Il ricatto di Duilio
di
Ottobre Rosso 66
genere
dominazione
Saranno ormai sei mesi che sono sul mio nuovo posto di lavoro. Sono stato assunto nella mega villa, tra il personale di servizio, di un potentissimo e ricchissimo notaio, uomo d'affari e d'intrallazzi vari nella capitale. Praticamente faccio il factotum: giardiniere, domestico, autista, elettricista, idraulico. Insomma ovunque il notaio mi chiama, io corro e risolvo il problema. Ho un ottimo stipendio, compresi vitto e alloggio nella spaziosa e fornita dependance della villa, perchè non sono di Roma, sono emigrato dalla Sicilia. Ho pure iniziato una relazione segreta di puro e appagante sesso con la moglie del notaio, Alla. Una giovane sexy bollente ucraina che lo ha sposato per mero interesse economico, visti i trent'anni di età di differenza, in seconde nozze essendo lui rimasto vedovo della prima.
Alla mi ha messo gli occhi addosso già al mio primo giorno di lavoro. Del resto, senza volermi autoincensare, piaccio: sono giovane, alto, moro, atletico, ma non palestrato, sempre disponibile, soprattutto con le fighe, con l'aura di siciliano amante focoso. Insomma non passo inosservato.
Abbiamo iniziato con i sorrisi e le occhiate ammiccanti, per poi passare a spalmarle l'abbronzante sul lettino prendisole a bordo piscina. Fino ad arrivare nella sua stanza da letto o quando mi viene a trovare nella dependance, dove ci facciamo scopate pazzesche. Proviamo qualunque posizione, dal classico missionario al sessantanove. Alla è bellissima e focosa, ma soprattutto innamorata pazza del mio bel cazzo da oltre venti centimetri. Lo vuole più volte al giorno e dappertutto: in bocca (mi fa pompini stupendi!), tra le tette a spagnola (così quando mi fa sborrare le piace che le irroro la faccia) e nel culo.
Tutto bello, Perfetto. Se non fosse per un tormento che mi perseguita in qualsiasi momento sto solo, che sia o meno impegnato al lavoro. Duilio, il sedicenne figlio unico del notaio avuto con la prima moglie bonanima. Omosessuale effeminato, grassottello, pelle bianchissima e senza un pelo che se non fosse che porta i capelli lunghi farebbe pensare all'alopecia. Fottutamente e ossessivamente innamorato di me. Duilio le tenta tutte per avermi. Mi tampina ovunque raccontandomi di quante seghe si fa al giorno pensandomi. Mi chiede quante me ne faccio io. Di fargli vedere il cazzo, lui mi fa vedere il suo sempre duro, e visto che non ho la ragazza si dice disponibile a farmi lui da fidanzata, dice di saper fare seghe e pompini stupendi, mi chiede pregandomi di provarli.
Io, con gentilezza e cortesia (è pur sempre il figlio del mio datore di lavoro che per altro lo vizia parecchio, per cui devo stare attento nei modi con cui lo allontano), declino sempre l'invito. Gli dico che a me piacciono solo le donne, ma se anche volessi, con lui proprio non potrei in quanto figlio del mio datore di lavoro che se dovesse scoprire una cosa del genere mi licenzierebbe e pure in galera mi manderebbe.
Ma Duilio non si da per vinto. Un giorno ci prova pure con l'arma dell'autorità. Siamo, infatti, in auto, lo avevo appena preso da scuola. Seduto accanto mentre guido, mi mette una mano sulla coscia. Me l'accarezza fino ad arrivare al cazzo. Me lo preme dolcemente, mi guarda e mi fa: “Sei anche il mio domestico e devi fare quello che ti ordino io! Voglio fare sesso con te e tu mi devi obbedire!”
Io, scostandogli con gentilezza la mano dalla mia patta: “Ti prego Duilio...non è possibile...si, sono anche il tuo domestico e faccio tutto quello che mi ordini, ma sesso non è possibile...ti prego...cerca di capire...te l'ho già detto, mi piacciono le ragazze e tu sei il figlio del mio datore di lavoro...minorenne per di più...non c'è solo il licenziamento, c'è la galera!...ti prego Duilio!”
A quel punto il ragazzo, come nulla fosse, inizia a toccarsi il suo di cazzo. Ce l'ha duro. Vedo il rigonfiamento dalla tutta da ginnastica. Mi guarda di nuovo e mi fa: “Almeno mi posso fare una sega mentre ti guardo?...giuro che non dico niente a nessuno...sono troppo eccitato quando sono vicino a te...ho troppa voglia di te...dai, posso?”
Io, ci penso un po', ma non mi da il tempo di rispondergli che lo vedo già con la tutta leggermente abbassata e il cazzo in mano che si sega.
Io: “Duilio....”
Duilio: “Zitto e guida...”. Così si masturba sempre più velocemente ripetendo il mio nome e immaginandomi nel suo letto, fino a sborrarsi addosso.
Poi, da quest'ultimo episodio, Duilio quasi sparisce. Per giorni non mi tampina più come prima. Ci vediamo solo lo stretto indispensabile per accompagnarlo e prelevarlo ovunque mi ordina. Adesso ha un comportamento un po' più distaccato, parliamo e scherziamo ma non mi parla più di sesso. Tra me e me penso che abbia capito. Mi sento più sollevato. Stava diventando un problema grosso. Adesso posso concentrarmi più serenamente solo sulla mia splendida Alla.
Ma gridai vittoria troppo presto. Infatti una mattina, avevo appena finito di scopare con Alla e stavo annaffiando dei grossi vasi, quando mi sento bussare le spalle. Mi giro ed è Duilio. Lo saluto sorridendogli. Lui ricambia, ma il suo è un un sorrisino sarcastico. Gli chiedo cosa abbia di bisogno e lui, dopo qualche attimo di pausa, mi fa: “Cosa ho bisogno? Te lo dico subito...dunque, com'era quella cosa che se mio padre si accorge che sei un porco perdi il posto di lavoro? “
Io: “Cosa vuoi dire Duilio?...”
Duilio: “Cosa voglio dire?...che questi problemi te li crei solo con me...con quella troia di sua moglie, no!”
Io, guardandomi in giro come ci fosse qualcuno che ci sente: “Ma che stai dicendo Duilio?”
Duilio: “Lo sai benissimo cosa sto dicendo!...come io so, e non ho mai avuto dubbi adesso ho la conferma, che Alla è solo una troia che ha sposato mio padre solo per i soldi e la bella vita che gli fa fare...e adesso, per farla completa (mi indica con la mano dall'alto in basso) si è fatta pure lo stallone da monta...”
Io: “Duilio non è come pensi...ti sbagli...”
Duilio: “Ah non è come penso? Mi sbaglio?” . Così esce l'Iphone dalla tasca di dietro dei jeans. Ci smanetta qualche secondo su e poi me lo piazza davanti. E' un video dove io e Alla stiamo scopando.
Io, sbianco: “Ma che hai fatto Duilio, ci hai spiato?”
Duilio: “Allora? E' ancora non è come penso? (ride) ...si vi ho spiato...avevo questo sospetto da un po' di tempo e così ho voluto togliermi ogni dubbio...ti sarai accorto che per un po' ti ho lasciato in pace? Era per agire indisturbato...piazzare qualcuna delle mie telecamerine e beccarvi sul fatto... pensa se questo video, che non è l'unico ne ho conservati altri, lo vedesse papà (ride)...che fine fareste tu e quella troia”
Io, preoccupato: “Che intenzioni hai Duilio?...ti prego non rovinarmi...”
Duilio: “Che intenzioni ho? Semplice...io sono un ricco fighetto viziato...anzi nel mio caso, una checca viziata...sono abituato che tutto quello che voglio me lo prendo, che tutto deve essere mio...con le buone o con le cattive...è da quando hai messo piede qui alla villa che ti voglio...e voglio che tu da questo momento devi essere mio!...non ti rovino solo se quello che fai con quella troia di Alla lo fai con me...”
Io: “Ma Duilio...ti ho già detto che se lo scopre tuo padre...sono rovinato sempre lo stesso...anzi di più perchè rischierei la galera...sei minorenne”
Duilio: “A parte che sarai solo qualche anno più grande di me...per cui figurati...poi semmai adesso rischi se non fai quello che voglio io...perchè se mi rifiuti ancora, non solo faccio vedere a mio padre i video di te e Alla...ma gli dico, con il mio bel faccino da bimbo innocente (sorrisino satanico) che oltre a farlo cornuto, hai pure tentato di violentarmi...e allora si che rischi grosso, ma grosso sul serio...invece se mi obbedisci e diventi..si...diventi il mio schiavetto (risatina beffarda).. tranquillo che nessuno saprà nulla...men che meno mio padre, con gli impegni che ha è più fuori casa che in casa non si accorgerà di niente...tu continuerai a lavorare per noi...a scoparti quella troia, solo quando non servi a me...e vivremo tutti felici e contenti, che ne dici?”
Io, rassegnato: “...e che devo pensare Duilio? Non credo che abbia molte alternative....
Duilio: “No...decisamente no...o diventi il mio schiavetto o ti rovino...decidi!”
Io: “Va bene...dimmi cosa devo fare...”
Duilio, mi inizia ad accarezzare sul petto fino a scendere sulla patta ad accarezzarmela e mi risponde: “Beh...semplice...dopo pranzo, quando tutti vanno a riposare...diciamo per le tre, tre e mezza massimo...ti vengo a trovare nella dependance e ci...rilassiamo assieme...se per caso ti dovevi vedere con quella troia...rimanda...da questo momento in poi io vengo prima di tutte...chiaro?”
Io: “No Duilio...non devo vederla...va bene si, come vuoi...ti aspetto...mi raccomando, ti scongiuro, però che nessuno se ne accorga...”
Duilio: “Stai tranquillo...ho detto che se diventi mio, nessuno saprà nulla, fidati...piuttosto per quell'ora fatti trovare già, diciamo, in libertà...”.
Puntualissimo, alle tre, me lo trovo davanti la porta ancora col suo sorriso beffardo. E' in canottiera, pantaloncini e infradito. Io invece, come voleva lui, mi faccio trovare in pantaloncini e torso nudo. Vedendomi così, mi accarezza il petto e mi fa: “Oh dio...sei bellissimo!”. E' già eccitato lo noto subito dal rigonfiamento dei pantaloncini. Poi fa un giro veloce della dependance, raccontandomi che ci veniva a giocare da bambino, infine entra nella zona dove ho il letto. Vi si posiziona sopra a piedi incrociati e mi dice di mettermi accanto a lui. Nel frattempo nota il mio pc portatile sul comodino e mi fa: “Accendilo e mi fai vedere che siti porno vai a visitare...ah no, già...tu il porno lo fai direttamente dal vivo grazie a quella troia di Alla..(ride) ...va beh, accendilo lo stesso ti faccio vedere i miei, così creiamo l'atmosfera...”
Così glielo accendo e glielo avvicino. Duilio ci smanetta un po', mentre mi ci stendo accanto, e mette su una compilation di video gay. Poi si toglie la canottiera, mostrandomi il suo torace glabro, bianchissimo, grassoccio, con un accenno di tette. Sfila via pure i pantaloncini e mi mostra il cazzo eretto al massimo. Lì è l'unico punto, assieme alle ascelle e ai capelli lunghi legati a codino, dove ha il pelo nero.
E' eccitatissimo, mi abbraccia dolcemente, avvicina la bocca al mio orecchio e me lo alita: “Sto coronando il mio sogno...fare sesso con te...sono arrapato al massimo, lo vedi come mi sta per esplodere il cazzo e senza bisogno che me lo tocchi ne io ne tu...togliti i tuoi che voglio il tuo cazzo...dai, ubbidisci schiavetto...”
E' tutto nudo e i stringe sempre più forte a me. Noto che profuma come una donna. Non mi da il tempo di togliere del tutto i pantaloncini, che ha già afferrato il mio cazzo: “Oh dio che meraviglia quanto è grosso...e quanto l'ho desiderato il tuo cazzo..adesso è mio!”
Inizia a segarmi dolcemente mentre mi succhia i capezzoli. Fra l'uno e l'altro mi fa, guardandomi negli occhi: “Dimmi che sei il mio schiavetto...e che sono il tuo padrone...dimmelo schiavo!”
Io ho un attimo di titubanza e poi gli rispondo: “Si Duilio...anzi, Padrone...sono il tuo schiavetto...fai di me quello che vuoi...”
Lui sembra soddisfatto, così continua a segare e ciucciare.
Ora, sarà che Duilio profuma ed ha la pelle liscia come una donna, sarà la dolcezza con la quale mi sta segando e succhiando i capezzoli, ma io sto al gioco. La situazione che mi ha imposto col ricatto sta diventando incredibilmente piacere, tanto che il cazzo velocemente mi diventa come l'acciaio. Il ragazzo lo sente nella mano. Me lo guarda dritto e scappellato. Si abbassa e inizia a leccarmi la cappella. Poi dolcemente me lo prende tutto in bocca. Parte un pompino lento e dolce. A questo punto il piacere ha preso prepotentemente e totalmente il sopravvento sull'ultima remora di disgusto. Sembra incredibile per me convinto eterosessuale, ma provo la stessa goduria di quando sto con Alla.
Il pompino che mi sta facendo è sempre più godurioso. Io ho perso ogni minimo freno inibitorio e inizio ad accarezzargli quella pelle liscia e bianchissima. Così Duilio, staccando la bocca dal mio cazzo, mi fa: “Dai baciami e leccami tutto...come faresti con Alla...muoviti schiavo!”
Io: “Si padrone...”. Quindi mi metto su di lui e inizio ad alternare bacetti e leccatine partendo dal collo e scendendo lentamente verso sotto. Gli succhio quell'accenno di tette e scendo fino al cazzo. Non male come dimensioni per essere un effeminato. Ce l'ha duro, scappellato, tesissimo e odora di qualcosa di buono che non so descrivere. So che, anche qui incredibile, mi piace. Per la prima volta, infatti, mi trovo a leccare un cazzo. Glielo succhio pure. Duilio è talmente eccitato che al primo succhio non resiste, così menandoselo velocemente con con una mano e con l'altra bloccandomi la testa affinchè il cazzo mi resti tra le labbra, sborra prepotentemente nella mia bocca. Dovrebbe farmi schifo, ma incredibilmente mi piace.
Il ragazzo vistosamente soddisfatto mi fa: “Ottimo mio schiavetto...ottimo...ingoia la mia sborra...bravo...ma non pensare sia finita qui...il tuo padrone ha ancora tanta voglia del suo schiavetto obbediente e sottomesso...”.
Quindi ritorna a spompinarmi alla stessa maniera di prima. Questa situazione continua a piacermi da impazzire. Duilio è fantastico a lavorarmi il cazzo con bocca e mano, sembra Alla...o forse pure meglio! Così sto per esplodere pure io, ma Duilio, sul più bello, si ferma. Guarda il monitor del pc dove sta scorrendo un video dove un uomo sta sodomizzando un ragazzo, e mi ordina: “Inculami anche tu...così!”
Si mette alla pecorina mostrandomi il suo culone bianco e morbido: “Inculami anche tu a sbattermi...sbrigati schiavo!” . Io eseguo. Mi metto dietro di lui e cerco di penetrarlo. E' dura, perchè il buco è ancora vergine, così glielo dico: “Padrone è stretto...potrei farti male...”
Ma lui: “Vai lo stesso...sfondami, voglio perdere la verginità del mio culo...ubbidisci schiavo!”
Lo accontento. Lo sfondo quel tanto che basta per fargli entrare metà del mio cazzo. Lui, prima si fa male e poi prova piacere, infatti mentre lo sbatto, si masturba. Io, dopo un po' che lo scopo, gli sborro dentro. Lui subito dopo, sul cuscino che ha sotto.
Esausto e soddisfatto, Duilio si stende sul letto. Mi guarda e tutto contento mi fa: “Ho perso la verginità del culo...fantastico...e bravo il mio schiavetto...adesso sai che fai?...mentre mi rilasso e mi riprendo, mi vai a leccare i piedi...muoviti!”
Io rimango un attimo interdetto, poi gli rispondo: “E' stato bello padroncino mio...lo ammetto...non me lo aspettavo...però, ti prego...leccarti i piedi no...non me lo puoi chiedere...”
Duilio: “Ma infatti io non te lo sto chiedendo...te lo sto ordinando e tu non sei nelle condizioni di poterti rifiutare, lo sai vero?...quindi sbrigati...voglio che mi lecchi i piedi non sento ragioni...ubbidisci!”
Non mi rimane altro che eseguire. Mi metto in ginocchio ai piedi del letto e inizio. Comincio a leccare la pianta e poi tre le dita del piede accavallato all'altro, fino a quando Duilio non lo alterna in modo che faccio lo stesso all'altro. Fortunatamente anche i suoi piedi hanno poco di maschile e fanno un buon odore. Così che inizio provare piacere a leccarglieli. Tanto che il cazzo mi è tornato duro. Anche qui torno a domandarmi cosa mi stia succedendo. Io eterosessuale attratto solo dal sesso cosiddetto normale, sto provando uguale piacere in questo gay e sadomaso.
Immerso in questi pensieri e impegnato a leccare con passione, mi accorgo che Duilio si sta nel frattempo masturbando guardandomi umiliato ai suoi piedi: “Oh si...schiavo...lecca...lecca i piedi del tuo padrone...si...si...oh sii... “. Poi improvvisamente mi fa: “Basta adesso...vieni qui...voglio il tuo cazzo in bocca...sbrigati!”
Mi alzo e mi metto in posizione col cazzo eretto davanti la sua faccia. Duilio, sollevandosi quel tanto che basta, me lo prende in bocca e parte col pompino mentre continua a masturbarsi. Ciuccia e lecca fino a quando sborra a schizzo. Poi con una mano fa venire pure me sulla sua faccia.
Ovviamente non finì li quel pomeriggio. I nostri incontri continuarono, senza intralciare quelli che avevo con Alla e devo ammettere che grazie a lui scoprii che sta cosa mi arrapava ancor di più, alternare sesso etero con quello gay sadomaso era fantastico. Duilio, dal canto suo, era sempre più porco e depravato quando stava con me. Ogni occasione era buona per soddisfare le sue insaziabili voglie di cazzo e dominio. Quando, ad esempio, era in macchina con me, mi ordinava di trovare qualche stradina o piazzola di sosta nascosta in modo da poterci appartare e lì mi tirava fuori il cazzo e me lo succhiava. Oppure certe mattine, nei giorni in cui il padre era fuori per lavoro, si svegliava presto, mentre Alla dormiva beatamente (del resto la signora non si alzava mai prima delle undici, mezzogiorno), mi chiamava nella sua stanza con la scusa di un caffè e li mi faceva stendere accanto a lui nel letto, ma con la testa dalla parte dei piedi in modo che si divertiva a mettermeli in faccia mentre, prima si masturbava lui e poi masturbava me.
Insomma da quel pomeriggio iniziò per me una vita più intensa, ma inaspettatamente goduriosa e, dunque, decisamente più appagante.
Alla mi ha messo gli occhi addosso già al mio primo giorno di lavoro. Del resto, senza volermi autoincensare, piaccio: sono giovane, alto, moro, atletico, ma non palestrato, sempre disponibile, soprattutto con le fighe, con l'aura di siciliano amante focoso. Insomma non passo inosservato.
Abbiamo iniziato con i sorrisi e le occhiate ammiccanti, per poi passare a spalmarle l'abbronzante sul lettino prendisole a bordo piscina. Fino ad arrivare nella sua stanza da letto o quando mi viene a trovare nella dependance, dove ci facciamo scopate pazzesche. Proviamo qualunque posizione, dal classico missionario al sessantanove. Alla è bellissima e focosa, ma soprattutto innamorata pazza del mio bel cazzo da oltre venti centimetri. Lo vuole più volte al giorno e dappertutto: in bocca (mi fa pompini stupendi!), tra le tette a spagnola (così quando mi fa sborrare le piace che le irroro la faccia) e nel culo.
Tutto bello, Perfetto. Se non fosse per un tormento che mi perseguita in qualsiasi momento sto solo, che sia o meno impegnato al lavoro. Duilio, il sedicenne figlio unico del notaio avuto con la prima moglie bonanima. Omosessuale effeminato, grassottello, pelle bianchissima e senza un pelo che se non fosse che porta i capelli lunghi farebbe pensare all'alopecia. Fottutamente e ossessivamente innamorato di me. Duilio le tenta tutte per avermi. Mi tampina ovunque raccontandomi di quante seghe si fa al giorno pensandomi. Mi chiede quante me ne faccio io. Di fargli vedere il cazzo, lui mi fa vedere il suo sempre duro, e visto che non ho la ragazza si dice disponibile a farmi lui da fidanzata, dice di saper fare seghe e pompini stupendi, mi chiede pregandomi di provarli.
Io, con gentilezza e cortesia (è pur sempre il figlio del mio datore di lavoro che per altro lo vizia parecchio, per cui devo stare attento nei modi con cui lo allontano), declino sempre l'invito. Gli dico che a me piacciono solo le donne, ma se anche volessi, con lui proprio non potrei in quanto figlio del mio datore di lavoro che se dovesse scoprire una cosa del genere mi licenzierebbe e pure in galera mi manderebbe.
Ma Duilio non si da per vinto. Un giorno ci prova pure con l'arma dell'autorità. Siamo, infatti, in auto, lo avevo appena preso da scuola. Seduto accanto mentre guido, mi mette una mano sulla coscia. Me l'accarezza fino ad arrivare al cazzo. Me lo preme dolcemente, mi guarda e mi fa: “Sei anche il mio domestico e devi fare quello che ti ordino io! Voglio fare sesso con te e tu mi devi obbedire!”
Io, scostandogli con gentilezza la mano dalla mia patta: “Ti prego Duilio...non è possibile...si, sono anche il tuo domestico e faccio tutto quello che mi ordini, ma sesso non è possibile...ti prego...cerca di capire...te l'ho già detto, mi piacciono le ragazze e tu sei il figlio del mio datore di lavoro...minorenne per di più...non c'è solo il licenziamento, c'è la galera!...ti prego Duilio!”
A quel punto il ragazzo, come nulla fosse, inizia a toccarsi il suo di cazzo. Ce l'ha duro. Vedo il rigonfiamento dalla tutta da ginnastica. Mi guarda di nuovo e mi fa: “Almeno mi posso fare una sega mentre ti guardo?...giuro che non dico niente a nessuno...sono troppo eccitato quando sono vicino a te...ho troppa voglia di te...dai, posso?”
Io, ci penso un po', ma non mi da il tempo di rispondergli che lo vedo già con la tutta leggermente abbassata e il cazzo in mano che si sega.
Io: “Duilio....”
Duilio: “Zitto e guida...”. Così si masturba sempre più velocemente ripetendo il mio nome e immaginandomi nel suo letto, fino a sborrarsi addosso.
Poi, da quest'ultimo episodio, Duilio quasi sparisce. Per giorni non mi tampina più come prima. Ci vediamo solo lo stretto indispensabile per accompagnarlo e prelevarlo ovunque mi ordina. Adesso ha un comportamento un po' più distaccato, parliamo e scherziamo ma non mi parla più di sesso. Tra me e me penso che abbia capito. Mi sento più sollevato. Stava diventando un problema grosso. Adesso posso concentrarmi più serenamente solo sulla mia splendida Alla.
Ma gridai vittoria troppo presto. Infatti una mattina, avevo appena finito di scopare con Alla e stavo annaffiando dei grossi vasi, quando mi sento bussare le spalle. Mi giro ed è Duilio. Lo saluto sorridendogli. Lui ricambia, ma il suo è un un sorrisino sarcastico. Gli chiedo cosa abbia di bisogno e lui, dopo qualche attimo di pausa, mi fa: “Cosa ho bisogno? Te lo dico subito...dunque, com'era quella cosa che se mio padre si accorge che sei un porco perdi il posto di lavoro? “
Io: “Cosa vuoi dire Duilio?...”
Duilio: “Cosa voglio dire?...che questi problemi te li crei solo con me...con quella troia di sua moglie, no!”
Io, guardandomi in giro come ci fosse qualcuno che ci sente: “Ma che stai dicendo Duilio?”
Duilio: “Lo sai benissimo cosa sto dicendo!...come io so, e non ho mai avuto dubbi adesso ho la conferma, che Alla è solo una troia che ha sposato mio padre solo per i soldi e la bella vita che gli fa fare...e adesso, per farla completa (mi indica con la mano dall'alto in basso) si è fatta pure lo stallone da monta...”
Io: “Duilio non è come pensi...ti sbagli...”
Duilio: “Ah non è come penso? Mi sbaglio?” . Così esce l'Iphone dalla tasca di dietro dei jeans. Ci smanetta qualche secondo su e poi me lo piazza davanti. E' un video dove io e Alla stiamo scopando.
Io, sbianco: “Ma che hai fatto Duilio, ci hai spiato?”
Duilio: “Allora? E' ancora non è come penso? (ride) ...si vi ho spiato...avevo questo sospetto da un po' di tempo e così ho voluto togliermi ogni dubbio...ti sarai accorto che per un po' ti ho lasciato in pace? Era per agire indisturbato...piazzare qualcuna delle mie telecamerine e beccarvi sul fatto... pensa se questo video, che non è l'unico ne ho conservati altri, lo vedesse papà (ride)...che fine fareste tu e quella troia”
Io, preoccupato: “Che intenzioni hai Duilio?...ti prego non rovinarmi...”
Duilio: “Che intenzioni ho? Semplice...io sono un ricco fighetto viziato...anzi nel mio caso, una checca viziata...sono abituato che tutto quello che voglio me lo prendo, che tutto deve essere mio...con le buone o con le cattive...è da quando hai messo piede qui alla villa che ti voglio...e voglio che tu da questo momento devi essere mio!...non ti rovino solo se quello che fai con quella troia di Alla lo fai con me...”
Io: “Ma Duilio...ti ho già detto che se lo scopre tuo padre...sono rovinato sempre lo stesso...anzi di più perchè rischierei la galera...sei minorenne”
Duilio: “A parte che sarai solo qualche anno più grande di me...per cui figurati...poi semmai adesso rischi se non fai quello che voglio io...perchè se mi rifiuti ancora, non solo faccio vedere a mio padre i video di te e Alla...ma gli dico, con il mio bel faccino da bimbo innocente (sorrisino satanico) che oltre a farlo cornuto, hai pure tentato di violentarmi...e allora si che rischi grosso, ma grosso sul serio...invece se mi obbedisci e diventi..si...diventi il mio schiavetto (risatina beffarda).. tranquillo che nessuno saprà nulla...men che meno mio padre, con gli impegni che ha è più fuori casa che in casa non si accorgerà di niente...tu continuerai a lavorare per noi...a scoparti quella troia, solo quando non servi a me...e vivremo tutti felici e contenti, che ne dici?”
Io, rassegnato: “...e che devo pensare Duilio? Non credo che abbia molte alternative....
Duilio: “No...decisamente no...o diventi il mio schiavetto o ti rovino...decidi!”
Io: “Va bene...dimmi cosa devo fare...”
Duilio, mi inizia ad accarezzare sul petto fino a scendere sulla patta ad accarezzarmela e mi risponde: “Beh...semplice...dopo pranzo, quando tutti vanno a riposare...diciamo per le tre, tre e mezza massimo...ti vengo a trovare nella dependance e ci...rilassiamo assieme...se per caso ti dovevi vedere con quella troia...rimanda...da questo momento in poi io vengo prima di tutte...chiaro?”
Io: “No Duilio...non devo vederla...va bene si, come vuoi...ti aspetto...mi raccomando, ti scongiuro, però che nessuno se ne accorga...”
Duilio: “Stai tranquillo...ho detto che se diventi mio, nessuno saprà nulla, fidati...piuttosto per quell'ora fatti trovare già, diciamo, in libertà...”.
Puntualissimo, alle tre, me lo trovo davanti la porta ancora col suo sorriso beffardo. E' in canottiera, pantaloncini e infradito. Io invece, come voleva lui, mi faccio trovare in pantaloncini e torso nudo. Vedendomi così, mi accarezza il petto e mi fa: “Oh dio...sei bellissimo!”. E' già eccitato lo noto subito dal rigonfiamento dei pantaloncini. Poi fa un giro veloce della dependance, raccontandomi che ci veniva a giocare da bambino, infine entra nella zona dove ho il letto. Vi si posiziona sopra a piedi incrociati e mi dice di mettermi accanto a lui. Nel frattempo nota il mio pc portatile sul comodino e mi fa: “Accendilo e mi fai vedere che siti porno vai a visitare...ah no, già...tu il porno lo fai direttamente dal vivo grazie a quella troia di Alla..(ride) ...va beh, accendilo lo stesso ti faccio vedere i miei, così creiamo l'atmosfera...”
Così glielo accendo e glielo avvicino. Duilio ci smanetta un po', mentre mi ci stendo accanto, e mette su una compilation di video gay. Poi si toglie la canottiera, mostrandomi il suo torace glabro, bianchissimo, grassoccio, con un accenno di tette. Sfila via pure i pantaloncini e mi mostra il cazzo eretto al massimo. Lì è l'unico punto, assieme alle ascelle e ai capelli lunghi legati a codino, dove ha il pelo nero.
E' eccitatissimo, mi abbraccia dolcemente, avvicina la bocca al mio orecchio e me lo alita: “Sto coronando il mio sogno...fare sesso con te...sono arrapato al massimo, lo vedi come mi sta per esplodere il cazzo e senza bisogno che me lo tocchi ne io ne tu...togliti i tuoi che voglio il tuo cazzo...dai, ubbidisci schiavetto...”
E' tutto nudo e i stringe sempre più forte a me. Noto che profuma come una donna. Non mi da il tempo di togliere del tutto i pantaloncini, che ha già afferrato il mio cazzo: “Oh dio che meraviglia quanto è grosso...e quanto l'ho desiderato il tuo cazzo..adesso è mio!”
Inizia a segarmi dolcemente mentre mi succhia i capezzoli. Fra l'uno e l'altro mi fa, guardandomi negli occhi: “Dimmi che sei il mio schiavetto...e che sono il tuo padrone...dimmelo schiavo!”
Io ho un attimo di titubanza e poi gli rispondo: “Si Duilio...anzi, Padrone...sono il tuo schiavetto...fai di me quello che vuoi...”
Lui sembra soddisfatto, così continua a segare e ciucciare.
Ora, sarà che Duilio profuma ed ha la pelle liscia come una donna, sarà la dolcezza con la quale mi sta segando e succhiando i capezzoli, ma io sto al gioco. La situazione che mi ha imposto col ricatto sta diventando incredibilmente piacere, tanto che il cazzo velocemente mi diventa come l'acciaio. Il ragazzo lo sente nella mano. Me lo guarda dritto e scappellato. Si abbassa e inizia a leccarmi la cappella. Poi dolcemente me lo prende tutto in bocca. Parte un pompino lento e dolce. A questo punto il piacere ha preso prepotentemente e totalmente il sopravvento sull'ultima remora di disgusto. Sembra incredibile per me convinto eterosessuale, ma provo la stessa goduria di quando sto con Alla.
Il pompino che mi sta facendo è sempre più godurioso. Io ho perso ogni minimo freno inibitorio e inizio ad accarezzargli quella pelle liscia e bianchissima. Così Duilio, staccando la bocca dal mio cazzo, mi fa: “Dai baciami e leccami tutto...come faresti con Alla...muoviti schiavo!”
Io: “Si padrone...”. Quindi mi metto su di lui e inizio ad alternare bacetti e leccatine partendo dal collo e scendendo lentamente verso sotto. Gli succhio quell'accenno di tette e scendo fino al cazzo. Non male come dimensioni per essere un effeminato. Ce l'ha duro, scappellato, tesissimo e odora di qualcosa di buono che non so descrivere. So che, anche qui incredibile, mi piace. Per la prima volta, infatti, mi trovo a leccare un cazzo. Glielo succhio pure. Duilio è talmente eccitato che al primo succhio non resiste, così menandoselo velocemente con con una mano e con l'altra bloccandomi la testa affinchè il cazzo mi resti tra le labbra, sborra prepotentemente nella mia bocca. Dovrebbe farmi schifo, ma incredibilmente mi piace.
Il ragazzo vistosamente soddisfatto mi fa: “Ottimo mio schiavetto...ottimo...ingoia la mia sborra...bravo...ma non pensare sia finita qui...il tuo padrone ha ancora tanta voglia del suo schiavetto obbediente e sottomesso...”.
Quindi ritorna a spompinarmi alla stessa maniera di prima. Questa situazione continua a piacermi da impazzire. Duilio è fantastico a lavorarmi il cazzo con bocca e mano, sembra Alla...o forse pure meglio! Così sto per esplodere pure io, ma Duilio, sul più bello, si ferma. Guarda il monitor del pc dove sta scorrendo un video dove un uomo sta sodomizzando un ragazzo, e mi ordina: “Inculami anche tu...così!”
Si mette alla pecorina mostrandomi il suo culone bianco e morbido: “Inculami anche tu a sbattermi...sbrigati schiavo!” . Io eseguo. Mi metto dietro di lui e cerco di penetrarlo. E' dura, perchè il buco è ancora vergine, così glielo dico: “Padrone è stretto...potrei farti male...”
Ma lui: “Vai lo stesso...sfondami, voglio perdere la verginità del mio culo...ubbidisci schiavo!”
Lo accontento. Lo sfondo quel tanto che basta per fargli entrare metà del mio cazzo. Lui, prima si fa male e poi prova piacere, infatti mentre lo sbatto, si masturba. Io, dopo un po' che lo scopo, gli sborro dentro. Lui subito dopo, sul cuscino che ha sotto.
Esausto e soddisfatto, Duilio si stende sul letto. Mi guarda e tutto contento mi fa: “Ho perso la verginità del culo...fantastico...e bravo il mio schiavetto...adesso sai che fai?...mentre mi rilasso e mi riprendo, mi vai a leccare i piedi...muoviti!”
Io rimango un attimo interdetto, poi gli rispondo: “E' stato bello padroncino mio...lo ammetto...non me lo aspettavo...però, ti prego...leccarti i piedi no...non me lo puoi chiedere...”
Duilio: “Ma infatti io non te lo sto chiedendo...te lo sto ordinando e tu non sei nelle condizioni di poterti rifiutare, lo sai vero?...quindi sbrigati...voglio che mi lecchi i piedi non sento ragioni...ubbidisci!”
Non mi rimane altro che eseguire. Mi metto in ginocchio ai piedi del letto e inizio. Comincio a leccare la pianta e poi tre le dita del piede accavallato all'altro, fino a quando Duilio non lo alterna in modo che faccio lo stesso all'altro. Fortunatamente anche i suoi piedi hanno poco di maschile e fanno un buon odore. Così che inizio provare piacere a leccarglieli. Tanto che il cazzo mi è tornato duro. Anche qui torno a domandarmi cosa mi stia succedendo. Io eterosessuale attratto solo dal sesso cosiddetto normale, sto provando uguale piacere in questo gay e sadomaso.
Immerso in questi pensieri e impegnato a leccare con passione, mi accorgo che Duilio si sta nel frattempo masturbando guardandomi umiliato ai suoi piedi: “Oh si...schiavo...lecca...lecca i piedi del tuo padrone...si...si...oh sii... “. Poi improvvisamente mi fa: “Basta adesso...vieni qui...voglio il tuo cazzo in bocca...sbrigati!”
Mi alzo e mi metto in posizione col cazzo eretto davanti la sua faccia. Duilio, sollevandosi quel tanto che basta, me lo prende in bocca e parte col pompino mentre continua a masturbarsi. Ciuccia e lecca fino a quando sborra a schizzo. Poi con una mano fa venire pure me sulla sua faccia.
Ovviamente non finì li quel pomeriggio. I nostri incontri continuarono, senza intralciare quelli che avevo con Alla e devo ammettere che grazie a lui scoprii che sta cosa mi arrapava ancor di più, alternare sesso etero con quello gay sadomaso era fantastico. Duilio, dal canto suo, era sempre più porco e depravato quando stava con me. Ogni occasione era buona per soddisfare le sue insaziabili voglie di cazzo e dominio. Quando, ad esempio, era in macchina con me, mi ordinava di trovare qualche stradina o piazzola di sosta nascosta in modo da poterci appartare e lì mi tirava fuori il cazzo e me lo succhiava. Oppure certe mattine, nei giorni in cui il padre era fuori per lavoro, si svegliava presto, mentre Alla dormiva beatamente (del resto la signora non si alzava mai prima delle undici, mezzogiorno), mi chiamava nella sua stanza con la scusa di un caffè e li mi faceva stendere accanto a lui nel letto, ma con la testa dalla parte dei piedi in modo che si divertiva a mettermeli in faccia mentre, prima si masturbava lui e poi masturbava me.
Insomma da quel pomeriggio iniziò per me una vita più intensa, ma inaspettatamente goduriosa e, dunque, decisamente più appagante.
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