Quella sera veniva giù il diluvio .
di
Batacchione.
genere
etero
Io ero a godermi il calduccio del camino, quando d'improvviso la pioggerellina si tramutò in diluvio. Proprio quando stavo per prepararmi la cena, sentii squillare il campanello e m'affacciai alla finestra per vedere se chi suonava mi dava afidabilità, prima di aprire la porta. Erano una signora con una ragazza e mi chiesero in coro di farle entrare ed asciugarsi. Capii che era gente affatto malintenzionata e quindi aprii subito andandole incontro. La signora era intorno ai cinquant'anni e la ragazza ne aveva certo venti o giù di lì. Le feco togliere i cappotti fradici e senza presentazioni e preamboli, le condussi al bagno per liberarsi degli abiti infradiciati, ponendo poi pantaloni e maglioni miei, invitandole a farsi una doccia e dopo raggiungermi in salotto per scaldarsi al camino. Dopo mezz'ora si presentarono non più come spauracchi di prima ma ambedue ben messe e notai che nonostante i miei maglioni un pò goffi per loro, avevano corpi assai messi bene. Ci sedemmo davanti al camino e proposi loro di cenare con me ed accettarono subito, poi chiesi come erano giunte da me dalla strada provinciale e spiegò la formosa signora di essere rimaste con l'auto senza benzina. perciò: ferme. Fu lei poi ad offrirsi a fare la cena e ci presentammo: Checco, Simona la ragazzina che aveva proprio ventanni ed infine Clotilde, cinquantadue anni, ambedue bionde e la bambolina aveva un corpicino pieno di curve che neanche il maglione rese goffo ma il seno sfociava assai. Accompagnai Clotilde in cucina e lei volle rimanere sola a cucinare e, solo dopo neanche mezz'ora, si presentò chiamandoci in cucina dove la tavola era apparecchiata ed io presi il meglio dei miei vini, provenienti dalla mia campagna, versandolo ai loro bicchieri che subito svuotarono per scaldarsi di più e, insomma, vuoi la cenetta ben fatta di carne sul fuoco e patate, il dolce fatto fa me il giorno prima, tutto ben annaffiato dal vino rosso corposo che ci rese tutti felici, sereni ben euforici... . Passammo poi in salotto ed io feci il caffè che rendemmo più carico con grappa correggendolo e lì si sciolsero le lingue. io mi presentai come ex commerciante e Clotilde disse chiaramente che loro due si offrivano in cambio di offerte generose e lì capii di avere a che fare con due prostitute. Simona mi fece subito presente che in cambio del aiuto offerto da me, loro due intendevano offrirsi gratuitamente ed in fondo poi io per lei ero un bel bocconcino e subito si prodigò a calarmi i pantaloni scoprendomi il cazzone già stimolato dall'invito a scopare entrambe e si mise poi a slinguarmelo con delicatezza ma Clotilde non fu da meno, infatti venne ad accosciarsi alle mie spalle e poco dopo sentii la sua lingua scorrermi su e giù sull'ano che mi eccitò bestialmente ma Simoona quando lo vide gonfiarsi e drizzarsi per me come sempre, quasi fece un balzo indietro, spaventata dalle mie misure e chiamò Clotilde a vedere che bestia avevo tra le gambe ed io ci risi sopra notando entrambe i volti quasi sconcertati dal mio batacchio svettante in cielo. Clotilde se ne imposessò e quando intuì che stavo per godere, smise di menarmelo e se lo prese in bocca dove la innondai fino alla gola, poi, si versò un pò di mia sborra sulla mano e la spalmò al culo ed io subito afferrai il suo gioco mettendomi im posizione per poterla inculare subito e lo feci senza preamboli penetrandola e facendola così gridare dal dolore che le facevo provare. Dopo che le innondai il culetto con sborra vasta come l'Oceano, fu lei a comandare a Simona di ripulirmi il cazzo con la lingua e intanto sempre lei si dedicò a ripulirmi l'ano che, per lo sforzo a penetrarla in culo, scoreggiò a lungo e lei volle renderlo limpido e profumato, infatti ci passò il suo profumo anche lì. Poi mi venne voglia di scopare Simona e fu Clotilde a leccarle la fighina preparandola al cazzone e lei stessa lo prese inn mano spostandomi e guidandolo ad entrare in figa. Per penetrarla faticai moltissimo in quella fighetta stretissima e lei, nei primi attimi cominciò a gridare che stava provando un dolore fortissimo che mai in vita sua era accaduto. Arrivò più volte a gridare:"quant'è grosso questo cazzone...che male, che male che mi fa provare!". Poi però, come sempre è accaduto nella storia del cazzo e come accade tuttora, le strazianti grida si tramutarono in gemiti, in sospiri di piacere e, anzi, fu lei stessa ad incitarmi a penetrarla con più impeto, più foga ed io allora gli diedi giù facendola sobbalzare ma sempre e solo di piacere, per solo piacere. A quel punto fu Clotilde che m'incitò a venire, a godere, così avrebbe potuto sperimentare anche lei il mio batacchio. Mi lasciai andare sborrando un mare interminabile ed infine clotilde me lo lavò con la lingua ed allora io proposi di andarcene tutt'e tre nel mio lettone a quasi tre piazze unite e lì scopai Clotilde che, seppure abituata ai cazzi di grosso calibro, mi fece notare che come il mio non ne aveva conosciuti simili. Poi proposi a Simona se voleva farsi fare il culetto ma al solo ripensare a quanto provato nella più elasticizzata figa, subito mi negò il permesso di essere inculata da me. Diedi quindi solo una semplice scopata senza preamboli nella stretta fighina della bambolina e la feci nuovamente smaniare e ne fui orgoglioso. Poi mi girai verso Clotilde e le suggerii di stendersi a pancia sotto perche potessi così possederla in culo e lei non perse tempo e, dopo averle slinguato l'ano a lungo, le piazzai il cazzo e lo infilai ne gran bel culo della formosissima cinquantenne! Lei soffriva e godeva insieme e Simona seguiva la scena con morbosità tanto che quando il gioco con Clotilde finì, la bambolina mi disse che durante la notte avrebbe riflettuto ma al mattino dopo mi avrebbe detto se si faceva fare il culo da me oppure no.
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