Nonna, che bella sei

di
genere
incesti

Mia nonna Irene, vedova da due anni, alta, bella. bionda,occhi verdi, bel culo, belle gambe e tettona aveva 50 anni e sarebbe venuta ad abitare a casa mia per una settimana perchè mia madre era via per lavoro e sarebbe stata assente appunto per una settimana. Mia nonna Irene mi era sempre piaciuta moltissimo perchè era allegra e spiritosa. Io la chiamavo e la salutavo con il suo nome, oppure le dicevo: "Senti, bella figa, facciamo qualcosa di interessante" oppure "Sai che sei una gran figa? Perchè non ci facciamo una bella scopata?". Per tutta risposta lei rideva e mi rispondeva: "Ma va là... per soddisfarmi ce ne vorrebbero tre come te". E io le rispondevo subito: "Perchè non mi provi?" -e lei- "Il tuo cazzettino non lo sentirei neanche" -e io- "Ma se non l'hai né mai visto né provato?". Era un susseguirsi di battute botta e risposta abbastanza spiritose che però non portavano a nessun risultato pratico. Avevo dentro di me deciso che Irene me la sarei chiavata, e non solo una volta: mi piaceva troppo. E finalmente arrivò il giorno che mia madre andò fuori dai coglioni. Era un venerdì, sul tardo pomeriggio, e io l'accompagnai alla Stazione Centrale dove aveva appuntamento con la sua titolare e dopo un'oretta circa suonò il telefono di casa. All'altro capo del filo c'era Irene che dopo avermi salutato calorosamente, mi chiese di mamma. Le dissi che era già partita e che se voleva poteva raggiungermi quella sera stessa invece del giorno dopo. Aggiunsi che così avremmo potuto stare insieme un poi di più. "Quanto tempo è che non ci vediamo? A occhio direi almeno sei mesi, no?". "Non ho fatto i conti, ma penso di sì" rispose. "Sei sempre bellissima come al solito?" "Non fare l'esagerato. Le donne belle sono altre". Io le risposi "So solo che quando sono vicino a te vedo tutte le occhiate di invidia che mi lanciano gli uomini e mi immagino anche cosa pensano guardandoti: "Beato chi ti scopa". Irene si mise a ridere e mi disse: "Sei il solito simpatico. Sì, dai metto le ultimo cose in borsa e ti raggiungo per l'ora di cena". "Ti porto fuori a cenare"-mi rispose- "No grazie, arrangiamoci in casa". Così non perdiamo tempo e possiamo raccontarci tutte le ultime cose". "Ok, come vuoi tu". Alle diciannove e 15 suonò il campanello di casa. Andai ad aprire e mi trovai davanti Irene. Indossava un tailleur nero, molto aderente, con una profonda scollatura che metteva molto in risalto le sue tettone di 5a misura. Lasciando che mi passasse davanti, i miei occhi corsero al suo culo sporgente e il mio uccello iniziò a dar segni di vita. Mi baciò sulle guance, vicino alla bocca, e mi sentii rimescolare il sangue. Anche le gambe, molto belle, erano scoperte dal fine coscia in giù. Mi venne all'improvviso un pensiero: come avrei potuto controllare la voglia di chiavarla? Iniziai a baciarla e le misi le mani sulle tette prima e poi gliele infilai nella scollatura. Mi guardò e ridendo disse: "Ma cosa fai? Stai cercando di attentare alle mie virtù?". "Irene, sto impazzendo per te. La scorsa notte ti ho sognata e abbiamo fatto un numero meraviglioso che scommetto non hai mai provato in tutta la tua vita" E lei: "Ah sì? E cos'era?" E io: "Non voglio descrivertelo, voglio farlo con te come nel sogno". "Però nel sogno avevi un profumo buonissimo: era Cartier Donna, il solito che usi tu e io appene lo sento ho un'erezione fortissima. "Aspetta un attimo -mi disse- ce l'ho nella borsetta", "Vado a mettermelo". Tornò dopo un minuto ed io, avvolto dal suo profumo mi avvicinai a lei, le misi le mani sulle chiappe accarezzandole e lei si avvicinò a me piano piano. Poi, quando i nostri ventri furono a contatto, lei spinse forte il pube verso di me e si accorse del mio bel pacco. Io la strinsi e l'avvicinai ancora di più e le chiesi se potevo finalmente riprodurre il mio sogno. Non mi rispose. Mi prese per mano e mi condusse in camera da letto.
Irene mi chiese come doveva mettersi e io le risposi di spogliarsi completamente. Mentre lei iniziava a togliersi la camicetta e a sfoderare le sue tettone io mi presi in mano il cazzo e cominciai a menarmelo lentamente mentre la guardavo. Irene si sfilò poi gonna, calze e mutandine sino a rimanere completamente nuda. "Che pezzo di figa che sei! -le dissi- Sai che non ho mai fatto l'amore con una cinquantenne? Sarà bellissimo, sai, e per tutti e due". Irene mi si avvicinò e fra baci e carezze iniziò a spogliarmi. Quando rimasi completamente nudo, mi guardò il cazzo e disse: "Hai 19 anni ma il cazzo è quello di un uomo di 35-40 anni. E' una sorpresa per me. E' diventato grosso almeno il doppio rispetto a quando te l'ho visto due anni fa al mare".
"Irene, amore mio, posso chiederti un assaggio?" "Mi faresti un mezzo pompino senza farmi venire?" Mi rispose: "Certo, amore mio". Mi si avvicinò, me lo prese in bocca e con la lingua mi succhiò e leccò per bene la cappella.
Dopo pochi minuti le dissi: "Ora ti racconto il sogno. Stenditi sul letto orizzontalmente come sono i cuscini e mettine uno sotto le chiappe. Adesso la tua figa per me è orizzontale: sembra una bocca e adesso io inizio a leccarti prima le piccole labbra, poi le grandi labbra e alla fine il clitoride". Irene cominciava a gemere e a dar segni di godimento. Le dissi che la realtà superava di gran lunga il sogno che avevo fatto. Le leccai anche le tettone e i capezzoli, diventati grossi e durissimi, poi tornai alla figa e le spinsi la lingua in fondo alla cavità come fosse un cazzo per tantissime volte. Dopo una decina di minuti non riuscii più a trattenermi. Avevo una fottuta voglia di chiavarla: le puntai il cazzo sulla figa e spinsi. Irene era un lago. La pompai come un forsennato e con violenza. Lei ora godeva al massimo e urlava. Alla fine sborrando venni e lei, urlando di piacere, schizzò tre volte di fila, mi mise la lingua in bocca e poi mi disse: "Per i giorni che dovrò rimanere qui con te, dovrai chiavarmi mattino, pomeriggio e sera: sei d'accordo". "Certo Irene, amore mio bello" le risposi. "E anche più di tre volte al giorno": se ce la faccio anche ogni due ore".
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2022-02-13
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