L'ostaggio (CAP 3)

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L'OSTAGGIO ( CAP. 3 )

Anche il corpo di Ingrid penzolava dal soffitto appeso per le caviglie, con le cosce oscenamente larghe e si intravedeva che dalla figa e dall'ano sporgevano due pali di legno:”Così trattiamo le cagne degli infedeli!!!” gridò Mohamed con un sorriso sadico che gli trasfigurava il volto. “Purtroppo non ha resistito al trattamento e la decapitazione sarà solo per lo spettacolo!!” “Maledetto assassino, Allah ti punirà!” gridò Sara, pentendosi subito di quanto detto: gli occhi iniettati di sangue dell'aguzzino si posarono su di lei e con gesto ordinò che la portassero di fronte a lui: la presero di forza e nonostante i suoi tentativi di liberarsi fu scaraventata ai piedi di Mohamed, che la prese per i capelli e la costrinse ad alzarsi: “Ah è la nostra ribelle!! Bene..” Intanto la sua mano si era insinuata dentro la tuta di Sara e le strinse con violenza un seno, strappandole un grido di dolore, “Vuoi forse prendere il posto della tua ex compagna?” Diede un ordine ai suoi sgherri che portarono la cinepresa e la scimitarra e in un attimo anche la testa di Ingrid rotolò sul pavimento accompagnata dalle urla degli altri prigionieri. Seguì il solito messaggio rivolto a coloro che avrebbero visto il filmato e ordinò di riportare nelle celle gli ostaggi, meno Sara che trattenne per un braccio torcendolo fino quasi a romperlo. Sara lanciò uno sguardo smarrito ai suoi compagni di sventura ben sapendo che poco potevano fare, ma ad avere almeno un sostegno morale, ma ognuno camminava a testa bassa, solo Maria, l'unica altra italiana della missione, si volse verso di lei con gli occhi pieni di lacrime. Rimasero soli: lei e Mohamed di cui sostenne lo sguardo, quasi a sfidarlo, ben sapendo che non era quello l'atteggiamento giusto, ma non potendone fare a meno. L'energumeno cominciò a slacciarle la tuta che fece scivolare in terra lasciandola completamente nuda: Sara cercò con un gesto di riflesso di coprirsi il pube con le mani ed i seni con il braccio sollevando l'ilarità di Mohamed: con voce stentorea gridò qualcosa e subito la porta si aprì entrò un arabo che gli porse uno scudiscio e inchinandosi uscì. Gli occhi smarriti di Sara si posarono su quell'oggetto di cuoio, ma allo stesso tempo un brivido non sapeva se di paura o di piacere le scorse sulla schiena:”Vedi con questo ho domato i cavalli più selvaggi, ed ora voglio vedere che effetto fa su di te! Alza le braccia!”.Al diniego della ragazza la colpì, per la verità non troppo forte su una natica: Sara si girò mostrando il suo bel culo: fu come un segnale una, due, tre scudisciate si abbatterono su quelle rotondità, ed i colpi questa volta erano ben più violenti, lasciando striature rosse sui candidi globi; ma Sara, gridava si, ma ancora non riusciva a capire se il dolore superava il piacere o viceversa. “Girati ed alza le mani!!”: Questa volta la ragazza obbedì e mostrò tutte le sue bellezze. Mohamed rimase interdetto vedendo per la prima volta un utero coperto da una peluria dorata che lo mandò in visibilio, decise all'istante che quella donna doveva essere sua, seduta stante. Si alzò dalla sua seggiola la prese e la gettò sul tappeto: Sara capì quello che la aspettava e ….si bagnò. Non doveva dare questa soddisfazione al suo aguzzino, ma non poteva farci nulla, da qualche parte nel suo intimo forse c'era il desiderio di essere presa con la forza, di essere strupata da un soggetto orribile come era Mohamed. Lui si calò i suoi pantaloni larghi, stile arabo, e mostrò una virilità già pronta e molto consistente. Sara volse il viso da un'altra parte. ma quando le si sdraiò sopra, involontariamente inarcò le reni per poter essere penetrata meglio. L'arabo non frappose tempo in mezzo e la prese in un colpo solo strappandole un urletto di piacere “Stai già godendo, cagna?” le sussurrava all'orecchio, mentre con la lingua cercava la sua bocca. Sara era combattuta dall'abbandonarsi o dal resistere a quella che era comunque una violenza: la mente diceva una cosa , ma il suo corpo non la seguiva e si abbandonò fino ad avere un orgasmo che entusiasmò il suo aguzzino che con nuova vigoria riprese a stantuffarla fino a che non scaricò dentro di lei il suo sperma, abbandonandosi poi come corpo morto.
Sara aveva un grosso difetto: non sapeva tacere, cosa che in quel momento sarebbe stata la cosa migliore: “Tutto qui, maiale; come farai ad accontentare le sette vergini che ti aspettano in paradiso?”. Gli occhi di Mohamed virarono al rosso sangue e, senza dire una parola, ma ruggendo come un leone, la prese, la girò e la sodomizzò seduta stante, penetrandola con una foga ed un impeto che la lasciarono senza fiato, ma godeva, accidenti se godeva, ed i suoi umori scesero lungo le cosce. “Godi cagna, godi!!” urlava Mohamed e fu tutto un misto di grida maschili e femminili:Sara sentiva il suo ano in fiamme, ma non si ritraeva:”Dai rompimi il culo, mi piace!!!” A quelle parole Mohamed non si trattenne più e venne ancora dentro di lei: era quasi un clistere; dal culo, una volta tolto il cazzo, uscì una lava bianca che Sara, con un gesto che non avrebbe mai creduto possibile, raccolse con le dita e portò alla bocca assaporandola. Che diavolo stava succedendo? Forse in quella maniera pensava di salvarsi la vita o proprio era godimento allo stato puro? Questa volta ebbe l'accortezza di tacere e rimanere seduta sul tappeto: Mohamed gridò qualcosa in arabo, entrò il solito figuro che le fece rimettere la tuta e la strattonò rigettandola nella cella insieme alle altre, che furono contente di rivederla, avendo pensato che il triste destino di Ingrid sarebbe toccato anche a lei.
Quella notte successe un evento diverso dal solito: si aprì la porta della cella e le due guardie presero Sara e la portarono fuori: non era stata presa a caso era chiaro che cercavano proprio lei.
scritto il
2018-09-30
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