Venerdì, sabato e domenica - da praticante legale a schiavo - 4^parte e ultima

di
genere
dominazione

L'indomani, domenica, di mattina presto, Giorgio fu svegliato da Mary che aperta la gabbia lo scosse più e più volte con un piede. Il ragazzo, infatti, dormiva ancora profondamente spossato per i supplizi subiti la sera prima.

“Alzati!” gli ordinò con imperio la filippina, non appena il ragazzo aprì gli occhi stranizzato che non fosse Stefania a svegliarlo, che poi aggiunse: “Devi comprare giornale per signora e servire caffè! Sbrigare!”

Giorgio, quindi, si alzò. Mary lo portò nel suo bagno e gli fece fare una doccia. Mentre il ragazzo si insaponava dentro al box, la filippina lo guardava con il suo solito sorrisetto malizioso. Quando fu il momento di asciugarsi, Mary si premurò ad aiutarlo, ma solo per arrivare al cazzo del giovane ora a sua totale disposizione. Cazzo turgido che la eccitò subito e che per tanto iniziò a masturbare lentamente. Il ragazzo, la lasciò fare. Non oppose nessuna resistenza, d'altronde la sua padrona era stata chiara: la sua colf poteva disporre di lui in qualunque maniera volesse. E comunque Mary era pur sempre una giovane, piacente ragazza.
Quindi quando glielo fece diventare duro e teso. Fece sedere Giorgio, totalmente passivo, sul cesto della biancheria, si inginocchiò fra sue gambe e glielo succhiò fino a quando decise che ere il momento di sfilarsi via le mutandine, appoggiarsi alla lavatrice e ordinargli di scoparla da dietro. Giorgio eseguì, sbattendola sempre più poderosamente, mentre Mary emetteva gridolini di piacere, fino a che entrambi raggiunsero l'orgasmo.

Quando Giorgio fu di ritorno con il giornale. Mary gli fece trovare un vassoio con la tazzina del caffè e gli disse: “Vai sbrigare, che signora svegliata ora ed ha già chiamato te!”

Così il ragazzo si affrettò a salire camera da letto della padrona. La porta era aperta, ma indugiò ad entrare. Da dove si era fermato, di Stefania poteva vedere solo le gambe nude e secche, coi piedi accavallati. Deglutì per un moto di paura. Già presagiva che la sua padrona avrebbe trovato dei pretesti per sottoporlo ad ulteriori umiliazioni e supplizi, del resto lei gode così.
Quando si presentò sulla soglia, la vide per intero. Stefania, in canottierina e slip, era mollemente stesa era con le spalle appoggiate tra due cuscini alla testiera di un letto d'ottone anticato. Stava guardando la la tv. Al solito appena sveglia, sembrava una strega: struccata, capelli arruffati, occhi scavati con vistose borse. Giorgio timidamente le diede un “buongiorno e bene svegliata padrona”, ma lei non lo degnò nemmeno di uno sguardo, ma sprezzante gli ordinò:“Porta sto caffè ed il giornale, muoviti!”

Giorgio lesto obbedì. Mentre la sua padrona sorbiva il caffè sfogliando lentamente le pagine del quotidiano poggiato sulle gambe, gli ordinò ancora: “Massaggiami i piedi, non stare li impalato, idiota!”

Lo schiavo subito si mise all'opera. Dopo una decina di minuti, Stefania, posando tazzina e quotidiano sul comodino, pretese la lingua al posto delle dita. Così Giorgio si mise a leccarle le piante e tra le dita, mentre la sua padrona lo guardava tronfia, ma nello stesso tempo con la voglia di abusarlo ancora.
Infatti, mentre il suo schiavo continuava a leccarle i piedi, in tono sarcastico disse: “Ma lo sai quanto mi è piaciuto incularti ieri sera nella spa?...tanto...tanto tanto (rise di gusto)...mi sa che mi è venuta di nuovo voglia!”

Così, alzandosi di botto dal letto, tirò fuori dall'armadio lo stesso strap-on della sera prima. Lo indossò. Afferrò per i capelli quel povero ragazzo, ridotto un pupazzo di pezza in totale balia del suo sadismo, lo fece mettere a pecora sul letto e, mentre lui tentava di supplicarla di non farlo, se l'inculò con forza. Più il ragazzo soffriva e la supplicava, e più la padrona si eccitava scopandoselo con maggiore vigore. Fino a che, al culmine dell'eccitazione, si slacciò lo strap-on, lasciando però il cazzone di gomma conficcato nel culo di Giorgio, si posizionò a cosce larghe, senza slip, davanti la faccia del suo schiavo, lo riafferrò per i capelli, e gli ordinò di leccarle la fica già grondante di umori per la forte eccitazione. Infatti bastarono alcuni secondi di lingua sul clitoride e sulle grandi labbra, che Stefania scoppiò in un orgasmo incontenibile.

Distesa sul letto rilassata a riprendersi dall'orgasmo, osservava con sadico divertimento il suo schiavo rimasto a pecora con il cazzone conficcato ancora in culo, che con voce flebile la supplicava di avere pietà di lui. Quindi, dopo avergli strofinato un altro po' i pedi i faccia, lo guardò fingendo un'espressione impietosita e di nuovo vezzeggiando la voce a bambina gli disse: “Uh com'è stata monella la padroncina, vero?...va beh, dai...alla fine la padroncina è una buona, su...ti puoi togliere quel cazzone dal culo. Ti alzi, mi prepari la doccia e te ne puoi scendere sotto...ti metti a disposizione di Mary per la mia colazione!”

Quando Stefania scese, trovò Giorgio assieme a Mary in piedi davanti la tavola già apparecchiata pronti a servirle la colazione. La padrona si accomodò al tavolo e con lentezza cominciò ad imburrarsi una fetta biscottata, mentre la filippina le versava del caffellatte in una tazza. Poi guardò per un attimo il suo schiavo fermo immobile accanto, che come si vide guardato deglutii di paura, e riabbassando gli occhi verso la sua fetta biscottata, gli ordinò:”Vammi a lavare la macchina! Domani si torna in ufficio e la voglio pulita e splendente! Nel box c'è tutto l'occorrente...sbrigati vai, che mi dai fastidio qui fermo mentre faccio colazione...vattene!”

Così il ragazzo corse e si mise all'opera. Giunto quasi alla fine, stanco e sudato, si vide spuntare alle spalle la padrona, che avanzava vero di lui severa con un andatura lenta a braccia conserte e il frustino in una mano. Il che non prometteva nulla di buono. La donna ispezionò la vettura dentro e fuori. Intanto Giorgio che si era fermato e messo come sugli attenti deglutiva di terrore. Passò un dito sulla fiancata. Se lo guardò. Guardò il suo schiavo e quasi con tono annoiato gli disse: “Secondo te, questa è un'auto pulita?”

“Ho fatto del mio meglio, padrona....” rispose timidamente Giorgio che, capito si addensavano nuvole nere su di lui, aumentava il ritmo delle deglutizioni.

“Ah...questo sarebbe il tuo meglio?” riprese con sarcasmo Stefania mentre gli mostrava il polpastrello leggermente impolverato. Poi, di scatto, lo afferrò per un orecchio e cominciò a torcerglielo con rabbia, e mentre il ragazzo urlava di dolore, gli gridò: “Questo dunque sarebbe il tuo meglio, no!!?? Lo vedi che ho ragione quando dico che sei un inetto!? Che sei cosa solo di stare sotto i piedi!!? Questa macchina fa schifo! L'hai pulita di merda! Come quella che hai in questa testa inutile! Buona solo per asciugarmici i piedi sporchi!”

Torcendogli sempre l'orecchio, lo fece inginocchiare. Mollò l'orecchio, gli prese la testa e gliela infilò nel secchio ricolmo di saponata quasi a farlo annegare. Poi, tenendolo per i capelli, gliela uscì e mentre il il povero schiavo annaspava per respirare, tornò a gridargli: “Adesso tu la rilavi, tutta...subito! Ma con me davanti! E sono cazzi tuoi adesso!”

Infatti come Giorgio si riebbe e prese la spugna per insaponare la carrozzeria, Stefania gli si mise quasi appiccicata dietro, prendendolo a frustate e calci nel sedere quando riteneva che il poveretto non strofinasse col giusto ardore. Gli indicava i punti che non erano ben puliti, e giù ancora frustate e insulti, o gli strappava dalle mani la spugna e gliela sfregava in faccia insaponandogliela. Insomma, fu un vero e proprio massacro per quel povero ragazzo che arrivò pure a piangere. Ma non finì lì, perchè si sa, Stefania abusa del suo schiavo non perchè le cose non sono fatte bene, ma perchè le piace. E' cosi che lei gode al limite con l'orgasmo. Per cui, sebbene sfinito e barcollante, lo costrinse pure a leccarle la fica fino a che l'orgasmo glielo fece raggiungere. Per poi abbandonarlo lì steso in terra, andandosene, canticchiando soddisfatta, a fare il bagno in piscina.

Arrivò l'ora del pranzo. Stefania seduta al tavolo, in pareo, gambe accavallate e piede sospeso a giocare con l'infradito dondolante, servita da Mary, mangiava lenta e con assoluta nonchalance. Un occhio al piatto ed uno al suo smartphone, mentre il suo schiavo lo aveva costretto a stare a quattro zampe a guinzaglio accanto a lei a mangiare, come un cane, da una ciotola dove di tanto in tanto gettava il cibo che le avanzava. Per frutta si fece servire delle ciliegie i cui noccioli si divertiva a sputare in faccia al povero Giorgio, che per l'occasione doveva stare in ginocchio per offrirgliela.
Dopo pranzo, lo usò come puff poggiapiedi mentre guardava in tv alcune delle sue serie preferite. Poi ne usò ancora la faccia come pedana, sotto la consolle del PC, per completare una memoria che le sarebbe servita l'indomani. E quando si fece sera, la domenica volgeva al termine, lo usò per farsi fare un pediluvio con pedicure, dove Giorgio non essendone pratico e ridotto allo stremo, prendeva sonori ceffoni tutte le volte che con la forbicina e la limetta le faceva male o faceva sbavare lo smalto.

“Adesso mi hai stancato! Te puoi andare a casa tua! Ma credo proprio che ti userò anche prossimo fine settimana qui a casa. Mi è piaciuta tanto sta cosa qui! Ed è piaciuta tanto sia a Mary (che annuì divertita), che alle mie amiche...che non vedono l'ora di fare un altro the servito da te (e rise di gusto)...per cui, dimenticati di prendere inviti con parenti, amici o, peggio ancora, ragazze, nei weekend...perchè servi solo a me! Vattene adesso...ci vediamo domani mattina in ufficio! Sparisci!” gli disse in conclusione Stefania, che si alzò dal divano e sparì dietro la porta della cucina, mentre Mary accompagnava alla porta un Giorgio rassegnato al suo destino da schiavo e mezzo sofferente per gli abusi subiti.

Fine - sottomesso1966@gmail.com
scritto il
2025-04-24
1 0 7
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.