La "Wandissima" II Parte.
di
Sir Wilfred
genere
etero
La "Wandissima" aveva operato pel meglio, ed il successivo lunedi', alle 17.00 precise, mi presentavo in un "certo bar" ove avevamo fissato un appuntamento.
In tale occasione, potei apprezzare un, del tutto insospettato, ed insospettabile, aspetto della sua "professionalità": infatti, incontrandoci lontano dall'albergo, e raggiungendolo insieme, aveva scongiurato, sul nascere, ogni "complicazione".
La direttrice era la stessa di dieci anni prima, quando quel luogo era stato teatro dei miei incontri romani con Donna Rebecca.
Debbo dire, in tutta sincerità, che il tempo era stato ben clemente con lei. Naturalmente, quando ci consegnò la chiave di una stanza posta al primo piano, non sembrò riconoscermi.
Entrati, mi guardai attorno ed ebbi una impressione ampiamente positiva.
È ben vero che, in più o meno tutte le camere d'albergo, anche in quelle più lussuose, si respira una mancanza di "domesticita'" che, nei casi peggiori, sconfina nel vero e proprio squallore.
Tuttavia, nella stanza n. 102, questo particolare era pressoché del tutto annullato dall'assenza assoluta di polvere, lenzuola immacolate, bagno piccolo, ma pulitissimo e confortevole.
"Last but not least", un fresco profumo di lavanda aleggiava, con discrezione, nell'ambiente.
A tutta prima, avevo, a mala pena, notato che la "Wandissima" aveva portato con sé una borsa, piuttosto grande: temendo "derive sadomaso", o qualcosa di peggio, sottolineai risoluto:
- Al tempo: niente godemichet o fruste...
La donna dette in una gran risata e disse:
- Guarda pure: ho portato con me il mio bagnoschiuma ed i miei trucchi. Vorrei uscire da qui in condizioni perfette, non come una volgare battona a fine giornata...
Fu a questo punto che, nel segreto del mio "forum conscientiae", ai sensi e per gli effetti del principio "nolite judicare ut non judicemini", repressi un'opinione, fin troppo ovvia ma assolutamente sincera, sul conto della mia "accompagnatrice".
Appesi i soprabiti, la "Wandissima" mi disse:
- Ti dispiacerebbe spogliarti in bagno?
Acconsentii e, quando in perfetto "costume di Adamo", feci ritorno in camera, non credetti ai miei occhi.
La donna si trovava, anche lei completamente nuda, sul pavimento, seduta sui talloni.
Benché iniziassi ad eccitarmi, potei osservare attentamente il suo corpo, dalla carnagione di un colore, potrei scrivere, dorato.
Ci guardammo negli occhi, sorridendo entrambi, poi la "Wandissima", con sensuale lentezza, si alzò in piedi.
Fu allora che potei notare come, rispetto a dieci giorni prima, aveva provveduto a sfoltire, alquanto, il suo pube; se prima era una selvaggia foresta, ora appariva come un curatissimo giardino.
Ci baciammo, ed a lungo, poi le sue labbra andarono ad adorare i miei capezzoli e la sua lingua corse sul mio addome, per raggiungere il mio scettro, nel frattempo divenuto di pietra.
Iniziò a darmi piacere, un piacere che rasentava la follia, alternando, con consumatissima arte, il succhiare a lievissimi colpi di lingua.
Benché la stanza avesse iniziato a girare su sé stessa, trovai la lucidità di dirle:
- Non farmi venire ancora...andiamo sul letto voglio adorarti...
La donna obbedì, liberando il mio sesso dalle sue più che avide fauci ed andandosi a coricare sul letto.
Dopo averla raggiunta, iniziai a carezzare tutto il suo corpo.
La sua pelle era di una morbidezza serica, ben diversa, ad esempio, dalla muscolarita' di Donna Stefania, ma non per questo meno piacevole al tatto.
Taceva, tacevamo entrambi ed il silenzio, più che rotto, era "carezzato" dai nostri due respiri.
Tornai a baciarla e, nel contempo, introdussi l'indice ed il medio della mano destra nel suo ano.
Le mie dita entrarono come un coltello nel burro, e la "Wandissima" proruppe in un lunghissimo Oooooh, accelerando il respiro.
Mi staccai dalla sua bocca: era giunto il mio turno di adorare.
Le mie labbra, e la mia lingua, percorsero il suo corpo con crudele lentezza. Giunte al pube, dopo aver omaggiato le grandi labbra di un buon numero di baci, lievissimi come i suoi colpi di lingua sul mio pene, le mie labbra cedettero alla mia lingua l'onore di aprire la sua natura e di "aggredire" la sua "turgida gemma".
Subito, il suo "miele di donna" cominciò a stillare, dolce - salato, la cui copiosita' era direttamente proporzionale alla quantità di desiderio che permeava il corpo della femmina i cui mugolii estatici si libravano nell'aria, come note emesse da un antico e prezioso strumento musicale.
Non fui capace di calcolare per quanti minuti durò, ma compresi che era giunto il tempo di concedere, nuovamente, un momento di piacere anche a me stesso.
Assumemmo, pertanto, la posizione del "sessantanove", senza smettere, dal mio canto, di omaggiare il suo avido sfintere, ed i miei sensi ripresero a delirare, alla grande.
Il tempo, pur sembrandomi fermo, scorse lento ed, alla fine, il mio sperma irruppe, copioso, nella sua gola assetata.
Rimasi eretto e, posizionatomi, di profilo, alla spalle della "Wandissima", le penetrai la vagina, lubrificatissima.
"More solito", attesi alcuni minuti prima di dedicarmi al suo clitoride, durante i quali la donna, pur godendo evidentissimamente, sembrava subire, passivamente, i miei assalti.
Quando, il medio della mia mano destra, si posò sulla sua "turgida gemma", la femmina fu percorsa da un lungo brivido e, quando il mio dito iniziò ad "agire", il suo corpo iniziò ad essere percorso come da una lunga serie si scariche elettriche.
Con gran piacere della "Wandissima", avevo adottato il "coito a sinusoide", che prevede un alternarsi di accelerazioni e decelerazioni, omaggiando, contemporaneamente, il suo collo, con un succhiotto da manuale.
Quando, l'aumentata intensità della suzione, fattasi quasi vampiresca, la fece rendere conto della prossimità dell'eiaculazione, la donna iniziò a mormorare:
- Ho sete...ho ancora sete...
Subito uscii, non senza un pizzico di malincuore, dal suo corpo, per presentare il mio scettro alle sue labbra, fatate.
Incredibilmente, la "Wandissima" iniziò a suggerlo con il massimo impegno, senza i ben conosciuti "giochini di lingua".
Dedussi da ciò che, la sua sete del mio "liquore di uomo", era tale che non voleva rischiare che se ne fosse sprecata una sola stilla.
Esplosi, gridando.
Mi sembrò di produrmi nell'eiaculazione di un quattordicenne, moltiplicata al quadrato.
Quando, anche l'ultima goccia del mio seme, ebbe finito di scorrere dal mio corpo alla sua bocca, mi liberai dalle sue labbra.
Nonostante le gambe molli, mi alzai in piedi e contemplai il letto, recente teatro della nostra battaglia erotica.
La "Wandissima" giaceva sul fianco destro, i capelli, mechati, scarmigliatisi erano andati a coprire il suo volto, quasi in un imprevedibile gesto di pudore.
Il suo corpo, dalla carnagione dorata, cosparso di mille gocciole di sudore, riluceva magicamente, quasi irrealmente.
Le sfiorai la nuca con le labbra:
una, due, tre volte...
La donna si riebbe, aprì gli occhi ed inizio' a stiracchiarsi, felinamente.
- Buon pomeriggio...
A queste mie parole, rispose con un sorriso, più da madre che da amante.
Indi, alzatasi anch'essa in piedi, mi prese per mano e, dirigendosi verso il bagno disse:
- Vieni.
Entrò nel box doccia, sedendosi, nuovamente, sui talloni.
Compresi: ed iniziai ad irrorare il suo corpo con la mia "pioggia dorata".
Debbo dire che, fin da bambino, sono stato un forte bevitore di acqua minerale, per cui l'"operazione" avvenne senza alcuna "avarizia" da parte mia.
Con un piacere quasi orgasmico, vedevo i miei fiotti giungere sul collo della "Wandissima", per poi spandersi su tutto il suo corpo.
Lei, con la testa buttata all'indietro, sorrideva di piacere.
Alla fine si alzò e si chiuse nel box, per prendere una doccia.
Dal mio canto, effettuata la mia igiene intima, mi rivestii e tornai nella camera.
La "Wandissima" mi raggiunse una mezz'ora dopo, avvolta in un telo da bagno; mentre, rivestita, era intenta al trucco, guardandomi negli occhi attraverso lo specchio, sorrise di nuovo e mi disse:
- Chissà cosa pensi di me...
- E tu, cosa pensi di me?
- Che sei un vero uomo...
- E tu sei una dea del sesso...
- Niente implicazioni morali, o moralistiche?...
- Nemmeno per sogno...
E finito di truccarsi, mi prese per mano ed uscimmo dall'albergo.
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