Le confidenze di Sara. Un'impiegata modello (3)
di
Sara90
genere
trio
La brezza rinfresca il viso, guardo il cielo terso striato di rosso, il sole sta morendo dietro le montagne lasciando spazio alla notte, rispecchia il mio essere. Cammino lenta, da fuori nessuno potrebbe pensare che io sia in fiamme, sto bruciando.
Raggiungo il parcheggio dove Giacomo e Fabio mi stanno aspettando, ancora vivo l'interesse in loro. Il mio amante mi attira a se per un bacio ardente, muoio sulle sue labbra, per la sua lingua che si intreccia alla mia e per la nostra saliva e sapori. Fabio ci sta guardando mentre il nostro bacio diventa osceno, ho voglia di baciare anche lui, le mie labbra si avvicinano alle sue morbidamente le schiudo facendo uscire la lingua lussuriosa, mi da una sensazione di pura libidine. Mi lascio trasportare da questo gioco passando dalle labbra di uno alle labbra dell'altro fino a mischiare i nostri sapori.
Entriamo in macchina.
Ci stiamo muovendo in mezzo al traffico, guardo fuori dal finestrino e di tanto incrocio i loro sguardi.
-Sara facci vedere come ti masturbi!- siamo fermi al semaforo.
Guardo Giacomo di sbieco e mi oppongo ma con lui c’è poco da fare, mi ammonisce senza dir nulla, parliamo con il solo linguaggio del corpo, combatto con tutta me stessa ma la sua persuasione è tale da farmi cedere.
“Mi odio!”
Con movimenti lenti sollevo la gonna fino alla vita, apro le gambe, il mio intimo bagnato lo scosto, le labbra sono gonfie, glabre lucide dei miei umori.
-Toccati, fai vedere a Fabio quanto sei puttana….-
Mi mordo il labbro, sono eccitata e spaventata allo stesso tempo, timorosa per gli sguardi indiscreti, chi potrebbe sbirciare cosa penserà di me?
Prendo a carezzare le grandi labbra, si schiudono mostrando un clitoride gonfio e sporgente, lo stuzzico lentamente, lo pizzico, inarco la schiena, godo. È un sollievo potersi toccare. Fabio ha rivolto tutta l'attenzione a me mentre mugolo e mi lascio andare, Giacomo alterna lo sguardo dalla strada allo specchietto retrovisore. Tutto Dura il tempo di arrivare a casa.
Varchiamo la soglia della porta, la chiudiamo e ora siamo solo noi persi nella nostra bolla di lussuria. I due uomini sono su di me, vivo un deja-vù, quattro mani sul corpo, due lingue sul collo e una risale cercando la mia, mani sui capezzoli, stringono, pizzicano mi fanno urlare e poi mani in mezzo alle cosce.
“Voglio essere scopata, voglio essere scopata… scopatemi!" un mantra risuona nella mia testa.
Le mie mani carezzano entrambi. Com’è avere due cazzi tutti per se? Li stringo nelle mani, sono duri, caldi, bagnati, le muovo lentamente su e giù, il glande si scopre largo, gonfio.
Mi abbandono a loro e cado in ginocchio. Gonna sollevata fino alla vita, il perizoma scostato a mostrarmi gocciolante, gambe aperte come a dire:” guardatemi , cosa aspettate? Fottetemi!”
Si strusciano sul mio viso, mi sporcano di liquido e mi fanno arrossire. Mi schiaffeggiano.
Affondo il viso sulla virilità di Giacomo, lo annuso il suo odore mi sa di perdizione. Lecco i testicoli, uno a uno, li succhio e poi risalgo lentamente l’asta, la mia lingua percorre la dura carne ogni piccola vena viene bagnata, una scia di bava lasciva.
Raggiungo il glande e la lingua rotea, lecco il frenulo scendendo sul prepuzio dove mi concentro. I miei occhi azzurri guardano Giacomo godere, i suoi occhi braci aderenti fissano i miei persi nel venerarlo. La mia lingua torna sul glande, le mie labbra si schiudono e la saliva cola dalle labbra alla punta, un rivolo di liquido bianco.
Mi avvicino alla cappella la imbocco, la succhio. Succhio la sua anima, la sua essenza. Voglio che sia mio! Lo ingoio lentamente centimetro dopo centimetro con le labbra serrate intorno il palo di carne, la mia bocca lo accoglie come un guanto sino in gola.
-Brava Sara così!- sta godendo.
Fabio mi sbatte il cazzo sulla faccia, me lo spinge contro una guancia mentre si sega guardando la scena, vuole le mie labbra ma adesso sto facendo godere il mio uomo e lui ha la precedenza. La mia testolina inizia a seguire un ritmo tutto suo aiutata anche dalla mano di Giacomo sui miei capelli, inizia ad impartire il ritmo che man mano diventa irruento tanto da farmi male e mancare il respiro. Mi scopa la bocca con violenza, rude, mi fa sbavare, annaspare, piangere.
Mi lascia andare, un filamento di bava collega le mie labbra al glande rosso e pulsante del mio fidanzato.
Gli occhi scuri di Fabio incontrano i miei lacrimanti. Inizio a leccarlo, dai testicoli lungo l’asta turgida, lappate lente e misurate cadenzate su e giù senza arrivare alla punta, lasciando l’insoddisfatta voglia di sentire le mie labbra succhiare la cappella. “ Voglio sentirtelo dire, dimmi di prenderlo in bocca" i miei occhi parlano ma dalle sue labbra escono solo ansimi.
Quando mi incita a succhiarlo lo prendo in bocca con impeto, tanto da spezzargli il respiro. Lo lascio scivolare lento in gola, lo succhio, guardando il suo viso contratto.
Giacomo arriva da dietro, mi solleva con facilità con una mano sotto la pancia, sono carponi con il fondoschiena in aria e il mio sesso gocciolante. Raccoglie la mia essenza sporca strusciando il glande lungo le labbra. Succhio Fabio più forte, e i suoi ansimi diventano osceni.
Entra dentro di me senza riguardo, fino in fondo, forte, me lo sbatte tutto dentro facendomi urlare. Non riesco a trattenermi, la sua perversione, follia e lussuria sono allo stato massimo.
Lo prego, lo incito, mi lamento.
Dolore e piacere, emozioni si ricorrono insieme abbracciandosi e plasmandosi, creando sensazioni forti da scuotere il mio corpo in continui caldi brividi che partono dalla mente raggiungendo il basso ventre, dove mi fanno esplodere in continui orgasmi.
Fabio deve trattenere la mia testolina sul suo cazzo, mi sfogo succhiando con gemiti strozzati. I miei occhi lacrimano e supplicano, godere? Smettere?
Si alternano, Giacomo mi guarda mentre ingoio il suo cazzo e sfogo i miei gemiti succhiando. Fabio mi prende, la sua irruenza non è diversa da quella del mio amante, entrambi ricercano l'appagamento. Mi trattiene i fianchi, mi fa dondolare. I miei succhi sporcano il pavimento creando un piccolo lago sotto di me, rivoli d’orgasmo colano lungo le mie cosce.
Il nostro rincorrere piacere termina quando i due si mettono davanti al mio viso, sono stremata, apro la bocca e i loro schizzi mi colpiscono la faccia. Mi sporcano di loro.
Fabio si abbottona i pantaloni e va via, poche parole tra noi. Giacomo rimane a guardarmi.
-Sei bellissima così!- accenno un sorriso, prendo un po’ di liquido bianco con un dito e lo succhio provocandolo, lo so questo lo fa impazzire e la luce nei suoi occhi diventa perversa, strana.
-Adesso pulisci!- mi indica ciò che ho fatto. Sto per alzarmi, mi ammonisce.
-Con la lingua!-
Mi oppongo, non può costringermi, lo guardo fiera, mi sollevo con i miei occhi fissi nei suoi.
-La settimana prossima vado ad una convention con il capo…- glielo sbatto in faccia senza se senza ma, non ottengo risposta.
Mi guarda…
Cos'è quell'espressione?
Mi ignora, si alza i pantaloni, li abbottona, chiude la zip e la cinta. Si gira e va via senza degnarmi di una parola o di uno sguardo in più.
Rimango a fissare la porta, mi sento vuota.
Non so cosa sia peggio, l'essere ignorata da lui o leccare il mio piacere dal pavimento, ma una cosa la so… non sono così stupida da piangere, me lo ripeto in continuazione sotto il getto della doccia calda.
Raggiungo il parcheggio dove Giacomo e Fabio mi stanno aspettando, ancora vivo l'interesse in loro. Il mio amante mi attira a se per un bacio ardente, muoio sulle sue labbra, per la sua lingua che si intreccia alla mia e per la nostra saliva e sapori. Fabio ci sta guardando mentre il nostro bacio diventa osceno, ho voglia di baciare anche lui, le mie labbra si avvicinano alle sue morbidamente le schiudo facendo uscire la lingua lussuriosa, mi da una sensazione di pura libidine. Mi lascio trasportare da questo gioco passando dalle labbra di uno alle labbra dell'altro fino a mischiare i nostri sapori.
Entriamo in macchina.
Ci stiamo muovendo in mezzo al traffico, guardo fuori dal finestrino e di tanto incrocio i loro sguardi.
-Sara facci vedere come ti masturbi!- siamo fermi al semaforo.
Guardo Giacomo di sbieco e mi oppongo ma con lui c’è poco da fare, mi ammonisce senza dir nulla, parliamo con il solo linguaggio del corpo, combatto con tutta me stessa ma la sua persuasione è tale da farmi cedere.
“Mi odio!”
Con movimenti lenti sollevo la gonna fino alla vita, apro le gambe, il mio intimo bagnato lo scosto, le labbra sono gonfie, glabre lucide dei miei umori.
-Toccati, fai vedere a Fabio quanto sei puttana….-
Mi mordo il labbro, sono eccitata e spaventata allo stesso tempo, timorosa per gli sguardi indiscreti, chi potrebbe sbirciare cosa penserà di me?
Prendo a carezzare le grandi labbra, si schiudono mostrando un clitoride gonfio e sporgente, lo stuzzico lentamente, lo pizzico, inarco la schiena, godo. È un sollievo potersi toccare. Fabio ha rivolto tutta l'attenzione a me mentre mugolo e mi lascio andare, Giacomo alterna lo sguardo dalla strada allo specchietto retrovisore. Tutto Dura il tempo di arrivare a casa.
Varchiamo la soglia della porta, la chiudiamo e ora siamo solo noi persi nella nostra bolla di lussuria. I due uomini sono su di me, vivo un deja-vù, quattro mani sul corpo, due lingue sul collo e una risale cercando la mia, mani sui capezzoli, stringono, pizzicano mi fanno urlare e poi mani in mezzo alle cosce.
“Voglio essere scopata, voglio essere scopata… scopatemi!" un mantra risuona nella mia testa.
Le mie mani carezzano entrambi. Com’è avere due cazzi tutti per se? Li stringo nelle mani, sono duri, caldi, bagnati, le muovo lentamente su e giù, il glande si scopre largo, gonfio.
Mi abbandono a loro e cado in ginocchio. Gonna sollevata fino alla vita, il perizoma scostato a mostrarmi gocciolante, gambe aperte come a dire:” guardatemi , cosa aspettate? Fottetemi!”
Si strusciano sul mio viso, mi sporcano di liquido e mi fanno arrossire. Mi schiaffeggiano.
Affondo il viso sulla virilità di Giacomo, lo annuso il suo odore mi sa di perdizione. Lecco i testicoli, uno a uno, li succhio e poi risalgo lentamente l’asta, la mia lingua percorre la dura carne ogni piccola vena viene bagnata, una scia di bava lasciva.
Raggiungo il glande e la lingua rotea, lecco il frenulo scendendo sul prepuzio dove mi concentro. I miei occhi azzurri guardano Giacomo godere, i suoi occhi braci aderenti fissano i miei persi nel venerarlo. La mia lingua torna sul glande, le mie labbra si schiudono e la saliva cola dalle labbra alla punta, un rivolo di liquido bianco.
Mi avvicino alla cappella la imbocco, la succhio. Succhio la sua anima, la sua essenza. Voglio che sia mio! Lo ingoio lentamente centimetro dopo centimetro con le labbra serrate intorno il palo di carne, la mia bocca lo accoglie come un guanto sino in gola.
-Brava Sara così!- sta godendo.
Fabio mi sbatte il cazzo sulla faccia, me lo spinge contro una guancia mentre si sega guardando la scena, vuole le mie labbra ma adesso sto facendo godere il mio uomo e lui ha la precedenza. La mia testolina inizia a seguire un ritmo tutto suo aiutata anche dalla mano di Giacomo sui miei capelli, inizia ad impartire il ritmo che man mano diventa irruento tanto da farmi male e mancare il respiro. Mi scopa la bocca con violenza, rude, mi fa sbavare, annaspare, piangere.
Mi lascia andare, un filamento di bava collega le mie labbra al glande rosso e pulsante del mio fidanzato.
Gli occhi scuri di Fabio incontrano i miei lacrimanti. Inizio a leccarlo, dai testicoli lungo l’asta turgida, lappate lente e misurate cadenzate su e giù senza arrivare alla punta, lasciando l’insoddisfatta voglia di sentire le mie labbra succhiare la cappella. “ Voglio sentirtelo dire, dimmi di prenderlo in bocca" i miei occhi parlano ma dalle sue labbra escono solo ansimi.
Quando mi incita a succhiarlo lo prendo in bocca con impeto, tanto da spezzargli il respiro. Lo lascio scivolare lento in gola, lo succhio, guardando il suo viso contratto.
Giacomo arriva da dietro, mi solleva con facilità con una mano sotto la pancia, sono carponi con il fondoschiena in aria e il mio sesso gocciolante. Raccoglie la mia essenza sporca strusciando il glande lungo le labbra. Succhio Fabio più forte, e i suoi ansimi diventano osceni.
Entra dentro di me senza riguardo, fino in fondo, forte, me lo sbatte tutto dentro facendomi urlare. Non riesco a trattenermi, la sua perversione, follia e lussuria sono allo stato massimo.
Lo prego, lo incito, mi lamento.
Dolore e piacere, emozioni si ricorrono insieme abbracciandosi e plasmandosi, creando sensazioni forti da scuotere il mio corpo in continui caldi brividi che partono dalla mente raggiungendo il basso ventre, dove mi fanno esplodere in continui orgasmi.
Fabio deve trattenere la mia testolina sul suo cazzo, mi sfogo succhiando con gemiti strozzati. I miei occhi lacrimano e supplicano, godere? Smettere?
Si alternano, Giacomo mi guarda mentre ingoio il suo cazzo e sfogo i miei gemiti succhiando. Fabio mi prende, la sua irruenza non è diversa da quella del mio amante, entrambi ricercano l'appagamento. Mi trattiene i fianchi, mi fa dondolare. I miei succhi sporcano il pavimento creando un piccolo lago sotto di me, rivoli d’orgasmo colano lungo le mie cosce.
Il nostro rincorrere piacere termina quando i due si mettono davanti al mio viso, sono stremata, apro la bocca e i loro schizzi mi colpiscono la faccia. Mi sporcano di loro.
Fabio si abbottona i pantaloni e va via, poche parole tra noi. Giacomo rimane a guardarmi.
-Sei bellissima così!- accenno un sorriso, prendo un po’ di liquido bianco con un dito e lo succhio provocandolo, lo so questo lo fa impazzire e la luce nei suoi occhi diventa perversa, strana.
-Adesso pulisci!- mi indica ciò che ho fatto. Sto per alzarmi, mi ammonisce.
-Con la lingua!-
Mi oppongo, non può costringermi, lo guardo fiera, mi sollevo con i miei occhi fissi nei suoi.
-La settimana prossima vado ad una convention con il capo…- glielo sbatto in faccia senza se senza ma, non ottengo risposta.
Mi guarda…
Cos'è quell'espressione?
Mi ignora, si alza i pantaloni, li abbottona, chiude la zip e la cinta. Si gira e va via senza degnarmi di una parola o di uno sguardo in più.
Rimango a fissare la porta, mi sento vuota.
Non so cosa sia peggio, l'essere ignorata da lui o leccare il mio piacere dal pavimento, ma una cosa la so… non sono così stupida da piangere, me lo ripeto in continuazione sotto il getto della doccia calda.
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