Luciano e Maria 8
di
Simone27
genere
trans
Mi scuso se nel testo ci sono poche scene di sesso, ma la storia è vera, mi è stata raccontata dal protagonista.
iniziare a vivere la femminile.
Luciano racconta.
Erano mesi che non avevo più indossato abiti femminili, ora devo andare a comprare almeno i due reggiseni come mi ha consigliato il dottore, vado in un grande magazzino, so che misure porto e anche se sono al maschile, me ne frego e compro quello che mi serve, ai reggiseni aggiungo anche dei collant di diversi colori, dato che sta arrivando la stagione fredda. Però ho impiegato un pò di tempo e quando rientro, Maria è già a casa, vede che ho in mano una busta, come un felino si avvicina, guarda dentro, vede le calze e poi anche i reggiseni, così mi chiede il motivo per cui sono andato a comprarmi lingerie senza di lei.
Le rispondo tranquillamente che siccome lei vive la sua vita escludendomi e disinteressandosi di tutto quello che era Luciano, facendo sesso in lungo e in largo, addirittura diventando gelosa di me.
Maria accusa il colpo, prende qualche secondo per articolare un discorso, ma non le lascio il tempo e continuo, le dico che ho intenzione di dire a tutti, conoscenti, colleghi, famigliari, quali sono le mie condizioni, accettando anche di essere emarginato. La sola cosa che mi importa è di mantenere il lavoro, poi se a lei tutto questo non dovesse andare bene, me ne farò una ragione. Intanto le comunico che sabato esco, da solo, se lei va a caccia, non vedo perchè non possa fare altrettanto.
Mi guarda, le scendono le lacrime, cerca di venirmi vicino, ma mi scanso, allora scoppia a piangere, tra i singhiozzi mi chiede scusa, si offre di aiutarmi anche per il sesso e io le rinfaccio con cattiveria che dall'inizio di tutto questo, lei non mi aveva mai considerato come una femmina futura, le dico che anche il dottore si era meravigliato della sua voluta indifferenza verso di me e i consigli che mi aveva dato, forse a lei non li aveva comunicati.
Adesso capisce che se non cambia il suo modo di approcciarsi a me è finita, dai ragionamenti e consigli del dottore, devo vivere la mia vita, non posso essere al suo servizio.
Mangiamo in silenzio come due estranei, poi lei va a letto e io dormo sul divano.
La mattina io esco prima di lei, vado al lavoro presto, devo parlare della mia condizione e voglio farlo subito, non la voglio tra i piedi. Il mio superiore e il mio principale mi accolgono in ufficio, io spiego per sommi capi tutto il mio percorso fatto fino a quel momento, concludo dicendo che spero non ci siano ripercussioni lavorative.
Il mio principale, dopo pochi istanti che mi osserva, mi dice che non si immagina me con la gonna, ma che spera presto di vedermi. Per lui non ci sono e saranno problemi, dato che il mio lavoro lo faccio sempre al meglio, quindi se voglio posso andare al lavoro anche con la gonna e sarà cura per lui e per il mio superiore esercitare la protezione necessaria al mio stato.
Sistemata la questione lavoro, devo fare la stessa cosa in famiglia, telefono ai miei, mi risponde mia mamma, mi chiede se tutto va bene, data la chiamata inusuale, vorrei andare da loro nel pomeriggio, lei mi dice che va bene. Così all'uscita dal lavoro, mentre Maria si fa sbattere, io vado dai miei, a casa in quel momento c'è solo mia mamma, mio padre torna più tardi, lei mi domanda come mai sono solo, le rispondo che la mia consorte ora è sessualmente impegnata, mia mamma fa una faccia e così le racconto tutto quanto dall'inizio fino a quel momento, della mia escursione emotiva dovuta a Maria e dal suo comportamento odierno, ma soprattutto del mio cambiamento che ormai sarà evidente, la sua domanda è:" Ma tu sei contento?" le rispondo:" Non sono ancora in grado di risponderti, non so cosa significa fare sesso, ma la cosa importante per me è quello della vostra vicinanza". Mia mamma mi abbraccia e sente il volume del mio seno, si stacca e a due mani me lo tasta, mi apre la camicia e lo osserva, lo accarezza, nel mentre entra in cucina mio padre che si stupisce di vedere le mani di mamma sul mio petto dentro la camicia, chiede di fargli capire, lei semplicemente gli risponde che tra poco io sarò solo Luciana, fa una faccia schifata, mi si avvicina con uno sguardo scuro, ma quando mamma lo accarezza, capisce che tutto andrà bene.
Torno a casa alle 21, Maria è in casa, che mi aspetta, ha uno sguardo indagatore, non dico nulla, in fondo chi sta cambiando il suo stato, io o lei.
Vado in cucina e mi preparo qualcosa da mangiare, non chiedo se lei ha già cenato, siamo in conflitto. Mentre sto mangiando un pò di verdura, mi si siede di fronte e mi chiede il motivo per cui non le avevo parlato di quello che mi aveva detto il dottore, io di rimando rispondo:" Da quanto tempo tu non mi fai più partecipe della tua vita? Scopi in continuazione con chissà chi e di me non te ne frega nulla. Per la cronaca, stamattina al lavoro ho comunicato del mio cambiamento, nel pomeriggio mentre tu ti facevi sbattere, io ero dai miei a dirgli tutto e credo di aver risolto il grosso dei miei problemi. Se vuoi puoi comunicarlo ai tuoi, ma io non ci vengo.
iniziare a vivere la femminile.
Luciano racconta.
Erano mesi che non avevo più indossato abiti femminili, ora devo andare a comprare almeno i due reggiseni come mi ha consigliato il dottore, vado in un grande magazzino, so che misure porto e anche se sono al maschile, me ne frego e compro quello che mi serve, ai reggiseni aggiungo anche dei collant di diversi colori, dato che sta arrivando la stagione fredda. Però ho impiegato un pò di tempo e quando rientro, Maria è già a casa, vede che ho in mano una busta, come un felino si avvicina, guarda dentro, vede le calze e poi anche i reggiseni, così mi chiede il motivo per cui sono andato a comprarmi lingerie senza di lei.
Le rispondo tranquillamente che siccome lei vive la sua vita escludendomi e disinteressandosi di tutto quello che era Luciano, facendo sesso in lungo e in largo, addirittura diventando gelosa di me.
Maria accusa il colpo, prende qualche secondo per articolare un discorso, ma non le lascio il tempo e continuo, le dico che ho intenzione di dire a tutti, conoscenti, colleghi, famigliari, quali sono le mie condizioni, accettando anche di essere emarginato. La sola cosa che mi importa è di mantenere il lavoro, poi se a lei tutto questo non dovesse andare bene, me ne farò una ragione. Intanto le comunico che sabato esco, da solo, se lei va a caccia, non vedo perchè non possa fare altrettanto.
Mi guarda, le scendono le lacrime, cerca di venirmi vicino, ma mi scanso, allora scoppia a piangere, tra i singhiozzi mi chiede scusa, si offre di aiutarmi anche per il sesso e io le rinfaccio con cattiveria che dall'inizio di tutto questo, lei non mi aveva mai considerato come una femmina futura, le dico che anche il dottore si era meravigliato della sua voluta indifferenza verso di me e i consigli che mi aveva dato, forse a lei non li aveva comunicati.
Adesso capisce che se non cambia il suo modo di approcciarsi a me è finita, dai ragionamenti e consigli del dottore, devo vivere la mia vita, non posso essere al suo servizio.
Mangiamo in silenzio come due estranei, poi lei va a letto e io dormo sul divano.
La mattina io esco prima di lei, vado al lavoro presto, devo parlare della mia condizione e voglio farlo subito, non la voglio tra i piedi. Il mio superiore e il mio principale mi accolgono in ufficio, io spiego per sommi capi tutto il mio percorso fatto fino a quel momento, concludo dicendo che spero non ci siano ripercussioni lavorative.
Il mio principale, dopo pochi istanti che mi osserva, mi dice che non si immagina me con la gonna, ma che spera presto di vedermi. Per lui non ci sono e saranno problemi, dato che il mio lavoro lo faccio sempre al meglio, quindi se voglio posso andare al lavoro anche con la gonna e sarà cura per lui e per il mio superiore esercitare la protezione necessaria al mio stato.
Sistemata la questione lavoro, devo fare la stessa cosa in famiglia, telefono ai miei, mi risponde mia mamma, mi chiede se tutto va bene, data la chiamata inusuale, vorrei andare da loro nel pomeriggio, lei mi dice che va bene. Così all'uscita dal lavoro, mentre Maria si fa sbattere, io vado dai miei, a casa in quel momento c'è solo mia mamma, mio padre torna più tardi, lei mi domanda come mai sono solo, le rispondo che la mia consorte ora è sessualmente impegnata, mia mamma fa una faccia e così le racconto tutto quanto dall'inizio fino a quel momento, della mia escursione emotiva dovuta a Maria e dal suo comportamento odierno, ma soprattutto del mio cambiamento che ormai sarà evidente, la sua domanda è:" Ma tu sei contento?" le rispondo:" Non sono ancora in grado di risponderti, non so cosa significa fare sesso, ma la cosa importante per me è quello della vostra vicinanza". Mia mamma mi abbraccia e sente il volume del mio seno, si stacca e a due mani me lo tasta, mi apre la camicia e lo osserva, lo accarezza, nel mentre entra in cucina mio padre che si stupisce di vedere le mani di mamma sul mio petto dentro la camicia, chiede di fargli capire, lei semplicemente gli risponde che tra poco io sarò solo Luciana, fa una faccia schifata, mi si avvicina con uno sguardo scuro, ma quando mamma lo accarezza, capisce che tutto andrà bene.
Torno a casa alle 21, Maria è in casa, che mi aspetta, ha uno sguardo indagatore, non dico nulla, in fondo chi sta cambiando il suo stato, io o lei.
Vado in cucina e mi preparo qualcosa da mangiare, non chiedo se lei ha già cenato, siamo in conflitto. Mentre sto mangiando un pò di verdura, mi si siede di fronte e mi chiede il motivo per cui non le avevo parlato di quello che mi aveva detto il dottore, io di rimando rispondo:" Da quanto tempo tu non mi fai più partecipe della tua vita? Scopi in continuazione con chissà chi e di me non te ne frega nulla. Per la cronaca, stamattina al lavoro ho comunicato del mio cambiamento, nel pomeriggio mentre tu ti facevi sbattere, io ero dai miei a dirgli tutto e credo di aver risolto il grosso dei miei problemi. Se vuoi puoi comunicarlo ai tuoi, ma io non ci vengo.
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