A Natale arrivano i parenti 4
di
Batacchione.
genere
etero
Devo precisare che se la mia firma non è più Batacchione, è perchè mi è stato imposto di cambiare con altro nominativo ed ho scelto Pisellone, grazie per l'attenzione in merito!
Dicevo quindi che Marianna la dovetti pregare di darmi un pò di fiato altrimenti non avrei avuto futuri incontri con lei e con le ragazze che erano per me appetitosissime. Riuscii quindi a riprender energie che poi riversai sulle mie bestiole da curare e sfamare ogni dì ma poi capitò nella stalla la mia nipotina che, senza indugi, m'agguantò il cazzo palpandomelo attraverso la stoffa dei pantaloni, poi lo tirò fuori e se lo mise in bocca dedicandosi subito a sbocchinarmelo fino a farmi sborrare e godetti quella volta assai ma assai di più di empre con lei: era veramente un'esperta in materia, nonostante la sua età di ventenne! Poi lei sparì e non la rividi più se non a tavola a cena e si sedette appositamente accanto a me prendendomi la mano sotto la tavola ed appoggiandola sulle sue cosce, morbide, vellutate ed io subito le palpai fino ad infilare le dita, scostando l'elastico delle mutandine, nella fighina che già era intrisa di umori che emanarono un forte profumo che cercai di non fare sentire nell'aria, ai commensali ed infatti mi misi a leccarmi le dita coprendomi col tovagliolo come se stessi per starnutire ma trattenei l'espulsione. Luana sogghignò sotto i suoi baffi ed allora le mollai un pizzicotto sulla coscia e lei trasalì quasi scattando dal dolore creatole. Durante tutta la cena mi tormentò stuzzicandomi di continuo ma, quando ci alzammo dalla tavola tutti, le chiesi se le faceva piacere venire con me a prendere le uova delle galline e si unì la sua amica ma, quando capì che stavo cercando di rimanere solo con Luana, allora si congedò da noi due e si diresse a casa subito. Io, chiaramente eccitato perchè stuzzicato durante la cena, afferrai Luana per un braccio e la condussi nelle cantine sottoterra perchè solo lì potevo sfogare la mia tensione sessuale ed infatti, appena scendemmo la lunnga scalinata, chiusi bene la porta ed iniziai a scoprire il culetto alla mia nipotina, abbassandole le mutandine ed iniziai così a sculacciarla con intensità e lei subito si lamentò piagnucolando ma, dopo che le avevo reso le chiappette rosse come il tramonto, allora smisi di sculacciarla e, dopo preso un unguento che usavo per i tini dell'uva, le untao l'ano e, senza indugio e scrupolo, la penetrai nel culetto col batacchio gonfio come un siluro che chiaramente la fece gridare ed io, più la sentivo piangere, gemere dal dolore, più me la stavo godendo pazzamente. La inculai per tre volte di seguito e, dopo la prima, la seconda e terza sborrata in culo, le affibiai ancora delle sculacciate e le suggerii di non farmi scombussolare più come quando eravamo a tavola e lei mi promise che mai più mi avrebbe stuzzicato fino a quel punto. La sua promessa però non fu mantenuta ed io, eccitato fino ai capelli, le dissi all'orecchio che non gliela avrei fatta passare liscia ed andai dritto alla mia cantina dove subito fissai tra due pesanti tini dei bastoni e legai delle corde per poi fissare i polsi e caviglie a Luana che andai subito ad afferrarle il braccio e, senza esitarci sopra, la condussi giù alla cantina e lei subito intui lo scopo dei bastoni con i lacci e m'implorò di scoparla a sangue ma non voleva essere sculacciata. io subito le negai che sarebbe stata sculacciata ed infatti non andarono così le cose perchè lei fu legata ai polsi e caviglie e giu frustate alle cosce ed al culetto che subito divenne rosso porpora e, senza poi neanche slegarla, la inculai e sopratutto senza l'aiuto del lubrificante ed il cazzone entrò in lei facendola molto urlare ed io sbavavo nel vederla contorcersi cercando di allontanarsi dal mio batacchio che le infuocò l'ano. Il gioco sarebbe durto assai ma sentendo aprire la porta della cantina, slegai subito Luana e ci sedemmo intenti ad assaggiare vino ma era Giovanna che era corsa da noi perchè Luana era cercata da suo padre ed allora nulla era accaduto in cantina perchè io con Luana eravamo dalle galline per la cronaca e corremmo subito a casa col cesto di uova.
Dicevo quindi che Marianna la dovetti pregare di darmi un pò di fiato altrimenti non avrei avuto futuri incontri con lei e con le ragazze che erano per me appetitosissime. Riuscii quindi a riprender energie che poi riversai sulle mie bestiole da curare e sfamare ogni dì ma poi capitò nella stalla la mia nipotina che, senza indugi, m'agguantò il cazzo palpandomelo attraverso la stoffa dei pantaloni, poi lo tirò fuori e se lo mise in bocca dedicandosi subito a sbocchinarmelo fino a farmi sborrare e godetti quella volta assai ma assai di più di empre con lei: era veramente un'esperta in materia, nonostante la sua età di ventenne! Poi lei sparì e non la rividi più se non a tavola a cena e si sedette appositamente accanto a me prendendomi la mano sotto la tavola ed appoggiandola sulle sue cosce, morbide, vellutate ed io subito le palpai fino ad infilare le dita, scostando l'elastico delle mutandine, nella fighina che già era intrisa di umori che emanarono un forte profumo che cercai di non fare sentire nell'aria, ai commensali ed infatti mi misi a leccarmi le dita coprendomi col tovagliolo come se stessi per starnutire ma trattenei l'espulsione. Luana sogghignò sotto i suoi baffi ed allora le mollai un pizzicotto sulla coscia e lei trasalì quasi scattando dal dolore creatole. Durante tutta la cena mi tormentò stuzzicandomi di continuo ma, quando ci alzammo dalla tavola tutti, le chiesi se le faceva piacere venire con me a prendere le uova delle galline e si unì la sua amica ma, quando capì che stavo cercando di rimanere solo con Luana, allora si congedò da noi due e si diresse a casa subito. Io, chiaramente eccitato perchè stuzzicato durante la cena, afferrai Luana per un braccio e la condussi nelle cantine sottoterra perchè solo lì potevo sfogare la mia tensione sessuale ed infatti, appena scendemmo la lunnga scalinata, chiusi bene la porta ed iniziai a scoprire il culetto alla mia nipotina, abbassandole le mutandine ed iniziai così a sculacciarla con intensità e lei subito si lamentò piagnucolando ma, dopo che le avevo reso le chiappette rosse come il tramonto, allora smisi di sculacciarla e, dopo preso un unguento che usavo per i tini dell'uva, le untao l'ano e, senza indugio e scrupolo, la penetrai nel culetto col batacchio gonfio come un siluro che chiaramente la fece gridare ed io, più la sentivo piangere, gemere dal dolore, più me la stavo godendo pazzamente. La inculai per tre volte di seguito e, dopo la prima, la seconda e terza sborrata in culo, le affibiai ancora delle sculacciate e le suggerii di non farmi scombussolare più come quando eravamo a tavola e lei mi promise che mai più mi avrebbe stuzzicato fino a quel punto. La sua promessa però non fu mantenuta ed io, eccitato fino ai capelli, le dissi all'orecchio che non gliela avrei fatta passare liscia ed andai dritto alla mia cantina dove subito fissai tra due pesanti tini dei bastoni e legai delle corde per poi fissare i polsi e caviglie a Luana che andai subito ad afferrarle il braccio e, senza esitarci sopra, la condussi giù alla cantina e lei subito intui lo scopo dei bastoni con i lacci e m'implorò di scoparla a sangue ma non voleva essere sculacciata. io subito le negai che sarebbe stata sculacciata ed infatti non andarono così le cose perchè lei fu legata ai polsi e caviglie e giu frustate alle cosce ed al culetto che subito divenne rosso porpora e, senza poi neanche slegarla, la inculai e sopratutto senza l'aiuto del lubrificante ed il cazzone entrò in lei facendola molto urlare ed io sbavavo nel vederla contorcersi cercando di allontanarsi dal mio batacchio che le infuocò l'ano. Il gioco sarebbe durto assai ma sentendo aprire la porta della cantina, slegai subito Luana e ci sedemmo intenti ad assaggiare vino ma era Giovanna che era corsa da noi perchè Luana era cercata da suo padre ed allora nulla era accaduto in cantina perchè io con Luana eravamo dalle galline per la cronaca e corremmo subito a casa col cesto di uova.
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