Ricordi dell'età degli studi 3.
di
Manganello.
genere
etero
Al mattino dopo, m'alzai dal letto tutto massacrato dagli "sforzi sessuali" ma andai ugualmente all'Università. Quel giorno non tornavo a casa per il pranzo perchè al primo pomeriggio avevo altre lezioni e attraversare Roma da un quartiere all'altro era come una spedizione nella giungla e mi sarei stancato troppo così tornai a casa solo a metà pomerigio. Quando aprii la porta sentii subito dei gemiti e, chiaramente, dedussi che le due gnoccolone se la stavano godendo sessualmente ma ad un certo punto potei distinguere benissimo la voce di Sabrina la quale aveva emesso un sonorissimo "ahi!" che poi ripetè altre volte. Chiaramente mi ero incuriosito e quindi andai a sbirciare tramite il buco della serratura della porta della camera di Alessandra, notando che Sabrina era stesa sul letto mentre era sculacciata da Alessandra che a lievi colpi accompagnati da toccatina di figa, stava dando gioie e dolori alla morettina che già mi aveva scatenato l'erezione dal batacchio desideroso di infilarsi nella fighina e poi nel tondo e sodo ma soffice culetto eda me non rimase che andarmene in camera mia a provare almeno a studiare ma all'improvviso il gridolino lo sentii molto diverso dai precedenti perchè Alessandra aveva impugnato un frustino e dava sonori colpi al già martoriato culetto, cosa che vidi dalla serratura ed allora, per "salvare" la dolce Sabrina, andai alla porta di casa che aprii e richiusi con un colpo sonoro e deciso, tanto da fare vibrare le pareti di casa ed andai poi in camera mia. Poco dopo sentii aprirsi la porta della camera di Alessandra e tutt'e due ne uscirono passando davanti alla porta mia salutandomi con normalità ed indifferenza, ma io invece andai subito ad afferrare ai fianchi Alessandra e baciandola in bocca e dopo passai a Sabrina per baciarla e poi palparle il culetto, sussurrandole nell'orecchio che avevo una gran voglia di possederla nel culetto ma lei si schernì perchè chiaramente non voleva farmi vedere il suo culo segnato da sculacciate e colpi di frustino. Così non mi rimase che prendere per mano Alessandra e portarla sul mio letto dove le potei sfilare le mutandine e leccarle il dolce ano che poi cosparsi di vasellina per poterlo penetrare col cazzone già incontrollabile e spingendoglielo dentro rudemente. L'inculata durò a lungo perchè poi, dopo la prima sborrata, feci uscire il batacchio dall'ano e lei subito se lo prese in bocca cuicciandolo così bene che dopo pochi attimi lo avevo già pronto per la seconda inculata e lo feci senza remore scopandola fino allo sborramento. Mentre poi stavo ricaricando le energie consumate, entrò in camera Sabrina che, desiderosa di essere inculata anche lei, fu astuta a spegnere la luce e, dopo avermi sbocchinato il cazzo, subito si sfilò gli slippini nella semi oscurità e si cosparse l'ano di vasellina per poi adagiare il culetto sul mio cazzo che ero a pancia sopra. Quando se ne venì sentendomi sborrare, allora si sfilò dal culo e corse in bagno, chiaramente, per non farsi vedere da me con il culo striato di frustate. Alessandra cercò di distrarmi mettendosi a leccarmi l'ano e poi mi propose di provare anch'io un cazzo, seppur finto, nel culo ma io ci tenevo tanto alla verginità anale e così le permettei di infilarmi un suo dito al culo e francamente non provai, come credevo, dolore ma un piccolissimo piacere a sentirmi l'anosondaggiato dal magro ditino ma non certo ci godei. Sabrina tornò da noi e mi chiese di scoparla in figa ma non avevo più cartucce da sparare ed allora ce ne andammo a preparare la cena in cucina e lì ripresi energie palpando i loro culetti quando mi passavano accanto. Dopo la cena Sabrina si fece ancora più sfacciata di sempre e mi domandò se volevo provare a sculacciare loro due e poi essere a mia volta ugualmente sculacciato ed il nuovo gioco mi intrigò ed allora ce ne andammo sul lettone e feci sdraiare loro due a pancia sotto e dopo le sollevai le gonne, abbassando le mutandine ad entrambe ed iniziai a darle sculacciate che certo io stesso non avrei sopportato a lungo, invece le due fighe si lasciarono segnare le natiche con manate molto evidenti e, quando terminai, allora si vendicarono. infatti l'una mi sfilò i pantaloni e slip, poi mi mise sulle sue cosce sdraiato e mi tenne fermi i polsi, mentre l'altra iniziava a sculacciarmi con ritmo sempre più crescente e deciso, tanto da indurmi a chiedere di fermare il gioco dopo alcuni minuti e lo fecero, facendomi promettere che le avrei ben leccate ambedue sugli ani che non avrebbero certo lavato "prima dell'uso". Leccai i culetti, mordicchiando anche le natiche facendole sussultare del lievissimo dolorino e poi, proponendo di inculare entambi, le sdraiai a pancia sotto e a colpi alternati le scopai nei culetti con soste e pause per aumentare in loro la morbosità del gioco. Poi vinse la stanchezza fisica e quindi crollammo insieme in un sonno rigenerante per rigiocare di nuovo al mattino dopo.
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