanti l'uno dall'altro così ho deciso di mettermi il mio costume nero preferito, con uno slip sgambato che valorizzava il mio corpo. Sono un bella donna ho un bel seno grosso e tonico, un corpo slanciato, un bel culetto e soprattutto avevo voglia, per rivalsa di mettere in gioco un po' di malizia, insomma di attrarre qualche sguardo, sentirmi ancora desiderata.
Arrivati abbiamo preso posto sui lettini e Stefano si e offerto di spalmarmi la crema sulla schiena, così mi sono girata e le sue mani calde hanno iniziato a massaggiarmi lente e calde le spalle. Eravamo arrivati presto a l'arietta della notte era fresca e frizzante. Il suo calore contrastava quella brezza e questo mi ha fatto irrigidire i capezzoli quasi istintivamente. Mi sono girata a guardarlo ed ho pensato che chiunque ci avesse visti ci avrebbe scambiati per una coppia, in netto contrasto con quando uscivo, le prime volte con Luca, in locali 'in' di Milano, dove mi prendevano per sua figlia. Strano e bizzarro pensiero. Lo sguardo di Stefano era cambiato da quello di sempre, e mi sono accorta, con un filo di imbarazzo, che il suo sguardo, quando ero girata di spalle fissava molto spesso il mio sedere certamente poco coperto da quel triangolino di stoffa. Questo però mi stuzzicava la mia immaginazione e mi straniva eccitandomi leggermente. Come poteva solo pensare di competere con me, con il mio morbido corpo, quella cinquantenne di Ester?. Che senso aveva che Luca sfogasse i suoi istinti con lei e non con me?. Potevo avere chi volevo, il problema era che io volevo la mia, solita vita fatta di noi, del nostro amore e di tutte quelle sensazioni date da un corpo conosciuto. Mi spaventava solo immaginare di fare sesso con uno che non fosse mio marito. Tutta le mie esperienze ruotavano intorno a lui, era Luca ad avermi svezzato e fatto conoscere quel mondo. E se mi fosse piaciuto di più?. E se avessi goduto come mai con lui?. Mi sarei sentita di aver gettato dieci anni nel water?. Mi sentivo talmente ferita da questi pensieri che mi mettevo in discussione su tutto, mi incolpavo di tutto cercando di cancellare tutti i momenti belli vissuti. Possibile che non mi fossi accorta di nulla, tutte le volte che Ester aveva mangiato da noi?.
Verso sera, siamo tornati a casa, mi sono preparata un Negroni forte mentre aspettavo che Stefano facesse la doccia. Ho finito in pochi sorsi il mio aperitivo la mia testa intorpidita, mi ha ricordato che ero a stomaco vuoto. Sono andata in camera, mi sono spogliata nuda e mi sono messa l'accappatoio, Stefano la stava tirando lunga, e visto che dovevamo andare a mangiare fuori volevo fargli fretta. Appena sono arrivata ho guardato, tra la porta che era socchiusa, e ho visto che era completamente nudo e si stava asciugando. Sono rimasta assorta sentendo di dovermi girare e andarmene, ho chiamarlo facendo finta di non averlo visto. Invece il miei occhi continuavano a fissare, insistenti, quel bel corpo abbronzato: i suoi pettorali e gli addominali scolpiti senza peli, puliti; i suoi capelli lunghi bagnati quasi a coprire gli occhi neri, accesi. Poi ho con un desiderio 'malsano' per una madre o matrigna che sia, ho osservato il suo cazzo, che scendeva lungo e mollo sulla coscia. Il sottile strato di peli scuri ed il segno dei boxer facevano da contrasto: tra lo scuro colore della pancia ed il bianco del suo pene, quasi ad invitarne un bacio. Il mio respiro già quasi azzerato per paura di essere scoperta, quella straordinaria apparizione di quel giovane corpo in fiore, mi ha eccitato e sentivo pulsare forte tra le mie cosce, e più pensavo a quanto avrei voluto baciarlo, e più sotto mi inumidivo. Ho toccato la mia 'patata' con le dita e la sentivo calda, desiderosa. A quel punto si è messo l'accappatoio e prima che uscisse dal bagno sono riuscita a fare qualche passo indietro facendogli pensare che ero appena arrivata. Ci siamo incrociati e i nostri sguardi si sono sfiorati un attimo. Avevo le dita bagnate di me e in un pensiero, rapido e perverso, me le sono messe in bocca sentendo il mio sapore, Prima di farmi la doccia, presa veramente da un forte eccitamento ho trovato i suoi boxer da spiaggia, usati quel giorno, e me li sono portati al naso odorandoli sentendo il suoi odore di uomo mescolato al cocco della crema e al profumo del mare. Elettrizzata dal momento ho volutamente lasciato la porta socchiusa, sperando, quasi, che lui fosse attratto dal vedere il mio corpo nudo. L'acqua fredda della doccia mi ha calmato rapida i miei impuri desideri ma la porta era più aperta di come l'avevo lasciata, e per un'istante il cuore ha accelerato il suo ritmo.

Per tutta la cena ho pensato a quello che avevo visto e questo sebbene mi destabilizzasse non mi faceva pesare a Luca e ad Ester. Stefano, che attirava le donne come un magnete il ferro, aveva conosciuto la cameriera, e mentre bevevo un caffè al banco, notando i loro sguardi di intesa, una profonda ondata di gelosia si è impossessata di me, facendomi capire che lo volevo, volevo il figlio di mio marito. Quella notte mi sono toccata, godendo fortemente pensando al suo lungo cazzo.

Quando la mattina ha portato un po' di sole e luce dentro me ha cancellato quelle oscure e torbide voglie. Le nuvole di quel giorno ci avevano portato a decidere di rimanere e rilassarci nella piccola piscina dietro la casa. Alle undici è arrivata, a mia insaputa, anche Giulia, la cameriera della sera prima, che non avendo trovato Stefano in spiaggia è venuta a cercarlo all'indirizzo che le aveva lasciato. Di nuovo voracemente il mio stomaco è stato divorato dalla , pura e semplice, possessività, nel vedere questa ventenne con le gambe, lunghe e belle, vestite da un minigonna in jeans e i suoi capezzoli appena accennati sotto una sottile canotta bianca cha avrei voluto cacciarla via subito. Ero presa da una, strana, sensazione di seconda sconfitta, tutti preferivano un'altra e non me: suo padre Ester, e lui questa ragazzina. No, ho reagito come una bambina capricciosa e mi sono inventata un piccolo malore, un piccolo calo di zuccheri. Stefano, un po' allarmato, mi ha portato del tè freddo e ha dato un altro appuntamento a Giulia. Rimasti soli con la scusa di andare in bagno, sono corsa nel frigo ed ho bevuto in un sorso un bicchiere di vino bianco, ero pronta a giocare un po' più arditamente con lui, e quel vino bianco volevo cancellasse ogni sorta di tabù che trovava vita dentro me. Ho allentato il nodo del pezzo sopra del costume e sono tornata sul lettino. Stefano era in boxer e il mio sordido pensiero era dentro quella tela nera. Ad un certo punto, distesa di spalle al sole il reggiseno si è slacciato del tutto e lui ha fissato le mie tette rosa, io mi sono girata: ―Chissà quante ne hai viste?. Non ti da fastidio se resto in topless, vero?. ― Lui ha fatto no con il capo e mi sono distesa a pancia in su con un'esplosione di desiderio che mi faceva infuocare ogni lembo della mia pelle. Mi piaceva che mi guardasse i seni nudi e i miei capezzoli nocciola gonfi, duri. Lì ho scacciato le mie inibizioni: ― Mi spalmi tu la crema.. sulla schiena intendo?.― Mi sono girata e le sue mani hanno giocato, oleose e calde, su di me. Fino a quando stemperandola sotto le ascelle mi ha toccato i miei seni, credo per sbaglio ma il mio corpo ha leggermente sussultato. Ho notato il rigonfiamento dei suoi pantaloncini ma lui è entrato in casa. Ero sconvolta da quelle travolgenti sensazioni e la mia voglia si faceva sempre più forte.

Quella notte dicendomi che non riusciva a dormire, è venuto nella mia stanza, io ero girata di spalle mentre lui si è infilato sotto le lenzuola. Io indossavo solo un perizoma ed ero molto eccitata, quando mi ha abbracciata ho sentito il suo calore e il suo cazzo duro a contatto con la mia schiena. Era nudo. La sua testa era dietro la mia e mi baciava piano sul collo e dietro le orecchie e i brividi correvano gelati lungo tutta la mia figura. I nostri corpi stesi di profilo combaciavano perfettamente e sentivo il suo pene che toccava la mia 'patatina' sopra il perizoma. Quando la sua mano ha accarezzato le mie tette non riuscivo più a ragionare ma mi sono girata: ― Ste è meglio dormire un po' adesso. Non so cosa potrebbe succedere. ―, e lentamente ci siamo addormentati uniti stretti.

Alle prime luci del sole, lui era a pancia in su, il lenzuolo era scivolato chissà dove e il suo corpo era completamente nudo e continuava a dormire. Ho osservato a lungo quei muscoli, ho ripensato alla sensazioni della notte passata, i miei occhi, fissi, lì tra le sue gambe. Ho allungato la mano e ho preso in mano il suo cazzo, lo accarezzavo piano, delicatamente. Poi ho iniziato a leccarglielo con infatuazione, la mia lingua lo lambiva tutto nella sua lunghezza. Poi me lo sono messo in bocca e con la mano toccavo la sua base masturbandolo piano. Tra le mie labbra lo sentivo crescere, diventare turgido. Ha aperto gli occhi e ci siamo sorrisi e la sua erezione ha raggiunto il massimo. Circa 23 cm ho calcolato pensando a quanto fossi porca in quel momento, ma era bello, lungo e non grosso ed il suo gusto mi inebriava. Lo avrei mangiato. Succhiarglielo mi faceva eccitare, e tutta me stessa lo bramava, volevo sentirlo dentro. Mi sono sfilata il perizoma e mi sono messa a cavalcioni sulle sue gambe, me lo sono infilata tutto dentro. Era più grosso di quello di suo padre e la mie membrane faticavano un po' a contenerlo. Ma il flusso della mia eccitazione ci ha lubrificati e lentamente ho iniziato a cavalcarlo. Sentivo la mia fica riempirsi di lui, e sono venuta quasi subito, tra sospiri e piccole grida. Mi sono tirata su e sempre in ginocchio con le gambe aperte ho raggiunto il suo viso, volevo farmela leccare. Quando ha iniziato a mordicchiarmi la clitoride e come se fossi stata colpita da un enorme fascio di luce, pur avendo gli occhi chiusi e sono venuta ancora. Sentire il suo corpo giovane librarsi col mio era la più inaspettata e dolce danza sessuale che avessi mai fatto. E' stato semplicemente fantastico, un rapimento estatico mai neppure immaginato. Avevo voglia che godesse anche lui, venendomi dentro quasi a rimarcare un senso di possesso, sentirlo mio perché io ero già completamente sua. Mi sono messa a 'pecora' e con le sue mani nei fianchi spingeva forte tutti i suoi centimetri dentro me. Un altro orgasmo da farmi perdere: il fiato e tutte le parole, poi caldo ho sentito il suo sperma dentro me. I suoi sospiri di piacere riempivano il mio cuore di pura felicità. Poi con la bocca sono andata a cercare il suo sperma, l'ho leccato e baciato a lungo tanto che il suo cazzo ha ripreso vigore ed io ho continuato fino a farlo esplodere tutto tra le mie labbra. Un ora e mezza di puro paradiso. Poi distesi un po' di vergogna mi ha colto, mai con suo padre mi ero permessa tanto, e lo guardavo di sottecchi, e lui mi ha baciato sulle labbra: ― E' stato incredibile, sei stupenda.. ― e ridendo ha aggiunto ― stasera non pensare a prendere impegni, sei mia, ok?. ―. Ho sorriso già in ansia di averlo dentro di me ancora.. e ancora.. e ancora.

Per tutta la settimana abbiamo esplorato, sondato ogni parte di noi, e l'ultima notte ho voluto che lo mettesse nel mio culetto, era la prima volta per me. Quando è venuto lì, dentro me, ero talmente stremata dalla violenza di quell'orgasmo che non riuscivo ad aprire gli occhi. Luca era scomparso dai miei pensieri e non volevo che venisse a rovinare tutto, di quella videochiamata non ne avevo mai accennato a mio marito, ed ora non aveva più nessun senso e sinceramente non mi interessava neppure. Il resto del mese, anche dopo l'arrivo di Luca, in ogni luogo, dove si poteva io e Stefano facevamo l'amore, e quelle volte che Luca mi cercava per scoparmi lo schivavo inventando scuse su scuse. Non l'ho mai più toccato.

Tornati a Milano ho suonato il campanello di Ester pronta dalla insana voglia di farle capire che sapevo, ma lei mi ha spiazzato tra le lacrime che meste scendevano dalle sue guance dicendomi: ― Tu non mi crederai, ma è la pura verità. Io non ho mai toccato Luca, mai.. Lui viene qua per guardare che scopo con Mirko.. Mirko mi fa godere da pazzi, e quando finisce con me mentre faccio la doccia si scopa tuo marito.. Hai capito cosa intendo?. Mirko è bisex, io non voglio perderlo al momento e a tuo marito piace.. insomma.. scusa ma non sapevo proprio come dirtelo, prova a metterti nei miei panni. Ti prego non dire nulla.. ti prego. ―
Se avessi sentito queste parole prima di agosto probabilmente avrei fatto un disastro, adesso dopo Stefano, sembrava non avere importanza e non ci tenevo a far sapere ai quattro venti le perversioni di Luca. Ho detto che avevo riflettuto sul nostro rapporto e che avevo bisogno di un po' di tempo e sono andata a stare da Stefano nel monolocale. E' da un anno che sono con lui, fuori siamo madre e figlio in casa due meravigliosi amanti...
scritto il
2024-11-09
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