Le lacrime delle donne 4/8

di
genere
sentimentali

Una volta sistemati gli auricolari, Annalisa apre l'app. L'audio ci mette qualche secondo a comparire. "Che palle, ancora?", pensa rincantucciandosi nel giaccone. Da una delle tre cimici piazzate nel pomeriggio nell'appartamento di Gaspare Marcucci, quella nella camera da letto, arriva la voce di una donna che implora "in bocca, in bocca!".

Dopo un paio di secondi, i tipici mugolii di una femmina che si disseta e i tipici grugniti di un maschio che si sfoga. Da quant'è che sti due vanno avanti a scopare? Almeno tre ore, si risponde Annalisa infreddolita. Ha fatto in tempo a trovare un parcheggio strategico, a infilarsi in un fast food per mangiare e persino a respingere un tentativo di rimorchio, poi si è messa in macchina ad aspettare. Dell'uomo sa già molto, della donna ha capito qualcosa.

Dalla voce avrà trentacinque, quarant'anni, non di più. Molto disinvolta, l'ha sentita soddisfare le pretese più indecenti e avanzare lei stessa le richieste più oscene. Nelle pause, dialogare con una certa arguzia dimostrando confidenza e affetto nei confronti del suo compagno di letto. Il loro rapporto deve andare avanti già da qualche tempo.

"Gliel'hai dato il preavviso?", "Non solo gli ho dato il preavviso, gli ho anche detto davanti a tutti quel che penso di lui", "Conoscendoti, non gli avrà fatto piacere", "Tutto volevo tranne che fargli piacere... mio marito devo sopportarlo, ma di altre mani addosso voglio solo le tue", "Come ha reagito?", "Male, cioè benissimo, mi ha detto di restare a casa e di non farmi più vedere, ma i tre mesi me li deve pagare lo stesso, il porco", "Da ragioniera a direttrice del maggiore punto vendita della città", "Quando lo saprà gli prenderà un colpo, questo è sicuro, l'hai cacciato il panzone?", "Non c'è bisogno di cacciarlo, gli dirò che mi servirà la sua esperienza per il nuovo supermercato di Saronno", "E io al suo posto, a duecento metri da qui, ahahahah", "Dovrai darti da fare parecchio, allora...", "Lo immagino, lo sai che basta un fischio", "Le chiavi di casa le hai", "Dio, non vedo l'ora... sai la fantasia che ho?", "No, dimmela", "E' quella che io vado in pausa e ti aspetto qui sul letto, nuda, le manette me le metto da sola... tu arrivi, lo sai che ci sono ma mi ignori, poi quando vuoi mi scopi, solo per svuotarti, e te ne vai", "E ti lascio lì ammanettata?", "Ah, già... beh, vedi tu... e poi vorrei che una volta ci fosse anche un tuo amico, un conoscente", "Vuoi che ti faccia scopare anche da un altro?", "No, no, voglio solo che si veda che sono la tua troia...".

Tutto questo accadeva due ore fa. Si era sentito l'uomo dire "fammelo vedere adesso" e dopo un po' la donna cominciare a strillare. Poi era stato un rincorrersi di "fammelo vedere" e di "sì!". Annalisa all’inizio aveva anche apprezzato l’intraprendenza della donna, ma dopo un po’ aveva cominciato a stufarsi, augurandosi che quello fosse l'atto finale. Così però non era stato. "Il marito non le dice nulla che a quest'ora sta ancora fuori, sta troia?", aveva pensato. A quel punto si era detta che era l'ora di un Big Mac.

Ora però le cose stanno andando un po’ troppo per le lunghe: accecare da remoto le telecamere di sorveglianza della zona è una tecnica collaudata, ma non può durare tutta la notte.

Fortunatamente l'incontro tra Marcucci e la donna volge al termine, è chiaro. "Una volta mi piacerebbe tanto restare, lo sai", "Lo so, ma al cornuto che gli racconti?", "Non so, vedremo... spero solo che stanotte non gli vada di scoparmi perché mi hai distrutta, sarà meglio che a casa mi faccia una doccia", "E anche molto accurata", "Eh sì, l'unica cosa che mi dispiace è dovermi lavare i denti e togliermi il tuo sapore di bocca...".

Ci siamo, la donna probabilmente si è già rivestita, si dice Annalisa. Bene così, perché ovviamente non è lei che le interessa. Le interessa l'uomo, Gaspare Marcucci. Cinquant'anni mas o meno, una brillante carriera nella finanza, titolare di due fondi di private equity, azionista importante di banche d'affari e società di intermediazione. Grande capacità di investimento. Da un paio d'anni ha fatto la sua apparizione, molto aggressiva, nel mondo della grande distribuzione. Il re dei supermercati, lo chiamano, tanto da contendere il primato in città alla Esselunga. Del resto, niente di meglio della finanza e della grande distribuzione per riciclare denaro sporco.

Marcucci, a quanto risulta, non è tecnicamente un mafioso. O meglio, lo è, ma non è proprio un affiliato. E' il trait d'union tra mafia e ndrangheta qui in Lombardia, l'uomo che tiene in equilibrio le cose sul piano economico. E' suo il nome che il defunto Totò Lovecchio ha fatto ad Annalisa e al suo capo, è lui l'uomo cui la ‘ndrangheta si è rivolta per avere le armi da vendere ai terroristi.

Annalisa scende dalla macchina e si avvia verso il portone. Ne esce una donna, chiaramente l'amante di Marcucci. E' davvero una donna molto bella, anche se un po' pretenziosa nel vestire. Capelli lisci e corvini, splendido viso e splendidi occhi scuri e profondi, labbra fatte per baciare e per qualsiasi altra cosa vi venga in mente, un corpo che si intuisce armonioso. Anche un po' altera nell'incedere, ma in questo un po' forzata, non del tutto naturale. Forse l'arroganza di chi si sente al riparo da tutto, pensa Annalisa osservandola di sottecchi.

Dal canto suo, invece, la donna nemmeno la calcola. Quella che le viene incontro sul marciapiede è soltanto l'ennesima emo sfigata vestita di nero, con i jeans strappati alle ginocchia e i capelli azzurri seminascosti dal cappuccio della felpa. Annalisa rallenta, meglio che la donna non la veda entrare nel portone.

Il vero punto debole delle serrature a cilindro europeo è che il codice di duplicazione delle chiavi è pur sempre conservato in qualche server, e che per una Agenzia di cyber spie arrivarci è un giochino da bambini. Annalisa non ha nemmeno bisogno di forzare la porta, le basta solo non fare rumore.

Ma anche questa è una precauzione inutile. Da una parte della casa arrivano i rumori di una doccia. Annalisa entra nella camera, illuminata solo in parte dalla luce dell'attiguo bagno. Si siede per terra nell'angolo più buio. Il letto è sfatto, dalla testiera pendono ancora le manette di cui parlava la donna, sul comodino in bella mostra un flacone di lubrificante ma nessuna traccia di profilattici. La parte olfattiva è soddisfatta dal profumo che evidentemente la donna si è data prima di andare via, un Poison un po' banale.

L'uomo compare sulla soglia del bagno, attaccando l'accappatoio a un gancio. Anche lui è un bell'esemplare, riconosce Annalisa, cinquant'anni portati strabene, capelli brizzolati, viso interessante, maschio. Appare completamente rilassato.

- Dottor Marcucci buonasera...

- Chi è lei? Come è entrata? - chiede l'uomo dopo un sobbalzo.

- Dalla porta. Eh no, fermo, immobile. Stia immobile.

L'uomo si blocca. Aveva istintivamente cercato di aprire l'anta scorrevole di un armadio ma, osservando meglio la ragazza vestita di nero, si è accorto che ha in mano una pistola. Con tanto di silenziatore.

- Volevo solo prendere un pigiama per coprirmi... - biascica, anche se sembra avere superato l'iniziale spavento.

- Naaaa... lasci stare. Primo, perché in fondo è un bel vedere. Secondo, perché denudare una persona prima di interrogarla è proprio l’Abc. Si sieda sul bordo del letto, per favore, così.

Un'altra cosa che Annalisa deve riconoscere è che Marcucci ha una bella dose di autocontrollo. Ha persino abbozzato un mezzo sorriso al suo complimento. Su quel letto devono esserci passate carovane di troie, ne è convinta.

- Lei però non è della polizia...

- Le pare? Quelli arrivano all'alba, fanno un sacco di casino. Noi siamo più riservati.

- "Noi" chi, mi scusi?

- Cyber Agenzia Operativa per la Sicurezza. Caos. Mai sentita?

- No...

- Beh, è vero, teniamo molto alla nostra riservatezza. Dovrei farle un paio di domande a proposito di un nostro comune amico, Totò Lovecchio.

- Mai sentito...

Quello che esce dalla pistola di Annalisa è appena un fruscio. La pallottola che infrange il gancetto che regge il quadro sopra il letto di Marcucci, probabilmente una stampa numerata di Giacomo Balla, quella sì che fa un bel rumore. La cornice sbatte sulla testiera di ferro battuto e il vetro si frantuma sulle lenzuola. L'odore di cordite si sovrappone a quello del Poison nella stanza. Per la seconda volta Marcucci sobbalza.

- Dottor Marcucci, mettiamoci d'accordo: non sarò della polizia ma questo non significa che abbia tempo da perdere. Io da lei voglio solo una informazione. Chi è l'uomo che le ha chiesto di contattare Lovecchio per conto dei calabresi?

- Voi siete quelli del macello di Roma, vero?

- Intende Massimina? Sì, siamo noi, cioè, sono io.

- Lei ha ucciso cinque persone? Lei?

- Sì, cioè no, quattro, non voglio prendermi meriti che non sono miei. Il quinto è stato centrato da un drone.

- E Lovecchio che fine ha fatto? E' sparito da allora.

- Uh... ha presente il detto "cenere alla cenere"? Senta dottor Marcucci, una cosa non mi è chiara: va bene l'omertà, ma come ha potuto escludere che Lovecchio parlasse? Perché dopo la sparatoria e la scomparsa di Lovecchio non ha preso le sue precauzioni?

- Chi le dice che non l'abbia fatto? Magari in questo momento quella che è in pericolo è lei... - risponde Marcucci con un sorrisino.

- Intende quei due gorilla qua sotto sul Discovery? Ma dice davvero? Quella era la sua precauzione? Ahahahah… li ho fatti fuori appena è salita la sua amante, a quest'ora saranno già in fondo al Lago di Pusiano... incredibile come qualcuno possa credere che una ragazzina ti possa davvero proporre un bocchino per trenta euro così, in mezzo alla strada.

- Si sono fatti ammazzare mentre gli facevi un pompino?

- Beh, non proprio, ci eravamo appena accordati. Io ne avevo chiesti cinquanta loro ne avevano offerto venti, l’ho presa come un’offesa personale. Guardi che cinquanta era anche poco, eh?

- Cosa vuoi da me e cosa ci guadagno? - domanda Marcucci con tono finalmente spaventato.

- Senti, bello, non ci guadagni un cazzo. E' una situazione lose-lose, mi stupisce che tu non l'abbia capito. Al massimo non ti ammazzo.

- Mi arresterai?

- Io non arresto nessuno, ma sta' tranquillo che prima o poi qualcuno lo farà. Fuori questo nome e dove posso trovarlo.

- Credi che lo dica a me dove si fa trovare? Si chiama Calogero Iannello, è nell'elenco dei primi dieci ricercati d'Italia, gli danno la caccia da anni...

- Non mi sei di molto aiuto, temo che dovrò rivedere i termini del patto... - lo minaccia Annalisa.

- Aspetta! Ti do un nome, Antonello Greco.

- E chi cazzo sarebbe?

- Fa il grossista di vini e liquori, il distributore, anche online, sta crescendo parecchio a Milano. E' molto giovane ma molto molto sveglio.

- Mi fa piacere - commenta Annalisa - ma io che ci faccio?

- E' il referente di Iannello qui già da un paio d'anni - risponde Marcucci.

- Che rapporti hai con lui?

- Sono la sua lavatrice, gli pulisco milioni di euro l'anno.

- Sai cosa succede se mi prendi per il culo, vero? Il lago di Pusiano è freddino in questa stagione...

- Te lo giuro, puoi mettermi quelle manette e tenermi qui giorni interi per controllare. Non ho nessuna intenzione di fare la fine di Lovecchio o di quei due coglioni qui sotto...

- E' un peccato che il letto sia inservibile, te le metterei davvero... Senti, non è che ti andrebbe un pompino? Dai, cinquanta euro!

- Eh?

Due fruscii dalla pistola di Annalisa, uno al cuore e uno appena sotto l'occhio destro. Marcucci è morto ancora prima di rovesciarsi sul letto. Il re dei supermercati ucciso durante una rapina in casa. La contrazione e le mutandine che si bagnano in fretta. Come prima giù in strada, quando ha fatto fuori i due bodyguard di Marcucci. Stavolta però Annalisa non può e non vuole resistere: si inginocchia e sbottona i jeans, infila la mano, inizia a masturbarsi ad occhi aperti. "Vale, amore, sì così, godo, scopami".


4. CONTINUA

scritto il
2021-12-15
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