Accettare le condizioni - Capitolo 5

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genere
dominazione

CAPITOLO 5

Una voce, credo quella del maggiordomo, mi ordinò di presentarmi a casa del dottore assieme a mio fratello il prima possibile. Lo avvisai, ci preparammo e mezz'ora dopo suonavamo alla porta d'ingresso. Appena lo parta si chiuse alle nostre spalle fu proprio l'uomo che mi aveva chiamata a ricordarmi che gli abiti erano un lusso che non mi era concesso. Era passata un'intera settimana e non ricordavo più la sensazione di trovarmi in quella situazione, varie persone della servitù passavano gettando occhiate mentre rimanevo immobile, l'uomo sbuffo infastidito e fu mio fratello a destarmi:

“forza sorellina, spogliati come ti è stato ordinato e sbrigati, il signore ha altro da fare che attendere i tuoi comodi”

Sotto gli occhi del mio fratellino e del maggiordomo che mi scrutavano intensamente mi denudai, mi sentii arrossire mentre uno dopo l'altro mi liberavo dei vari indumenti porgendoli allo scocciato servitore che teneva un braccio teso ad attenderli. Non si fecero problemi nello scrutarmi a fondo e quando fui completamente nuda:

“finalmente, bene, questi le verranno restituiti quando se ne andrà, potete accomodarvi nello studio del dottore”

Varcammo la soglia della stanza, il dottore era seduto alla sua scrivania, indaffarato con le sue carte, restammo immobili ad attendere che ci desse attenzione per almeno dieci minuti in cui gli occhi di mio fratello non si staccarono mai da me, era strano, per quanto negli ultimi giorni fossi stata molto più spesso nuda che vestita con lui non si stancava mai del mio corpo ma poi la voce profonda mi destò:

“buongiorno signorina e tu, se non ricordo male, sei il fratello, puoi accomodarti su quel divano laggiù, ho da fare con tua sorella ma poi vorrei sapere come è andato il compito che vi aveva affidato mia moglie”

“certo signore, quando vuole”

Il dottore si alzò in silenzio, mi fece segno di avvicinarmi e io eseguii fino a giungere di fronte alla scrivania, lui mi girò attorno con non curanza, mi arrivò alle spalle e li mi afferrò una coscia facendomi portare un ginocchio sopra il piano del tavolo. Sentii una zip e subito dopo:

“hauuu…”

Non me lo aspettavo, non ero completamente asciutta, quella situazione continuava ad eccitarmi mio malgrado ma il prepotente affondo che aveva inferto alla mia fichetta con il robusto cazzo mi aveva spiazzato e non ero riuscita a trattenere un urletto mentre la fica si apriva al suo passaggio. Lui non ci fece caso. Affondò in me totalmente, con le mani mi teneva per le chiappe per farmi dilatare al massimo mentre roteava al mio interno per stare più comodo:

“signorina, da quando abbiamo stretto il nostro accordo non ho, purtroppo, avuto molto tempo da dedicarle e questo è un problema, quando acquisto qualcosa mi piace usufruirne a pieno quindi credo che nei prossimi giorni saremo costretti a recuperare il ritardo accumulato, è d'accordo?”

La domanda era ovviamente retorica e rimasi in silenzio a lasciargli fare i suoi porci comodi ma una sonora sculacciata mi spiegò chiaramente che non era una buona idea. Mi aveva colpita veramente forte, sentivo la carne di una natica pulsare mentre il bruciore andava allargandosi:

“si dottore, sono d'accordo” quelle parole scandirono l'inizio dei suoi movimenti, tenendomi sempre ben allargata iniziò un lento e robusto dentro e fuori, ruotando, inserendo e scavando con estrema calma:

“bene, visto che è d'accordo con me vorrei mettere in chiaro delle cose. Io non mi considero una persona sadica, non ho alcuna necessità di provocarle dolore ma è ovvio che determinate pratiche, come conseguenza e non come scopo, le faranno male, a volte molto male ma questo è necessario perché possa avere piena libertà nell'usare il suo corpo, è d'accordo?”

Mentre pronunciava quell'agghiacciante frase le sue mani raggiunsero i miei seni, li afferrarono stringendoli, le dita fecero scivolare la morbida carne come le parole scivolavano fuori dalla sua bocca fino a che solo i capezzoli rimasero prigionieri fra i pollici e gli indici che strinsero, parola dopo parola strinsero sempre di più fino a divenire una morsa, fino a comprimere tanto che:

“mhhhhhhh, mhhhhhh, mhhhhhh, ahhhhhh, AAAAAhhhhhh. Basta, la prego basta, non resisto”

Il suo cazzo continuava il suo incessante e lento scavare mentre urlavo come una pazza, mio fratello restava impassibile quanto il dottore che continuava il suo discorso ma poi, concludendo la frase, lasciò la presa, di botto, il sollievo fu tale che mi accascia sulla scrivania, ancora più esposta al suo lento scoparmi. Le lacrime mi rigavano il viso mentre mi stupivo nel rispondere:

“si dottore, sono d'accordo” ciaf, ciaf, ciaf, il suo inguine che sbatteva sul mio culo ritmava il discorso:

“durante i nostri incontri dovremo saggiare le sue capacità fisiche, controllare la profondità e la larghezza che sono in grado di raggiungere i suoi orifizi e anche la bocca, è d'accordo ?”

Afferrandomi per i capelli mi fece alzare dalla scrivania per potermi afferrare ancora i seno doloranti, li prese con tutte le mani, girò i polsi in modo che i palmi afferrassero la parte alte delle mammelle mentre le dita andavano a scavare sotto le coppe, infilandosi, impossessandosi. Stringeva tanto, mi doleva ma questo era sopportabile mentre il ricordo del dolore precedente era ancora vivo in me:

“si dottore, sono d'accordo” ciaf, ciaf, ciaf, aggrappandosi al mio seno i suoi affondi stavano diventando più vigorosi anche se non aveva aumentato minimamente la velocità:

“sarà anche necessario appurare quanti e quali liquidi e quanti e quali oggetti è in grado di ospitare in se senza subire danni permanenti e quale è la sua capacità di subire frustate e sessioni di battute, è d'accordo?”

Gli affondi nel mio sesso si stavano facendo feroci, ad un ritmo lento ma violenti, ad ogni colpo sbattevo sul bordo della scrivania che scricchiolava un po' mentre i seni si infuocavano sotto la sua manipolazione:

“si dottore, sono d'accordo” ciaf, ciaf, ciaf, quella situazione, quell'interrogatorio, avevano smorzato la mia involuta eccitazione, la fica si era asciugata per le numerose penetrazioni e ora quel grosso pene scivolava stridendo in me, la pelle si faceva sempre più sensibile e iniziava a bruciarmi tremendamente:

“è scontato che concederò l'uso del suo corpo a chi vorrò, conosciuto o sconosciuto, di ogni livello sociale, di ogni sesso, in pubblico e in privato, singolarmente o in gruppo ma perché il mio acquisto sia sfruttato realmente in pieno e per il maggior tempo possibile credo sarà opportuno che lei sia usata anche da vari animali che sceglierò per la sua persona, è d'accordo?”

In lento stridere nel mio sesso diveniva sempre più doloroso. Ciaf, ciaf, ciaf. Le ultime parole mi bruciavano il cervello come un ferro rovente mentre rimanevo in silenzio ma poi le sue mani ricominciarono a scivolare sul mio seno dirigendosi, implacabili, verso i capezzoli indifesi:

“si, si, siiiiii, dottore, sono d'accordo” Lacrime si facevano sempre più copiose scivolandomi sul viso, con un ultimo colpo sentii getti caldi scivolare dentro il mio utero, per lunghi secondi si scaricò in me nel completo silenzio poi mi stappò, si pulì con un fazzolettino che getto poi in un cestino, si ricompose e si andò a sedere al fianco di mio fratello lasciandomi li piegata, nuda, dolorante e sfatta:

“bene, ragazzo, dimmi come è andato il compito che ti aveva affidato mia moglie”

Mi fratello iniziò subito a decantare il suo lavoro, spiegò chiaramente come e quante volte aveva lavorato il mio culo, riportò con dovizia i progressi fatti nel tempo, nelle sue parole si leggeva l'orgoglio per il lavoro svolto e poi:

“dottore, se lei me lo permette, credo che riuscirei a spiegare meglio i risultati raggiunti facendole vedere con i suoi occhio”

“ma prego, ne sono lieto”

“sorellina, vieni qui per favore, mettiti in ginocchio sul divano, appoggia il busto sullo schienale in modo da essere ben piegata e apriti bene le natiche in modo che il nostro caro dottore abbia una buona visuale del lavoro che ho svolto sul tuo forellino”

Frastornata e ormai piegata al mio destino eseguii l'ordine, mi posi sul divano fra loro due, mi piegai e con le mani mi allargai il sedere esponendomi al massimo. Mio fratello iniziò subito a lavorarmi con due dita:

“vede, questo buchetto un tempo così inospitale ora è morbido, più elastico e meno resistente, si apre docilmente dilatandosi ma la cosa, secondo me, straordinaria è che per quanto sia ora facile penetrarlo rimane ben aderente, non cede e mia sorella continua ad avere ancora tutte le sensazioni che una penetrazione anale è bene che dia”

Alla fine del suo melenso discorsetto mi caccio due dita dentro di botto, senza alcuna lubrificazione, è vero che entrarono bene ma:

“ahi, ahi, ahi”

Ruotava e palpava il mio interno come, ormai, avevo imparato bene che gli piaceva:

“vede, come riceve bene le mie dita anche se lei si lamenta ancora, credo sia un buon risultato”

“ottimo, veramente ben fatto, sono stupito da come ti sei applicato ragazzo, spero che in futuro vorrai aiutarmi ancora a trasformare tua sorella in un perfetto oggetto sessuale senza limiti”

“certo, certo, con estremo piacere ma non è finita, mi permette?”

“fai pure, sono curioso di sapere”

Sfilandomi le dita dal culo si alzò, estrasse il cazzo dai pantaloni e senza la minima attenzione mi penetrò analmente in pochi secondi fino alla base:

“ahhhhhhhhh, cazzo, ahhhhhhh, mi sfondi' Nessuno era interessato ai miei lamenti di sofferenza mentre il loro irreale dialogo procedeva:

“la cosa che le volevo mostrare non è tanto la facilità di penetrazione ne il fatto che il suo forellino aderisca ancora così bene al mio cazzo, quello che le vorrei mostrare ora è l'incredibile attitudine di mia sorella per il lavoro che deve svolgere per lei, vedrà che in breve e indipendentemente dalla sua volontà riuscirò a farla venire copiosamente scopandola in culo”

“procedi ragazzo, è una cosa veramente interessante”

Sentii le mani di mio fratello afferrare i miei fianchi mentre il cazzo iniziava lente rotazioni dentro il mio canale posteriore:

“forza sorellina, facciamo vedere al dottore quanto sei troia mentre ti fai inculare”

Il bastardo sapeva bene come fare, lo odiavo profondamente in quel momento, tutto volevo tranne sciogliermi in un orgasmo in quella situazione ma la punta del suo cazzo aveva trovato già quel punto sensibile in me che aveva scoperto una settimana fa ma non sembrava bastargli, nei lunghi giorni di test fatti sul mio culo aveva imparato a far si di stimolare le parti più sensibili mentre mi inculava nel modo più fastidioso in modo che io gemessi tanto di dolore quanto di piacere ed in quel modo mi faceva raggiungere livelli di godimento altissimi. Con calma iniziò il suo gioco, usciva fino a lasciare sola la punta della cappella e con quello iniziava un veloce sue e giù inserendo solo pochi centimetri, così facendo forzava sempre i muscoli all'ingresso del canale ad allargarsi e stringersi dolorosamente, continuava fino a che non cedevo cominciando ad ansimare chiedendo pietà:

“ahi, ahi, basta, ti prego, fa male, mi sembra che si rompa, basta ti prego”

“lo sai cosa voglio sorellina” Ormai non avevo più dignità e mi piegai al suo volere docile mentre il dottore seguiva la scena interessato massaggiandomi a volte un seno a volte l'altro.

“mettimelo dentro, mettimi tutto il cazzo dentro il culo ti prego” A quelle parole mi sprofondò dentro, impalandomi in pieno e ruotando al mio interno cominciò a stimolare dove sapeva che avrei ceduto:

“ahhh, li, si ti prego, li, in fondo al mio culo, proprio li, non smettere, ti scongiuro”

Continuò a pomparmi indietreggiando pochissimo e spingendo sempre di più e sempre nel modo giusto, guaivo come una cagna per il piacere, il viso stravolto dall'estasi, saliva mi colava dalla bocca aperta mentre l'orgasmo si faceva sempre più vicino ma non mi fu concesso, improvviso, indietreggiò per ricominciare la tortura al mio buchino con i suoi millimetrici affondi di punta:

“vede dottore, posso guidare i suoi orgasmi come e quando voglio lavorando semplicemente il suo culo”

“molto interessante ragazzo ma fra breve mi arrivano dei pazienti quindi credo che sia meglio finire la dimostrazione, mi sembri molto eccitato quindi sfogati pure con tua sorella, decidi tu se farla venire o no”

Mentre imprecavo per il dolore al buchetto dovuto alla sua tortura:

“dai sorellina, facciamo un regalo al dottore, facciamogli vedere come sei porca, come godi”

“si, si, ti prego, smetti di farmi male, impalami, inculami con tutto il cazzo, entra dentro quella troia di tua sorella, fammi venire con il culo, ti prego” Mi affondò dentro e con una foga animale iniziò il suo profondo stantuffare, il dottore aggiunse alla mano sul mio seno una fra le gambe, trovò subito il clitoride e iniziò a pizzicarlo, torturarlo.

“ahi, ahi, la fica, il clitoride, mi fa male, ahi, il cazzo, il tuo cazzo nel culo, mi fate impazzire, basta, per favore, fatemi venire, vi prego, non ce la faccio più, ho bisogno di venire” Mi odiavo profondamente ma l'azione combinata dei due mi fece godere in modo assurdo. “niziai a urlare il mio godimento a squarciagola, li pregavo di continuare, di incularmi, di masturbarmi, avevo perso il controllo in pieno, non mi interessava altro che godere ed in breve l'orgasmo mi travolse, mi avvolse, i due ne approfittarono e mentre urlavo il mio piacere uno intensificò la stretta sul clitoride aggiungendo dolore al godimento mentre l'altro cominciò a stantuffarmi per tutta la lunghezza del cazzo, per almeno un minuto urlai di un mix di sensazioni esaltanti poi mio fratello mi riempì l'intestino con il suo seme con lunghi fiotti, intensi, fino a svuotarsi completamente e, in fine, mi lasciarono libera, sudata, sconvolta e tremante. Sentii appena il bussare alla porta:

“è arrivato il mio paziente, devo assentarmi ma voi restate pure li” Alzando un po' il tono “PREGO, AVANTI…”

…CONTINUA. IL RACCONTO TI E' PIACIUTO? LO HAI ODIATO O ALTRO? DARE UN'OPINIONE AIUTA A MIGLIORARSI glorfindel75@gmail.com
scritto il
2025-02-09
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