La vendetta Ottavo e ultimo episodio

di
genere
dominazione

I giorni passarono lenti ma piacevoli per me. Tutto quello che gli avevo fatto in quel giorno e mezzo lo ripetei sistematicamente durante gli altri cinque giorni. La notte lo legavo e la mattina, dopo aver fatto la colazione che Gianluca mi preparava con sempre maggiore devozione, mi doveva massaggiare e insaponare per la doccia dopodiché mi facevo bella, scendevo dopo averlo di nuovo legato e tornavo a casa per liberarlo e fargli fare tutti i lavori di casa. A pranzo e cena continuava a mangiare i miei avanzi sputati e masticati e lo usavo sistematicamente da cesso e come portacenere. E naturalmente pretendevo almeno un paio di pompini al giorno, mansione che svolgeva ormai in modo diligente. E almeno una volta al giorno era anche la mia troietta personale perché me lo inculavo senza nessuna pietà. Malgrado non fosse più vergine, il mio cazzo era troppo grosso per il suo buchetto e il dolore continuava ad essere insopportabile ma notavo anche che provava sempre un maggiore piacere considerando il suo pene quasi sempre sull’attenti. Considerando che non aveva il permesso di eiaculare, notai anche che i suoi testicoli si erano gonfiati e aveva spesso delle gocce di precum. Non doveva essere piacevole per lui stare quasi sempre col pene dritto senza potersi sfogare. E ce l’aveva in erezione non solo nei momenti in cui lo inculavo ma anche in altre situazioni, come se in tutto quello che subiva lui trovasse un certo piacere. E questo mi meravigliò alquanto. Infine, ogni giorno lo usavo per i miei allenamenti dandogli la dimostrazione di quello che avrei potuto fare con lui se avessi voluto. Ma era giunto il momento di rilasciarlo.
Stava per terminare quindi il settimo giorno di prigionia. Avevamo cenato, o meglio, io avevo cenato e lui si era nutrito dei miei avanzi, schioccai le dita e come un fulmine lui mi accese una sigaretta mettendosi a fianco a me con la bocca aperta. Lo guardai. Era un vero schiavetto al mio servizio. Lo avevo talmente terrorizzato che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di compiacermi. Lo feci però rialzare
“ Sei libero Gianluca. Oggi è l’ultimo giorno in cui sei stato il mio schiavo”
“ Vuol dire che… Posso andarmene padrona?”
“ Sì, vai a farti una doccia e poi vestiti. Spero solo che questa settimana ti sia servita da lezione e che tu in futuro avrai rispetto per quelli diversi da te” Si inginocchiò ai miei piedi
“ Grazie padrona. Grazie per avermi ridato la libertà. Le posso garantire che non sono più il ragazzo idiota di dieci anni fa”
“ Lo spero per te. E per scoraggiare ogni tua iniziativa futura, ti dico che ho parecchi video mentre mi fai i pompini e mentre ti sto inculando. Se tu dovessi fare lo stronzo consegnerò quei video a tutti quelli che conosci. E io so tutto di te. Ti ho seguito per tanto tempo”
“ Non succederà padrona”
“ Questo vale anche se tu dovessi andare a denunciarmi. Non mi faranno niente perché sono una famosa mistress e io direi loro che era un gioco consenziente e siccome non hai danni tali da far scattare la denuncia d’ufficio, al limite potremo andare in tribunale dove con le mie possibilità economiche avrò i migliori avvocati sulla piazza e ti chiederò tanti di quei soldi per avermi diffamata che dovrai lavorare il resto della tua vita per pagarmi. Sono stata chiara?”
“ Sì padrona. Ho capito” Lo feci rialzare e poi lo mandai a farsi la doccia. Quando uscì iniziò a vestirsi lentamente. Erano sette giorni che stava praticamente senza niente indosso e mi dava quasi una strana sensazione nel vederlo coi vestiti addosso. Gli riconsegnai anche il telefonino che gli avevo sequestrato e mi osservò con un’aria strana
“ Che c’è Gianluca? Perché quello sguardo?”
“ Mi mancava un po’ il cellulare. Dovrò telefonare a tutti quelli che mi conoscono perché staranno in pensiero visto che non hanno mie notizie da una settimana” Sorrisi
“ Non credo che staranno in pensiero. Ho provveduto io stessa a inviare col tuo telefonino un messaggio ai nominativi coi quali hai più contatti dicendo loro che tu avevi incontrato una bellissima donna che avevi conosciuto da ragazzo e che avevi voglia di stare con lei”
“ Oh mio Dio”
“ Beh, in fondo è la verità, non credi?” Lo vidi annuire
“ Direi proprio di sì, soprattutto nel punto dove afferma che si tratta di una donna bellissima”
“ Ok, vieni che tolgo l’antifurto in modo che tu possa andar via” Lo vidi tentennare
“ Aspetti padrona, io vorrei dirle che…”
“ Che cosa c’è Gianluca? Sei libero, puoi andartene” Lo vidi mettersi in ginocchio ai miei piedi. Ero esterrefatta
“ Non voglio andar via. Voglio essere il suo schiavo” Rimasi quasi impietrita
“ Cosa? Sei impazzito?”
“ Forse sì ma io… Ho capito di essermi innamorato perdutamente di lei, padrona. Non mi mandi via. All’inizio ho lottato con tutte le mie forze, l’ho odiata e avrei voluto ucciderla con le mie mani ma poi qualcosa è cambiato. Mi sono reso conto che lei è davvero un essere superiore e tutto quello che facevo mi piaceva perché una donna come lei merita obbedienza e devozione assoluta. E le mie umiliazioni mi eccitavano. Non lo so perché ma è proprio così. La prego, mi faccia continuare ad essere il suo schiavo. La servirò e l’adorerò. Non riesco a credere che sia tutto finito. Voglio essere di nuovo usato da lei, posseduto, voglio essere una cosa di sua proprietà” Gattonò fino ai miei piedi e me li baciò poi vidi le sue mani salire sulle mie gambe coperte da sensuali autoreggenti. Lo lasciai fare. Le sue dita erano così delicate che per la prima volta stavo provando un vero piacere mentale oltre che fisico. Poi si azzardò ad andare più su dove le mie mutandine elastiche comprimevano il mio enorme membro. Le tirò giù e il mio cazzo si liberò. Lui lo prese tra le sue mani facendomelo diventare subito turgido. Iniziò a leccarmelo con passione provando inutilmente a ingoiarlo tutto. Mi stava piacendo e non per infliggergli umiliazioni ma proprio come atto sessuale. Era incredibile. Avevo fatto entrare una persona che odiavo con tutta me stessa e dopo una settimana, dopo averlo picchiato a volte con violenza e averlo umiliato in tutti i modi possibili, mi ritrovavo uno schiavo adorante. E comprendevo pure quella sua erezione quasi continua. Era eccitato per ciò che gli facevo subire. Continuava a succhiare, a leccare e a ingoiare il mio cazzo come aveva fatto innumerevoli volte nella settimana ma lo faceva in modo diverso, con passione e con devozione, baciandolo come fosse un oggetto di una divinità che doveva adorare. Gli accarezzai la testa e decisi che me lo sarei tenuto. Avevo proprio bisogno di uno schiavetto personale per tutte le faccende di casa, uno schiavo fedele consapevole della sua inferiorità nei miei confronti. E sapevo che Gianluca sarebbe diventato il più devoto dei miei schiavi. La mia vendetta aveva preso una piega diversa da ciò che immaginavo ma forse molto più piacevole.

FINE

Per commenti, scrivete a
jonathan1957@tiscali.it

scritto il
2023-06-05
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