Dominazione mortale Quattordicesima parte

di
genere
dominazione

Terminai di spogliarmi, sotto lo sguardo di Rachel Fink, della donna che era
diventata la mia padrona. Uno sguardo che sembrava compiaciuto, forse per la
mia erezione, forse per il mio fisico atletico, forse per la consapevolezza di
avermi ormai in suo potere o forse chissà, per tutte e tre le cose. Mi
ordinò di toglierle anche il meraviglioso completino intimo e mi inginocchiai
per sfilarle il minuscolo slippino dopodiché mi ordinò di tornare di fronte a
lei. Iniziò di nuovo a baciarmi e mi chiese di slacciarle il reggiseno, cosa
che feci con maestria facendolo scivolare a terra
" Toccali, Benjamin. Senti quanto sono duri. E baciali" Si, erano bellissimi e
duri, perfetti nella loro simmetria e nel rapporto col fisico statuario che
possedeva. Li baciai, come mi aveva ordinato e la sentii fremere. La donna
apparentemente gelida stava lasciando il posto alla più focosa delle amanti.
Ricominciammo a baciarci e rotolammo sopra il letto. La mia erezione spingeva
sul suo corpo meraviglioso, dimostrandole, semmai ce ne fosse ancora bisogno,
il mio desiderio nei suoi confronti. Non era facile rimanere fermo mentre lei
mi toccava il petto vogliosa. Avrei voluto stringerla tra le mie braccia,
toccarla anch'io, ma mi attenni scrupolosamente ai suoi ordini e scoprii che
era bellissimo. Ero sempre stato abituato a gestire io il rapporto sessuale
con le donne che avevo avuto e quella sensazione di dipendenza era strana ma
eccitante in misura ancora maggiore. Lei si mise sopra di me e fermò i miei
polsi con le sue mani ferree quindi afferrò il mio menbro ormai alla sua
massima erezione e lo mise dentro di lei, facendomi sussultare dal piacere
" Oh mio Dio" gemetti "E' bellissimo, padrona. E' questa la bellezza della
sottomissione?"
" No Benjamin. Questo è solo sesso. Un sesso particolare che ti ecciterà
oltre ogni immaginazione, ma non è questa la vera grande meraviglia di essere
sottomesso a una donna. Questa è soltanto la parte più evidente, ma la vera
bellezza sta nell'eccitazione mentale che è praticamente continua ed è
ancora maggiore nell'attesa, nella speranza. Lo capirai meglio in seguito,
Benjamin, adesso godi dell'eccitazione fisica e soprattutto dimostrati degno
della tua padrona e ricordati che il tuo piacere sta nel mio piacere mentre il
tuo viene solo di conseguenza. Più sarà grande il mio piacere e più tu
sarai soddisfatto. E' questa la legge di un rapporto del genere" Potevo
cominciare a capirlo. Non ero mai stato un amante egoista e una delle mie
preoccupazioni maggiori stava nel fare in modo che le mie donne provassero
piacere nel rapporto sessuale e quindi mi preoccupavo molto di loro, stavo
attento a certi piccoli particolari ed ero aiutato in questo da una certa
predisposizione. Possedevo un'eiaculazione abbastanza ritardata che mi faceva
considerare un ottimo amante e io ne ero fiero. Ma esserne fiero era
semplicemente una forma nascosta di egoismo, di un tipico narcisismo maschile
che mi faceva pensare di aver soddisfatto la donna di turno e che potevo
considerarmi quindi un ottimo amante. Ma in quel momento, tutto era diverso
dentro di me. Mentre Rachel Fink muoveva abilmente il suo bacino sopra di me,
la mia unica preoccupazione era quella di cercare di soddisfare quella
splendida creatura al di là del mio godimento, anche se questo era ovviamente
conseguenziale. Si, era pazzesco. La mia padrona si muoveva lentamente, forse
per assaporare meglio il mio sesso, rallentando la fuoriuscita del mio sperma
in modo sapiente. Era un amante eccezionale e ogni paragone con le donne
avute in precedenza era ridicolo. Ogni tanto si abbassava per cercare la mia
bocca e, in quei frangenti, i suoi movimenti erano quasi nulli poi
ricominciava, sempre lentamente e ogni volta che il mio pene era
completamente inghiottito dal suo sesso era l'apoteosi. Avrei voluto che quei
meravigliosi momenti non terminassero mai, avrei voluto che lei, la bella
Rachel, la straordinaria donna che mi stava manovrando a suo uso e consumo,
non smettesse mai di godere di me e mi sentivo stranamente felice che fossi
proprio io a donarle quel piacere. Per quanto assurdo potesse essere, malgrado
fossi io ad entrare in lei, era lei a possedere me. La sua superiorità aveva
intaccato il mio stesso essere e vedevo quella creatura come una vera Dea
scesa dall'Olimpo solo per me e, senza essere blasfemo, guardandola mi
immaginavo come Abramo al quale l'Onnipotente aveva regalato la visione della
Sua figura. E Rachel Fink era una Dea terrena che mi stava regalando la più
grande emozione della mia vita
" Ora Benjamin. Fammi sentire tutto te stesso. Inondami del tuo seme, della
tua fertilità. Donati completamente alla tua padrona. Adesso Benjamin,
insieme a me. Te lo ordino" Chiusi gli occhi per un istante e poi li riaprii
per regalarmi la visione del suo busto, con quel seno che nemmeno uno
scultore, forse nemmeno Michelangelo in persona, avrebbe potuto creare così
bello e del suo bellissimo volto mentre si mordicchiava in modo estremamente
femminile e umano il labbro inferiore
" Si, mia padrona" riuscii a dire semplicemente e mi abbandonai all'estasi.
Sussultai dentro di lei, pregando il cielo che lei potesse apprezzare il mio
operato. Volevo solo quello e assurdamente non mi interessava del mio
godimento. Ma la Dea voleva regalarmi anche quel piacere
" Bene, così, Benjamin. Godi anche tu. Anche tu, anche tu......." Si,
godetti! Ma non come un uomo che fa sesso, sia pure in modo meraviglioso. Era
una sensazione strana, assurda, mai provata in precedenza. Avevo terminato, il
mio seme era entrato in lei, come mi aveva ordinato, ma non avevo terminato la
mia estasi. Continuavo a tremare, con gli occhi semichiusi e con la paura
enorme che lei potesse non essere soddisfatta. Cosa sarebbe accaduto in un
caso del genere? Quale sarebbe stato il comportamento che una donna come
Rachel Fink avrebbe avuto in un caso del genere? Mi avrebbe semplicemente
rimproverato? O mi avrebbe picchiato? O, peggio ancora, mi avrebbe allontanato
dalla sua vita per sempre? Ecco cosa intendeva quando diceva che il suo
godimento veniva prima. Io avevo avuto il più straordinario momento della mia
vita, ma ero lì in attesa spasmodica di una sua parola, un suo cenno di
consenso che non arrivava e solo questo contava per me. Avrei potuto anche non
godere, non me ne sarebbe importato niente e l'unico mio desiderio era che lei
fosse soddisfatta di me. Mio Dio, cosa mi stava accadendo? Ero pronto a subire
tutto. Avrei accettato un suo rimprovero a testa china, magari con le lacrime
agli occhi, avrei accettato anche le sue percosse, con la consapevolezza che
nulla avrei potuto fare contro di lei, contro un essere che mi aveva
dimostrato di essere infinitamente più forte di me, ma non avrei potuto
accettare che lei mi escludesse dalla sua vita. Non dopo averla incontrata.
Non dopo aver provato il piacere di essere completamente subordinato al suo
volere, di aver trovato un nuovo modo di amare una donna, in modo totale,
assurdamente diverso da quelli che erano stati i miei comportamenti con
l'altro sesso fino a quel momento. Ma Rachel Fink non parlava e il suo bel
volto era privo di espressione. Una sfinge o, più modernamente, una faccia da
poker. Dentro di me mi dicevo che l'avevo vista godere, apprezzare il sesso
che avevamo fatto, ma non potevo esserne sicuro al 100%. Lei si tolse da sopra
di me, facendo scivolare il mio pene, ancora incredibilmente semi turgido,
fuori dal suo sesso e si alzò dal letto. Il mio tremore era ancora forte. Una
tensione indicibile, un'attesa crudele che la mia padrona non sembrava volesse
far terminare. Con l'indice mi fece segno di alzarmi e di venire di fronte a
lei. Finalmente, a piedi nudi, potevo ammirarla stando alla sua altezza.
Un'altezza imponente ugualmente. Mi afferrò per il mento, in quella che lei
aveva chiamato una il giorno precedente, mentre mi spiegava
i particolari del suo rapporto con suo marito. Ed era assolutamente vero. Mi
stringeva poco, ma tanto bastava per farmi sentire completamente nelle sue
mani, ben sapendo cosa fossero in grado di fare quelle mani lunghe e
affusolate, quanta potenza ci fosse in ognuno dei suoi muscoli, quanta
velocità sprigionasse quel corpo stratosferico
" A cosa stai pensando Benjamin?"
" Che è stato meraviglioso, padrona. Per me e' stato bellissimo, tanto bello
che non riesco a trovare le parole"
" Lo immagino, Benjamin. Anzi, lo so. Ma non era questa la risposta che mi
attendevo. Perché io so che stai pensando anche ad altre cose. Non leggo nel
pensiero, stai tranquillo, ancora non ho queste capacità, ma conosco l'animo
umano e soprattutto conosco gli uomini. Avanti Ben, chiedimi se io sono
rimasta soddisfatta di te" Rimasi di stucco, con la bocca aperta. Dunque, non
potevo nascondere nulla delle mie sensazioni? Rachel Fink, malgrado quello che
mi aveva appena detto, era in grado di leggermi nella mente o comunque di
captare ogni mia sensazione, ogni piccolo pensiero. Se già non mi fossi
trovato nudo al suo cospetto potevo tranquillamente asserire di sentirmi nudo
di fronte a lei. E lo ero anche quando ero completamente vestito
" Io, io....Lei..." balbettai e deglutii nervosamente. Poi ricominciai,
cercando di trovare le parole giuste per poter assemblare una frase
comprensibile "Non per me stesso, padrona. Non per me. Non c'entra niente
l'orgoglio maschile in quello che provo. E' una sensazione diversa. Io ho
paura che lei...." Rachel Fink sorrise compiaciuta
" Ho capito Benjamin, ho capito. Avresti lo stesso timore in qualunque altra
occasione. Aspetteresti il mio giudizio con impazienza perchè sapresti che da
questo dipende il tuo futuro, non è così?
" Si padrona, è esattamente così" annuii "Per qualunque altra cosa la mia
attesa sarebbe spasmodica
" E' esattamente quello che devi provare in questi frangenti. Non ha
importanza che sia stato il sesso o altro, che so, prepararmi la cena. Dal mio
giudizio dipende la tua vita"
" E' incredibile ma è così" Mi interruppe
" Ti piacerebbe cucinare per me e servirmi?" Non avevo mai pensato a una
simile eventualità. Avevo preparato la cena e servito diverse donne, ma
sempre con l'intenzione di sedurle e c'era ben poco di sottomesso in quello
che facevo. Ma per lei....Si, l'avrei fatto, l'avrei servita e avrei atteso
con trepidazione il suo giudizio nello stesso modo in cui in quel momento
l'attendevo per la mia prestazione sessuale. Ecco la differenza!
" Si, mia padrona, si. Mille volte si, un milione di volte si" Lei tolse la
mano dal mio mento e mi fece una carezza
" In ginocchio" mi ordinò improvvisamente. Le obbedii immediatamente. Ormai
la mia volontà era completamente annullata o forse era proprio quello che
desideravo? Mi sentivo stranamente a mio agio in quella posizione subordinata,
riconoscendo in tal modo la superiorità indiscussa e indiscutibile di quella
straordinaria donna. Rachel Fink mi accarezzò i capelli. Una carezza dolce
che mi fece venire i brividi.
" Ho avuto un ottimo orgasmo, Benjamin. Sei stato un buon amante sottomesso.
Mi piace fare sesso con gli uomini che si sottomettono a me, adoro vedere nei
vostri occhi la più completa adorazione per me, ma questo non era un esame
particolare. Gli esami saranno continui per te e dovrai meritarti la mia
dominazione ogni volta. Tu adesso mi appartieni e questo ti farà felice, ma
sei sempre libero di andartene se e quando lo riterrai opportuno, ma finché
resterai, fino a che accetterai tutto questo, io farò di te quello che
voglio. Potrò sfruttarti per il sesso, facendoti godere oppure no, potrò pretendere qualunque cosa mi
faccia piacere, potrò anche picchiarti se lo riterrò opportuno. Non lo farò
per mio piacere. Consideralo come una necessità per la tua educazione, per
farti diventare un vero sottomesso. Come già ti ho premesso, non ti
picchierò a sangue. Non provo un piacere particolare a picchiare un uomo. La
mia superiorità fisica è talmente evidente che non dovrei nemmeno sforzarmi
tanto. Potrei farti fare quello che voglio con la violenza ma preferisco che
tu mi obbedisca per il tuo piacere, ma dovrai avere abbastanza paura per
tremare al mio cospetto e per fare in modo che la prossima volta tu ti debba
comportare in maniera diversa e non commettere mai più l'errore che mi ha
portato ad avere quel tipo di reazione. Imparerai tutto Benjamin. Sei
intelligente e scommetto che non sarà un'educazione lunga. E' tutto chiaro?"
" Si padrona. E' tutto chiaro. Non conosco i miei limiti, non posso
conoscerli, ma posso assicurarle che farò del tutto per rimanere nelle sue
grazie. Perché io mi sono accorto di amarla e so che non potrò più vivere
senza di lei. Si, la amo, padrona. Forse lei non ci crederà che mi sia potuto
capitare in appena due giorni, eppure è così. E ha ragione lei, ancora una
volta. Non è solo per la sua bellezza, anche se considerarla la donna più
bella che io abbia mai incontrato è quasi scontato. E' per tutto il resto, è
perché accanto a lei io sono felice, assurdamente felice di poterle obbedire.
Forse farò degli errori, padrona. E' inevitabile che io li faccia
considerando la mia inesperienza e le chiedo umilmente di poter tollerare
quegli eventuali errori dandomi un'altra possibilità" Alzai la testa cercando
lo sguardo di Rachel Fink che mi sorrise dolcemente
" Non è assurdo che tu possa amarmi, Benjamin. Il fatto stesso che tu ti sia
sottomesso ai miei voleri dimostra questo tuo amore. La sottomissione è
soltanto uno straordinaria dimostrazione di amore incondizionato. Come mi ha
amata Jacob, ad esempio. O come mi ama Samuel" Ebbi un sussulto
" Anche l'avvocato è....."
" Anche lui è un mio sottomesso, ma so che tu l'avevi capito. Non te ne devi
dispiacere. Fa parte del mio potere avere quanti uomini io voglia e questa è
la prima cosa che devi accettare. Ora basta parlare di questi argomenti.
Accendimi una sigaretta. Ho fatto del buon sesso e voglio fumare" Afferrai il
porta sigarette sul comodino e le offrii una sigaretta accendendogliela con
l'accendino d'oro massiccio, mentre lei si rimise seduta sul bordo del letto
accavallando le lunghissime gambe "Prendi anche un portacenere e rimani in
ginocchio fino a che io non ho terminato di fumare. Ricordati di farlo sempre
se non vuoi incorrere in una mia punizione. E' chiaro?"
" Si padrona" risposi nel modo umile che mi competeva, anche se non riuscivo a
togliermi dalla mente l'immagine di lei con Samuel Clark. Dio quanto lo
odiavo. Avevo sempre sospettato che ci fosse un rapporto speciale tra loro ma
adesso la consapevolezza che quel rapporto esisteva mi faceva star male.
Rachel Fink mi osservava mentre fumava con la sua solita sensualità. Sapevo
che stava valutando le mie reazioni. Se io avessi accettato che lei potesse
avere qualunque altro uomo, ero definitivamente sottomesso ai suoi voleri. No,
non volevo. Non avrei voluto dividerla con nessun altro, ma ormai era troppo
tardi. Il suo sguardo annullava la mia volontà e questa volta era contro i
miei stessi desideri. Se lei voleva, se la mia padrona lo desiderava, io
dovevo accettare tutto, anche un altro uomo, anche mille altri uomini, purché
tra quei mille ci fossi io. Non dissi nulla e attesi pazientemente che lei
terminasse di fumare, ammirando per l'ennesima volta quei gesti lenti e
sensuali, per nulla in imbarazzo della sua completa nudità mentre io mi
vergognavo come un ladro nel vedere il mio pene che acquistava di nuovo
turgidità al suo cospetto. La desideravo di nuovo. Ma non stava a me decidere. Sapevo che ormai le mie decisioni contavano niente e, incredibilmente, questa consapevolezza mi stava reGalando un'assurda gioia. Ero felice di dipendere da lei, dai suoi umori, dalle sue voglie e dai suoi capricci.
Assurdamente ma totalmente felice.

Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2023-04-17
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