La moglie chiamò una badante 2.
di
Batacchione.
genere
etero
Mia moglie era a lavorare ed io, che già mi muovevo con più scioltezza mi dedicavo a cucinare il pranzo per due ed intanto cercavo di tenere la casa pulita. Suonò il telefono ed era Ivanka per avvisarmi che sue figlia Irina sarebbe arrivata in Italia giungendo a Roma con uno di quei furgoni vetrati che s'incontrano spesso con targa straniera in Roma e offrono un servizio di trasporto persone e bagagli per tutto il territorio Italiano, provenienti dalla Romania oppure Ungheria, Polonia ecc.. Sono moltissimi questi uomini giovanissimi a svolgere questo lavoro molto ben retribuito. Irina arrivò a Piazzale Clodio e, dopo gioiosi abbracci tra lei ed Ivanka, già sapendo chi ero io, volle abbracciarmi ringraziandomi per essere stato disponibile a venirla a prendere con sua mamma e già sapeva anche di avere trovato in me chi poteva aiutarla per il lavoro regolare naturalmente. Io in effetti avevo già una mezza idea di farla conoscere ad un mio amico sarto notissimo in Roma, quasi come fosse uno stilista, anche perchè sapevo già che Irina sapeva cucire bene a mano o con macchina. Dopo che arrivammo a casa di Ivanka, le lasciai sole per stare in pace insieme dopo lunghi mesi di lontananza. Tornai a casa e trovai Giovanna sotto la doccia e, notando le sue forme di superfiga che per me era veramente eccitantissima al solo vedere come si muoveva accarezzando l'aria col suo corpo, mi ritrovai col batacchio rigidissimo e teso come una fune da marinaio ed allora, pur impacciatissimo a liberarmi degli abiti con la gamba anche quella rigida, mi fiondai dentro la doccia subito sbattendo il cazzone sulle sue natiche sode e rotonde e lei subito si rigirò spaventata perchè non mi aveva sentito entrare in casa con lo scroscio dell'acqua. Allora mi abbracciò per poi baciarmi slinguandomi in bocca e dopo s'inginocchiò per prendersi il cazzo in bocca che ciucciò succhiandolo rumorosamente fino a farmi quasi sborrare ma io volevo solo scoparla e sentire le pareti della sua pelosissima stretta figa, avvolgermi il cazzo. La sua figa si serrò al cazzo ed io potei così godere strusciando nella figona e subito dopo le schizzai dentro una quantità imprecisata di sborra e provammo l'orgasmo insieme, godendo intensamente. Poi, non soddisfatto del fantastico bocchino, la presi in braccio e me la portai in camera posandola sul lettone dove le spalancai le coscione, sode, muscolose e mi misi a leccarle la figa fino a farle sentire che stava per godere ed allora le piazzai il batacchio penetrandola subito e pompando con vigore, con energia, tanta energia e sopratutto tanta, tanta voglia, tanto desiderio di sentirmela mia, tutta e solamente mia per sempre. Che goduta che fù per tutt' e due e rimanemmo stretti abbracciati per lungo tempo, poi fu la fame, l'appetito a farci ritornare alla realtà, uscendo dal Mondo dei piaceri carnali. Io amavo pazzamente mia moglie ed anche lei ero certo che, sia pure cornificandomi come d'altronde facevo io, ma solo per sesso non certo per amore perchè il forte sentimento era uguale per noi due ed il sesso "extra" era come un "fuori-pasto"; esempio:" come una merenda che però non faceva perdere l'appetito sessuale tra coniugi!". Dicevo dunque che la fame ci richiamò a dedicarci nel preparare un pasto che consumammo subito e dopo ci prendemmo per mano andando in camera da letto dove ci togliemmo le vestaglie e completamente nudi ci lasciammo rotolare sul lettone che cigolava ai nostri movimenti ed io le baciai gli splendidi seni, le scorsi la mano alla figa che appena sfiorata già mi faceva sentire che si stava bagnando ed allora la stuzzicai col dito indice per farle addrizzare il grilletto che essendo di natura ben grosso, passai poi a ciucciarmelo con lingua e labbra accarezzandolo e provocando così un getto di umori che infradiciò letteralmente le lenzuola e Giovanna, presa dall'istinto naturale femminile, subito sostituì la biancheria completa e dopo stese il copriletto per sdraiarcisi con un "69" che ci auto spolpò dalle energie in quanto ce ne venimmo godendo più volte e dopo ancora scopate ed infine la apprezzatissima da lei inculata, che prediligeva tra tutti i giochi sessuali. Dopo che ci riposammo un poco, telefonai ad Arrigo, il mio amico sarto, per parlargli di Irina e, dopo una lunga chiacchierata, lui mi chiese di portare da lui Irina per conoscerla e vi assicuro: ne rimase incantato perchè la biondina quasi ventenne, ad osservarla bene, sembrava la copia di Claudia Shiffer, la biondona alta quasi due metri, dalle curve ben piazzate e l'attempato Arrigo ne rimase incantato con gli occhi sbarrati ed incollati al prosperoso supremo seno...in effetti, detto tra me e me, era proprio uno schianto...beato chi se la pappava!! Il colloquio si concluse col decidere di provare a lavorare lì per poi vedere se ambedue ne erano convinti nell'operare insieme.
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