Bacio di Giuda II (La prostituta del Messico)

di
genere
tradimenti

Erano passati tre mesi dalla leccata di fica al distributore di carburante sulla C. Colombo, quando ero venuto nelle mutande, e 60 giorni dall'ultima volta che avevo pagato per fottere in appartamento.
Mi trovavo a P.ta Maggiore e stavo aspettando l'autobus, che tardava a passare. Era mezzogiorno e c'erano 30 gradi. Ho deciso di arrivare a piedi fino alla fermata successiva perché mi sentivo agitato e non volevo stare fermo.
Mentre camminavo, l'occhio mi andava alle cosce delle donne che incontravo. Otto su dieci avevano la minigonna o gli shorts, gli zoccoli o le infradito. Una mulatta ha attirato la mia attenzione. Stava ferma davanti a un portone lungo il marciapiede e mi guardava.
Aveva una canottiera attillata che le lasciava scoperto l'ombelico e una minigonna che faceva intravedere la mutandina bianca. Era di poco sopra il metro e mezzo e aveva il culo proporzionato alla statura del corpo. Le tette invece mi parevano sproporzionate. I capelli erano corvini, ondulati e lunghi fino alle scapole.
Mentre la osservavo, ha fatto cenno di baciarmi. Aveva le labbra carnose. Mi sono avvicinato.
-Ciao, Ammore- mi ha detto toccandomi il pacco.
-Ciao, Tessoro- le ho risposto -quanto prendi?-
-30 euro bocaffìga-
-Io a te leccare figa, culo e piedi e poi scopare. Sempre 30?-
Mi ha preso per mano, ha aperto il portone e siamo entrati nel palazzo. Siamo scesi di mezzo piano per le scale e siamo entrati in un seminterrato di 25 metri quadrati che era senza finestre ed aveva una presa d'aria in alto su una parete. Ci siamo spogliati e l’ho fatta sdraiare su un materassino. Questo era adagiato a terra e avvolto da un lenzuolo che mi sembrava chiaro alla luce di una lampada che era stata posta sul pavimento accanto al letto.
Le ho alzato le gambe e gliele ho divaricate, ho dato una spompinata agli alluci e ho leccato le piante dei piedi. Poi l'ho fatta girare e le ho detto che volevo pulirle il buco del culo con la lingua.
-Fai pure, schiffosso, mmmmhhh…- mi ha detto e poi ha cominciato a sfregarsi il clitoride con le dita.
Sputavo sull'ano e con la lingua spingevo la saliva dentro. Quando l'orifizio mi è sembrato abbastanza allargato e viscido, le ho chiesto di rigirarsi e sdraiarsi. Ho aspettato che lo facesse e le ho infilato l'indice nel retto e ho cominciato a fare avanti e indietro. Lei scorreggiava e mugolava ed io le ciucciavo il clitoride.
-Scopami, adesso, Ammore-
Quando mi ha detto così, ho sollevato la bocca dalla vagina, ho dato una succhiata alle tette e le ho baciucchiato il collo. Mi sono adagiato sopra di lei e, dopo due minuti, le ho sborrato dentro senza preservativo. Mi ha chiesto di pulirle la figa succhiando il mix di liquido che c'era dentro. Ho obbedito, anche se un po’ mi faceva schifo perché dopo l’orgasmo mi ero raffreddato.
-Ammore, il bagno è dietro la porta a soffietto. Puoi andare a sciaquarte la boca e lavarte, se vuoi-.
-Grazie, Tessòro, sei gentile. Ma preferisco sentire il tuo odore addosso fino a stasera-
-Ahahahahah…. Che porco che sei!- mi ha detto dandomi un pizzicotto sulla guancia.
Mi sono rivestito, le ho baciato la mano e ho tolto il disturbo.
Mentre aspettavo l'autobus e durante il tragitto, ho cercato di non pensare che avevo speso soldi a puttane.
Sono arrivato a casa di Tiz e ho citofonato. Mi ha aperto la porta e io l'ho salutata baciandola sulle labbra. Quella sera sono rimasto a dormire lì. Faceva caldo. A letto io stavo in boxer e lei era nuda. Voleva fare l'amore, ma io non ne avevo voglia e ho fatto finta di addormentarmi subito.
scritto il
2021-03-21
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