I fantasmi del passato

di
genere
sentimentali

Lei è interamente nuda, come me del testo, e ha la sua testa sul mio petto. Abbiamo finito di fare sesso già da un quarto d’ora circa ma la sua vicinanza mi stimola. Lei se ne accorge e ride
“ No dai, abbiamo appena terminato”
“ E allora? Ho voglia nuovamente di te” le dico accarezzandola. Poi però mi faccio serio
“ Non vuoi?” Lei sorride di nuovo. Ha un sorriso dolce e tenero, quasi fanciullesco
“ Sì che ti voglio. Non ho mai voluto altro”
“ Sei sicura?”
“ Ti amo da sempre, Andrea, e quasi non mi sembra vero che stiamo qui insieme io e te. Vorrei che mi dessi un pizzicotto perché temo che stia sognando” Mi metto sopra di lei
“ Sono un idiota. Dimmelo che sono un idiota”
“ No Andrea, sei solo un maschio che ha sempre guardato lontano senza rendersi conto che vicino c’era qualcuno che non aveva occhi che per lui”
“ Come ho fatto a non rendermene conto?”
“ Come hai fatto tu a preferire me a lei”
“ Forse perché tu sei veramente ciò che cercavo. E lo sa anche lui” concludo indicando il mio pene che ormai è di nuovo dritto e preme sulla sua pancia. La voglio e sento che anche lei mi vuole. Ci baciamo, stretti, avvinghiati come se fosse un unico corpo e sento che per la prima volta nella mia vita sono felice. E ripenso a due mesi prima…

La festa era appena iniziata e mi guardavo intorno spaesato. Mi sembrava di non conoscere nessuno e invece erano tutte persone con le quali avevo diviso ben cinque anni della mia vita. Già, ma nel frattempo erano trascorsi altri dieci anni e del ragazzino timido che aveva frequentato il liceo era rimasto ben poco. Ormai ero un uomo di quasi trent’anni con diverse esperienze sentimentali alle spalle, un lavoro che mi rendeva indipendente e che mi regalava diverse soddisfazioni e quella festa dei dieci anni del diploma era un’occasione per rivedere i miei vecchi compagni di liceo. Quasi nessuno mi riconosceva e la cosa non mi meravigliava affatto. Sapevo di essere cambiato parecchio. Persino Alex, forse il mio compagno con il quale avevo più sintonia rimase esterrefatto
“ Andrea? Ma sei proprio tu?” Ci abbracciammo e ci raccontammo alcune delle nostre esperienze. Alla fine lo guardai
“ Lei non si è fatta vedere, a quanto mi sembra” Lei era Sofia, la ragazza della quale ero stato innamorato e che mi aveva rifiutato. Bella, stronza, montata come la panna che gusti dal gelataio ma che mi aveva fatto perdere la testa irrimediabilmente. Quanto tempo avevo sbavato nei suoi confronti? Praticamente per tutti e cinque gli anni del liceo fino a quando le chiesi di uscire e lei mi rise in faccia
“ Ma ti sembro il tipo da uscire con uno sfigato come te?” E già, all’epoca ero uno sfigato, un nerd complessato che aveva però trovato un briciolo di coraggio per manifestare il proprio amore nei confronti di una ragazza. Era l’ultimo anno e ci stavamo preparando per gli esami e all’epoca ero ancora magro come un chiodo, con i capelli lunghi, alto e dinoccolato. Ma erano altri tempi e me ne resi conto quando si avvicinò Barbara, una delle amiche più intime di Sofia per salutare Alex. Lo abbracciò e poi mi osservò. E non lo stava facendo in modo anomalo ma mi stava ammirando
“ Scusami ma non mi sembra di conoscerti. Non credo che anche tu sia un nostro ex compagno di classe. Non ti avrei dimenticato”
“ Ciao Barbara. Davvero non mi riconosci? Sono Andrea, quello dell’ultimo banco. Beh forse all’epoca ero quasi trasparente”
“ Oh madonna! Sei lo stesso Andrea che… Ma è incredibile. Cosa hai fatto? Sei diventato… Beh, insomma, sei un altro” Le sorrisi mentre mi prendeva sotto braccio salutando Alex che sembrava fare il terzo incomodo
“ Niente di particolare. Ho messo su un po’ di muscoli e mi sono rifatto il look” Mi sorrise
“ Quando ti vedrà Sofia si mangerà le mani. Spero che tu non sia ancora innamorato di lei perché ci sono tante donne che ambirebbero a fare la tua conoscenza in modo più approfondito”
“ Anche tu Barbara?” Scrollò le spalle
“ Perché no? Non vedo fedi al dito che ti potrebbero precludere la conoscenza di una donna”
“ Già. La festa è lunga però. Ora se permetti vado a salutare gli altri” Stronza pure lei. Non mi degnava di uno sguardo e adesso mi si porterebbe a letto volentieri. Possibile che tutto di debba ricondurre al mero aspetto fisico? Una come Sofia adesso ci starebbe stata con me? E come evocata dai miei pensieri, lei fece il suo ingresso trionfale nella sala. Dire che fosse bella non rappresentava bene le sensazioni che qualunque maschio presente alla festa aveva nei suoi confronti. Era una visione. Se da ragazza era bella, da donna era stupenda. Tutti le andarono incontro e lei salutò come avrebbe fatto una diva sul tappeto rosso. Poi però guardò nella mia direzione e la vidi parlottare con Carlotta, una di quelle ragazze che al liceo pendevano dalle sue labbra, Essere amica della ragazza più in vista della scuola rappresentava anche per lei un briciolo di luce riflessa. Fu lei ad avvicinarsi a me e ad abbracciarmi
“ Andrea, che piacere rivederti” Ricambiai quell’abbraccio
“ Vorrei poter dire la stessa cosa”
“ Non mi dirai che ce l’hai con me per quella cosa… Eravamo ragazzi. Dai, fammi compagnia a prendere qualcosa da bere e poi accompagnami fuori in terrazza a fumare una sigaretta” Mi afferrò per un braccio e fui quasi costretto a seguirla. Afferrò due drink e ne porse uno a me e quindi si diresse fuori dal locale dove c’era una terrazza che i fumatori sfruttavano per il loro vizio. Si mise seduta indicandomi la sedia vicino a lei. Mi misi seduto e la guardai. Indossava un abito corto rosa antico, aderente e abbastanza corto da mettere in mostra le sue gambe chilometriche avvolte in sensuali calze di seta. Il suo bellissimo viso era impreziosito da un make up perfetto con la sua bocca dipinta di rosso. E i suoi capelli biondi erano freschi di parrucchiere ed erano raccolti per lasciar scendere due ciocche ai lati del suo viso
“ Vedo che il tempo ti ha resa ancora più bella, Sofia”
“ A te il tempo invece ti ha completamente cambiato. Sei un’altra persona e sinceramente non ti avrei riconosciuto se Carlotta non mi avesse detto che eri proprio tu” Non replicai e vidi mentre si accendeva una sigaretta. Sofia ne approfittò per proseguire “E dimmi… Cosa fai nella vita?” Le risposi che facevo un lavoro che mi piaceva e ben retribuito e lei spalancò gli occhi “Quindi va tutto a gonfie vele. E ragazze? Scommetto che avrai la fila”
“ Ne ho avuta qualcuna ma rimango un nerd. Aver cambiato il mio aspetto fisico non significa che il mio carattere sia diverso. Rimango introverso e timido. Praticamente l’opposto di quello che hai sempre cercato tu”
“ Quando avevo 18 anni. Adesso non ti nascondo che mi intrigherebbe trovare un gran bel ragazzo timido e introverso”
“ Beh, il mondo è pieno di quel tipo di ragazzi. Ora se permetti vorrei rientrare” Mi osservò stupita ma non disse nulla. Avevo rifiutato le sue avances piuttosto nette e per lei doveva essere una novità ma il tempo cambia le persone. Dieci anni prima ero pazzo di una ragazza del genere mentre in quel momento mi dava quasi fastidio. Rientrai quindi nella sala e mi comportai nel modo più normale possibile anche se vedevo che Sofia ogni tanto volgeva lo sguardo nei miei confronti. Scambiai due parole un po’ con tutti e poi la notai. Elisabetta detta Betta. La ruota di scorta. Già, la chiamavano così. Non l’avevo riconosciuta inizialmente ma non poteva che essere lei. Al liceo era una delle meno attraenti ma adesso la potevo senz’altro definire carina. Alta sul metro e 65, aveva qualche chilo in più ma il suo viso era dolcissimo, forse anche a causa del fatto che non si era riempita di make up. Mi avvicinai
“ Ciao Betta. E’ bello rivederti” Ci scambiammo i due classici bacini
“ E’ bello pure per me” Il suo sorriso sembrava sincero. E probabilmente lo era. Era una delle poche ragazze che non scappava quando mi avvicinavo ed era sempre stata gentile nei miei confronti. Non era certo una strafiga come Sofia e non si avvicinava nemmeno a Barbara o Carlotta come aspetto fisico ma era… Era una ragazza dallo sguardo dolce e con la quale mi ero sempre trovato bene. Se non fossi stato così idiota a quel tempo…
“ Allora Betta, cosa mi racconti? Ancora non hai trovato il fortunato che ti porti all’altare?” Fa un sorriso amaro
“ Non ho certo tutti gli spasimanti di Sofia. A proposito, ho visto che ti sta mangiando con gli occhi. Probabilmente sta pensando che il ragazzo che era perdutamente innamorato di lei è diventato una preda succulenta che sarebbe un peccato lasciare in mano ad altre ragazze”
“ Quindi, è solo una questione di aspetto fisico? Non c’è altro che unisca un uomo e una donna?”
“ Credo che ognuno, che sia un uomo o una donna, scelga in base all’aspetto fisico. E quindi tu ormai sei diventato un gran bel ragazzo e sei adatto a una come Sofia. Tutto qui”
“ Peccato che a me Sofia non interessi più” Aggrotta la fronte
“ Stai dicendo che lei non ti piace? Ma dai, a quale uomo non piacerebbe una come a lei?”
“ A me, ad esempio. Sai Betta, a 18 anni si vedono le cose in un modo ma a 30 si vedono in un altro. E una donna come Sofia… Beh, non saprei che farci con una del genere”
“ E che tipo di donna ti interessa adesso?”
“ Non certo un soprammobile. Mi piacerebbe una ragazza dolce, rassicurante, che mi ami per quello che sono e non per quello che faccio trapelare col mio aspetto”
“ E allora perché hai cambiato tutto di te? Ma ti sei visto Andrea? E soprattutto hai presente la differenza tra quello che sei adesso con quel ragazzo che eri al liceo?”
“ Si matura Betta. Ho soltanto voluto cambiare per piacermi e non per piacere agli altri. Ma dentro sono sempre il ragazzo di una volta. Con la sola differenza di aver acquistato la maturità necessaria per comprendere meglio le persone. Ad esempio tu…”
“ Io… Forse è meglio che vada” La presi per un braccio
“ No aspetta, non te ne andare”
“ Per quelli come te ci sono le varie Sofia, Barbara, Carlotta. Vai da loro”
“ No, loro non mi interessano, come a loro non interessavo io. Tu sei diversa” Scoppiò a ridere
“ Ah su questo non c’è dubbio. Ma mi hai vista Andrea? Adesso tu sei un bel ragazzo. Hai lavorato molto su te stesso per diventare quello che sei e per avere quel tipo di ragazze. Io…”
“ Tu sei bellissima, Betta. Forse non te ne rendi conto. Tu sei carina di fuori e meravigliosa dentro”
“ E allora perché non me lo hai detto dieci anni fa? Quando sbavavo per te, quando avrei fatto qualsiasi cosa per stare con te? Ma tu nella testa e nel cuore avevi solo Sofia, la regina, la ragazza più bella della scuola e…” Rimasi quasi di pietra
“ Tu avevi una cotta per me?”
“ Già, ti pare strano? Ho fatto di tutto per far sì che tu ti accorgessi di me” Stava per piangere e la vidi allontanarsi da me. Ero rimasto talmente di stucco che non trovai la forza per fermarla e per dirle che io la trovavo semplicemente incantevole e chiederle se ancora sentiva qualcosa per me. Non feci in tempo a riprendermi che fui subito accerchiato da un gruppo di ragazzi tra cui anche Sofia
“ Non le è passata la cotta per te, a quanto vedo. Le piacevi quando non eri niente di speciale figuriamoci adesso. Ma tu non sei più adatto a quelle come lei”
“ E per chi sarei adatto?”
“ Per quelle come me, Andrea. Adesso hai ancora un pizzico di risentimento nei miei confronti ma io ottengo sempre quello che voglio”
“ Davvero? Beh, stavolta no” La lasciai di nuovo da sola. O meglio, con la sua corte ma sentii le parole che uscirono dalla sua bocca
“ Vaffanculo Andrea. Sei tu che ci perdi. Io ne trovo quanti ne voglio” Non mi voltai nemmeno e corsi come un pazzo per ritrovare Betta. Non c’era, Uscii disperato dal locale e la fortuna fu dalla mia parte. Era lì, sola in disparte, ad asciugarsi alcune lacrime che scendevano dai suoi occhi sinceri. La raggiunsi
“ Dove vai? Perché te ne stai andando alla chetichella come se tu fossi una ladra”
“ Lasciami per favore”
“ E’ vero che eri innamorata di me?”
“ Che importanza ha ormai? Sì lo ero ma sono sopravvissuta per dieci anni e continuerò a farlo. Rivederti ha riaperto una vecchia ferita che si rimarginerà” La presi per le spalle”
“ Ho voglia di baciarti”
“ Perché? Hai fatto qualche scommessa? Devi conquistarmi per farti poi delle grasse risate con gli altri alle mie spalle?” Scossi la testa
“ Tu allora non mi conosci, Betta. Non sono quel tipo di persona. Dieci anni fa ero un adolescente sfigato che aveva una cotta per un involucro. Adesso voglio qualcosa di diverso. Adesso voglio valutare quello che vedono i miei occhi e i miei occhi vedono una ragazza bellissima che vorrei baciare”
“ Sarei semplicemente uno sfizio. Tu sei destinato a…”
“ Sono destinato a cosa? Non vogliamo scoprirlo insieme?” La baciai e Betta non si tirò indietro per fortuna. Perché lo sentivo che mi sarei innamorato di una ragazza del genere.

Ci abbracciamo nuovamente dopo aver terminato di fare l’amore per l’ennesima volta. Ci prendiamo le mani e ci stendiamo uno accanto all’altro. Lei è la mia donna e non vorrei nessun’altra al posto suo. Ho dovuto incontrare e affrontare i fantasmi del mio passato per capirlo. E li ho sconfitti quei fantasmi. E adesso non mi fanno più paura.

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jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2023-06-26
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