Inferno o paradiso Diciassettesimo episodio

di
genere
dominazione

Marzia osservò gli altri commensali seduti al suo tavolo e non poté fare a meno di pensare che la vita a volte è proprio buffa. Negli ultimi anni aveva avuto due vite completamente diverse tra loro: quella professionale densa di successi e di riconoscimenti e quella privata, irta di difficoltà soprattutto sul lato sentimentale. Aveva avuto alcuni maschi, anche piuttosto carini, ma nessuno di loro aveva mai fatto breccia nel suo cuore e le aveva mai fatto provare quello che stava assaporando in quel momento con Filippo. Stavano insieme da soli tre giorni, eppure le sembrava di non poterne fare più a meno. Non vedeva l’ora di tornare dal lavoro per poterlo rivedere, portarlo in giro orgogliosa di stare accanto ad un ragazzo così carino, le piaceva ricoprirlo di regali e vedere la meraviglia nei suoi occhi, tenerselo tra le sue braccia, ma soprattutto adorava fare l’amore con lui, un amore così diverso rispetto a quello al quale era abituata. Era un amore passionale, pieno di risvolti impensabili per lei solo fino a qualche giorno prima. Pensò che le donne dell’altro universo non dovevano essere così sfortunate in fondo, se potevano assaporare la meravigliosa sensazione di essere desiderate sessualmente, oltre che a desiderare. Ma quella sensazione nel suo mondo era morta cento anni prima. Certo, credeva ancora fermamente nel dominio femminile sul maschio, ma dal lato sessuale la parità non era disprezzabile, anzi, era senz’altro più eccitante. Insomma, ormai non poteva più mentire a se stessa, era innamorata di Filippo e questo la rendeva estremamente felice. Ma questa felicità era in contrapposizione proprio con il sua lavoro che invece non andava proprio a gonfie vele. Aveva avuto addirittura delle pressioni dai piani alti per risolvere al più presto il caso dell’assassina seriale e questa intromissione non le era andata proprio a genio. Che venissero loro a fare questo lavoro se pensavano che fosse così facile. Malgrado le tracce lasciate in abbondanza dall’assassina, non erano riuscite a dare un volto e un nome a quella maledetta. Il suo gruppo stava comunque lavorando efficacemente giorno e notte per cercare di assicurare alla giustizia quella donna e ci sarebbero riuscite sicuramente, ma ci voleva tempo per scremare i nominativi delle proprietarie delle auto come quella vista sul luogo dell’ultimo delitto.
In quel momento però non le importava dei guai professionali, la cosa importante era il fatto che si trovava sorridente a cena con il suo amore e con le sue amiche più care. C’erano infatti Flavia, la dottoressa, sua amica del cuore, insieme al suo nuovo e probabilmente momentaneo ragazzo Cesare e Clelia, un’altra amica di lunga data con il suo fidanzato Attilio. Infine si era aggiunta la nuova amica Flaminia, la scrittrice ed intellettuale del gruppo. Cugina di Clelia era anche lei con il proprio uomo Virgilio. Era da parecchio tempo che non usciva insieme alle sue amiche, presa com’era dal lavoro, e far conoscere loro Filippo era una buona occasione per stare di nuovo tutte insieme. Perché naturalmente c’era anche lui, Filippo, che invece dal canto suo si sentiva un pesce fuor d’acqua. Marzia gli aveva ordinato di non interferire nei discorsi delle donne e di parlare solo se sollecitato, di non fare cenno con nessuno della sua provenienza ed eventualmente di mettere la scusante della perdita di memoria per ogni cosa sbagliata che avrebbe potuto fare. Gli aveva anche chiesto di cercare di stringere amicizia con gli altri ragazzi del gruppo. Ma era proprio questo il problema. Sia Cesare che Attilio e Virgilio erano lontani anni luce dalla sua mentalità. Tutto il loro interesse sembrava ridotto a come piacere alle donne, a come accontentarle e ad altre frivolezze del genere. Solo quando per un momento erano rimasti da soli, Attilio gli aveva chiesto se già avesse fatto sesso con Marzia, ma ovviamente Filippo aveva glissato. Non avrebbero mai potuto capire cosa significasse fare l’amore nella maniera in cui lo faceva lui. E poi, malgrado si trovasse in un mondo che, per certi versi, sembrava essere l’esatto contrario del suo, lui era pur sempre un gentiluomo, e non si sarebbe mai sognato di raccontare particolari erotici di un rapporto sessuale tra lui e la sua ragazza. Magari, come tutti i maschi del suo universo, avrebbe potuto raccontarne a iosa su un rapporto occasionale, dilungandosi anche con particolari scabrosi, ma se il rapporto era serio il discorso sul sesso diventava un tabù. E questo con Marzia non era certo un rapporto occasionale. Strano, almeno per lui certamente, su questo non si poteva eccepire, ma sicuramente non occasionale.
Guardò di nuovo i tre ragazzi al suo fianco. Erano tutti e tre molto giovani, intorno ai 23 o 24 anni e questo gli aveva fatto capire che anche in questo caso c’era un ribaltamento dei ruoli rispetto a quello che avveniva nel suo universo. Qui erano le femmine più mature a cercare maschi più giovani di loro, visto che Marzia aveva 27 anni, due delle amiche avevano un’età di poco inferiore ai trent’anni e Flaminia, la scrittrice, li aveva superati abbondantemente avendo asserito in un discorso precedente di averne 34. Gli uomini avevano un volto rasato e liscio come quello di un bambino ed in alcune movenze erano anche leggermente effeminati. Aveva notato questa caratteristica anche negli altri maschi che aveva incontrato e se questi tre erano il prototipo della gioventù maschile, era ovvio che lui, maschio vero, spiccava sopra di loro e non solo in altezza. Tra l’altro i tre ragazzi dovevano essere considerati piuttosto alti per lo standard esistente visto che Virgilio ad esempio, sfiorava il metro e settanta centimetri e gli altri due erano intorno al metro e 65. In ogni caso si sentiva a disagio, aveva timore di sbagliare e questo lo rendeva particolarmente nervoso. Quindi, malgrado la richiesta di Marzia, faceva fatica a dialogare con gli altri tre ragazzi, preferendo ascoltare i discorsi delle donne che reputava di gran lunga più interessanti. Era soprattutto Flaminia, la scrittrice, a tenere banco e a intavolare i discorsi. Aveva parlato di se stessa e dei suoi libri, ma poi aveva spostato l’interesse anche sulle altre due amiche di Marzia cercando di informarsi sulle ultime novità che riguardavano il loro lavoro e ora guardava la commissaria che fino a quel momento era stata ad ascoltare piuttosto rilassata
“ Ma insomma Marzia, raccontaci qualcosa anche tu. Fai un lavoro talmente interessante che sicuramente avrai un sacco di cose da dirci. Oppure l’amore ti ha tolto la parola”
“ No, assolutamente” rispose la poliziotta “A dir la verità non è che in questo momento abbia molto da dire. Sono felice e non so dire altro. Per quanto riguarda il mio lavoro, non crediate che sia un continuo inseguimento alla cattiva di turno. Spesso è solo un lungo e noioso lavoro d’ufficio”
“ Ah, che sei felice si vede da lontano. Hai uno sguardo tutto particolare. Lo stesso che ho io ogni volta che mi innamoro. Ma io mi riferivo al tuo lavoro che non è solo un lavoro d’ufficio. Sappiamo benissimo tutti che stai indagando su quell’assassina seriale di cui parlano tutti i giornali e le televisioni. Dai, fai uno sforzo e raccontaci qualche particolare. Chissà, forse ci potrei scrivere un libro su questa storia”
“ Non c’è molto da dire in questo momento. A parte il fatto che le indagini sono coperte dal segreto e se mi faccio scappare qualcosa d’importante la giudice è capace di togliermi il caso e di mandarmi a dirigere il traffico, posso solo dirti che stiamo lavorando sodo e che non ci sfuggirà. Su questo sono pronta a giocarmi la carriera”
“ E la scomparsa di quella coppia? C’entra qualcosa secondo te?”
“ Su questa sparizione non sono io a condurre le indagini, quindi non posso esprimermi. Posso solo dirti che in questo momento non c’è alcun collegamento tra i due casi. E’ chiaro che sulla sparizione della poliziotta e di suo marito siamo solo all’inizio delle indagini. Potrebbe essere una scomparsa volontaria o chissà cos’altro. Se man mano le mie colleghe dovessero trovare qualche punto di contatto col mio caso, vorrà dire che attiveremo una collaborazione tra i due commissariati”
Filippo pur con una certa difficoltà era riuscito a comprendere il senso del discorso e lo trovava piuttosto affascinante. Quello era un giallo in piena regola e dimenticò per un attimo gli ordini che gli erano stati impartiti e si tuffò nel discorso
“ Forse un collegamento potrebbe esserci- disse interrompendo le due donne “Può darsi che l’assassina ha cambiato e....”
Marzia distolse lo sguardo da Flaminia e fulminò Filippo
“ Come ti permetti di interromperci? Ti avevo avvertito che dovevi rimanere al posto tuo. Quando saremo a casa avrai la punizione che ti meriti” Marzia aveva parlato con voce molto dura e si vedeva che era piuttosto irritata.
Filippo si guardò intorno cercando inutilmente comprensione, ma poi si rese conto di averla fatta grossa. Erano solo tre giorni che si trovava in questo posto strano ma era un ragazzo intelligente e aveva compreso immediatamente in che modo ci si doveva comportare. Però non era facile cancellare in pochi giorni le abitudini di una vita e si era lasciato prendere la mano. Cercò subito di rimediare
“ Le chiedo scusa signorina Marzia e chiedo scusa a voi tutte. Probabilmente non mi sono ancora rimesso dall’incidente che mi ha fatto perdere la memoria e a volte mi sento confuso” Il ragazzo attese con trepidazione l’evolversi della situazione. Marzia la guardava adirata e sapeva benissimo di averle fatto fare una brutta figura davanti alle sue amiche. Il potere di una donna in questo universo si misurava anche con il comportamento del suo uomo. Più era umile e accondiscendente e più una femmina era considerata agli occhi delle altre donne e ora si sentiva stranamente in colpa per essersi comportato in maniera tale da poter far giudicare Marzia una donna debole e non in grado di far rigare dritto il suo fidanzato. Dopo qualche secondo di silenzio fu Flaminia ad accorrere in suo aiuto
“ Devo dire che il tuo ragazzo è un tipo veramente particolare, Marzia. E devo dire anche che sembrava che stesse dicendo delle cose interessanti. Con il tuo permesso vorrei che continuasse. Mi piace ascoltare l’opinione dei maschi ogni tanto. E poi quest’uso del latino antico denota una cultura decisamente anomala per un maschio. Peccato che a causa della perdita di memoria non ci possa dire come abbia imparato certe cose”
Filippo si sentì un po’ sollevato e attese che Marzia gli desse il permesso di continuare ed appena la poliziotta lo fece, proseguì nel suo discorso
“ Io.... vi chiedo scusa nuovamente. Non so come abbia potuto imparare certe frasi. Forse l’ho sentite dire e poi le ho soltanto ripetute. Sicuramente non ho mai potuto studiare latino antico “mentì il giovane “Per tornare a quell’assassina, volevo dire che potrebbe aver cambiato le sue abitudini. La sua è chiaramente una sfida alla polizia e se per caso ha avuto modo di incontrare la poliziotta con suo marito potrebbe averli aggrediti solo per il gusto di farlo oppure per provare un brivido maggiore. In questo caso ci troveremmo di fronte ad una specie di evoluzione dei delitti” Le quattro donne rimasero a bocca spalancata ad ascoltare quello strano ragazzo che parlava in maniera insolita, con una cadenza a loro sconosciuta ma che diceva cose estremamente logiche. Flaminia soprattutto sembrava affascinata dalle idee del ragazzo.
“ Però.... Non mi sembrano proprio idee da scartare a priori. Non è vero Marzia?” La poliziotta rimase per un attimo spiazzata. Aveva pensato anche lei ad una eventualità del genere ma, non avendo avuto il permesso di indagare sulla sparizione della coppia, era rimasta frenata nell’ampliare le indagini anche in quella direzione. Ma quello che la meravigliava era il fatto di provare una strana sensazione di orgoglio nel vedere il suo ragazzo affrontare certi discorsi impegnativi così brillantemente. Certo, lei sapeva che Filippo era un ragazzo diverso dagli altri e pieno di sorprese, e questo la turbava un pochino, ma al contempo ne era entusiasta
“ Quelle sostenute dal mio fidanzato sono possibilità che non abbiamo ovviamente trascurato neanche noi della polizia” rispose infine Marzia
“ Era il minimo da fare” riprese Flaminia che ormai sembrava aver preso il possesso della serata. Stette un attimo in silenzio poi si rivolse di nuovo a Filippo “E tu hai qualche idea anche sul perché una donna di un Paese evoluto come il nostro si mette a fare scempiaggini del genere? Cosa la porta a fare certe azioni riprovevoli?”
“ Posso fare soltanto delle ipotesi” rispose il giovane compiaciuto dell’importanza che la scrittrice gli dava “Naturalmente è difficile se non impossibile entrare nella mente di una psicopatica, ma credo che deve avere avuto un grosso trauma che l’ha sconvolta. Forse il ragazzo di cui si è innamorata l’ha rifiutata, oppure può avere avuto un lutto che le ha fatto perdere la testa. O forse più semplicemente una delusione lavorativa, magari un licenziamento “Ancora una volta Marzia rimase piacevolmente colpita dalla brillantezza del suo ragazzo. Niente a che vedere con gli altri ragazzi del gruppo nettamente inferiori intellettualmente a Filippo. Forse era vero che si stava per laureare, che nel suo mondo i maschi avevano interessi diversi rispetto a quelli ai quali era abituata. Però ora stava tirando troppo la corda e doveva intervenire
“ Ora basta Filippo, sei intervenuto anche troppo in discorsi impegnativi e femminili. Non ti do più il permesso di partecipare ai nostri dialoghi. E voi ragazze la finite di parlare di lavoro? Siamo a cena tutte insieme dopo tanto tempo, cerchiamo di rendere la serata piacevole e rilassante” concluse la giovane poliziotta
scritto il
2023-05-31
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