Lo svezzamento

di
genere
prime esperienze

Me la ricordo Angela. Me la ricorso benissimo. Perchè è con Angela che mi sono svezzato sessualmente.
Ero un adolescente in piena tempesta ormonale quando mia madre la prese in casa come domestica. Gliela raccomandò padre Eligio, il parroco del quartiere dove vivevamo ai tempi, che si occupava di dare una sistemazione ai ragazzi e alle ragazze appena usciti dagli orfanotrofi o dai riformatori.

Angela, infatti, era figlia di NN, diciotto anni quasi diciannove, senza una casa ed un posto dove stare. Aveva un'alfabetizzazione molto precaria, che compensava però con una carica erotica notevole. Angela non era di quelle bellezze da copertine patinate, ma si faceva guardare e soprattutto desiderare perchè trasudava sesso da ogni poro delle sua pelle olivastra, dalle sue movenze sensuali, dai suoi sguardi, dai suoi capelli lunghi e ricci, dalle sue gambe che teneva sempre scoperte estate ed inverno. Per farla breve nella descrizione, assomigliava ad una giovanissima Loredana Bertè.

Nel quartiere si vociferava che padre Eligio se ne dovesse liberare con particolare urgenza perchè le voci che giravano sul conto suo e di Angela, ogni giorno che passava, erano fortemente imbarazzanti per lui uomo di chiesa. Pare che nemmeno un sant'uomo come padre Eligio riuscisse a resistere alla carica erotica di quella ragazza e per questo avesse iniziato con lei una tresca a base di pompini, la specialità di Angela.

Angela mi fece impazzire da subito, non appena prese servizio in casa. Veniva tre volte la settimana. Entrava alle otto circa del mattino e andava via nel tardo pomeriggio. Aveva l'abitudine di fare i mestieri con indosso, estate o inverno, solo una vestaglietta a kimono corta alle ginocchia, che ne esaltava ancora di più la sua carica erotica, e delle infradito dove sfoggiava pure dei piedi bellissimi e curatissimi. Infradito che quand'era inverno riusciva a calzare anche coi collant e quei piedini dalle unghia smaltate di rosso inguainati nelle calze velate, che alternava nei colori, nere, rosse o bianche, erano ancora più appetitosi.

Impazzivo come si muoveva con quel culetto a mandolino, per quei suoi sorrisini ammiccanti che mi rivolgeva. Sbavavo soprattutto quando per pulire il lampadario della cucina, saliva a piedi nudi sul tavolo, dove con quel kimono indosso potevo intravedere tutto: dagli slip, sempre costantemente di pizzo accoppiate di colore ai collant, rientrati tra le chiappe, ai suoi piedini che muoveva tipo ballerina classica. Inutile dirvi che segoni mi facevo per lei in ogni momento.

Fu inevitabile quindi che accendesse la libidine degli uomini della mia famiglia, alle quale, ben presto scoprii, che non solo non si sottraeva infastidita, ma la agevolava fino al punto che iniziò a concedersi generosamente, a turno, a mio fratello maggiore, ad un nostro cugino, a mio padre, a mio zio.

Sta cosa qui, una volta che ebbi la certezza quando la beccai, senza farmene accorgere, che faceva un pompino a mio cugino nel bagno, la vivevo come un'ingiustizia, perchè a me invece mi trattava come un moccioso e io avevo sedici anni, non ero mica un pivello. Per cui ogni giorno che ci pensavo, mi faceva salire il sangue alla testa. Mi ripetevo ossessivamente: perchè solo con loro, anche io la voglio! Anche io ne ho diritto! Le seghe di nascosto non mi bastarono più. Volevo lei, volevo toccare il suo corpo, volevo leccarla ovunque, volevo i suoi piedi, volevo le sue mani e soprattutto la sua bocca sul mio cazzo.

Quindi pensai alla strategia per rimanere da solo con lei in casa ed andare all'assalto. E mi venne in mente quella volta che, essendo con la febbre a letto, non andai a scuola e rimasi solo con lei in casa. Mi ricordai quanto fu premurosa nell'accudirmi quel giorno, quindi mi venne l'idea di riprovarci.

Così una mattina mi finsi malato e non appena la sentii entrare a casa, di corsa mi infilai sotto le coperte del mio letto tutto nudo, avevo già il cazzo duro dall'eccitazione, e aspettai che si accorgesse che ero nella mia stanza.

Infatti dopo un po' se ne accorse. Sensualissima nel suo kimono vedo e non vedo, gambe inguainate da collant velati rossi, piedini appetitosi in infradito, la montagna di ricci legata con un mollettone, con quel suo sorrisino malizioso, si avvicinò al letto per sincerarsi su come stessi e chiedermi cosa avessi bisogno. Nel chiedermelo si chinò in modo tale che le vidi il reggiseno di pizzo rosso.

A quella vista, il cazzo mi s'indurì ancora di più, il sangue mi salì alla testa. Così l'afferrai da un braccio e le risposi spudoratamente: “Angela si...ho bisogno...ho bisogno che mi fai un pompino! Dai Angela!”

“Ma che stai dicendo, Paolo!!??” rispose la ragazza stizzita, divincolando il braccio per liberarsi dalla presa. “ma sei impazzito!!?? E menomale che dici di avere la febbre alta!!” continuò

“Si altissima, Angela! Sei tu che mi fai salire la temperatura! Da quando sei a servizio da noi non faccio altro che pensarti e desiderarti, Angela! Sono pazzo di te! Ho voglia di te!, Angela! Un pompino, dai, che ti costa!?...come fai con gli altri della mia famiglia...dai che ti piacerà anche con me” la incalzai riafferrandole il braccio avvicinandola ancora di più a me.

“Ma non dire scemenze Paolo, finiscila!” mi rispose come scandalizzata e liberandosi ancora dalla presa: “Non dire queste cose che non è vero...se poi le sente tua madre mi fai perdere il posto...non faccio niente con nessuno io...” tentò ancora di giustificarsi

“E dai Angela, che lo sappiamo tutti e ti ho pure visto con mio cugino Pietro...dai, fallo anche con me...” le risposi sarcastico

“Ma che fai, mi ricatti!?” m'interruppe con un moto di sorpresa arrossendo.

“No, che ricatto...ti giuro che non lo dico a nessuno! Voglio solo un pompino...come fai con gli altri ti ho detto” le risposi cercando di tranquillizzarla e po le chiesi:” Perchè con loro non ti fai problemi e con me stai facendo tutta questa sceneggiata?”

“Quale sceneggiata, Paolo!?...io non faccio sceneggiate...io sono brava, sono buona, non faccio cose brutte...si, mi piacciono tanto gli uomini, non lo nego...ma io...” tentò di convincermi

“Guardami!” la interruppi in tono di sfida. “Vuoi negare che te la fai con mio cugino anche se ti ho visto? Vuoi negare che te la fai anche con mio fratello? Con mio zio? Con mio padre?...li ho sentiti parlare di te ai loro amici e di quello che fanno con te...come magnificano le tue meravigliose prestazioni orali! Eh, su Angioletta! Guardami negli occhi e negalo ancora se hai coraggio!” la sfidai ancora.

Angela abbassò gli occhi e accennò un sorriso. Oramai l'avevo messa con le spalle al muro. Non le restò altro che confessare. Così si sedette sul bordo del letto accavallando sensualmente le gambe e disse:“Tuo cugino Pietro...si è vero...ma lui mi ha promesso che diventerò la sua ragazza e che non appena si sistema mi sposa pure” si giustificò

“Si certo, come no, ti sposa...come sicuramente ti sposerà pure mio fratello Antonio, mio zio Filippo e perfino mio padre..si si...come no! E dai falla finita che non ci credi nemmeno tu a ste cazzate...” ribattei in tono canzonatorio. “E' che ti piace il cazzo, ammettilo...non c'è nulla di male! Ti piace il cazzo duro e tu sei vogliosa, è assolutamente normale questa cosa, non te ne devi vergognare...poi con me...” le dissi in tono consolatorio, mentre iniziai ad accarezzarle la gamba accavallata.

Angela rimase in silenzio per qualche attimo. Un silenzio assenso. Poi, portandosi un dito sul lato della bocca assumendo un'arrapante espressione da monella, mi puntò negli occhi e mi chiese: “Ma...davvero ti piaccio così tanto, che ti faccio salire la febbre!?”

Come risposta improvvisamente mi scostai la coperta da dosso e mi feci vedere completamente nudo col cazzo in tiro e le esclamai: “Guarda che bel cazzo duro mi fai venire! Certo che mi piaci tanto! Io sono pazzo di te, fin dal primo giorno ti ho detto! Ho una voglia che sto scoppiando, Angioletta...dai, prendimelo in bocca, ti prego!”.

La presi per la nuca e provai ad abbassarla sul mio pube. La ragazza, però, si divincolò. Si alzò, uscì dalla stanza e mi lasciò per un po' da solo, ma ritornò subito. Si risedette sul letto e mi disse: “Sono andata a chiudere a chiave la porta. Ho paura che torni improvvisamente tua madre, se ci scopre...”

“Ma chi ci scopre, Angela! Hai fatto bene a prendere precauzioni, ma stai tranquilla che non lo verrà a sapere mai! Resterà per sempre un nostro segreto” ribattei confortandola e poi mettendole di nuovo una mano sulla nuca la esortai: “Adesso dai prendimelo in bocca, dai...”

La ragazza si tolse, stavolta, delicatamente la mia mano dalla nuca e con la sua iniziò ad accarezzarmi il cazzo. Lo fece per un po', sopra e poi sotto, sulla cappella e sui coglioni. Poi me lo afferrò dolcemente ed iniziò una sega lentissima.
Io già a quelle carezze mi partì l'ormone! Chiusi gli occhi e sentii salire lento, ma inesorabile e sublime, il piacere. E poi sentii Angela dirmi: “Ce l'abbiamo duro come il marmo, complimenti Paolo!”

Aprii gli occhi ed osservai la sua espressione maliziosa mentre mi segava. Era di un arrapante che non riusci a resistere molto a quella sega e la implorai: “Aumenta...più veloce, ti prego, più veloce..che sto...sto...sto per sborrare!” Angela sorridendo mi accontentò e scoppiai a schizzi di sborra poderosi che arrivarono dappertutto.

Godetti da pazzi, ma ci restai molto male. Mi ero fatto nella mia testa un film porno, invece nella realtà ero durato solo pochi secondi, tanto ero ero eccitato. Angela lo capì e mi rincuorò: “Tranquillo Paolino, alla tua età è normale venirsene così veloce basta qualche carezza. Ma poi ti riprenderai subito, vedrai...e potrai farlo ancora, guarda...”

Così si spogliò, rimanendo in reggiseno, collant e slip. Mi fece allargare le gambe e vi si posizionò in mezzo distesa di pancia. Inarcò le gambe in alto ad incrociare i polpacci, in modo che potei vederle il gioco delle sue appetitose piante dei piedi che si strusciavano tra loro, ed iniziò a leccarmi il cazzo mezzo floscio che teneva in una mano. E infatti, vuoi la sua lingua, la sua mano, vuoi la vista del gioco dei suoi piedi incrociati, il cazzo in un attimo mi tornò duro e teso, ed io di nuovo affamato di lei.

Angela, quindi, mi lanciò un sorriso di assenso e partì col pompino. Lo iniziò molto lento, cadenzato, prendendo in bocca solo la cappella e roteandoci su la lingua. Dopo poco se lo inghiottì, sempre con lentezza, tutto fino in fondo arrivando alla base. Così lo pompò dolcemente per un po'.
Io provai un piacere indescrivibile, una sensazione di goduria immensa.

Poi lo mollò per un attimo e si dedicò a leccarmi e succhiarmi i coglioni. Quando li sentii belli gonfi di sperma, tornò ad occuparsi del cazzo. Aiutandosi con una mano a segare, si mise prima a leccarlo tutto e poi a pomparlo in crescendo. Così aumentando con maestria la velocità di pompa, dopo qualche minuto, mi procurò un orgasmo pazzesco mentre s'inghiottiva tutta la quantità enorme di sborra calda che produsse il mio cazzo in fiamme!

“Oddio Angela è stato bellissimo! Sei fantastica! Una fuoriclassse del pompino! Sei una dea, Angela...la mia dea!” le esclamai entusiasta per la tanta goduria provata, che fu proprio come me la immaginavo, se non meglio.

La ragazza, mentre si ricomponeva, mi sorrise in assenso ed anche in segno di ringraziamento. Ma io non mi sentivo sazio del tutto, così la bloccai e le chiesi che ne volevo ancora. Questa volta volevo i suoi piedi che già da allora, come oggi, erano una mia passione.
“Angela...Angela...me li fai godere i tuoi piedi? Dai! Sono un'altra cosa di te che mi fa impazzire! Prima li guardavo come ne strusciavi fra loro le piante mentre mi facevi il pompino...ed ho goduto da morire anche per quello. Avrei voluto che me li strusciassi in faccia mentre me lo succhiavi...” le chiesi quasi in supplica.

“Ah ti piacciono i giochetti strani eh!?” mi rispose divertita

“Si...dai!” la implorai ancora

Così senza aggiungere altro, mi accontentò ancora. Si tolse nuovamente la vestaglietta e quando stava per sfilarsi i collant, la fermai con una supplica: “No Angela...non toglierteli adesso. Prima mettimeli in faccia coi collant...li togli dopo...fammeli adorare con e senza calze, ti prego!”

Quindi Angela salì di nuovo sul letto. Con la solita espressione arrapante da monella, si sedette accanto a me. Mi fece stendere in modo da mettermi i piedi in faccia. Così iniziò a strusciarmeli con lentezza e decisione per tutto il viso, soffermandosi sulla bocca in modo che glieli leccassi. Era fantastico! Il cazzo mi si rizzò nuovamente. Lei me lo prese in mano e iniziò a segarmelo lentamente mentre tormentava splendidamente il mio viso con quella meraviglia di piedi.

Non appena si accorse, dal cazzo durissimo, che ero partito per la tangenziale della goduria. Con dei gesti sensuali, si sfilò i collant e mi ripiazzò i piedi, stavolta, nudi in faccia e riprese il fantastico tormento di naso, bocca e occhi mentre mi segava. Dal piacere che provai non capii più nulla. Ero totalmente in estasi da goduria. La pelle nuda, le piante rosee rugose di quei piedini che deliziavano il mio viso, odoravano e sapevano di un buono che non si può descrivere.

Ma non si accontentò di farmi questo. Inaspettatamente e per la mia immensa gioia, Angela diede corpo a quella mia fantasia che le descrissi prima. Infatti mentre mi continuava a strusciare i piedi in faccia, riuscì a chinarsi sul mio cazzo. Me lo prese in bocca e partì con un secondo pompino. Fantastico! Avevo i suoi piedi odorosi in faccia e il cazzo nella sua bocca. Fu il solito meraviglioso pompino, ma questo fu ancora più bello del primo. Così tanto che sborrai ancora più copiosamente di prima che la ragazza non riuscì ad ingoiare tutto.

Quindi mi lasciò rilassare beato qualche minuto ad occhi chiusi. Quando li riaprii, vidi che si era tolta prima il reggiseno e poi gli slip. Adesso era completamente nuda. Bellissima che mi guardava con la solita espressione da monella arrapata. Così, senza proferire parola, si distese dolcemente su di me e iniziò a strusciarsi le tette sul mio torace e la fica a turno sulle mie cosce, mentre mi sussurrava all'orecchio col suo alito caldo: “Sai qual è la cosa bella di fare sesso con ragazzi giovani come te? E' che vi torna duro e voglioso in continuazione...anche dopo tre volte che venite, come ti ho fatto fare io adesso...quindi adesso tocca a te farmi passare una voglia, ma una voglia che mi sta prendendo a fuoco la fica!”

Infatti, continuando a strusciare il suo corpo sul mio, alitandomi, mordicchiandomi e leccandomi dietro le orecchie e sul collo, sentii la libidine risalire e il cazzo tornare dritto e duro. Come Angela se ne accorse, con una mano fece in modo di infilarselo nella fica già bagnata per come se la masturbava strusciandola sulle mie cosce. Una volta dentro, si sedette su di me, in posizione a smorzacandela. Mi prese le mani, se le mise sulle tette, facendomi capire che dovevo stimolarle i capezzoli, e prese a cavalcarmi prima lentamente e poi via via più veloce, alternando sospiri profondi e gridolini di piacere.

Dopo qualche minuto, cavalcando alla massima velocità, raggiunse l'orgasmo tentando di strozzare l'urlo di piacere. Poi siccome si accorse che non ero ancora venuto, ma ero in prossimità di farlo, veloce me lo uscì dalla fica e se lo prese in bocca ciucciandolo fino a farsi sborrare ancora una volta in gola.

Rimanemmo un bel po distesi abbracciati, lei su di me. Poi ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere. E subito dopo le dissi: “E' stato bellissimo Angela! Quanto mi hai fatto godere, porca miseria! Sei stupenda, una dea del sesso! Guarda, quasi quasi ti sposo io!”

Angela per questo scoppiò a ridere e mi rispose: “Oh addirittura! Comunque si, è piaciuto tanto anche a me...forse anche di più che farlo coi tuoi parenti”

“Ok si, magari ho esagerato!” le risposi ridendo anche io e poi aggiunsi: ”Per me è stata la prima volta, lo sai? Ma allora se ti sono piaciuto più di tutti, promettimi che lo rifaremo ancora...dai!”

Promise e giurò Angela, quel giorno, che ricorderò sempre come il più bello della mia vita, che lo avremmo rifatto. Ed infatti i nostri incontri clandestini continuarono per alcuni anni, fino a quando trovò davvero qualcuno che se la sposò e se la portò in un altra città. Ma ancora oggi, che anche io sono sposato, siamo in contatto. Ci sentiamo al telefono. Quando capita ci vediamo, anche se solo per un caffè, nemmeno lei ha dimenticato quanto è stato bello il giorno del mio svezzamento.

sottomesso1966@gmail.com
scritto il
2025-02-03
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