Una storia vera - cap 1

di
genere
dominazione

UNA STORIA VERA

N.B.
Ciao, questo non è un racconto in cui il sesso, il porno è al centro della storia. E' un racconto dove il centro è il racconto stesso. Dove serve sesso c'è sesso, dove non ha senso non ce n'è...

CAPITOLO 1 - RITROVARLA

L’ambiente era poco illuminato, più vicino ad uno scantinato che ad un locale. Nessuna finestra a dare sull’esterno, la necessità la faceva da padrona. Nessun rumore usciva da quelle pareti coibentate con gli scarti più disparati. La musica, un po’ troppo alta per i miei gusti, riempiva l’ambiente mischiandosi al chiacchiericcio dei coraggiosi che affollano la stanza. Non pochi in verità, forse 80 o 90 persone, mai viste così tante, si vede che la luna fa il suo effetto.
Poco illuminato eppure lei splende, solo per me magari ma splende. Ne vedo la schiena, appoggiata su uno sgabello vicino al bancone del bar. Il grosso specchio davanti a lei mi regala spiragli del suo viso, del suo corpo. Forse poco più di un metro e sessanta, capelli scuri, quasi neri che lanciano sparuti riflessi ramati. Seno rigoglioso che sbuca dalla scollatura. Se ne sta li, le gambe accavallate sullo sgabello, sorridente, dallo specchio il suo viso, a colpirmi, quel viso a cui non posso sfuggire.
Sta parlando con il barista, ordinando da bere per lei e le amiche quando si libera lo sgabello accanto al suo. Non posso aspettare, non posso più aspettare.
Da quella seduta, al centro del locale, intravedo la penombra dove gli istinti trovavano ristoro, nella zona periferica di quel locale i corpi nudi si contorcono uno sull’altro. Le necessità fisiche trovavano sfogo, le regole non esistono. Siamo come circondati da un anello di corpi che si mischiano, nudi o quasi. Dubito che siano particolarmente consci di chi hanno vicino, dietro, davanti, sopra o dentro. Ogni tanto si sente un lamento, un mugolo, un sussurro mal trattenuto. C’è un motivo se la musica è così alta, deve mascherare il suono del piacere.
Una donna matura si alza, non so quanto tempo abbia passato da sola nei divanetti prima di trovare il coraggio di avvicinarsi al quel groviglio di corpi sudati. Le regole sono chiare, al centro del locale nessuno disturba nessuno ma se ti avvicini alla zona periferica, se vi entri, a quel punto non esiste più il no, ti doni a quel gioco dove tutto è permesso.
Come risucchiata, artigliata da quelli più vicini a lei, immediatamente assaggiata, morsa, graffiata sul morbido corpo. Gli abiti spariti in un istante, lei già distesa su chi era già disteso. Lingue nella sua bocca spalancata dal desiderio ad alternarsi con dita, capezzoli, membri.
Ingoiata in quel gioco, la sua pelle a mischiarsi con quella degli altri che non possono fare a meno di dare sfogo ai loro istinti primordiali, no, in quel giorno non possono farne a meno.
La mia distrazione svanisce in fretta, non mi sono certo seduto per vedere meglio quella scena ingorda, mi sono seduto per lei che ora è al mio fianco:

“ciao, posso raccontarti una storia assurda?”

Mi guarda, stupita ma non troppo, non le capita certo di rado di essere disturbata dagli uomini. Bella da togliermi il respiro ma io sono di parte. Reggo i suoi occhi nei miei. Sorride, mi squadra, non sono abbastanza per lei però qualcosa deve fare mentre attende i suoi drink.

“puoi farlo ma se è assurda di sicuro la conosco già”

“scommettiamo che non ti annoierò? sono sicuro che ami le scommesse, le sfide”

Eccolo quel lampo nei suoi occhi, quella reazione istintiva alla parola SFIDA

“beh, questa storia ???”
Sospiro, sono sicuro di me, ho il mio asso nella manica ma sono teso, mi sto comunque giocando tutto, proprio tutto

“hai presente quei film in cui c’è una coppia, lui e lei, sono la coppia perfetta, come loro non è mai stato nessuno, come loro non sarà mai nessuno. Non so se credi al destino ma nel mio film loro sono uno il destino dell’altro. Hai presente quei film? sono un classico”

Lei sorride ma è più un sorriso di cortesia e annuisce:

“aspetta, il film non è finito, sei la solita frettolosa” vado a vuoto, nessuna reazione “beh, nel film succede qualcosa di strano, assurdo, magico e all’improvviso la realtà cambia intorno ai protagonisti, le loro vite che erano intrecciate vengono strappate a forza, i loro passati si distaccano, il loro destino comune viene diviso e all’improvviso non sono più una coppia, non si conoscono più, le loro strade, nella nuova realtà, non si sono mai incrociate, loro non si sono mai conosciuti”

Ora mi sta ascoltando, in effetti per quanto sia una trama scontata resta una trama d’effetto che le fa rimettere gli occhi nei mei facendomi sentire come se venissi invaso d’energia. Mi parla:

“carino, mi piacciono questi film ma che c’è di assurdo?”

“ehhhh, all’assurdo non ci siamo arrivati, manca ancora un pezzo di storia, la scusa perfetta per godere della tua compagnia ancora per qualche minuto”

Scosta lo sguardo, sorride, forse…. Arrossisce? forse

“beh, i loro destini sono stati separati, lei non sa più neanche chi sia lui, non lo ha mai conosciuto ma lui, lui ricorda tutto, lui è cosciente di cosa è successo, lui non solo la ama ancora ma sa di poter amare solo lei”

Sono arrivati i drink, mi guarda, per un istante mi guarda in modo strano e poi decide di scaricarmi:

“storia carina ma non assurda, credo anche di averlo visto quel film però ora devo andare, ho qui la mia ordinazione. Ciao Ciao”

Mi sta sfuggendo, la mia occasione, lei

“aspetta, la parte assurda non te l’ho ancora raccontata, dai avevamo scommesso che non ti avrei annoiata e non voglio perdere la scommessa, dedicami ancora qualche minuto”

Ancora i suoi occhi, profondi, nei miei, persi. Lascia la presa dai bicchieri, si asciuga le mani su un tovagliolino, si gira verso di me e fa una faccia come a dirmi DAI, MUOVITI PERO’
Sospiro, il cuore che batte a mille:

“promettimi che non te ne andrai finché non avrò finito di parlare e io prometto che non ci metterò più di due minuti”

Sbuffa, “prometto”

“la cosa assurda è che non è un film, non è uno strano modo di provarci con te, E’ UNA STORIA VERA. È la mia vita, tu sei la mia vita”

Eccola, scoppia a ridere, la gente intorno ci guarda e lei non riesce a trattenersi, non ci riesce mai.
“io so tutto di te, so di te più di quanto sappia tu stessa. Conosco la tua anima perché ne ho fatto la mia vita e so che vivere per noi è vivere insieme”

Si sta calmando, ora torna un po’ più seria perché si rende conto che io sono molto serio, assurdo ma non do certo la sensazione di uno che sta scherzando. Mi parla:

“ok, ok, ammetto che è stato un modo molto carino di provarci, sicuramente un modo nuovo ma forse un po’ too much però ora devo andare”

O la va o la spacca:

“io conosco il tuo piatto preferito”

“ah sì? e quale sarebbe?”

“non lo conosci ancora, lo scoprirai la prima volta che accetterai di farmi cucinare per te”

“ok, ok, era molto carina anche questa e apprezzo davvero l’impegno ma ora vado eh… Ciao Ciao”

Mi sta fuggendo e se esagero potrei giocarmi la possibilità di riprovarci un’altra sera ma non voglio aspettare, non ce la faccio più ad aspettare:

“se te ne vai ora la tua serata finirà come al solito, tu e la tua cara corda piena di nodi”

L’ho gelata, ora è seria, mi guarda fisso e non è contenta, parla, perentoria:

“che vuoi dire? Spiegati!”

Respiro, mi calmo, l’ho spaventata ma almeno l’ho fermata ma ora? come sistemo le cose?

“senti, non avrei dovuto dire quella frase, ti ho fatto paura ma io non sono un pericolo per te, te lo giuro.”

Mi alzo e mi allontano di un passo, voglio farla sentire al sicuro.

“ora me ne vado, ti lascio in pace, scusami”

“no no, ora TU mi spieghi cosa volevi dire”

Sorrido un po’ dispiaciuto, sono stato troppo aggressivo, per non farla fuggire l’ho spaventata però è coraggiosa, mi affronta impettita, raggiante.

“sicura?”

“certo”

“non è una cosa che posso urlare, per dirtela devo avvicinarmi un po’, sussurrarla, posso?”

“mh”

Metto le mani dietro la schiena, mi chino in avanti, avvicino il mio viso al suo, le mie labbra al suo orecchio. Il suo profumo mi pervade, inebria, eccita:

“non dai troppa importanza al sesso, non lo sprechi ma non lo lesini però, ad oggi, nessun uomo è mai riuscito a farti raggiungere l’orgasmo e anche da sola non è semplice, è lungo, complesso e se arriva, arriva sempre mentre sei in compagnia di una particolare corda”

Lei mi guarda sbalordita qualche secondo e poi se ne va, lascia lì sul bancone le bibite e se ne va dal locale.

…CONTINUA. IL RACCONTO TI E' PIACIUTO? LO HAI ODIATO O ALTRO? DARE UN'OPINIONE AIUTA A MIGLIORARSI glorfindel75@gmail.com
scritto il
2025-02-09
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