Dominazione mortale Diciottesima parte

di
genere
dominazione

Chiedo scusa a tutti ma questo in realtà è il diciottesimo episodio di Inferno o paradiso. Purtroppo non posso correggere il titolo e il danno ormai è fatto ma inserendo questa postilla in testa all'episodio forse sarà più visibile la correzione.
Mi scuso ancora con tutti per l'errore di distrazione.


Le parole di Marzia furono prese alla lettera e la sera proseguì in maniera leggera e divertente. Usciti dal locale e dopo essersi salutate, ogni coppia se ne andò per la propria strada. Marzia prese amorevolmente la mano di Filippo incamminandosi verso la propria auto, ma quando furono lontani da occhi indiscreti iniziò a stringere un poco la mano del suo ragazzo, ma quel poco bastò per far provare a Filippo un dolore intenso. Gli sembrava che il suo arto fosse finito in una morsa d’acciaio dalla quale era impossibile sfuggire, anche se in realtà Marzia usava solo una piccola parte della sua forza
“ Mi sta rompendo la mano signorina Marzia” piagnucolò il ragazzo “la prego, mi lasci”
“ Odio farti del male, non mi diverte affatto. Ti ho già detto che sono contraria alle donne che usano la loro superiorità per picchiare i loro uomini, ma questa volta ti stai meritando la lezione. Devi imparare a stare al tuo posto e non ti devi azzardare a farmi fare una figura del genere davanti ad altre persone. La prossima volta che oserai intrometterti in cose che non ti riguardano sarò costretta a prendere provvedimenti più pesanti, Chiaro?”
La donna aveva parlato con un tono di voce tranquillo e per nulla arrabbiato. Sapeva che l’istinto del ragazzo lo aveva portato a fare una cosa che a nessun altro maschio sarebbe mai passata per la testa, ma sapeva anche che non l’aveva fatto apposta. Era un ragazzo diverso, nel bene e nel male, e lei adorava quelle diversità. Voleva solo ricordargli quali fossero i ruoli da tenere e Filippo cominciò a rendersi conto di cosa significasse essere un maschio in quel mondo. Il dolore lo stava facendo contorcere come se un boa lo avesse imprigionato nelle sue spire e maledì mille volte la sua curiosità che lo aveva portato ad intromettersi in cose che non dovevano riguardarlo. Grosse lacrime cominciavano a scorrergli lungo le guance mentre la mano della sua bellissima fidanzata teneva ancora saldamente la sua. Guardò implorante gli occhi verdi di Marzia
“ Si certo signorina. Mi perdoni, non l’ho fatto apposta. Non è facile per me abituarmi a vivere in questa maniera” La commissaria rallentò la stretta sulla mano del ragazzo fino a tenergliela solamente tra la sua senza fargli ulteriormente del male, mentre con l’altra gli accarezzò dolcemente il viso.
“ D’accordo. Sei perdonato. So che per te è difficile, ma devi imparare a comportarti in maniera adeguata. Anche per me è complicato vivere con un ragazzo che ha una mentalità contrapposta a quella di tutti gli altri maschi. Ma qui si vive in questa maniera e te lo devi mettere bene in testa. Io ti amo ma malgrado tutto il mio amore non posso accettare che il mio ragazzo vada oltre certe regole e soprattutto che non obbedisca a un mio ordine, qualunque esso sia” Filippo accettò il rimprovero con la consapevolezza di chi sa di meritarlo. Sapeva perfettamente che non aveva altra possibilità se non quella di chinare il capo e adeguarsi a quella che ormai era la sua realtà. Non sarebbe servito a niente qualunque altro tipo di comportamento. Reagire sarebbe stato un suicidio considerando la differenza spropositata di forza a favore di Marzia. Anche scappare sarebbe stato assurdo. Prima di tutto non sapeva dove andare e comunque sarebbe stato ripreso facilmente e restituito a Marzia che era la sua legittima “proprietaria”, anche se quella parola lo faceva rabbrividire. O peggio ancora, avrebbe trovato un’altra donna che lo avrebbe trattato ancora più duramente. E una fuga non avrebbe fatto altro che incattivire quella splendida giovane donna che, a modo suo, era perdutamente innamorata di lui. E poi, guardando in fondo a sé stesso, gli dispiaceva tutto questo? Non riusciva a dare una spiegazione neanche a sé stesso sul perché trovasse quella situazione particolarmente stimolante. E anche il suo cuore non era affatto immune dal provare sensazioni per lui completamente nuove. Era amore anche per lui? Non lo sapeva. D'altronde si conoscevano da pochissimi giorni, ma quello di cui era certo era che gli piacevano da morire i momenti che trascorreva insieme a lei, il sesso che da tre giorni facevano quasi senza tregua, ma soprattutto quella strana sensazione, assolutamente sconosciuta per lui fino al momento del loro incontro, di essere protetto e desiderato allo spasimo. Certo, non era completamente felice. Troppe cose gli mancavano della sua vita passata, ma non era neanche del tutto dispiaciuto di vivere in quel mondo. C’erano dei lati positivi a cominciare naturalmente dalla bellezza di Marzia. Anzi della sua perfezione. E’ vero che anche le altre femmine che aveva avuto modo di conoscere erano tutte statuarie e perfette, ma per lui quella donna che ora gli sedeva accanto nell’automobile era nettamente superiore a tutte.
Marzia stava per accendere il motore per tornare a casa. Non vedeva l’ora di farlo per poter fare l’amore con il suo ragazzo, ma prima doveva chiarire con lui un’altra cosa che non era riuscita proprio a digerire. Si avvicinò a Filippo e prima lo baciò lungamente e con passione, poi terminato il bacio prese il viso del suo fidanzato tra le sue mani
“ C’è un’altra cosa che ti devo dire. Non ti permettere mai più di osservare una donna dritta negli occhi come hai fatto oggi o saranno guai seri per te. Se una femmina ti guarda, e lo faranno in tante bello come sei, tu abbassi gli occhi e sfuggi al loro sguardo. E’ così che si comporta un bravo ragazzo ed è così che pretendo si comporti il mio fidanzato. Perché ricordati che tu sei mio. Adesso e per sempre” Filippo si limitò ad accennare un “si” con la testa. La sua fidanzata lasciò la presa sul suo viso e lo accarezzò dolcemente. Ormai sapeva che quella stessa mano che ora si muoveva lievissima sul suo volto, aveva anche una potenza distruttrice che non aveva eguali nel suo universo e Filippo si era chiesto spesso in quei tre giorni, da dove scaturisse tutta quella forza da donne che, a parte l’altezza, la bellezza e la mentalità dominante erano molto simili a tutte le altre che aveva conosciuto nel suo mondo. Non erano un ammasso di muscoli. Erano tutte dannatamente in forma ma erano longilinee e proporzionate. Più toniche di come poteva essere una modella dalle sue parti, ma estremamente femminili nelle movenze e incredibilmente sensuali nel loro modo di approcciarsi. I suoi pensieri però si persero completamente quando Marzia, smesso di accarezzarlo lo baciò di nuovo
“ Adesso andiamo a casa” fece la commissaria con un tono di voce che era tutto un programma per Filippo che gongolò. Tutto sommato valeva la pena obbedire alla sua donna se poi la ricompensa era quella che si apprestava a ricevere.

Patrizia osservò la coppia felice che rientrava a casa dopo aver sistemato l’auto nel garage privato. Erano tre giorni che seguiva con il suo vecchio furgoncino la donna di quello che ormai era diventato il suo obiettivo e si era resa perfettamente conto che quella donna era una poliziotta. Anzi, a dirla tutta era una commissaria, la commissaria Marzia Adriani. Era stata molto cauta nel seguirla e aveva anche racimolato diverse informazioni e quindi non aveva più dubbi. Chissà, forse era proprio lei l’incaricata delle indagini che la riguardavano. Ebbe un moto di stizza e si allontanò dal luogo. Strada facendo però il sorriso tornò a far capolino sul suo viso. Sarebbe andata fino in fondo. Ormai aveva preso la sua decisione. Avrebbe violentato e ucciso l’uomo della commissaria. La sua sfida personale con la polizia e con le istituzioni sarebbe proseguita ancora più violenta di prima ed era sicura che ancora una volta ne sarebbe uscita vincitrice.

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davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2023-06-02
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