Lady D.

di
genere
etero

Non la si poteva non notare, nel "mare magnum", anzi, nel "mare maximum" dell'Aula 1 della Facoltà di Giurisprudenza: "lei" era l'unica "vera donna".
Intendiamoci: le rappresentanti del "gentil sesso" abbondavano; tuttavia, se, a vent'anni, o giù di lì, si è percorso il cammino che va dall' adolescente all'adulto, molto rimane, nell'animo del singolo, dell'adolescente, se non, addirittura, del bambino.
Nella personalità, nei gesti, negli atteggiamenti di ognuno noi, goliardi "di prima nomina", che, grazie alla recente "gloriuzza" del superato esame di maturità, incedevamo, per gli ambulacri delle varie facoltà, impettiti come tacchini che, beninteso, fossero stati all'oscuro dell'esistenza del Natale, traspariva, ancora e decisamente, il brufoloso adolescente che, solo cinque anni addietro, si era seduto, intimidito, certo, ma avido di apprendere, al banco della prima superiore.
In tutto questo "milieu", anche il più cieco dei ciechi poteva distinguere, tra tutti gli altri, le ex allieve, e gli ex allievi, degli istituti privati tenuti da religiosi.
Le prime erano le più truccate, ovvia reazione alla disciplina, il più delle volte superlativamente idiota, degli istituti di provenienza ed, ovviamente, le meno mature.
Ciangottando, tra di loro, in modo assolutamente insopportabile, ed attegiandosi come se si fossero trovate nel più esclusivo salotto della "haute", si scambiavano insulsi commenti sul fascino di docenti ed assistenti, nell'ascosa speranza che qualcuno di essi, indubbiamente muto e sordocieco, si accorgesse di loro. Ciò al fine di condurle all'altare o, quanto meno, a letto. Tutto, pur di non applicarsi seriamente agli studi.
Inoltre, il loro "modus studendi" era improntato al più sviscerato, al più puro, e squallido, nozionismo per cui, gran parte di esse, veniva falcidiata ai primi appelli.
Di talché, tornavano a far visita agli antichi, pessimi, maestri, e questo al solo ed esclusivo scopo di deprecare con loro l'ottusità del mondo accademico, "en bloc", che, in perfetta malafede, si rifiutava, pervicacemente, di riconoscere il loro "genio".
Di contro, i maschietti erano quelli che ostentavano il più rigido "palo in corpo" e, pateticissimamente, si comportavano come se, a neanche vent'anni, fossero di già stati dei navigati volponi dell' avvocatura, della magistratura o del notariato.
Poverini!
È ben vero che "nello zaino di ogni soldato, c'è un bastone da maresciallo", ma quanti pochi di loro ho potuto vedere laureati, vieppiù con votazioni infime, dopo oltre un decennio di fatiche!
"Last but not least", provenendo, quasi tutti, da istituti non misti, guardavano le colleghe di studi, e quelle, invero poche, passabili assistenti, con lo stesso sguardo in cui, in "Amarcord", gli abitanti del Borgo guardano sfilare per via la nuova "quindicina".
Lady D, no!
Non solo dal modo di vestire, ma dall'intero suo "modus se gerendi", traspariva un completato processo di crescita interiore.
Destino volle che, un giorno, capitammo a sedere l'uno vicino all'altra; fu così che cominciammo a socializzare.
Presto, Lady D - le ragioni dell'attribuzione di questo nome in codice non meritano di essere qui riportate - mi confidò di provenire dalla Facoltà di Lettere, ove aveva frequentato solo il primo anno e superato quattro esami. Successivamente, aveva contratto matrimonio, per poi separarsi nella precedente primavera.
Diversi anni più tardi, grazie alle mie conoscenze nella Polizia Giudiziaria, venni a sapere che, quella del matrimonio, era una balla colossale. Infatti, mi fu riferito che la donna, già a ventitré anni, poteva dirsi una "escort di lungo corso", avendo iniziato la carriera appena maggiorenne. Inoltre, quaranta anni dopo i fatti che sto narrando, all'anagrafe, la donna risultava ancora nubile. Si badi: "nubile", non "già coniugata".
"Dulcis in fundo", in base alle informazioni a me successivamente riportate, Lady D era nota, nel "suo ambiente", come una vera, e propria, "virtuosa della frusta".
Indipendentemente da ciò, dimostrava di possedere una profonda, solida e vasta cultura in vari campi dello scibile umano, ivi compresi quelli umanistici il che, avendomi lei confidato di aver conseguito la maturità scientifica, era tutto dire.
Proseguiamo!
Ci trovammo, in seguito, a frequentare, insieme, il seminario di Diritto Privato e fu in tale frangente che la personalità di Lady D iniziò a disvelarsi.
Il seminario era tenuto da uno dei più bei nomi dell'avvocatura civilistica italiana; subito Lady D iniziò a "cingere d'assedio" il docente, presentandosi in aula truccata in modo sofisticato, ma mai volgare, indossando, rigorosamente, minigonne e rivolgendogli domande ad ogni fine lezione.
Cominciò, allora, a circolare, insistentemente, la voce che la donna stesse circuendo il malcapitato.
Nel frattempo, la donna aveva assunto, e consolidato, il ruolo di mia guida e consigliere: il mio personale Virgilio nelle malebolge della Facoltà. Onestamente, debbo proprio a lei il merito di avermi "iniziato" ai segreti del "modus studendi et vivendi" universitario.
Fu proprio in virtù di questa confidenza, che mi presi la libertà di metterla sull'avviso.
Ella, con tono denotante la più assoluta meraviglia, mi rispose:
- Ma come fate a dire così: l'Avv. *** è un uomo sposato...
Fu poco prima delle vacanze di Natale, che Lady D si tradi' una prima volta. Parlavamo del più e del meno, quando domandai, più a me stesso che a lei:
- Mi domando come sia l'Avv. *** in privato: agli esami è così duro...
- Te lo dico io com'è *** in privato: è un vero uomo!
Da notare, che il seminario era iniziato da circa un mese.
Un' ulteriore "exploit", lo ebbi nella successiva primavera. Avevo notato che Lady D, affettando un'inesistente ipoacusia, soleva sedere, sempre, al primo banco e che, spesso, accavallava le gambe "distraendo" l'ottimo Avv. ***.
Quel giorno giunsi in leggero ritardo e incrociai il docente che stava per varcare la porta posta accanto alla cattedra.
Subito, ovviamente, cedetti il passo ed entrai immediatamente dopo di lui: potei vedere, chiaramente, che Lady D si leccava, ripetutamente, le labbra accavallando, beninteso, le gambe e mettendo in bella mostra le giarrettiere del reggicalze.
Fu all'intervallo, che la incrociai nella toilette.
- Stammi bene a sentire: per quanto mi riguarda potresti andare a letto con chiunque, cani compresi.
Ma se farai scoppiare uno scandalo qui, in facoltà, uno scandalo che, ovviamente, incenerirebbe le nostre lauree prima ancora di averle conseguite, mi troverò vitto ed alloggio per trent'anni...
- Come?...
- Semplicissimo: ti piantero' una pallottola in testa!
Rispose:
- Fatti gli affari tuoi...
- Proprio quello che sto facendo...
A queste parole, fece per darmi uno schiaffo ma io le trattenni la mano torcendogliela dietro la schiena...
E la baciai: lo so, sembra la scena di un film noir anni 40/50, ma le cose andarono proprio così.
Lady D, a tutta prima, oppose una, invero tenue, resistenza, per poi lasciarsi andare. Quando le nostre labbra si staccarono, mi prese la destra, ed indicatomi, con lo sguardo, un gabinetto mi disse:
- Dai vieni...
Entrammo e, dopo aver chiuso a dovere la porta, subito si abbassò la minigonna nera. Sotto indossava il reggicalze, da me intravisto un'ora prima, ed un minislip nero.
- Accomodati...
Non me lo feci dire due volte: mi abbassai i pantaloni e le mutande in un colpo solo e, preso in mano il mio scettro, eretto grazie al suo bacio, la penetrai.
Cominciai a cavalcarla, selvaggiamente, titillandole, nel contempo, il clitoride, come appreso grazie alla "collaborazione" della Signora Dina.
Lady D, inginocchiata sulla tazza, stringeva, con la sinistra, il tubo dell'acqua partente dalla cassetta e, con la destra, la maniglia di apertura della finestra a vasistas. Digrignava i denti ed ansimava bisbigliando:
- Dai, non ti fermare, sfondami, sfondami tutta...non ti preoccupare: prendo la pillola...
Ancora qualche minuto e le esplosi dentro.
Lady D si alzò in piedi per poi sedersi, per qualche istante, sulla tazza, e chiedermi di prenderle un pezzo di carta igienica ed inzupparlo nell'acqua del rubinetto del piccolo lavandino.
Ciò fatto, si lavo' la vagina e vi passò della carta igienica asciutta. Prima di uscire e di far ritorno, appena in tempo, in aula, mi disse sorridendo, forse amaramente:
- Se tu avessi un centesimo per ogni studentessa che si paga gli studi universitari prostituendosi, potresti vivere di rendita alle Bahamas...
Comunque,sei stato bravissimo ma...
- Ho capito: "una tantum"...ed amici più di prima!
E ridemmo.



scritto il
2022-05-31
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