Inferno o paradiso Terzo episodio

di
genere
dominazione

Filippo continuava a guardare estasiato le tre splendide creature che si erano
da poco materializzate davanti ai suoi occhi e che si avvicinavano a lui.
Ridevano e scherzavano tra di loro e sembravano decisamente ubriache
“ Aiutatemi per favore, sono ferito” disse loro appena le tre fanciulle furono
vicino a lui. Ora poteva vedere i loro volti che erano assolutamente
proporzionati al loro corpo statuario: erano meravigliosi. La ragazza bionda
con i capelli corti si inginocchiò di fronte a lui accarezzandogli il viso
“ E tu che ci fai qua?” Filippo respirò profondamente. Parlava italiano anche
se aveva un accento strano. Poteva sentire il profumo della pelle di quella
donna straordinariamente bella anche se mescolato con l'alito che sapeva di
alcool
“ Ho avuto un incidente con la macchina. Non riesco a camminare”
“ Oh poverino! E la macchina dov'è? Non ho notato nessun incidente nei
paraggi. E dimmi, sei straniero? Non parli bene la mia lingua”
“ Io..... non capisco più niente. Sono romano, non sono straniero”
“ Davvero? Non si direbbe” rispose la ragazza guardando le sue amiche, poi
proseguì rivolgendosi proprio alle altre due “Che facciamo ragazze?”
“ Io un'idea ce l'avrei” rispose la bionda con i capelli lunghi “ma lo vedete
che pezzo di ragazzo? Io non ho nessuna intenzione di lasciarmelo sfuggire.
Livia tu vai a prendere la siringa che io lo porto in un posto più nascosto”
Livia, la ragazza mora incrociò lo sguardo della bionda con i capelli lunghi
che nel frattempo si era abbassata ad ammirare quel ragazzo straniero
“ Non vorrai mica....No Cornelia, secondo me sei matta. Mica vorrai lasciare
la macchina in bella vista. Se passa qualcuno...”
“ L'auto è mia, sono problemi miei. Tu fai come ti pare. E tu Giulia ci stai?”
“ Ci sto eccome!” rispose seccamente Giulia, la bionda con i capelli corti
Filippo faceva fatica a capire. Era evidente che stavano parlando di lui ma
non riusciva a capire tutto ciò che dicevano a causa del loro dialetto
strano. Ma la cosa più strana era il modo in cui lo guardavano. Gli era
capitato un paio di volte che una ragazza lo guardasse di sottecchi, ma quelle
tre lo fissavano in un modo in cui nessuna donna lo aveva mai guardato.
Sembrava lo sguardo che avevano lui e i suoi amici quando s'imbattevano in una
bella ragazza: la spogliavano con gli occhi. E se questo non fosse stato
incredibile, sembrava che quelle tre bellissime ragazze stessero facendo
altrettanto con lui. Cornelia si chinò di nuovo verso Filippo
“ Sei capitato nel posto sbagliato mio bel ragazzo” La giovane donna mise le
mani sotto il corpo del ragazzo, lo sollevò come se niente fosse e
contemporaneamente alzandosi anche lei si rivolse a Giulia “Vai a prendere la siringa. Presto!”
“ Ci vado io” intervenne Livia, la mora, sorridendo “Non vi lascio divertire
da sole”
Filippo si sentì sollevato da due mani che parevano d'acciaio. Sembrava
assurdo ma quella ragazza lo stava portando in giro per la pineta facendogli
un male tremendo alla spalla ferita
“ Ma che cazzo fai?” urlò con disappunto “Ma come cazzo fai a tenermi in
braccio? Mettimi giù!”
Cornelia sorrise vedendo come si agitava il ragazzo
“ Ma guardalo che temperamento! Mi piacciono i maschietti ribelli, mi fanno
divertire di più”
Filippo cercò per tutto il tragitto di divincolarsi ma le braccia della
ragazza erano impensabilmente forti e ad ogni suo strattone rispondeva
stringendo ancora di più la morsa fino quasi a togliergli il respiro. Dopo un
centinaio di metri Cornelia si fermò e adagiò Filippo sul terreno
“ Ora ci divertiremo io e te e poi farai divertire anche le mie amiche” disse
la bionda accompagnando la frase con un ceffone che fece vibrare la testa di
Filippo. Ma che stava succedendo? Il ragazzo cominciava ad essere spaventato,
non certamente da quello che aveva intuito stesse per accadere. Doveva esser
un sogno. Tre bellissime ragazze che volevano violentarlo. Il sogno erotico di
milioni di maschi. Era spaventato perché quella che chiamavano Cornelia
possedeva una forza degna di Wonder Woman e lui non era neanche in condizione
di difendersi, ammesso che ne avesse la possibilità, e tantomeno di scappare
con quel ginocchio fuori uso. Ora Cornelia le stava sopra e cominciò a
baciarlo e ad accarezzarlo ma nello stesso tempo gli teneva i polsi con forza
causandogli un dolore insopportabile
“ Non così, vi prego ragazze” urlò di nuovo Filippo. Cornelia non poté fare a
meno di constatare quanto coraggio avesse quel bel ragazzo che invece di
piangere e frignare come avrebbe fatto chiunque, le teneva testa, ma questo la
spinse ad essere ancora più violenta. Lasciò per un attimo il polso che
teneva con la mano destra e diede uno schiaffo ancora più violento a Filippo
che sobbalzò violentemente
“ Piano Cornelia, altrimenti lo ammazzi e addio divertimento” intervenne
Giulia “Dai, facciamogli la puntura e scopiamocelo”
Filippo vide la ragazza chiamata Giulia chinarsi su di lui e con una forza
smisurata strappargli i jeans riducendoli a brandelli. "Oh mio Dio, ma dove
sono capitato? " pensò con crescente preoccupazione il ragazzo. Ora sapeva
che anche la seconda ragazza aveva una forza erculea. Se solo avessero voluto
fare sesso in maniera normale sarebbe meraviglioso. Con i baci di Cornelia si
era già eccitato considerevolmente ed aveva una voglia pazzesca di fare
l'amore con ognuna di quelle ragazze che possedevano una bellezza oltre l’immaginabile. Giulia nel frattempo rimase di sasso. Strappandogli i pantaloni si era resa conto che il ragazzo aveva un'erezione e questo non era normale
“ Ehi ragazze, guardate qua! Questo è già pronto” Tolse anche i boxer e
l'erezione di Filippo venne fuori in tutta la sua maestosità. Anche Cornelia
e Livia rimasero sbigottite
“ Non ha importanza” fece Cornelia dopo qualche secondo “Qualcuna deve averlo
preparato e noi ora ce lo godiamo. Vai Giulia comincia tu, fatti questo bel
bocconcino”

Marzia si inoltrò nella pineta. Sentiva delle voci in lontananza e si fece
guidare da quelle. Poi finalmente vide e la scena la disgustò. Tre femmine
stavano per violentare un povero ragazzo. Per fortuna che aveva deciso di
lasciarsi guidare dall'istinto e ora poteva impedire quell'abominio. Prese la
pistola in mano ed uscì allo scoperto
“Ferme, polizia” urlò. Le tre ragazze ci misero un paio di secondi a capire
cosa stesse accadendo, prese com'erano dall'estasi sessuale che stavano
pregustando, poi videro la figura della donna armata e si resero conto.
Alzarono le mani all'unisono. Cornelia si avvicinò alla poliziotta
“Senta, stavamo solo scherzando. Era solo un gioco” disse la bionda in tono
mesto ma appena fu a tiro si avventò contro la poliziotta dandole un pugno
che avrebbe ucciso un elefante. Marzia però era allenata e sapeva lottare
come poche. Parò facilmente il colpo di Cornelia e ne sferrò uno a sua volta
che colpì la bionda in pieno volto frantumandole la mascella e mandandola
diversi metri indietro. Anche le altre due approfittarono dell'occasione
gettandosi addosso a Marzia che perse la pistola nella lotta. Ma a Marzia
bastavano le mani. Era sempre stata la prima in accademia in ogni tipo di
lotta e le bastarono pochi secondi per aver ragione delle due. Le tre
violentatrici ora giacevano a terra svenute e Marzia riprese la pistola che le
era caduta per terra. Filippo aveva assistito a tutta la scena sbigottito.
Quelle tre ragazze che sembravano dotate di una forza mostruosa erano state
messe ko con una facilità irrisoria dalla nuova venuta. E quanto era bella
anche lei. Doveva essere alta almeno un metro e novanta centimetri, aveva
lunghi capelli castano chiari raccolti a coda di cavallo che nella scena di
lotta faceva ondeggiare a destra e sinistra e un fisico strepitoso. Il viso
era semplicemente meraviglioso anche senza un filo di trucco con due occhi
verdi talmente luminosi che sembravano illuminare la scena. Indossava una
specie di tailleur giacca e pantalone di uno strano tessuto elastico ma i
pantaloni erano aderentissimi tanto da sembrare cuciti addosso. Quel che era
certo era che Filippo non aveva mai visto una donna vestita così. Anzi, non
aveva mai visto una donna così. Sopra a quello strano e sensuale tailleur la
donna indossava un cappotto che la copriva dal freddo sempre più pungente.
Vide la sconosciuta che appena dopo aver raccolto la strana arma che le era
caduta durante la colluttazione la puntava verso una delle tre donne svenute a
terra. La donna fece fuoco colpendo in pieno il corpo della sventurata che
sussultò e si riadagiò sul terreno. Non era stato un vero e proprio colpo di
un'arma da fuoco. Sembrava come se un fulmine fosse uscito dall'arma. Si
avvicinò poi verso le altre due ripetendo l'operazione per avvicinarsi infine
verso di lui sempre con la pistola in mano. Filippo pensò che stavolta fosse
finita per lui. Quella donna tanto bella quanto crudele aveva appena ucciso
tre donne a sangue freddo e ora sembrava che fosse giunto il suo momento. Ma
era vero quello che aveva appena vissuto o si trattava di un sogno? Tutto
sembrava così irreale tranne il dolore che lo perseguitava. Donne bellissime,
altissime, tutte dotate di una forza immensa. Ma dov'era capitato? Aveva una
sola certezza ormai. Quello non era il suo mondo. Appena vide le tre
bellissime fanciulle aveva pensato che quello fosse il paradiso e invece
doveva trattarsi dell'inferno con delle diavolesse tanto belle quanto crudeli
“ La prego, non mi uccida” chiese disperatamente alla donna che ormai era
dritta sopra di lui
Marzia guardò quel bellissimo ragazzo quasi completamente nudo che parlava in
modo strano. Povero ragazzo, era in evidente stato di choc. Mise la pistola
nella fondina all'interno della giacca, si tolse il cappotto e lo depositò
sopra Filippo coprendo le sue nudità. Si chinò accarezzando il ragazzo
“ Tranquillo, nessuno vuole ucciderti” gli disse cercando di calmarlo “Io sono
della polizia e ora telefono ad un'ambulanza in modo che tu possa essere
curato. Ora però dobbiamo ritornare vicino alla strada” Marzia parlava
scandendo le parole per farsi capire bene da quello che considerava uno
straniero. Notò anche la siringa ancora piena e si rassicurò pensando che
era giunta appena in tempo per evitare il peggio.
Filippo ancora una volta non capiva quello che stava accadendo. Aveva visto
quella donna colpire con la sua arma le tre ragazze e ora si presentava come
una poliziotta
“Ma quelle tre allora? Non sono morte?” Obiettò il ragazzo
Marzia scoppiò a ridere
“ Ti ho appena detto che sono della polizia e una poliziotta non uccide nessuna
donna. Le ho solo colpite con una scarica elettrica. Sono svenute e dormiranno
per otto ore in modo che noi abbiamo tutto il tempo per chiamare i soccorsi
senza paura che possano scappare” La commissaria prese infatti il telefono
dalla tasca della giacca e telefonò al suo commissariato in modo che
inviassero al più presto un'ambulanza e una pattuglia ed infine si
riavvicinò a Filippo, lo sollevò da terra con una facilità irrisoria e si
diresse in direzione della strada. Era la seconda volta in pochi minuti che
Filippo veniva portato in braccio da una donna ma stavolta la cosa non era
affatto dolorosa come lo era stata nella prima occasione. Marzia era delicata
e stava attenta a non fargli male e Filippo provò una sensazione intensa e
piacevole. Si sentiva al sicuro, protetto da quelle braccia femminili eppure
allo stesso tempo fortissime. Il ragazzo mise il braccio sinistro, quello
integro, al collo della donna, mentre il destro, quello dolorante, lo poggiò
sul proprio petto. La commissaria portò in braccio Filippo fino al punto dove
si trovava prima di incontrare le tre violentatrici, a pochi metri dalla
strada e dalle due macchine e per tutto il tragitto fu stravolta dal contatto
con quel maschio che la eccitava come non le era mai accaduto in vita sua.
Depositò delicatamente il ragazzo sul terreno facendo bene attenzione a non
causargli altro dolore. Filippo nel frattempo continuava ad essere più
confuso che mai mentre la bellissima donna dotata di forza sovrumana lo
guardava con desiderio, cosa che lo metteva a completo disagio. Era così che
si sentiva una bella donna quando lui la guardava? Un misto di compiacimento
e imbarazzo? Marzia notò l'espressione del giovane e cercò di distogliere
lo sguardo. In quel momento non era più una donna ma una poliziotta
nell'esercizio delle sue funzioni che doveva capire come fosse capitato quel
giovane straniero in quel posto. E' vero che la commissaria aveva per le mani
un caso ben più importante da risolvere ma si convinse che doveva innanzi
tutto cercare di capire se quelle tre donne che ora dormivano in mezzo alla
pineta fossero coinvolte nei casi di omicidio sui quali stava indagando. Del
resto, se non fosse intervenuta in tempo forse lo straniero avrebbe potuto fare
la stessa fine degli altri che erano stati prima violentati e poi barbaramente
uccisi. Sapeva benissimo che la modalità era completamente diversa e che
quella era una scusa per aver modo di poter rivedere quel ragazzo, ma ormai
aveva deciso. Doveva fare il suo lavoro e cominciare ad interrogare il giovane
per capire
“ Ora con calma cerca di ricordare tutto quello che è successo” disse Marzia a
Filippo prendendogli le mani per rassicurarlo “E stai tranquillo. Quelle tre
non ti faranno più del male. Io non lo permetterò”

Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2023-04-30
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