Nel vasto mare
di
Inchiostro&Miele
genere
gay
Dal materassino si vedeva un braccio del golfo, chiazzato di verde e bianco, il colore degli alberi e delle casette.
Ci eravamo legati alla boa con un cordino nero, per poterci rilassare senza temere che la corrente ci catapultasse chissà dove nel mare. Il sole era bello forte, ed essendo stesi ci colpiva le spalle umide.
< Che ne dici? >
< Che ne dici cosa? >
< Andiamo, so che ci hai pensato pure tu > e mi allungò una mano sulla natica, lì, in mezzo al mare, con la possibilità che chiunque ci vedesse.
< Ma che dici, io non c'ho pensato... è infattibile, qua >
< Non è infattibile, nessuno ci vede, e se dovesse avvicinarsi qualcuno, ci buttiamo nell'acqua >.
Ci pensai un po' su; l'idea mi allettava, è vero, ed avevo mentito dicendo "io non c'ho pensato", c'avevo pensato eccome! Ma avevo fatto scivolare via il pensiero, tra le onde e i movimenti del mare, lasciandolo galleggiare lì lì sul pelo dell'acqua, come una patina trasparente di crema da sole.
< Ok > gli dissi, < ma appena ci accorgiamo di qualcosa, anche se è solo un'impressione, esci subito e ti butti a mare; ok? >
< Certo >.
Si infilò una mano nel costume, smuovendosi l'uccello, preparandolo per l'opera, mentre con l'altra mi tastava la natica destra.
Mentre lui armeggiava con culo ed uccello, io guardavo il mare, che si estendeva lungo, infinito, e guardandolo avevo la sensazione di amplificare le percezioni che il contatto dei nostri due corpi mi trasmetteva.
Mi tirò giù il costume, continuando a toccarselo, e con cautela e prudenza, affinché non si rovesciasse il materassino gettandoci a mare, salì sopra di me.
Riuscì ad entrare senza problemi, rapido; prese a spingere, sempre con calma, mentre il materassino sobbalzava, su e giù, immergendoci a scatti i corpi e i genitali nell'acqua. Pensai che così dovesse essere scopare in un letto ad acqua ( lo dico, perché mi sono sempre chiesto come fosse ).
< Tutto bene? >
< Si > risposi, < puoi fare anche più forte >.
Lui mi prese alla lettera, e cominciò a scoparmi con maggior forza e intensità. Il materassino era davvero instabile, ed ogni tanto ci pareva di cadere.
Alla fine, quando stava per sborrare, considerato l'aumento improvviso del ritmo con cui mi scopava, il materassino si capovolse, facendoci cascare nell'acqua. Purtroppo, quindi, non poté eiacularmi dentro, ma lo fece nel vasto mare che componeva il mio orizzonte durante tutto il rapporto.
Ci eravamo legati alla boa con un cordino nero, per poterci rilassare senza temere che la corrente ci catapultasse chissà dove nel mare. Il sole era bello forte, ed essendo stesi ci colpiva le spalle umide.
< Che ne dici? >
< Che ne dici cosa? >
< Andiamo, so che ci hai pensato pure tu > e mi allungò una mano sulla natica, lì, in mezzo al mare, con la possibilità che chiunque ci vedesse.
< Ma che dici, io non c'ho pensato... è infattibile, qua >
< Non è infattibile, nessuno ci vede, e se dovesse avvicinarsi qualcuno, ci buttiamo nell'acqua >.
Ci pensai un po' su; l'idea mi allettava, è vero, ed avevo mentito dicendo "io non c'ho pensato", c'avevo pensato eccome! Ma avevo fatto scivolare via il pensiero, tra le onde e i movimenti del mare, lasciandolo galleggiare lì lì sul pelo dell'acqua, come una patina trasparente di crema da sole.
< Ok > gli dissi, < ma appena ci accorgiamo di qualcosa, anche se è solo un'impressione, esci subito e ti butti a mare; ok? >
< Certo >.
Si infilò una mano nel costume, smuovendosi l'uccello, preparandolo per l'opera, mentre con l'altra mi tastava la natica destra.
Mentre lui armeggiava con culo ed uccello, io guardavo il mare, che si estendeva lungo, infinito, e guardandolo avevo la sensazione di amplificare le percezioni che il contatto dei nostri due corpi mi trasmetteva.
Mi tirò giù il costume, continuando a toccarselo, e con cautela e prudenza, affinché non si rovesciasse il materassino gettandoci a mare, salì sopra di me.
Riuscì ad entrare senza problemi, rapido; prese a spingere, sempre con calma, mentre il materassino sobbalzava, su e giù, immergendoci a scatti i corpi e i genitali nell'acqua. Pensai che così dovesse essere scopare in un letto ad acqua ( lo dico, perché mi sono sempre chiesto come fosse ).
< Tutto bene? >
< Si > risposi, < puoi fare anche più forte >.
Lui mi prese alla lettera, e cominciò a scoparmi con maggior forza e intensità. Il materassino era davvero instabile, ed ogni tanto ci pareva di cadere.
Alla fine, quando stava per sborrare, considerato l'aumento improvviso del ritmo con cui mi scopava, il materassino si capovolse, facendoci cascare nell'acqua. Purtroppo, quindi, non poté eiacularmi dentro, ma lo fece nel vasto mare che componeva il mio orizzonte durante tutto il rapporto.
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